
Il 19 aprile esce “Semo solo scemi”, il terzo album dei Bobby Joe Long's Friendship Party tra punk e coatto-wave
Un citazionismo esasperato, insistito fino a sfondare le porte del nonsense, e testi deliranti, dall'animo situazionista e dal gusto neodada. Il tutto inquadrato in un contesto sonoro dove si mescolano punk, new wave, synth pop, metal ed ebm. Sono gli ingredienti della ricetta di “Semo solo scemi”, il terzo album dei Bobby Joe Long's Friendship Party, meglio conosciuti come Oscura Combo Romana, in uscita il 19 aprile per Contempo Records.
Un titolo, “Semo solo scemi”, che trasuda autoironia e voglia di non prendersi sul serio, in un'eterna battaglia contro ogni forma di conformismo, sociale e musicale. Partendo dalla periferia est di Roma per arrivare ovunque, lancia in resta contro le mode musicali del momento. I BJFLP sono quattro “bizzarre figure”: Henry Bowers, voce, testi e “dritte”; Abacab Carcosa, chitarre e “stenti”; Peter Spandau, basso e “sintetizzeria”, oltre ad Alain Dlindlon, batteria e “real tunz tunz”. Pseudonimi che sanno di western italiano anni '60, ma che a guardare meglio contengono un'infinità di richiami alla cultura in tutte le sue declinazioni. Al lettore il compito di “googlare” per soddisfare la sua sete di sapere.
E proprio su Google, anzi su YouTube, è stato pubblicato il video del primo singolo tratto da "Semo solo scemi": “#perlasovranitànazionale”. Protagoniste due ragazze che sognano di “instradare il mondo” assumendo droghe e ascoltando gli “odierni brani italiani che contengono suggerimenti come fare”, per poi organizzare una seduta spiritica allo scopo di assistere a fenomeni paranormali. Ma finiscono in una realtà parallela dominata dalle luci fluo e dalle atmosfere aggressive punk, quasi hardcore dei BJFLP.
Il testo è permeato del solito ermetismo spinto tra citazioni cinematografiche e musicali: Mary Poppins (“Che magicamente arriva a casa Banks per riportare armonia e serenità”), “Bandiera bianca” di Franco Battiato (“Evviva le pedane quanno so' piene de scemi che se movono co' fumo e raggi laser”) e la politica del Partito Socialista Italiano e di Bettino Craxi, “statista per la sovranità nazionale, imponente e pettoruto, anche Ronald Reagan ha fatto rimbarzà”. Un brano che richiama i CCCP - e ispirato anche dalle sonorità di Siouxsie - in cui esplode il contrasto fra le taglienti linee di chitarra e il suono metallico di un carillon per bambini.
Ai Bobby Joe Long's Friendship Party non interessa seguire uno spartito, loro sono dichiaratamente surreali, “Skiantos del III millennio avvolti dalle tenebre e cresciuti ascoltando Bauhaus, Siouxsie, Depeche Mode”. Il loro terzo album chiude una trilogia, anzi, una “trucilogia” iniziata nell’aprile 2016 con il primo album autoprodotto “Roma Est” (allora, disco del mese per Onda Rock) e proseguita nel 2017 con “Bundytismo - ConcettiSostanzeMeanstream”.
Ma se il primo disco era uno spaccato in musica del limbo tra Prenestina e Tiburtina, e il secondo una scoperta della vita che c'è al di là di Roma Est, confrontandosi con l’universo femminile, personaggi pubblici e serial killer in un ironico e iperrealista turbine di disagio esistenziale, in “Semo solo scemi” il nonsense prende il sopravvento e il caos generale della vita contemporanea viene illuminato da lucidi lampi di verità. Non mancano riferimenti alla SOCIALizzazione della vita dell'uomo moderno, come in “Allarme pesci palla (Non è una fake news)”, divertente presa in giro dell’analfabeta funzionale e della manipolazione mediatica di cui tutti, chi più chi meno, siamo vittime.
Ma “Semo solo scemi” è anche e soprattutto altro: forzature, provocazioni e surreali analogismi, ricreando atmosfere alla Twin Peaks (“Charles Starkweather”, un altro serial killer, guarda un po' che strano...), sinfonie di synth e trionfo di puro punk in brani come nelle tracce “Mondo scemo impazzito” e “Magno, bevo e tifo Roma”. Fino ad arrivare al pezzo di chiusura, “Aka Lawrence D'Arabia”, in cui il protagonista/narratore, ormai completamente fuori di testa, crede di essere Lawrence D'Arabia (o forse l'attore Peter O'Toole), catapultato in una realtà alternativa. Fuori dal tempo, vittima dei propri sogni irrealizzabili, galoppa impazzito nell’immensa solitudine del deserto.
In pieno stile Bobby Joe Long's Friendship Party, non più solo inventori e cultori di un nuovo genere, il cosiddetto coatto-wave, un misto di punk, post-punk, new wave, synth pop con liriche tra il colto e il romanesco che trattano i temi più disparati, dai serial killer (il nome che si è dato il frontman, Henry Bowers, è lo stesso di uno dei protagonisti psicopatici di “It”, il romanzo di Stephen King) alla banalità dell'ordinario. Un'avventura iniziata nel 2015 con l'Ep “Vortice de Totip” e proseguita con due dischi "veri" fino all'uscita di “Semo Solo Scemi”, la cui presentazione ufficiale è in programma 19 aprile alle 16 al Contempo Record Store di Firenze, in via dei Neri 15/R. Poi, alle 22, il release party presso il NOF Club di Borgo San Frediano 10.
Una serata-evento a base di punk, psicosi e ironia. In pieno stile BJLFP.
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Roberto Bordi