
Emanuele De Francesco e la poesia delle sue “Lettere al neon”
Il cantautore milanese Emanuele De Francesco è tornato sulle scene con “Lettere al neon”, un album ispirato e poetico.
Tra i musicisti che vale la pena scoprire c'è Emanuele De Francesco, che dopo qualche anno di silenzio discografico è tornato da poco sulle scene con il suo nuovo album “Lettere al neon” (su etichetta Sciopero Records / distribuzione Self).
Un titolo che già emana una serie di suggestioni sia visive che emotive, come precisa lui stesso: “Incandescente, leggero, delicato, nobile: il neon è l’elemento chimico ideale per scrivere lettere ispirate da episodi e racconti di cronaca che risvegliano sensazioni offuscate dal tempo e che prendono forma e si affacciano nella realtà, creando una sorta di mondo parallelo dove paure, riflessioni, amori e solitudini emergono restando però sempre distaccate e distanti, come avvolte da nubi e, per loro natura e complessità, mai definitivamente risolte”.
In un periodo storico in cui la musica (anche in Italia) è sempre più fatta di parole messe a caso, il cantautore milanese ci tiene a mettere al centro il testo, in quella visione (ormai desueta) della canzone come espressione poetica.
“In questo album troverete una sorta di corrispondenza che celebra la magia del ricordo, l’irrazionalità del sogno, l’amore, ma anche la disperazione, l’abbandono e la confusione con le inevitabili domande che la vita porta a formulare e che ogni giorno tende a nascondere. È in questo scenario, che le canzoni diventano veri e propri segnali, lettere da inviare a un mondo distratto, veloce e superficiale, appariscente e distante ben rappresentato dal neon, che affascina e ammalia ma al tempo stesso abbaglia e allontana, marcando il senso di eterna separazione dalla realtà”.
Gli otto brani contenuti in “Lettere al neon” sono cresciuti adattandosi al mondo artistico di Emanuele De Francesco che, con il tempo, è naturalmente cambiato, anzi evoluto.
Chi ha ascoltato il suo album d'esordio “In quieta mente” avrà notato un forte legame con la tradizione del cantautorato italiano, che rimane ben saldo ma viene riletto in una chiave più sperimentale (e coraggiosa) che mischia chitarre vintage e soluzioni elettroniche.
Su questo frangente è stato fondamentale il contributo, alla produzione, di musicisti del calibro di Evasio Muraro (noto sia per i suoi lavori solisti che per quello con band come Settore Out o The Groovers) e LeLe Battista (ex frontman de La Sintesi con un prestigioso curriculum solista).
Oltre a loro hanno suonato nell'album il batterista Maurizio Gaggianesi e il chitarrista Moreno Zaghi, che sono stati la ciliegina su una torta già golosa.
“Lettere al neon” ha avuto il suo battesimo live con degli showcase a Milano e Roma, dove ha ricevuto una calorosa accoglienza da parte del pubblico (lo stesso che sta avendo dalla critica).
D'altra parte si tratta di un album raffinato e che crea empatia, grazie a una serie di sfumature che fanno parte di un universo palpitante, con le sue ombre, le sue scintille e le sue domande. Insomma con Emanuele De Francesco si torna a dare una valenza non solo emotiva ma anche culturale alla canzone.
