
Congresso mondiale di Storia dell’arte a Firenze, settembre 2019
Qual è il ruolo dell’artista oggi? É ancora “colui che agisce e fa”? Plasma la materia e crea forme nuove? O no? E l’arte cos’è? Un oggetto, un concetto? Sono alcune delle domande che si porrà il 35° Congresso Internazionale di Storia dell’Arte aperto a Firenze dall’1 al 6 settembre 2019 in diverse sedi (Firenze Fiera, Villa Vittoria, Palazzo Vecchio).
Il Congresso Mondiale di Storia dell’Arte del CIHA (Comité International d’Histoire de l’Art) torna a Firenze dopo oltre quarant’anni ed è un evento eccezionale che metterà a confronto storici dell’arte, artisti, critici di tutto il mondo e relative teorie.
Dedicato al Movimento, si divide in due parti: la prima “Motions:Transformation” avrà luogo appunto a Firenze, la seconda “Motion: Migrations” sarà di scena a San Paolo del Brasile nel settembre 2020. La prima parte del congresso, italiana, è organizzata dal CIHA Italia in collaborazione con il Kunsthistoriches Institut in Florenz Max-Planck-Institut e con il contributo di diverse istituzioni nazionali e internazionali.
Che cos’è il CIHA? È un’organizzazione non lucrativa, con sede a Firenze, nata nel secondo dopoguerra in continuità con il primo incontro internazionale di Storia dell’Arte tenutosi a Vienna nel 1873 con lo scopo di promuovere arte e cultura. Ne fanno parte Università, Soprintendenze, Musei pubblici e privati. Nel 1952 lo storico Giulio Carlo Argan (Torino 1909-Roma 1992) ne scrisse lo Statuto. Il Congresso si è riunito nel 1955 a Venezia, nel 1949 a Bologna, nel 2008 a Melbourne, nel 2012 a Norimberga.
Di che cosa si parlerà a Firenze? Nelle nove sessioni divise nelle diverse giornate saranno alla ribalta l’artista come figura divina e misticamente ispirata, ma anche gli effetti del tempo sull’opera d’arte. Si parlerà del rapporto dell’arte con l’ambiente, del potere delle immagini in relazione alle religioni, del ruolo dell’arte nella società e dei suoi sviluppi rispetto alle nuove tecnologie.
In particolare la 1° Sessione sarà dedicata a: L’arte come visione, cioè al rapporto fra arte e ispirazione divina, in una prospettiva comparata e transculturale. Prendendo in esame alcune figure di artisti e di mistici capaci di creare immagini mentali che dialogano con quelle reali, saranno indagati i rapporti fra realtà osservabile, spiritualità, visione e creatività e messi in luce i legami complessi che intercorrono fra vedere con gli occhi, immaginare e ricordare.
La 2°, Arte, potere e pubblico riguarderà l’utilizzazione del lavoro di artisti ed architetti nei secoli da parte di singoli o di gruppi appartenenti ai più svariati contesti politici e religiosi per acquisire e mantenere potere.
La 3° L’arte e la natura affronterà il tema dei rapporti multiformi fra arte e natura, concetti a cui ci si riferisce in maniera separata solo a partire dalla prima età moderna. In tempi più lontani, infatti, non esisteva separazione netta fra le due, essendo entrambe, Natura e Arte, frutto di un disegno di origine divina.
La 4°: L’arte e le religioni dialogherà sul potere delle immagini nelle religioni di culture diverse. Perché adoriamo le immagini? Cosa ci porta a fidarci di loro?
La 5°: L’arte fra disegno e scrittura proporrà una riflessione su affinità e divergenze tra disegno e scrittura. Come fanno le linee a produrre forme? Dritte o curve, spezzate o continue, le linee sono la prova tangibile del processo attraverso cui le opere d’arte vengono create e i testi vengono scritti.
La 6°: Iconicità e processo di produzione in architettura si chiede come mai nella cultura contemporanea cresce la tendenza a trasformare anche i grandi capolavori dell’architettura in pure immagini, in icone.
La 7°: L’arte e la materia nel corso del tempo sottolinea l’importanza della materia nell’arte, non solo in relazione alla scelta del materiale compiuta dall’artista nel momento in cui crea un’opera, ma anche rispetto ai modi in cui i materiali cambiano nel corso del tempo, mettendo a rischio di rovina gli oggetti d’arte, che non sono fatti di materia inerte ma viva (l’arte povera, ad esempio).
La 8°: L’arte, i critici e gli spettatori esamina il ruolo degli artisti, dei critici e degli spettatori dal dopoguerra a oggi, osservando il tema dalla prospettiva della “scomparsa” (di limiti, di contenuti, di memoria) e discutendo di morte, censura e nuove tecnologie.
L’ultima sessione, la 9°: Voyage, concepita come sezione di raccordo tra le due parti del congresso che si svolgeranno a Firenze e a San Paolo del Brasile, invita gli studiosi a scambiare idee sul tema del “Viaggio”.
Saranno affrontati gli scambi artistici e culturali tra Brasile e Italia. Ma non solo: il viaggio, infatti, può essere declinato secondo diverse prospettive, dalla migrazione di persone alla circolazione di oggetti e documenti. E ancora: il viaggio dell’artista, dell’uomo di cultura, dell’esploratore scientifico, del pellegrino, nonché i viaggi determinati da intenti coloniali, militari, diplomatici, o legati a scorribande piratesche e a fenomeni di banditismo.
Per ulteriori approfondimenti sul programma: http://www.ciha-italia.it/florence2019/2018/04/07/sessions-papers/
Per informazioni sulle iscrizioni: http://www.ciha-italia.it/florence2019/2018/04/07/tickets-booking/
Maurizia Tazartes
