
MAG56, l’unconventional food&drinks che parla toscano
Nato a Prato poco prima della pandemia, il MAG 56 è un tempio delle contaminazioni d’avanguardia. Nel locale la cucina si fonde con il cocktail bar tra piatti fusion e drink non convenzionali
Aprendo la porta del MAG 56 è già chiaro che non siamo nel “solito” locale. Una struttura moderna – ex magazzino di moda – dallo stile industrial chic, progettata dagli architetti dello Studio 202 di Prato.
Lo scenografico bancone del bar ci riporta con la mente ai club delle capitali europee. Sulla parete di mattoncini rossi una collezione di bottiglie di cui più di 200 etichette solo di gin. Il capo barman Cosimo Lucchesini – titolare insieme alla madre del locale a conduzione familiare – gioca con signature cocktail e twist on classic. Come l’Unconventional Margarita, dove la parte di lime viene sostituita con una di agrumi, arancia e bergamotto.
Il bancone di ferro unisce il cocktail bar alla cucina a vista. La fusione tra i due spazi è chiara: cucina e miscelazione si scambiano ingredienti, idee e preparazioni. E così i distillati entrano in cucina, i succhi fermentano e dallo scenografico alambicco escono fuori acque idrolate per esaltare i sapori dei piatti. L’amuse bouche del MAG56 è l’esempio perfetto di questa sinergia: una deliziosa gelée di cordial al lime e vodka infusa con idrolato di salva e rosmarino.
La cucina è il palcoscenico creativo di Francesco Cappiello (classe 1994), allievo di Massimo Bottura per cui ha avuto la fortuna di lavorare all’ “Osteria Francescana” di Modena e Gucci Osteria di Firenze.
Il menù del MAG56 Unconventional Food & Drinks mixa tecniche e prodotti provenienti da tutto il mondo con l’obiettivo preciso di sorprendere e divertire. Sedendosi a tavola si inizia un viaggio del gusto verso sapori e terre lontane, con una componente locale sempre presente. Rivisitare le ricette tradizionali dando vita a qualcosa di nuovo è infatti il concept alla base del progetto MAG56.
La reinterpretazione del classico crostino toscano è un cremoso brulè di fegatino con cioccolato, caviale al Porto e pan brioche. Tra i crudi di mare, la tartare di salmone servita con avocado, chips croccanti di riso venere, cavolo rosso e latte di mandorla per dare un tocco esotico e cremoso.
Carne e pesce si alternano senza apparenti schemi o regole e l’effetto è decisamente wow. Come l’Ostrica gratinata al josper con zabaione e parmigiano, un’esplosione di sapori intensi e complessi.
La mano dello chef e la qualità della materia prima è ancora più evidente nella tartare di toro con maionese alla senape e miele, cipolla pickled e friskus al cappero, Morbida, quasi juicy, dove la tecnica si sente - tra le altre cose -nell’impeccabile lavorazione della carne.
Le contaminazioni orientali spingono decise sullo Spagoyster, il tagliolino al nero di seppia con ostrica, hondashi e shichimi, ma poi torniamo in Italia con una scenografica rivisitazione degli spaghetti alla carbonara: gli Spaghetti Affumicati con tartare di Angus irlandese, serviti all’interno di una campana di vetro con la loro affumicatura.
Tra i secondi un morbidissimo baccalà cotto in foglia di banana con salsa thai e un maialino croccante fuori e succulento all’interno con purè di patate e salsa al Vermouth Etrusco Nero.
“Lo stesso pezzo di carne a MAG56 può avere tantissimi sapori differenti” ci spiega Cappiello. “Dalla cucina i prodotti escono valorizzati e rivisitati grazie a abbinamenti inediti e a tipologie di cotture diverse”.
Ciliegina sulla torta, il dessert. Lo chef gioca con sapori e consistenze per riportarci al classico tiramisù con la Lemon card realizzata con cioccolata, yuzu e pan di Spagna.
Un’esperienza decisamente unconventional, curiosa e appagante. Chiudendosi alle spalle la porta del MAG56 si ha la sensazione si essere stati in città iconiche e lontane: da New York a Shanghai, da Parigi a Rio.
Ph: Mike Tamasco

Francesca Noce
Freelance under 30 con il chiodo fisso del mangiare e bere bene. Estremamente curiosa, cresce una nuova generazione di enotecnici fiorentini trasmettendo il suo entusiasmo con la penna e tra i banchi di scuola.
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