Vivian Maier. Una fotografa ritrovata
A partire da Giovedì 19 novembre Forma Meravigli ospiterà la mostra Vivian Maier. Una fotografa ritrovata.
Dopo il grande successo dell’esposizione al MAN Museo d'Arte della Provincia di Nuoro, arrivano per la prima volta anche a Milano gli scatti della "Emily Dickinson della fotografia".
La mostra, a cura di Anne Morin e Alessandra Mauro, è realizzata in collaborazione con diCHromA Photography e promossa da Forma Meravigli, un’iniziativa di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano e Contrasto.
Le vicende umane e professionali di Vivian Maier sembrano la trama ideale di un romanzo esistenziale oppure di una commedia dolceamara (Finding Vivian Maier, infatti, è il titolo di un documentario diretto nel 2013 da John Maloof e Charlie Siskel).
Bambinaia per le famiglie benestanti di New York e Chicago sin dai primi anni Cinquanta, per oltre cinque decadi ha fotografato con la sua Rolleiflex la vita nelle strade delle città in cui è vissuta senza mai far esibire il proprio lavoro. Mai una mostra né una pubblicazione, anzi, per la verità, la maggior parte dei suoi rullini non è stata nemmeno sviluppata.
Il suo archivio è ricchissimo: più di 150mila negativi, una miriade di pellicole, stampe, film in super 8 o 16 millimetri, registrazioni e appunti che la tata “francese” (la madre era originaria delle Alpi provenzali) accumulava nelle stanze in cui si trovava a vivere, custodendo tutto gelosamente.
La scoperta di questo tesoro risale al 2007 quando John Maloof, all’epoca agente immobiliare, acquista durante un’asta parte dell’archivio della bambinaia confiscato per un mancato pagamento.
La mostra presentata da Forma Meravigli raccoglie 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta insieme a una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta, oltre ad alcuni filmati in super 8 che suggeriscono come Vivian Maier si avvicinasse ai suoi soggetti.
Perché, infatti, al di là dell'alone di mistero che accompagna la storia personale della "tata Vivian", le sue fotografie ci affascinano tanto? Per la capacità di ritrarre con grazia, discrezione e ironia quello che le si presenta davanti quotidianamente, che fosse strano, insolito, buffo o del tutto banale. La sua curiosità è sempre proiettata, quasi in maniera onnivora, non tanto verso i paesaggi in cui è immersa, quanto verso la massa anonima di persone con cui entra casualmente in contatto per brevi attimi.
Ogni tanto, però, in alcune composizioni, anche lei diviene protagonista della sua opera, rendendosi visibile sulla scena. Sono gli autoritratti della stessa Vivian in pozzanghere, vetrine, finestrini d’auto, specchi, come se non si accontentasse di fotografare la vita ma il suo viaggio in quella vita. Immagini per lo più in bianco e nero potenti, autentiche, che sanno ritrarre persino il suo sguardo deciso, distaccato, enigmatico e a volte malinconico.
Per ammirare tanta bellezza, l'appuntamento è Giovedì 19 Novembre alle 18.30 alla Fondazione Forma per la Fotografia.
Vivian Maier. Una fotografa ritrovata Dal 19 Novembre 2015 al 31 Gennaio 2016 Fondazione Forma per la Fotografia Via Meravigli 5 - 20123 Milano Orari: tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00. Giovedì dalle 12 alle 23. Ingresso intero: 8 euro www.formafoto.it Facebook /FondazioneFormaPerLaFotografia
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