
Il Cinema a Piccoli Sorsi del Camparino in Galleria
Tre cortometraggi mentre si degusta il proprio cocktail preferito. Il cinema si beve a piccoli sorsi nella patria per eccellenza dell’aperitivo all’italiana: il Camparino in Galleria. Lo scorso Giovedi 24 Gennaio abbiamo assistito alla quarta serata dell’appuntamento “Cinema a Piccoli Sorsi” presso lo storico locale milanese la cui insegna è stata firmata dal maestro Ugo Nespolo.
Un connubio perfetto quello tra Campari e il cinema, da sempre scelto come privilegiato veicolo di comunicazione per raccontare storie.
L’iniziativa del “Cinema a piccoli sorsi” è nata nel Giugno 2018 ed è stata portata avanti dal gruppo Campari in concomitanza della sua partecipazione, in qualità di main sponsor, alla 75^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
Passione, creatività ed immaginazione: il brand Campari ha narrato sguardi, incontri e misteri realizzati da grandi firme di registi italiani come Fellini e Sorrentino ed internazionali.
Fino ad arrivare oggi a promuovere i più giovani talenti del panorama emergente della nostra penisola. Sostenendo che dietro ogni momento si nasconde sempre una storia, proprio come in un film, Campari ha scelto l’insegna del Camparino per condividere una piccola rassegna di cortometraggi tematici narrati da critici di settore.
Lo storico locale è un luogo capace di ricordare i valori di Milano e il culto dell’aperitivo italiano e lo fa nel suo speakeasy, dove ricrea un piccolo ed esclusivo cinema di 30 posti.
Noi vi raccontiamo questo momento unico di convivialità e relazione sociale all’interno di questo angolo segreto. Al primo piano del Camparino notiamo lo stile impero e il suo arredo Liberty, le antiche pubblicità incorniciate alle pareti, la luce calda e soffusa delle vecchie abat jour.
Il piccolo bancone bar di ebano ci invita a scegliere tra un Americano, lo Spritz, un Campari Red Carpet e sua maestà il Conte Negroni. In fondo una piccola sala ci distrae dall’incantevole cornice della Galleria Vittorio Emanuele II che ammiriamo in silenzio dalle arcate del Camparino.
Trenta esclusive poltrone di velluto rosso rubino come il colore dell’aperitivo che stiamo sorseggiando ci attendono. Prendiamo posto e le luci si spengono. «Un cortometraggio è bello ed è vero solo quando ciò che sta raccontando, breve o lungo che sia, può essere narrato solo con quel tempo, con quel formato e con quel tipo di racconto».
Ad introdurci nel magico mondo della cinematografia c’è Boris Sollazzo, esperto del settore e queste sono le sue parole per spiegarci come un corto sia anch’esso una forma d’arte. Boris Sollazzo spiega come la maison Campari, in occasione degli incontri del “Cinema a Piccoli Sorsi” scelga delle keys words come temi attorno ai quali si concentreranno i corti.
Per questo quarto appuntamento le parole su cui puntare sono la creazione, l’italianità e il carisma. L’intento dell’iniziativa del “Cinema a piccoli sorsi” è sicuramente quello di mostrare ogni volta generi tra di loro diversi e quello del brand Campari di scommettere su giovani registi italiani dal grande talento.
Proprio come il primo corto “Cena d’aragoste” realizzato da Gregorio Francchetti. Cortometraggio dalla duplice anima in quanto nella produzione è tipicamente americano avendolo presentato come corto di diploma presso la scuola di cinema della Columbia presso la quale ha studiato, ma corto dall’anima italiana nei rapporti emotivi del racconto e nella costruzione relazionale dei contenuti.
Una storia per lo più di genere esistenziale che narra l’accesso difficile alla fase preadolescenziale dei due protagonisti. Diversa l’italianità isolana che emerge nel corto “Il nostro concerto”. Un documentario sulla vita dell’anziano artigiano Antonio, settantaquattro anni, cagliaritano. Come il regista Francesco Piras che lo incontra e affascinato dalla storia e dal vissuto di questo personaggio, decide di mostrare il suo essere outsider, uomo particolare ma dal grande carisma.
Claudio Casale infine decide di ambientare nella periferia di Roma, “My Tyson”. Melodramma che vede come protagonista il giovanissimo Tyson, nato da genitori nigeriani, che appassionati di pugilato, hanno reso omaggio al campione chiamando loro figlio allo stesso modo. Nomina che si rivela essere profetica per il ragazzo che riuscirà ad ottenere un grande successo nella stessa disciplina sportiva.
Si riaccendono le luci, la Galleria Vittorio Emanuele e il Duomo sono ancora intorno a noi a farci da sfondo in una notte stellata.
Esiste qualcosa di più sublime di sorseggiare il proprio Campari preferito mentre c’è un piccolo ed esclusivo cinema tutto per sé?
Un incontro perfetto quello tra Campari e il cortometraggio.
Si spengono le luci.
Lo speakeasy del Camparino torna al buio. In silenzio.
Al prossimo appuntamento.
Camparino in Galleria
Piazza Duomo, 21 Milano
Orari di apertura
Da Lunedì a Mercoledì: dalle 7.30 alle 20.00
Giovedì – Venerdì: dalle 7.30 alle 21.00
Sabato: dalle 8.30 alle 21.00
Domenica: dalle 8.30 alle 20.00
Gaia Augenti