“LaicitArt”, l'ebook del Festival Mediterraneo della Laicità
Nerospinto, partner del Festival Mediterraneo della Laicità, vi consiglia “LaicitArt” un ebook a cura di Roberta D'Orazio e gratuitamente scaricabile dal sito dell'associazione Itinerari Laici (www.itinerarilaici.it).
Una lettura interessante grazie agli interventi di Sara Costantini, Emanuele Cozzi, Angela Giorgi, Martina Giubileo, Marco Alberto Matti e Davide Resati, giovani creativi, musicisti, fotografi, scrittori e pensatori che si interrogano su temi artististici e filosofici con lo scopo di coltivare insieme il senso della condivisione e dell'integrazione di pensiero pur rispettando l'individualità di ogni riflessione proposta. “LaicitArt” è una raccolta su carta di interventi che si legano a doppio filo alle tematiche che animano il Festival Mediterraneo della Laicità e gli eventi ad esso collegati quali il Ciclo Arte, il Ciclo Musica e il Ciclo Documentari e noi vi proponiamo un estratto che Roberta D'Orazio ha scelto per Nerospinto ed è stato scritto da Valeria Pierini.
“Ognuno è figlio di dove nasce.
Nascere nella terra del santo patrono d'Italia e avere forti parentele col profondo sud, così devoto e a sua volta intriso di folklore e misticismo ti fa arrivare alla resa dei conti in merito da che parte stare.
Cristiano, cattolico, pagano, laico, religioso, ateo, sono tutti termini bagaglio della mia formazione.
E' sempre fondamentale iniziare dai significati delle cose-parole.
Così puoi capire perché San Francesco è considerato un sovversivo, puoi capire che il paganesimo è stato usato come carta su cui scrivere l'occidente ed essere felice quando vedi che non è stato del tutto arso con le streghe dalla non santa inquisizione laddove lo ritrovi nel lavorìo della terra, nei calendari accademici e quando vedi che le vecchie vie di pellegrinaggio (Gerusalemme, Roma e Santiago) sono intrise di simboli infedeli e percorse da secoli da milioni di persone per i più disparati motivi.
C'è da capire che la spiritualità non è data da un battesimo e non pertiene ad un culto-credo specifico e che la storia delle religioni è storia degli uomini, ha plasmato, deviato, anche corrotto il nostro destino, come la storia economica o politica, per citare altri campi fondanti le società. Le culture sono la sintesi degli incontri tra gli uomini nei secoli.
Capisci che c'è una religiosa disciplina che abbraccia il sacrificio, la dedizione, e l'amore verso le cose che fai, che non è dettata dagli uomini che professano bensì è una pratica intima e personale dove gli dei non c'entrano nulla. E in più, banalmente, contemplare il mondo, porta con se sempre qualcosa di sacro. E' dalla meraviglia che nascono le domande, le emozioni e tutti i culti e le filosofie a venire.
Forse è alla luce di tutte queste cose che come persona e dunque come artista (perché per me le due cose coincidono, l'arte non è per me un cartellino da timbrare, o un segno della croce nell'acquasantiera) sono attratta dal sacro slegato dalla pratica, divoro con gli occhi libri e luoghi tutte le volte che me li trovo davanti o li cerco per un motivo.
Sono affascinata dagli altarini casalinghi (le case del sud ne sono piene) dalle leggende, dalle metafore e simboli di cui si nutrono i testi sacri, le vite dei santi, la religione, è tutto una grande metafora e visione, metodo educativo e affascinante per le masse. Come la storia di Francesco che si getta nelle rose, o quella dei nodi del suo saio, una firma devozionale, un contratto con la vita sulla futura condotta.
Mi diverto a scovare i simboli del mondo antico nelle agiografie, come la conchiglia di San Giacomo, mi piace trovare i significati del viaggio nelle rune celtiche, mi piace trasferire queste storie al femminile, ed ecco che spunta una donna col saio. Mi piace ricordare l'unione tra il trascendente e il corso sincronico del tempo di cui parlava Kierkegard ed ecco che questi formano una croce ed io a mia volta assemblo la mia nell'installazione a 12 immagini che qui presento.
'Quando in una cosa si trova ogni bene non bisogna cambiare verso' (dalla serie 'a senso unico', 2012) è per il mio percorso un lavoro-battesimo-consacrazione, derivante da tutte queste cose, è la trasposizione del pellegrinaggio, quello che si compie alla luce di una vocazione, ed ecco che la folgorazione dei santi in questo lavoro diventa metafora della vocazione dell'artista.
La via dolorosa è quella che ognuno percorre perché figlio della sua stessa vita, ognuno di noi ha una croce in realtà, un peso fino alla meta-ascesi finale.
Il lavoratore nella fabbrica, il musicista, la casalinga che deve far quadrare i conti, lo studente.
Ognuno ha una sua strada che, con più o meno devozione e consapevolezza, percorre, spesso con fatica.
Le grandi storie sugli dei degli uomini e i grandi templi hanno per me la funzione di mònito, ognuno ha il suo pellegrinaggio, la sue grandi imprese di cui certo non si scriveranno canti o salmi, eppure la sacralità è solo uno dei modi in cui si può raccontare l'umano. Scegliere da che parte stare uno dei modi per percorrere il proprio cammino.”
Info: https://www.facebook.com/pages/Festival-Mediterraneo-della-Laicita/281980455160623?fref=ts www.itinerarilaici.it
Roberta D'Orazio Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
