Fabbrica Europa 2014, 11 maggio tre spettacoli a Firenze
Tre irrinunciabili appuntamenti per oggi, domenica 11 maggio, nella storica e affascinante città di Firenze all'interno della rassegna di teatro e danza contemporanea "Fabbrica Europa".
Alle ore 16 allo spazio Stazione Leopolda, in via Fratelli Rosselli 5, Il Teatro Nazionale Serbo di Novi Sad porta in scena per la prima volta in Italia il Gabbiano di Checov con la regia di Tomi Janežič.
Uno spettacolo straordinario con un cast formato da trenta persone che anima il palco per più di sei ore, un progetto partorito dopo sedici mesi di lavoro il cui intento è quello di fare domande che toccano il mondo del teatro, della creatività, delle arti in senso generale e che, ovviamente, non risparmiano la vita.
L'obiettivo è quello di rallentare il passo della voracità del nostro quotidiano che ci porta a rimandare di continuo la necessità di raccoglierci intorno ad una più profonda riflessione sulla vita e su tutto ciò che le gravita intorno con un alienante risultato in cui confronto e condivisione vengono inevitabilmente a mancare.
Quattro atti che risultano essere quattro spettacoli fatti e finiti non isolati ma legati tra loro, in cui gli attori vengono percipiti come persone e non come personaggi poiché in questo viaggio teatrale lo spettatore vede l'interprete alle prese con la vita, le relazioni, gli errori e i tentativi, passaggi che riguardano ognuno di noi e che non spersonalizzano gli artisti ma restituiscono loro un'identita tanto che il pubblico può ritrovare se stesso in ciò che guarda e ascolta.
Uno spettacolo che cresce davanti al pubblico e con il pubblico in un vortice di emozioni e sentimenti che presto o tardi toccano ognuno di noi.
Biglietti: euro 20 / 15
Durata 6 ore e 30 minuti, con tre intervalli.
IN LINGUA ORIGINALE CON TRADUZIONE SIMULTANEA IN CUFFIA.
Mentre alle ore 21 nella cornice del Teatro Cantiere Florida in via Pisana 111, la compagnia Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana porta in scena Maledetto sia il traditore della sua patria! da un progetto di uno dei più notevoli drammaturgo/regista della scena balcanica: Oliver Frljić. Lo spettacolo indaga il rapporto di amore/odio con il teatro e gli attori si esibiscono in un'atmosfera amara, seria, arrivando a sfiorare la tragicità attraverso l'uso di traumi bellici e politici che offrono lo spunto per domande che potremmo definire globali ovvero di tutti poiché toccano temi come i confini della libertà sociale e artistica, la responsabilità individuale e collettiva, la tolleranza e gli stereotipi.
E' uno spettacolo quello di Frljić in cui la morte ha un ruolo fondamentale e, attraverso la ripetizione della morte degli attori ed il “ritorno alla vita” di questi stessi, il regista intende dimostrare l'immobilità degli automatismi su cui si adagia oggi la rappresentazione teatrale.
La morte, inevitabilmente, attraversa lo spazio scenico per prendere possesso dello spazio che le spetta nella vita, ed è proprio attraverso l'analisi dello svilimento della morte all'interno della rappresentazione teatrale che siamo portati a chiederci quale peso viene dato alla morte vera oggi.
Per capirlo basta guardare un telegiornale che dia notizia di quelle terre insaguinate da anni da guerre sporche o di quei luoghi colpiti mortalmente da catastrofi naturali.
Sono morti che non ci toccano quasi più.
Biglietti: euro 15 / 12
Durata 75 minuti.
IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO.
Ed infine alle ore 22 nella ExChiesa San Carlo dei Barnabiti in Via Sant’Agostino 23, Samuele Cardini e Monica Baroni, della compagnia L'O.fficina, presentano A+E un lavoro che trae ispirazione dal progetto fotografico di Duane Michals: «Il Paradiso Perduto».
In questo lavoro la rotazione di sei fotogrammi proietta due figure, Adamo ed Eva, in un tempo indefinito in cui i due sono stati esiliati dalla terra dell' Eden e, spogliati delle loro «Vesti di Luce», si scoprono fragili e consapevoli.
Si assiste ad un continuo gioco di coppia, uomo-donna, bene-male, moto-stasi, ascesa-declino, in cui queste antitesi cercano una stabilità intrecciandosi, mescolandosi uno dentro l'altro, con il conseguente risultato di lasciare un segno nella memoria e di ritrovare solo nel ricordo quell'unità a cui aspirano.
Adamo ed Eva sono persi in uno spazio e in un tempo di cui non si sentono figli e per questo lo spettacolo è un costante richiamo al passato, un perpetuarsi di flashback che riallacciano lo spettatore all'origine restituendogli il senso profondo di quell'Eden dove concetti come uguale e diverso vengono svestiti del loro significato e la nudità diventa simbolo di una condizione di neutralità.
Posti limitati, prenotazione obbligatoria, Info: 055 2638480
Durata: 45 minuti
Jean-Paul Sartre diceva: “Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere”.
In questa domenica pomeriggio Firenze vi offre non una possibilità di scelta, ma ben tre!
