
Regali da ascoltare: i podcast di Natale del Piccolo Teatro
Sappiamo bene come il Piccolo Teatro, dopo un’inaugurazione di alta qualità con Fabrizio Gifuni e il suo lavoro su Moro, solo dopo pochi giorni abbia dovuto interrompere la programmazione prevista a causa del Dpcm. In questo periodo solitamente era una tradizione ormai andare a vedere i lavori dei Colla o ‘Slava’s Snowshow’; dovendo fare i conti coi tempi, con la sicurezza e con le decisioni prese dal governo, per il Natale 2020 il Piccolo ha cercato di trovare una soluzione per essere vicino al proprio pubblico e a tutti coloro che amano il teatro - questa volta in una particolare forma.
Di cosa si tratta: dalla vigilia di Natale, sui profili social del Piccolo Teatro di Milano, prende il via “Regali da ascoltare”, «una serie di podcast, in sei puntate giornaliere, fino al 29 dicembre. Sono regali da ascoltare, per il pubblico, nell’attesa di incontrarlo nuovamente nelle sale» e vi assicuriamo che le voci scelte sono tutte adatte all’ascolto, riconoscibili nell’approccio e nel timbro, ma che al contempo sanno mettersi al servizio del racconto e - se vogliamo - anche molto calde, il che non guasta in questo periodo così complesso, in cui spesso il senso di solitudine fa capolino.
Regali da ascoltare: il programma
- GIOVEDÌ 24 DICEMBRE: Sonia Bergamasco inaugura la serie con “Cattedrale” di Raymond Carver, con l’introduzione natalizia di “Un Natale” di Truman Capote
- VENERDÌ 25 DICEMBRE: Roberto Latini, in tema con la giornata, fa risuonare “Buon Natale” di Dino Buzzati, il quale, subito dopo, legge “Prima notte” da “Le notti bianche” di Fëdor Dostoevskij
- SABATO 26 DICEMBRE: Federica Fracassi accosta “Il dono dei magi” di O.Henry a “Incontro” da “Goethe muore” di Thomas Bernhard
- DA DOMENICA 27 A MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE: podcast in lingua con i brani in inglese letti da Francesco Petruzzelli (“On Christmas da Poetry. A Magazine of Verse” di Marion Strobel e “The Happy Prince” di Oscar Wilde). Inoltre sono stati coinvolti nel progetto due allievi della Scuola del Piccolo: Catherine Bertoni alla quale tocca in francese “Chanson pour les enfants l’hiver” di Jacques Prévert e “Une passion dans le désert” di Honoré de Balzac e Sebastian Luque Herrera, che si cimenta con “San Gabriel” di Federico García Lorca e “Un señor muy viejo con unas alas enormes” di Gabriel García Márquez.
N.B.: ogni podcast rimane disponibile su Facebook, Instagram e Twitter fino al 6 gennaio 2021.
Sonia Bergamasco - Ph Jacopo Brogioni
La lettera del direttore Claudio Longhi
Ci sembra importante riferivi della lettera che il direttore Longhi ha indirizzato agli spettatori per un augurio e per annunciare, insieme ai podcast (e cosa li ha spinti a realizzarli), la pubblicazione sul sito ufficiale del teatro degli spettacoli di gennaio e febbraio 2021, visibili ma non fruibili fino a quando l'emergenza sanitaria non renderà possibile la ripresa delle attività. Un modo, ancora una volta, per nutrire il legame con il pubblico, nell'attesa di ritornare nelle sale.
