
Il Cibo come arte: apre il British Museum of Food
Gustare il cibo e le bevande è un’esperienza di tutti i giorni e per noi familiare. Ma quanto in realtà la conosciamo davvero?
Si è soliti pensare che il cibo abbia come unico scopo quello di nutrirci, in realtà sarebbe utile cambiare prospettiva. Il cibo è un’arte e come tale va trattato.
È proprio questa la filosofia che è alla base dell’apertura a Londra del primo museo del cibo, British Museum of Food, che nel mese di Ottobre – ottenendo in questo modo il primato mondiale - ha aperto al Borough Market nel cuore del London Bridge, il più importante mercato gastronomico della capitale britannica.
Il museo è una creazione di Sam Bompas e Harry Parr, due eclettici chef d’avanguardia e ‘designer del cibo’ noti per i loro esperimenti come i grattacieli di Londra fatti di gelatina o i cocktail alcolici non da bere ma da inalare. “Il cibo ha una storia così affascinante, collegata alla politica, alla tecnologia, alla società,” afferma Parr.
L’esposizione del British Museum of Food di Londra, dislocata su due piani introduce i visitatori in un viaggio interattivo tra cibo e cultura. Un vero e proprio museo multisensoriale che va a scandagliare le origini e la storia, l’evoluzione, la scienza, la sociologia e l’arte del cibo.
Si parte con un viaggio digitale all’interno del corpo, studiato da un gastroenterologo, che va dalla bocca allo stomaco all’intestino, seguendo in modo virtuale il percorso che fa il cibo. Passando dalla scienza all’arte c’è l’Atelier del gusto, una mostra di come vari alimenti sono stati in dipinti o sculture con diversi materiali.
Il viaggio continua attraverso una sala che sicuramente sarà tra le più apprezzate, quella dedicata alla cioccolata, dal titolo altisonante Choco-Phonica. Al suo interno i visitatori diventeranno protagonisti di un progetto scientifico curato dal professore Charles Spence, tra l’altro consulente di Heston Blumenthal, su come il suono possa modificare il gusto. A ognuno verranno dati pezzetti di cioccolata da mangiare in una cabina insonorizzata e dovranno assaporarli ascoltando diversi pezzi di musica, e poi riferire le loro esperienze che serviranno poi alla ricerca del professore.
Infine, per sottolineare l’importanza dell’impollinazione per far crescere piante e frutti una sala è stata trasformata in una ‘casa per le farfalle’ piena di banani, bruchi e farfalle giganti sudamericane, una sorta di serra dove la temperatura è costante a 30 gradi.
C’è anche una parte storica, con oggetti in mostra come menù e utensili di cucina del Settecento e dell’Ottocento. Era il momento giusto per questo ultimo progetto, spiega Bompas: «Ora c’è una maggiore attenzione per il cibo in tutte le sue forme. Speriamo di cambiare la percezione delle persone, facendole riflettere su quello che mangiano e sull’importanza del cibo nella cultura, e anche di essere una piattaforma per la sperimentazione e l’innovazione».
Il British Museum of Food è ‘work in progress’: resterà aperto per tre mesi a Borough Market, la mecca dei gastronomi londinesi, ma è già in cerca di una sede permanente più grande.
British Musum of Food 1, Cathedral Street Borough Market London SE1 9DE www.bmof.org
