Man Ray, Models 1920-1940
Nerospinto questa volta vi accompagna in un breve ma significativo viaggio tra le opere di uno dei fotografi più famosi ed interessanti del secolo scorso, protagonista del Dadaismo e del Surrealismo.
Alla Fondazione Marconi a Milano, è infatti possibile ammirare alcune fotografie di Man Ray, si tratta di quelle che ritraggono le sue modelle e le sue muse, le donne più belle di cui era circondato e dalle quali veniva tanto affascinato che decideva di renderle protagoniste delle sue creazioni.
La riproduzione di quest'album fotografico originale del noto artista, in mostra fino all'11 gennaio, mostra 83 fotografie vintage scattate tra il 1920 ed il 1940. Ma chi è Man Ray? E quale valore da al mezzo fotografico ed al suo prodotto? Come affronta l'arte e che cosa ne pensa?!
Appena si entra, salendo una scalinata spoglia, su una parete bianca, asettica, ci accoglie una scritta, sulla parete. Sono le parole di Man Ray. Il suo pensiero.
"La fotografia è un'arte. Non si dovrebbe porre questa domanda. L'arte è superata. Ci vuole qualcos'altro. Dobbiamo guardar lavorare la luce. Ė la luce che crea. Io mi siedo dinanzi al mio foglio di carta sensibile e penso" (Man Ray, 1928)
Pittore, fabbricante di oggetti e regista di film d'avanguardia, egli è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista. Nel 1922 Man Ray produce i suoi primi fotogrammi, che chiama 'rayographs'. Una rayografia è una immagine fotografica ottenuta poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, procedimento apparentemente semplice, ma che seppe usare per immagini altamente suggestive. In verità il movimento Surrealista nasce ufficialmente nel 1924, egli ne è un anticipatore ed uno tra i primi esponenti.
Ed è infatti il rituale ciò che conta per questo artista e fotografo fuori dal comune, che tra i primi riconobbe le novità della psicoanalisi e le mise in relazione al linguaggio artistico, che rifiutava il sistema della comunicazione elitaria dell'arte, dell'immagine e della contemplazione, che seppe costruire un discorso rivoluzionario a livello linguistico e che credette che solo con la propria macchina fotografica potesse costruire un mondo. Attraverso il processo con cui si realizzava una fotografia veniva a crearsi l'opera stessa. Non era tanto un discorso sul soggetto ma sul processo di realizzazione, ciò che interessava sul serio Man Ray.
Freud pubblicava"l'Interpretazione dei sogni" nel 1899, e da allora la psicoanalisi cambiava molto la concezione del mondo, dell'uomo, dell'arte. La lettura psicoanalitica porta ad un nuovo modo di affrontare la realtà. Come le altre Avanguardie anche Man Ray si sente parte del rifiuto della cultura borghese e come gli amici protagonisti del Dadaismo Newyorkese Duchamp e Picabia, rifiuta le estetiche positiviste ed idealiste. Egli scopre una possibilità espressiva precisa, nuova, della fotografia. Questo avviene con le varie tecniche che decide via via di sperimentare come le inversioni luci-ombre, la "solarizzazione", altro processo fotografico che inventa, insieme ai Rayogrammes, in polemica con il modello realistico della fotografia, attraverso una doppia esposizione: sole e calcificazione, inverte i valori tonali ed accentua i contorni, e questo non per dare l'aspetto decorativo e gli elementi tipici di un'illustrazione o di un disegno, ma per ribaltare il contenuto realistico della fotografia stessa.
Il modo di costruire gli oggetti è un riflesso dell'analisi freudiana, ed è vero che i suoi soggetti sono anche alchemici oltre che psicoanalitici, si concentra sul processo e non sul prodotto, inoltre nelle sue opere ritroviamo un linguaggio che spesso manipola il lavoro onirico proveniente dall'Interpretazione dei sogni freudiana.
Le Avanguardie sono tutte caratterizzate dal rifiuto del sistema, dalla volontà anti borghese, ed in che senso la sua opera, come quelle dell'Espressionismo, del Dadaismo, del Costruttivismo, sarebbe parte di queste tendenze? Sicuramente Man Ray è un anticipatore e un rivoluzionario, capace di cogliere le nuove inclinazioni del linguaggio artistico influenzato dalla psicoanalisi, dalla grammatica del sogno, dall'alchimia determinata dal processo meccanico della moderna arte fotografica, dall'antirealismo.
Le prime pagine del libro ci parlano del corpo e del volto di queste donne osservate da Man Ray, la modella sconosciuta che apre l'album è una rappresentante di tutte le altre modelle. Trasferitosi da New York, l'artista segue a quel tempo dei corsi serali di nudo in un centro sociale di Parigi. Vediamo il ritratto di Natasha, modella ed assistente vicina all'artista, affascinante nella solarizzazione da cui viene derivata l'immagine. Per deviare dai principi classici della fotografia egli spesso sceglie di lavorare nell'oscurità, sull'astrazione geometrica, trattando i corpi quasi come fossero statue. E poi riprende la fotografa Lee, una donna di talento e coraggio. L'irriverente ed originale pittrice Meret, e ancora la moglie del poeta Paul Ėluard, Maria Benz detta Nusch.
Ed è affascinato dalla bellezza selvaggia, esotica; a Parigi come in Africa le modelle sono di colore, si vedono danzatrici esotiche in Montparnasse, danzatrici anonime con nomi di vegetali e corpi commestibili, una bellezza lontana, generata dal mescolarsi di oriente ed occidente in quei corpi ed in quei volti bianchi e neri che vediamo alternarsi nelle immagini. A seguire una bellezza irresistibile com'è quella di Kiki (Alice Prin) cantante francese considerata all'epoca la regina di Montparnasse, di cui Man ray si è innamorato.
Un'altra citazione del pensiero di Man Ray chiude l'esposizione, scritta su un'altra parete.
"La luce può fare tutto. Le ombre lavorano per me. Io faccio le ombre. Io faccio la luce. Io posso creare tutto con la mia macchina fotografica”.
Una curiosità: al centro della sala è possibile osservare anche un vecchio modello di macchina fotografica firmato dall'artista. Si ha anche modo di sfogliare sulla scrivania all'ingresso una vera e propria riproduzione del libro fotografico, pronta per la consultazione.
L'esposizione non è grande ma è estremamente interessante e l'ingresso è gratuito, per cui, è possibile dare facilmente un'occhiata alle opere di uno dei fotografi che hanno fatto la storia dell'arte, e lasciarsi sedurre ed affascinare dalle immagini delle sue donne. Le foto di inizio novecento hanno inoltre tutto il sapore del passato che è stato catturato in uno scatto in bianco e nero, e la forza di attrazione di un momento, uno sguardo, un gesto, un corpo, che è stato fermato per sempre, attraverso la luce, e l'ombra. Ritroviamo la percezione di un frammento di autenticità, l'impressione della distanza e l'illusione di un sogno.
Man Ray. MODELS 1920-1940
Riproduzione anastatica di un Album fotografico di Man Ray con un volume a cura di Janus, edizione Carlo Cambi Editore e Fondazione Marconi.
Dal 15 novembre 2013 all'11 gennaio 2014
FONDAZIONE MARCONI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, Via Tadino 15 - 20124, Milano
INGRESSO GRATUITO
Dal Martedì al sabato 10-13, 15-19 (chiuso dal 22 dicembre 2013 al 7 gennaio 2014)
PER INFORMAZIONI:
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www.fondazionemarconi.org
Giovanna Canonico
