
Franco Zeffirelli è morto. Addio al Maestro della Bellezza
Franco Zeffirelli è morto. Si è spento a 96 anni uno dei più importanti rappresentanti dell’arte e della cultura del nostro Paese. Regista, sceneggiatore e scenografo è morto questa mattina nella sua casa romana sull’Appia Antica.
"Ciao maestro" si legge sul sito della fondazione che porta il suo nome: "La scomparsa è avvenuta alla fine di una lunga malattia. Il maestro riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze".
La camera ardente si terrà lunedì 17 giugno a Firenze, nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio: lo comunica il sindaco Dario Nardella, spiegando che l'ultimo addio al regista sarà dato nella sua città e non più in Campidoglio a Roma come era stato deciso in un primo momento dai figli Pippo e Luciano.
“Non avrei mai voluto che arrivasse questo giorno. Franco Zeffirelli se ne è andato questa mattina. Uno dei più grandi uomini della cultura mondiale. Ci uniamo al dolore dei suoi cari. Addio caro Maestro, Firenze non ti dimenticherà mai”, queste le parole del sindaco della città che ha dato i natali all’artista.
Nato a Firenze il 12 febbraio 1923, Gianfranco Corsi Zeffirelli perse subito il padre - che non lo riconobbe - e la madre, morta quando lui aveva solo sei anni. Allevato da una coppia di cugini del padre si diplomò in scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Firenze per poi debuttare a teatro sotto l’egida di Luchino Visconti.
Iniziò un lungo rapporto umano e professionale con il regista milanese.
Debuttò al cinema come aiuto regista – insieme con Francesco Rosi – dello stesso Visconti in La terra trema (1948) e Senso (1954).
Nel 1954 curò le regie de La Cenerentola e de L’elisir d’amore al Teatro Alla Scala, avviando una lunga e gloriosa collaborazione con il celebre teatro milanese.
Ha firmato regie in tutti i più importanti teatri del mondo, soltanto il Metropolitan di New York ha messo in scena 800 suoi spettacoli.
Verso la fine degli anni Sessanta si impose all’attenzione internazionale in campo cinematografico grazie a due trasposizioni di opere shakespeariane: La Bisbetica Domata (1967) con Elizabeth Taylor e Richard Burton e Romeo e Giulietta (1968).
La morte di Franco Zeffirelli fa calare il sipario sulla vita di un artista immenso.
Ha attraversato più di sessant'anni di storia dello spettacolo italiano e internazionale spaziando tra cinema, teatro e opera lirica.
Come cineasta è stato forse più apprezzato all’estero che in Italia. Nominato Sir (unico in Italia) dalla regina Elisabetta per il suo lavoro di adattamento per lo schermo delle opere di William Shakespeare.
È stato candidato due volte agli Oscar - come regista per Romeo e Giulietta e come scenografo per La Traviata - ha vinto cinque David di Donatello.
Nel 1971 firmò Fratello Sole, sorella Luna dedicato alle figure di San Francesco e Santa Chiara. Nel 1974 curò la regia televisiva dell'apertura dell'Anno Santo. E nel 1977 diresse il kolossal tv su Gesù di Nazareth che venne poi programmato anche al cinema.
La sua formazione come scenografo ha orientato tutta la sua produzione caratterizzata da un’estetica di altissimo profilo.
Dotato di un talento visivo unico ha sempre dedicato un’attenzione maniacale a costumi, ambientazioni e ricerca storica, realizzando delle vere e proprie opere d’arte.
Amico di Silvio Berlusconi, è stato eletto senatore nelle fila di Forza Italia nel 1994.
Nel corso degli anni Novanta ha continuato a dividersi tra l’opera e il cinema.
È del 2002 il suo ultimo film. Si tratta di Callas Forever, struggente pellicola che racconta gli ultimi tre mesi di vita del grande soprano interpretato da Fanny Ardant.
L'ultimo lavoro del regista - un sogno coltivato per oltre dieci anni - è stata la regia di una nuova Traviata che aprirà la stagione del Festival lirico all’Arena di Verona la prossima settimana, venerdì 21 giugno.
La morte di Franco Zeffirelli ha scosso il mondo dell’arte e della cultura.
Massimo Ghini che è stato diretto dal Maestro in Un tè con Mussolini (1999) racconta: “è stato un punto di riferimento importantissimo e la persona che per prima mi ha fatto toccare con mano la realtà internazionale. Mi volle al cinema per un ruolo che era molto delicato, quello di suo padre Ottorino. Capivo la responsabilità che avevo addosso, era anche sensibilmente emozionato su quel set".
"Prima di Un tè con Mussolini – prosegue l’attore – avevo lavorato con lui in teatro in quello che è forse l’ultimo grande spettacolo di tradizione del Novecento messo in scena: Maria Stuarda di Schiller con Rossella Falck e Valentina Cortese. C’erano 50 persone in scena, adesso neanche lo si immagina uno spettacolo così che girò per tre anni l’Italia”.
Lo ricorda anche Elisabetta Armiato, già Prima Ballerina Étoile del Teatro Alla Scala e ora Direttore Artistico di Maestri d’Arte per l’Infanzia, un progetto che vuole far conoscere l'arte e la bellezza ai più piccoli.
“Ricordo quando Franco è entrato in sala prove per scegliere le sue protagoniste de Il lago dei cigni. Avevo 20 anni. Guardandomi mentre saltavo e volteggiavo mi ha indicato e ha detto: «Lei! Voglio Lei!». Da allora mi ha chiamato da sempre la sua streghina, e ha dato una svolta alla mia carriera crescendomi artisticamente con la sua magia estetica”.
Andrea Bocelli non nasconde una grande ammirazione: “Franco Zeffirelli era – e resta – un artista immenso, un cultore della Bellezza. La sconfinata devozione per l’opera è stato il terreno solido su cui abbiamo costruito una bella amicizia, rafforzata dall’immensa stima e gratitudine che da sempre ho provato per la sua arte”.
Fabio Fazio esprime il suo cordoglio su Twitter: "La scomparsa di Franco Zeffirelli è una grande perdita per tutti. Se ne è andato un vero artista, un uomo libero e un grande costruttore di bellezza”.
Massimo Ranieri lo ricorda con queste parole: “Ciao Maestro. Tu e la Tua immensa Arte ci mancherete. Grazie per tutto ciò che ci hai lasciato”.
Anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte celebra il regista scomparso:
“Profonda commozione per la scomparsa del maestro Franco Zeffirelli. Ambasciatore italiano del cinema, dell’arte e della bellezza. Un grande regista, sceneggiatore, scenografo. Un grande uomo di cultura”.
Dichiarazioni di cordoglio arrivano da tutti i principali esponenti politici nazionali e internazionali. Nel giorno della sua morte lo ricordano anche tutti i teatri che l’hanno visto protagonista.
La sua arte intrisa di sensibilità e di uno straordinario senso estetico mancherà al patrimonio artistico mondiale.
“Il mondo è sempre stato salvato da chi guardava avanti”, ha sempre dichiarato il Maestro.
Infatti, era già proiettato verso un nuovo progetto: un Rigoletto il cui debutto era previsto per il 17 settembre 2020 in Oman alla Royal Opera House di Muscat.
Il regista toscano non potrà assistere alla sua ennesima opera. Resta la sua poetica capace di unire l’arte visiva al teatro.
Franco Zeffirelli è stato un Maestro di Bellezza capace di far splendere il talento italiano nel mondo.