
Pangiall’Oro: Il dolce di Angelo Colapicchioni per riscoprire la Roma Imperiale
A volte tornare nel passato si rivela la formula vincente per creare qualcosa di alternativo e originale. Lo sa bene Angelo Colapicchioni, che ha percorso ben due millenni di storia per riscoprire un dolce tipico dell’Impero Romano, il pangiallo. Il primo a parlarne fu lo scrittore latino Marco Gavio Apicio nel suo “De Re Coquinaria”, evidenziandone le umili origini e che, come tantissime preparazioni che caratterizzano ancora oggi la cultura culinaria capitolina, era il frutto del recupero di scarti.
“Non ho mai capito come fosse possibile che una città come Roma, che sulla sua storia millenaria ci ha costruito i fasti della città Caput Mundi, abbia di contro completamente dimenticato di valorizzare il suo dolce di Natale” spiega il proprietario del forno, diventato una vera e propria istituzione per la Capitale e per i suoi cittadini.
Frutta secca, miele, in qualche occasione mosto d’uva, impastati e cotti insieme al pane nei forni di terra cotta. Questa è la ricetta che Angelo ha mantenuto fedelmente, selezionando i prodotti di maggiore qualità (le nocciole laziali, il pistacchio di Bronte, il miele biologico, frutta candita, cioccolato fondente, mandorle siciliane o pugliesi). Nasce quindi nel 1977 il Pangiall’Oro, chiamato così per l’involucro a base di uova che riveste la pagnotta e che conferisce al dolce il tipico colore dorato.
Simbolo del Natale capitolino, ma disponibile tutto l’anno, il dolce-simbolo del Forno Colapicchioni si è prestato più volte a curiose e interessanti rivisitazioni. Come quella proposta da un amico di famiglia, che andò a fargli visita nel laboratorio con un sacchetto di pregiato pepe malesiano di Sarawak. Con la pulsante inventiva di Angelo nasce grazie a questo speciale ingrediente il Pan Pepato Imperiale, arricchito anche dai frutti esotici tipici malesiani come papaia, ananas e spezie come lo zenzero.
Un destino scritto e una vita passata tra la farina quella di Angelo, profondamente legato alle sue origini e alla sua famiglia: “Io sono nato a Roma, dove la mia famiglia si è trasferita negli anni 20. Mia nonna è stata una delle prime panificatrici dell’alto Lazio.”
Oltre a quello familiare, anche il valore dell’amicizia gioca un ruolo importante per il percorso di Angelo, come quella di Gianni Ruggero, genovese trapiantato a Roma che dal 2015 è patron di Sogno Autarchico, un wine bar nel quartiere Prati.
“Ero giovane e lavoravo al Simposio. Andavo tutti i giorni a comprare il pane al forno Colapicchioni di Via Properzio. Con Angelo ci fu subito feeling e spesso con la scusa del pane mi trattenevo qualche minuto in più per ascoltare i suoi aneddoti del passato e di questo Pangiall’Oro.” - dice Gianni, che aggiunge -
“Io devo molto ad Angelo, è un caro amico, una persona che mi ha dato fiducia. E’ suo il locale in cui sei anni fa ho aperto il mio Sogno Autarchico”.
Ed è proprio nel nome di questa consolidata amicizia che Gianni Ruggiero ha deciso di celebrare giovedì 16 dicembre il Pangiall’Oro e il Panpepato di Angelo Colapicchioni nella sua enoteca. Ad accompagnare i prelibati dolci ci saranno i vini di Principe Pallavicini, storica azienda laziale che opera da 350 anni. Tra le tante referenze in produzione saranno presenti due etichette dell’azienda che si sposano perfettamente con le pietanze: Il Roma Doc Bianco, una malvasia puntinata in purezza e lo Stillato, un vino passito sempre da malvasia del Lazio.
Tra antichità e innovazione. L’operazione di recupero storico compiuta dal Forno Colapicchioni è una scommessa vinta che ci dimostra quanto possa essere fruttuoso attingere dl passato per ripensare il nostro futuro. Ciò vale anche nella cucina, e in particolar modo quella romana, la cui origine millenaria e imperiale dona all’invenzione del Pangiall’Oro una dimensione affascinante e suggestiva.

Beniamino Strani
Mi chiamo Beniamino Strani, ho 24 anni e sono laureato in ‘Scienze dell’Informazione: Comunicazione Pubblica e Tecniche Giornalistiche’. Ho poi ottenuto un Master in ‘Critica Musicale’. Amo ogni forma di comunicazione e tra un articolo e un altro, pubblico delle poesie su un blog.
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