
Aleph, svolta sperimentale per la cantautrice Pamela Guglielmetti
E’ uscito il 20 ottobre, sulle piattaforme digitali e su supporto fisico, "Aleph", il quarto lavoro in studio della cantautrice canavesana Pamela Guglielmetti, prodotto e distribuito da La Stanza Nascosta Records.
L’album è stato preceduto dall’uscita dei singoli "La legge del tempo" e "La quarta casa", ambedue accompagnati dai videoclip ufficiali trasmessi in anteprima da Tgcom24.
"Aleph" come la raccolta di racconti di Jorge Luis Borges, "Aleph" come la prima lettera dell’alfabeto fenicio e dell’alfabeto ebraico, "Aleph" come il numero zero, quello dal quale tutto prende forma e nel quale tutto trova la sua fine.
Simbolismi astrologici e scandaglio del vissuto personale, mistero metafisico e flusso di coscienza convivono in un album complesso, dai temi universali, nel quale ogni traccia sonora si fa ammonimento sacrale, memento, invito imprescindibile.
Particolarmente potente l’esortazione alla crescita contenuta in “Uomo di carta”, che innesta uno strumentale dalle intense suggestioni sul recitativo finale di Guglielmetti, percorso da una molteplicità di sfumature.
Ne “La quarta casa”, apripista dell’album insieme a “La legge del tempo” il “promemoria”- inserito in un brano dove l’attitudine rock va a braccetto con l’epicità- sembra essere quello di provare gratitudine.
Non c’è colpa- racconta Pamela Guglielmetti- semmai esiste la responsabilità di vedere e identificare quelle ferite per potersene allontanare. La donna, che si rivolge al proprio padre ed alla propria madre in questo brano, riconosce le sue difficoltà, ma riconosce altresì quelle della famiglia, andando oltre al rancore, al dolore, arrivando alla consapevolezza che quello che le è stato dato è esattamente ciò che poteva offrire chi l’ha cresciuta.
“La legge del tempo” ben rappresenta la poliedricità di Guglielmetti, l’eterogeneità delle sue declinazioni artistiche: non solo una gestualità sonora icastica ma anche il teatro e l’accento posto sulla narrazione corporea. (Si veda, a questo proposito il videoclip del brano, una produzione Masterblack, per la regia di Andry Verga.)
Un lavoro, "Aleph", costellato di episodi intensi e riusciti; l’espressione autentica di una canzone d’autore raffinata ed estremamente evocativa, trainata dalla vocalità teatrale di Pamela Guglielmetti, che non insegue algidamente la perfezione a tutti i costi ma privilegia un’espressività immediata, punteggiata di chiaroscuri.
Una svolta sperimentale nella produzione di Guglielmetti, valorizzata dal magistrale lavoro di arrangiamento di Salvatore Papotto, capace di preservare l’intimismo della scrittura, pianoforte e voce, di dilatare nello stesso tempo le atmosfere con l’utilizzo di sintetizzatori ed archi e di conferire dinamica ai brani mediante l’impiego di una incisiva sezione ritmica.
Menzione di merito per “Un sogno per Cloe”, forse il pezzo dalla natura maggiormente sperimentale.
Promozione a pieni voti, dunque, per "Aleph", nel suo complesso un album capace di accostare echi classici ad una postura sonora di grande modernità, inedita nelle ricerca narrativa e musicale.
Cinzia Giordanelli
PHOTO CREDITS: FRANCO MARINO