«Care amiche, cari amici, a nome di tutto il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, eccomi a rivolgervi con grande emozione il mio primo saluto nelle nuove vesti di direttore di questo importante teatro – meglio: di questa piccola/grande e preziosa comunità artistica e culturale. Un saluto che – unendosi ad un sincero ringraziamento a chi mi ha preceduto alla guida dell’Istituzione, a cominciare da Sergio Escobar, per averci consegnato una realtà così ricca e vivace – visto il tempo dell’anno in cui ci troviamo si declina immediatamente in augurio per le imminenti festività e per l’anno che verrà. Il 2020 ormai avviato a conclusione è stato un anno difficile per noi tutte e tutti – inconcepibile e inaudito. Un anno tramato di dolore, fisico e morale, e di smarrimento. Un anno che ha radicalmente cambiato le regole del gioco, il rapporto con la realtà, la percezione del tempo e dello spazio, la relazione tra il dentro e il fuori, tra la sfera pubblica e quella privata. Un anno che ci ha restituito duramente alla consapevolezza della nostra disarmata fragilità. Senza illuderci di poter mai cancellare lo sgomento di questi ultimi mesi (operazione non solo impossibile, ma profondamente ingiusta e, in fondo, inumana) e rispettando lo strazio ineffabile di molte e molti di noi – troppe e troppi –, al di là dei clamori e delle contraddizioni della cronaca dobbiamo riconoscere che il 2020 ci ha pure restituito un’esatta misura della forza e dell’importanza dei valori che hanno fondato e fondano il nostro vivere insieme, la necessità di una doverosa cura della vita in ogni sua forma, forse una più matura cognizione della funzione della ricerca, della cultura e dell’arte in seno alla nostra società. Ed è proprio da queste ultime sofferte conquiste che dobbiamo ripartire – non per superare, come si diceva, uno scacco insuperabile, ma per sforzarsi, quanto meno, di dare un senso al vuoto di senso che ci ha travolte e travolti. Per pensare il nostro futuro. Ecco, nelle strane festività che ci troveremo a vivere – sospese, più intime e appartate –, esattamente in questa direzione vanno i nostri voti: per un domani nuovo e non immemore, ma responsabile e fidente. Come l’intero pianeta, il teatro tutto e il nostro teatro hanno patito il trauma dei giorni che ci sono stati dati in sorte e, insieme al destabilizzante disorientamento che ci ha procurato, il passaggio ci è servito pure per cominciare a fare i conti con le debolezze e le storture del nostro sistema e per rimettere a fuoco le finalità del nostro operare. [...] L’emergenza è ancora in corso e – ahinoi – tante sono ancore le incertezze che riguardano il nostro futuro, a partire dalla data di riapertura dei teatri. Facendoci carico della parte di responsabilità che ci compete nella tutela del bene comune, rimandiamo dunque ad un momento più propizio l’incontro con voi tutte e tutti, e intanto lavoriamo per costruire i progetti dei mesi che verranno. Poiché lo scorso luglio era stato annunciato il calendario dell’attività del Piccolo Teatro soltanto fino a dicembre, allegando per la seconda parte di stagione solo un sintetico catalogo di titoli in programma, a mo’ di buon auspicio per l’imminente 2021 [...] Benché i teatri restino chiusi, la condivisione dei programmi ci sembrava però sin d’ora un gesto concreto di comunione e di fiducia per tenere aperto e vivo il dialogo con voi. Almeno per il momento si tratta di una semplice apertura virtuale, per darvi modo di esplorare e meglio conoscere idealmente quello che per ora resta un campo di pure possibilità; ma tenace è la speranza di poterci ritrovare presto a teatro per partecipare insieme agli spettacoli che per ora ci limitiamo ad annunciare.
Federica Fracassi - Ph Fabio Lovino
Prima di prendere congedo da voi, sempre a nome del Piccolo Teatro tutto, vorrei e vorremmo indirizzarvi un dono. “La vera felicità del dono”, scriveva Adorno, “è tutta nell’immaginazione della felicità del destinatario: e ciò significa scegliere, impiegare tempo, uscire dai propri binari, pensare l’altro come un soggetto: il contrario della smemoratezza”. In questi giorni abbiamo cercato di fare esercizio di memoria, ci siamo concentrati a pensarvi, o per lo meno ci abbiamo provato, e abbiamo condiviso il nostro pensiero con alcune artiste ed artisti vicini al nostro teatro. La scelta, alla fine, è caduta sul donarvi alcune ‘storie’ – un piccolo e prezioso bagaglio di esperienze da custodire come talismani, un omaggio sentito al potere delle parole. In questi mesi di forzata inattività dei teatri, le avventure on line si sono moltiplicate. Certo la rete non potrà mai surrogare quel rapporto ‘dal vivo’ su cui si fonda l’esperienza teatrale, ma per approssimazione ce ne può restituire un senso e un valore (benché dimidiati), ne può alimentare il desiderio… Per il nostro dono ci siamo quindi rivolti allo spazio della rete, cuore pulsante di una comunità certo virtuale, ma pur sempre comunità, puntando alla voce: quella strana presenza così immateriale e così fisica ad un tempo, capace di accarezzarci o sferzarci col suo flatus. [...] Un piccolo gesto per ricordarvi che ci siamo, che pensiamo a voi e che con voi ci vogliamo impegnare, al possibile, per cambiare insieme, a piccoli passi, il mondo. Arrivederci (e a risentirci) presto, dunque!»
Claudio Longhi e il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Maria Lucia Tangorra
Pugliese di nascita e milanese di adozione, pensa che in particolare di teatro e cinema non si possa fare a meno. Giornalista pubblicista, laureata in Lettere moderne percorso 'Letteratura e arti' in Cattolica, scrive in particolare modo di Settima Arte e di quella più antica - quella teatrale - ma negli anni ha ampliato occupandosi anche di tv, mostre, libri ed eventi. Vive nella città meneghina, ma effettua trasferte ad hoc anche per seguire festival di settore.
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