
La pittura istintiva e viscerale di Precisi, specchio di un’epoca di afflizione e tormento
L’artista emergente Precisi parla di uomini e fantasmi. E lo fa attraverso i loro volti e i loro incubi. Con prepotenza raffinata i suoi gesti sulla tela sono grida di rabbia e tormento che parlano di tutti e a tutti, e l’unicità delle sue opere incuriosisce il mercato contemporaneo.
Massimiliano Precisi nasce a Pisa nel 1982. Non segue un percorso accademico convenzionale e la sua formazione è lontana dal campo artistico: si diploma in ragioneria e non seguirà mai un vero e proprio percorso in accademia. La passione per la pittura nasce dalla contemplazione dei dipinti di Francis Bacon di cui segue la linea controversa e ambigua: protagonisti dei suoi dipinti volti tormentati e allucinati, deformi e straziati, aggrediti dalla violenta pennellata.
L’artista traccia poche e rapide linee guida sulla tavola di cui non resta traccia ad opera finita, secondo una logica personalissima. La pittura di Precisi non segue regole e vede la compresenza di linguaggi diversi: pittura e collage, tecniche miste, colori psichedelici e contrasti azzardati. Seppur pervasa da suggestioni, dall’espressionismo al fauvismo, all’amato Francis Bacon, la sua poetica è originale e stravagante: Precisi inonda la tela di colore, predilige una linea incisiva e netta tracciata con mano sicura, pervade la superficie pittorica di rette imprecise e mosse da moti ondosi, rotatori, confusi.
I soggetti prediletti sono uomini o donne, ma non vi è spazio per l’umanità nei suoi dipinti: soffocati dal segno che si dimena rabbioso sulla tavola, sommersi dai contrasti violenti di colore, il vero protagonista è il lato ipocrita, falso e contraddittorio della nostra società. Quella di Precisi è una pittura istintiva, d’azzardo, di sperimentazione e irrequietezza.
In Prince Delirius (74x44, tecnica mista su tavola, 2014) la linea traccia i contorni della figura in modo insistentemente ossessivo, il volto è sconvolto dal rosso audace e squillante. Il principe delirante di Precisi è un ritratto allucinato, ambiguo e visionario, soggetto equivoco e misterioso.
Precisi traccia poche e rapide linee guida sulla tavola di cui non resta traccia ad opera finita. Un processo di gestazione che non segue regole: seppur pervasa da suggestioni, dall’espressionismo al fauvismo, da James Ensor all’amato Francis Bacon, la sua poetica è originale e stravagante, controversa e ambigua.
L’atto stesso del dipingere, con Precisi diviene fisico, violento, quasi vandalico: i contorni decisi fendono la superficie, aggredendola con insistenza ossessiva e brutale, i colori premono con forza sui contorni, soverchiandoli. Le linee si intersecano folli e rabbiose.
I personaggi, arroccati sui loro troni, ora inerti ora tormentati, penosamente incatenati nello spazio del dipinto, si agitano in un grido che percorre la tela e la squarcia.
Le opere di Precisi sono uno specchio dell’assurdo, un incubo allucinato dove le figure si contorcono con sofferenza furiosa e disperata angoscia, in un’agonia che li consuma e li devasta. Lo spazio si affolla di volti sinistri e deformi, figure distorte e smarrite del nostro tempo.
Sebbene i soggetti prediletti siano uomini o donne, non c’è spazio per umanità in questi dipinti: soffocati dal segno che si dimena imperioso sulla tavola, sommersi dai contrasti violenti di colore, essi sono le personificazioni degli incubi peggiori dell’artista, delle sue angosce e dei suoi tormentati rimorsi.
Quella di Precisi è una pittura istintiva, viscerale, di azzardo e irrequietezza. Un ritratto allucinato, ambiguo e visionario di un’epoca di afflizione e tormento.
Per maggiori informazioni:
ARTBAHNHOF
Via G. Rovetta 18 Milano
https://www.facebook.com/Massimiliano-Precisi-430283200329983/
Daniela Ficetola
