
Intervista a Drusilla Gucci- In uscita il 19 maggio il suo romanzo di esordio, Lilith & Abrham
Presentato in anteprima il 6 maggio alla Borri Books di Stazione Termini e disponibile per il firmacopie presso lo stand dell’agenzia TraLeRighe, al Salone del Libro di Torino, durante la giornata del 21 maggio, uscirà ufficialmente il 19 maggio, per Curcio Editore, Lilith & Abrham, romanzo d’esordio della modella e influencer Drusilla Gucci.
Primo volume di un’ambiziosa trilogia, Lilith & Abrham-Le Origini, è percorso da un’attitudine stilistica ibridante, in cui un’imponente presenza dell’immaginario folkloristico rumeno sposa il ritmo narrativo adrenalinico del thriller, con incursioni splatter e una dolente darkness esistenziale di fondo. Se proprio volessimo cedere alla tentazione, tutta italiana, della classificazione, potremmo ascrivere il romanzo di Drusilla Gucci alla c.d letteratura weird, proprio in virtù dell’elasticità/complessità del genere (se pure può parlarsi di genere), di difficile teorizzazione ma di grande riconoscibilità, nell’atto della lettura; quel canone bizzarro che ha come elemento portante l’idea di una uscita, di un varco verso l’altrove.
Lilith & Abrham diventa in questo modo un passaggio, un attraversamento coraggioso, una perlustrazione inedita di territori vertiginosi.
Prendo in prestito una domanda del celebre Questionario di Marcel Proust…il tratto principale del suo carattere?
Il tratto principale del mio carattere temo sia la malinconia. Sono una persona piena di ombre, molto riflessiva e chiusa. Il tutto condito con una certa indole temperamentale.
Il suo Lilith & Abrham, appena uscito per Curcio, può secondo lei- con buona pace dei nemici filo-manzoniani dello stravagante-testimoniare la rinnovata fascinazione per il misterioso, il soprannaturale, l’inafferrabile?
Per quanto i non amanti del genere possano strepitare, l’uomo non perderà mai la fascinazione per il mistero, è intrinseca nel nostro dna. Prendendo in prestito una frase di HP Lovecraft: “La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto”. Di conseguenza, è un genere che non tramonterà mai.
Lo sguardo sulla letteratura- come denunciato da uno dei massimi scrittori italiani, Antonio Moresco- sembra aver introiettato l’antinomia, la scissione astratta tra realtà e finzione.
Nel suo romanzo ciò che appare, prima facie,“finzionale” può essere letto come prefigurazione del “reale”, come sua invenzione e profezia?
Più che di di binomio realtà/ finzione, si dovrebbe parlare di realtà/immaginazione. In questo senso sì, l’immaginazione potrebbe diventare una gabbia obbligando i protagonisti a determinate scelte. L’intera trilogia gioca su questa dualità e il lettore dovrà sforzarsi di capire cosa sia reale e cosa no.
Lei è la pronipote del celebre Guccio Gucci…che rapporto ha con la moda?Ci dà tre aggettivi per definire il suo stile?
La moda per quanto bella, non è che mi affascini particolarmente. La trovo estremamente effimera. Il mio stile tende ad essere sempre elegante, semplice, a volte rocker a seconda dell’umore. Certo è che per feste e compagnia non disdegno un bel vestito e tacchi alti.
A seguito della sua partecipazione all’Isola dei Famosi, nel 2021 è diventata influencer- si legge nella sua biografia. Qual è secondo lei il motivo del suo seguito?
Le capita, a volte, di sentirsi un mero avatar digitale o ritiene che ci siano delle tematiche/aree di interesse rispetto alle quali la sua autorevolezza è in grado di influenzare, di fatto, gli atteggiamenti e i comportamenti dei suoi follower?
Suppongo di esser piaciuta alle persone perché sono reale e all’Isola dei famosi ho portato me stessa e non un personaggio. Inoltre sono abbastanza diversa dalle altre influencer e credo che questo mi abbia aiutato. Se mi considerassi un mero Avatar non terrei neanche aperto il mio profilo. Anzi, tramite di esso cerco di sensibilizzare le persone su tematiche importanti che vanno sempre più a perdersi nell’era moderna. Dall’amore per la natura, per le materie umanistiche a tanto altro. Per il diverso soprattutto, combatto contro l’omologazione.
Lei è fiorentina di nascita, ma fin da bambina ha viaggiato tantissimo in molti continenti, fra cui Thailandia, Sri Lanka e Africa del Nord.
Sente di appartenere ad un luogo in particolare, di averlo nel sangue e di conoscerlo pavesianamente, come nessun altro lo “sa”?
In realtà non sento di appartenere a nessun luogo specifico, quanto al mondo. Adoro viaggiare e non ho nessuna intenzione di smettere. Ci sono luoghi che hanno su di me un fascino particolare, come l’Africa. Vorrei fare un viaggio molto lungo per scoprire le tradizioni delle popolazioni locali, sono una patita di antropologia, per non parlare della flora e fauna. Probabilmente non tornerei più indietro. Altrimenti un luogo del cuore, anzi della carne direi, considerando quanto mi è entrato dentro, è Los Angeles, dove ho vissuto un anno.
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CLAUDIA ERBA
