
Inge Morath - a Treviso la prima retrospettiva italiana della fotografa
Inge Morath: la vita, la fotografia. Una donna che fu in grado di trovare il suo spazio in un ambiente principalmente governato da uomini e che riuscì, grazie alla sua bravura, ad affermarsi. Fece il giro del mondo per realizzare i reportage a cui si dedicava con molta cura. Dal 28 febbraio al 9 giugno 2019, in mostra presso la casa dei Carraresi a Treviso.
Magnum Photo è la celebre agenzia fotografica fondata alla fine degli anni ‘40 da importanti nomi del settore, quali Rober Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, che ancora oggi riunisce sessanta tra i migliori fotografi del mondo.
Inge Morath, fotografa austriaca, si unì all’agenzia nel 1953, e fu la prima donna che entrò a far parte di quell’importante gruppo di personaggi eccezionali. Fu la moglie di Arthur Miller, il celebre scrittore e drammaturgo che ebbe, prima di incontrarla, un tormentato matrimonio con l’attrice Marylin Monroe, per la quale scrisse l’ultimo film da lei interpretato, The Misfits ("Gli spostati", in italiano), che per l’attrice fu l’ultima apparizione cinematografica prima di essere trovata morta nella sua abitazione. Inge Morath aveva, tra l’altro, documentato le riprese del film in Nevada, dove ebbe modo di conoscere l’uomo che sarebbe diventato il suo compagno di vita.
Fu un personaggio eclettico, che prima di dedicare la sua vita alla fotografia, aveva lavorato come traduttrice e scrittrice in Austria, dopo aver conseguito la laurea in lingue. Una conoscenza che si rivelò utile nei vari viaggi che fece: era infatti molto abile nell’analizzare in profondità ogni situazione ed entrare in contatto diretto e profondo con la gente.
Una figura colta, che lavorò anche come giornalista e redattrice, riuscì ad affiancare la passione per le parole, a quella scoperta più tardi per le immagini, un’unione che la rendeva speciale in confronto ai suoi altri colleghi.
Per lei, la fotografia era diventata una necessità, alla quale non avrebbe rinunciato per nulla la mondo: "To take pictures had become a necessity and I did not want to forgo it for anything.”
Alcuni dei suoi lavori più importanti sono ritratti, sia di gente comune, passanti incrociati per caso, che di celebrità del cinema e della tv. Ritratti intensi in grado di restituire all’occhio dello spettatore aspetti intimi e profondi dei soggetti. Tra questi, pittori, poeti, tra cui lo stesso Arthur Miller, oltre ad Alberto Giacometti, Pablo Picasso e Alexander Calder: quest’ultimo suo vicino di casa a Roxbury, nel Connecticut, dove Inge Morath visse con il marito per tutta la vita. Anche nelle foto che raccontano paesaggi o paesi, la caratteristica principale è una personale sensibilità, che arricchisce così la percezione del mondo che la circonda. “Ti fidi dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima”.
Il percorso espositivo esposto alla Casa dei Carraresi prevede selezione di oltre 150 fotografie e decine di documenti riferiti al lavoro della fotografa; una ampia retrospettiva che percorre l’esperienza tragica della seconda guerra mondiale, i principali reportage da lei realizzati, i celebri ritratti, l’esperienza hollywoodiana. Un progetto volto a descrivere nel dettaglio la vita e il lavoro di questa straordinaria figura, per la prima volta in mostra in Italia.
INGE MORATH. La vita, la fotografia
Mostra a cura di Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl, e Marco Minuz
28 Febbraio 2019 - 09 Giugno 2019
Treviso, Casa dei Carraresi
Dal martedì al venerdì h 10-19
Sabato, domenica e festivi h 10-20
Alessandra Gandolfi