
Alla Fondazione Corrente un incontro per commemorare il pittore Piero Leddi, recentemente scomparso
A pochi mesi dalla scomparsa, avvenuta nel giugno dello scorso anno, Milano rende omaggio al pittore Piero Leddi con un incontro organizzato dalla Fondazione Corrente.
Il 25 gennaio si riuniranno personalità illustri del mondo dell'arte per commemorare il grande pittore Piero Leddi, tra cui Giancarlo Consonni, architetto e professore al Politecnico di Milano, il critico d'arte Giorgio Seveso, la storica Mariachiara Fugazza, Nicoletta Colombo, esperta d'arte.
Nato in provincia di Alessandria nel 1930, conterraneo di Pellizza da Volpedo, in una realtà di provincia scandita da ritmi amplissimi e come sospesa silente ai margini della modernità, Piero Leddi si trasferì ventenne in una Milano frenetica e avida di futuro che l'avrebbe definitivamente adottato, ispirandolo coi suoi scorci monumentali arrossati dalle luci del tramonto e assecondandone un'innata vena malinconica. Alimentata, quest'ultima, proprio dall'esperienza di migrante che ne segnò sempre carattere e poetica, portandolo a mantenere costante uno sguardo di straniero su ciò che lo circondava. Una curiosità scevra dalla patina dell'abitudine, demone imbattibile che finisce per ingrigire il colore più vivido, ottundendo i sensi e annullando distinguo e sfumature, ancorché immensamente significativi.
Formatosi negli ambienti di Brera, Piero Leddi darà presto inizio ad un'attività di ricerca instancabile, che porterà avanti dal suo domicilio in via Canonica, rifugio colmo di libri e segni i più vari di uno studiodurato una vita intera. Oltre 150 le personali a lui dedicate, e quasi altrettante le collettive cui ha partecipato. Questo originalissimo artista dimostrerà un'innata maestria nel destreggiarsi fra le tecniche più varie - carbone tempera inchiostro acquerello litografia pastelli e olio su tela. La quotidianità urbana con cui entra in contatto, e il contrasto netto tra quella e la memoria di un'infanzia trascorsa in balìa degli orizzonti morbidi della provincia (ossimoro tuttora tipico di questa nostra penisola), saranno temi ricorrenti nella sua poetica, in cui si susseguiranno aratri e traffico urbano, animali da soma e monumenti possenti immersi nel caos di una città mai dormiente. Da una solitudine all'altra, per certi versi: dalla stasi della vita contadina, del lavoro a ritmo con un eterno struggente come tramonto, alla dinamicità concitata delle città, laddove non è dato silenzio ma si è sempre più soli in mezzo alla folla. I suoi soggetti non posano: riesce a coglierne con estrema accuratezza il dinamismo, senza mai interromperne il fluire e dando conto dell'evolversi incessante delle cose. Lo sguardo sul mondo e sull'umanità di Piero Leddi è lucido e insieme inquieto e nostalgico, razionale e al contempo addolcito da una composta, profonda empatia verso l'altrui tormento esistenziale. Lo condivide, non può non rappresentarlo. Così, nella celebre serie dedicata alle imprese dei fratelli Coppi, il suo tratto tocca le corde del lirismo maggiore allorquando si dedica a sportivi che rovinano a terra nel bel mezzo di una gara decisiva, ferendosi e sapendo sfumati speranze di vittoria e anni di allenamenti. Non è dato inquadrarne l'opera in tendenze o movimenti precisi, avanguardie o accademismi, e in ciò risiede l'originalità del suo contributo alla storia dell'arte italiana degli ultimi decenni.
Se la sua è una perizia rappresentativa di indiscutibile portata, con la quale riesce a dare conto della pur minima torsione di un busto, della smorfia impercettibile di un volto, delle tensioni delle membra disarticolate di un ciclista caduto al suolo come delle ossa di una vacca macilenta, i suoi soggetti non sono mai ridotti a macchine, poiché non ne ignora mai la scintilla vitale e anzi la sublima: la trama dei suoi segni frenetici e vibranti è assolutamente predominante, tuttavia non viene trascurato il colore, ed i suoi cromatismi prediletti non mancano di stupire per leggerezza e intensità. Non è mai sterile esercizio di realismo, eppure anche quando la composizione si fa più astratta e sfuggente (come in Estate di via Savona, o in Finestra Appennino) non si compie uno sganciamento definitivo dall'ombra del verosimile. Quello di Piero Leddi è stato un colto approfondimento emotivo e psicologico, un'indagine timida ma mai arrendevole nei meandri più reconditi dell'animo umano, laddove non di rado il conforto della razionalità soccombe all'impeto delle ancestrali e incontrollabili pulsioni dell'inconscio. Minuzia realista e angoscia espressionista. Constatazione ponderata e fatalista dell'incerto destino dell'uomo esaltato e insieme afflitto da un progresso in accelerazione costante, incontrollata. Le prospettive si accavallano convulse, i centri della scena si moltiplicano sfuggendo lungo le linee di punti di fuga mai riconducibili a unità: che non è dell'uomo odierno il privilegio di un riferimento unitario, e anzi, è piuttosto suo destino la sfida di una navigazione in mare aperto fine a se stessa, priva - forse - della speranza di una terraferma più consistente di un miraggio.
La bellezza della pittura
Rileggere l'opera di Piero Leddi
Fondazione Corrente
via Carlo Porta 5, Milano
25 gennaio 2017, ore 18:00
ingresso libero fino a esaurimento posti
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www.fondazionecorrente.org
02 6572627
Associazione Culturale Archivio Piero Leddi
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Isabella Michetti
