Natalie Wood: tormento e mistero
Chi non si ricorda di Deannie, giovane liceale, bella e sfortunata, protagonista del miglior film drammatico di Elia Kazan?
Natalie Wood offre probabilmente in Splendore nell’erba la sua migliore interpretazione cinematografica, rendendo la pellicola un capolavoro e conquistando per sé una nomination come migliore attrice protagonista.
La pellicola è del 1961 e Natalie è al suo trentesimo film, avendo cominciato a recitare giovanissima in capolavori come Happy land, Il miracolo della 34esima strada, Sentieri selvaggi e Le colline bruciano e accanto ad attori del calibro di James Dean, Cary Grant, Clark Gable e William Holden.
Il successo di Natalie è decretato dalla sua indiscussa bellezza, ereditata dai suoi genitori russi, ma soprattutto dal suo tormento interiore che le fa sposare per ben due volte lo stesso uomo, intraprendere relazioni clandestine e improvvise e trasportare tutto questo, poi, sul grande schermo. Le interpretazioni della Wood sono tanto realistiche quanto verosimili e così Jude, la fidanzata del protagonista di Gioventù bruciata, interpretato da James Dean, diventa l’icona di buona parte delle adolescenti americane ed europee degli anni ’50, e fa conquistare all’attrice anche l’ennesima nomination agli Oscar, in una parallelismo tra realtà e finzione che rende Natalie una delle artiste simbolo della sua generazione.
Il 1961 è anche l’anno di West side story e la Wood fa praticamente il pieno di nomination e consensi, facendo contemporaneamente impennare le vendite di foulard colorati negli Stati Uniti tra le adolescenti, tutte emuli di Maria, la protagonista dell’indovinato musical.
Natalie è orami per tutti l’icona della ragazza Giulietta, la shakespeariana protagonista che ama disperatamente il ragazzo inviso dalla famiglia o che viene osteggiata dalla famiglia dello stesso.
La Wood è bella, tormentata e drammaticamente credibile in questi ruoli. Nessun’altra riuscirà a pareggiarla, nessuna riuscirà a ricreare sul grande schermo la Deannie di Splendore nell’erba.
Come succede, però, a tutte le grandi icone del cinema anche per Natalie la vita reale finisce con l’avere il sopravvento sulla finzione filmica e l’attrice muore misteriosamente annegata nel 1981 nella baia dell’isola di Santa Catalina mentre è a bordo del suo yatch insieme al marito, l’attore Wagner, e al loro comune amico, l’attore Christopher Walken.
L’attrice ha solo quarantatré anni e naturalmente la sua morte crea scalpore e sospetti.
Si parla insistentemente anche di "triangolo amoroso" tra lei, suo marito e Christopher Walken, una relazione finita appunto in tragedia a bordo dello yatch dei coniugi.
Venne aperta un’inchiesta ma le testimonianze di Walken e Wagner sull'incidente furono perfettamente coincidenti. E l’annegamento fu dichiarato come tragico incidente, fino al 2011 quando nuove informazioni sulle circostanze della morte della Wood riportano alla riapertura del caso. Gli investigatori incaricati del cold case però non trovano nuovi indizi e ricongelano il dossier. Ma i figli di Natalie non si danno per vinti e lo scorso gennaio fanno nuovamente riaprire le indagini sulla morte della loro madre.
Una nuova autopsia condotta sul corpo rivela così la presenza di lividi sulle braccia, sui polsi e sul collo, che fanno ipotizzare un'aggressione. Il medico legale però non si sbilancia. Gli enigmi e le ipotesi non possono ancora essere svelati né scioli e sulla morte dell’attrice icona degli anni cinquanta continua ad aleggiare l’ombra del più assoluto mistero.
