
Nuova apertura a Milano per Berberè. Ospiterà il primo Mikkeller Bar d’Italia
Quarto locale milanese per i fratelli Aloe, Matteo e Salvatore, creatori dell’insegna di pizza artigianale con lievito madre vivo che continua inarrestabile la sua espansione. Con una bella novità: il primo corner in Italia della beer firm danese Mikkeller, tra i pionieri della birra artigianale di qualità in tutto il mondo. Da mercoledì 12 febbraio.
Dopo i successi ottenuti nel 2019, con l’apertura di due nuovi locali (a Torino e a Milano), e la sua riconferma tra le pizzerie più innovative e all’avanguardia, in Italia (Tre spicchi per il Gambero Rosso, miglior pizzeria bio d'Italia ai Pizza Awards) e nel mondo (quattordicesimo posto nella classifica Top50Pizza), Berberè inizia il nuovo anno annunciando la nascita della sua nuova creatura, la quindicesima (compresi i tre locali di Londra con il nome di Radio Alice), che ancora una volta avrà casa nel capoluogo lombardo, città dove l’insegna nata a Bologna nel 2010 ha trovato terreno fertile.
Berberè + Mikkeller: la combo perfetta
In pieno centro città, al civico 1 di corso di Porta Ticinese (vicino alle Colonne di San Lorenzo), la quarta pizzeria meneghina dei fratelli Aloe si arricchisce di una succulenta novità che ha il profumo della birra: il primo Mikkeller Bar d’Italia, nato dal sodalizio con la Brew Firm fondata a Cophenagen da Mikkel Borg Bjergsø nel 2006. Ma che si è fatta ben presto conoscere anche al di fuori dei confini danesi per l'approccio innovativo verso la produzione birraria e una comunicazione immediata ed efficace.
Le sue birre, che traggono spunto sia dalla tradizione belga che da quella anglosassone, nascono spesso dall’intento di cogliere (a volte in maniera quasi didattica) i vari elementi che caratterizzano questa bevanda, cercando di spingere sempre oltre i confini produttivi. Nascono così la serie delle Single Hop Ipa, prodotti monoluppolo tra i più famosi del birrificio, o le varie Spontan, interpretazioni mikkelleriane delle Lambic belghe.
Complici una serie di progetti che il brand danese ha affiancato alla produzione birraria, dalla creazione di bar e ristoranti dove diffondere la cultura per la birra artigianale e i suoi abbinamenti con il cibo, alla sperimentazione nel mondo dei distillati, Mikkeller ha contribuito a riscrivere la storia della birra artigianale contemporanea, proprio come Berberè ha fatto con la pizza nel nostro Paese. Come? Comunicando in modo accattivante e raggiungendo un pubblico sempre più ampio e variegato con un prodotto qualitativamente alto e dalla forte personalità, il risultato di tanto studio e tanta ricerca che hanno trovato nell’impiego di materie prime il più possibile biologiche, e che arrivano da varie regioni d’Italia, la sua misura perfetta.
Il format, che esordisce a Milano per la prima volta in forma di corner associato a una pizzeria, darà la possibilità di scegliere tra dieci birre alla spina e una selezione di birre in bottiglia e lattina, perfette per accompagnare le pizze dell'insegna o per essere bevute da sole.
La pizza di Berberè
La pizza di Berberè nasce nel 2010 a Castel Maggiore, alle porte di Bologna, dove vede la luce la prima fortunata pizzeria di Matteo e Salvatore, calabresi di nascita ma emiliani d’adozione. La pizza di Berberè non è napoletana, né romana, né tanto meno gourmet. È Berberè: una pizza unica nel suo genere, pop nell’anima, leggera, altamente digeribile, soffice dentro e croccante fuori, con un cornicione aerato e ben alveolato. Divisa rigorosamente e sempre in otto spicchi, in nome della condivisione.
L’impasto, fatto lievitare per 24 ore a una temperatura ambiente controllata di 24°, si divide in tre tipologie: quello classico diretto (con farina tipo 1), quello con l’idrolisi degli amidi (acqua calda su grano spezzato), e quello speciale, con farro integrale, grano duro e enkir indiretti con biga.
Il lievito madre, costantemente rinfrescato e tenuto con un ph tra 4.3 e 4.8, grazie ai lactobacilli assicura una fermentazione lattica oltre a quella alcolica. In questo modo l’impasto è più digeribile rispetto a una fermentazione con il solo lievito di birra, perché due tipi di fermentazioni scompongono meglio gli zuccheri della farina, abbassando anche l’indice glicemico.
Le farine sono biologiche, semi integrali e macinate a pietra, frutto di un percorso di ricerca e sperimentazione con Alce Nero durato anni, e contengono al loro interno fibre, vitamine idrosolubili e tutti gli oligoelementi presenti nel chicco. Gli ingredienti (di Alce nero, Slow Food e Libera) utilizzati per il topping sono biologici per l’85%, e la cottura avviene in forni elettrici con caratteristiche tecnologiche avanzate e pietra di due tonnellate, capace di garantire una cottura della pizza di altissimi livelli, mantenendo la temperatura costante a 320°C anche dopo molte infornate.
Berberè e Mikkeller Bar
corso di Porta Ticinese, 1
Milano
