LA SEMPLICITA' INGANNATA: dal 22 al 26 Gennaio al teatro Verdi di Milano
Mercoledì 22 gennaio non perdetevi il debutto dello spettacolo LA SEMPLICITA’ INGANNATA di e con Marta Cuscunà, in scena fino al 26 gennaio al teatro Verdi.
LA SEMPLICITÀ INGANNATA
Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne
Seconda tappa del progetto sulle Resistenze femminili in Italia. Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine
di e con Marta Cuscunà Assistente alla regia: Marco Rogante. Disegno luci: Claudio “Poldo” Parrino. Disegno del suono: Alessandro Sdrigotti. Tecnica di palco, delle luci e del suono: Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti. Realizzazioni scenografiche: Delta Studios; Elisabetta Ferrandino. Realizzazione costumi: Antonella Guglielmi Co-produzione: Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto.
Con il sostegno di Provincia Autonoma di Trento-T-under 30, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, Assessorato alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari, Biblioteca Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monfalcone, Claudio e Simone del Centro di AggregazioneGiovanile di Monfalcone.
Con il sostegno dei partecipanti al progetto di microcredito teatrale: Assemblea Teatrale Maranese-Marano Lagunare UD; Federico Toni; Laboratorio Teatrale Re Nudo-Teatri Invisibili; Nottenera.Comunità_Linguaggi_Territorio; Bonawentura/Teatro Miela-Trieste; Spazio Ferramenta; Tracce di Teatro d'Autore; L'Attoscuro Teatro - Montescudo di Rimini.
Liberamente ispirato a Lo spazio del silenzio di Giovanna Paolin, (Ed. Biblioteca dell'Immagine, 1998)
Una satira pungente che denuncia gli stereotipi sull’essere donna oggi traendo spunto da figure del passato.
La delicatezza magnetica del raccontare e l’uso sapiente dei pupazzi de La Semplicità Ingannata portano a conoscere «da quali semi è nata la rivendicazione delle donne del Cinquecento – in particolare delle monache clarisse di Udine – nel tentativo di dare slancio a una rivoluzione di cui oggi non sentiamo più il bisogno, e forse non per un caso fortuito, ma per una precisa strategia che, anche se con modalità apparentemente diverse, schiaccia ancora le donne sotto lo strapotere maschile».
Ispiratrici del racconto la monaca-scrittrice veneziana Arcangela Tarabotti e le clarisse del Santa Chiara di Udine, modelli di contestazione e resistenza femminile che rivendicarono, sfidando l’Inquisizione, il diritto alla libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile.
Ovviamente l’Inquisizione cercò con forza di ristabilire un ferreo controllo sul convento e su quella comunità di monache, ma le Clarisse riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando, dentro il Santa Chiara, un’alternativa sorprendente per una società in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico, economico e sociale della vita.
«Questo spettacolo, come anche È bello vivere liberi!, implica l’elaborazione di una storia da una prospettiva prevalentemente storica e documentaristica a una visione più artistica e contemporanea, disposta a varcare i confini del conosciuto, del filologico, del politicamente corretto. La semplicità ingannata non è un documentario ma un progetto artistico dove il teatro è anche la possibilità di tradire il dato certo o quantomeno di considerare il dato certo come un punto di partenza, un trampolino per un racconto che abbia come soggetto principale la società e le donne e gli uomini che la compongono.
La scrittura del testo si è rivelata un parto faticoso anche per il continuo presentarsi del “grande interrogativo”: fino a che punto è lecito elaborare dati senza che questa operazione si trasformi in un mero tradimento della verità storica? In questo progetto ho cercato di elaborare alcuni lati della vicenda realmente accaduta con analogie che li rendessero più contemporanei, più vicini a noi spettatori del ventunesimo secolo. Per questo ho cercato di fare in modo che concetti come “eresie”, “dote”assumessero anche significati altri, più ampi di quelli letterali e che la “monacazione forzata” diventasse simbolo non esclusivo della condizione femminile nel suo complesso. Una condizione che ha ancora bisogno di riscatto. La semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo».
(Marta Cuscunà)
Teatro Verdi
Indirizzo: Via Pastrengo, 16, 20159 Milano
Telefono:02 688 0038
www.teatrodelburatto.it
