
Sigmund Freud - Passioni Segrete. Per il ciclo "Lunedì in analisi...Dalla poltrona del cinema"
Ogni lunedì, dal 5 febbraio al 12 marzo, Anteo Palazzo del Cinema ospita la rassegna Passioni Segrete – Sigmund Freud tra cinema e teatro.
L’iniziativa, che nasce da una collaborazione tra Anteo e Piccolo Teatro Milano, celebra la vicinanza tra la settima arte e la psicoanalisi con un palinsesto di 12 film che intersecano temi freudiani.
Nelle stesse settimane, il Piccolo Teatro Strehler porta in scena Freud o l’interpretazione dei sogni, un’elaborazione dell’opera principale di Freud alla scoperta del suo metodo interpretativo del mondo.
A curare la rassegna è Maurizio Porro, che svela i parallelismi tra psicoanalisi e cinema mostrando quanto esso sia macrocosmo collettivo della psicoanalisi.
Se oggi andare al cinema è un’abitudine caduta quasi in disuso, sempre più rara a causa dell’arrivo e della successiva predominanza del web, questa rassegna diventa l’occasione per riscoprire il piacere e il potere catartico di tale esperienza. Chiudersi in una sala buia, staccare per qualche ora dal resto del mondo, dal nostro essere iperconnessi, calarsi profondamente nei labirinti della natura umana, e molto spesso, della propria.
La sala buia di un cinema diventa così la stanza buia dove dormiamo ogni sera. Il film proiettato, il sogno che anima il nostro stato rem. L’unica differenza è che si tratta di un “sogno collettivo”, dove tutta la platea è portata suo malgrado a scandagliare l’animo umano, in versione maxi schermo. Va da sé che la comoda poltrona del cinema si trasformi nel famoso lettino dell’analisi freudiana. Una comodità dove i sensi sono sempre allerta, sopiti e risvegliati.
Porro ammette la difficoltà riscontrata nel selezionare i 12 titoli del programma. Ogni film, a suo parere, al di là del genere e dell’epoca in cui è stato girato, si serve direttamente o meno della psicoanalisi.
Il 5 febbraio, in apertura c’è il film biografico Sigmund Freud, passioni segrete di John Huston, che dà il nome alla rassegna. Nella stessa serata seguirà A Dangerous Method, dove il punto di vista è quello del grande rivale di Freud, Carl Gustav Jung, e l’intreccio si basa sul triangolo amoroso-professionale che coinvolge i due e una paziente.
Si continua il 12 febbraio con una serata speciale, che prevede la proiezione del film 8 e mezzo di Fellini preceduta da un’introduzione di Maurizio Porro e Fabrizio Gifuni, protagonista dello spettacolo in scena al Piccolo Teatro Strehler. A seguire Woody Allen con Hollywood ending, pellicola fortemente autobiografica in cui il regista porta sullo schermo le proprie debolezze.
Con L’eclisse di Antonioni, il 19 febbraio, la psicoanalisi si rileva sul piano delle scelte stilistiche. Il film manifesta i tumulti che agitano i personaggi attraverso la rappresentazione di spazi vuoti. Per proseguire sul tema dell’incomunicabilità, Melancholia di Lars Von Triers in cui il regista ci mette di fronte alla difficoltà di scavare in noi stessi.
Seguono il 26 febbraio due proiezioni firmate da grandi maestri: Hitchcock, con La donna che visse due volte e il noir dei fratelli Cohen L’uomo che non c’era.
Capolavori del grande cinema a cavallo tra gli anni 60 e 70 per un duetto tra Italia e Spagna il 5 marzo. Teorema di Pier Paolo Pasolini, e Il fascino discreto della borghesia di Luis Bunuel.
A chiudere la rassegna, il gusto dolce amaro dei thriller psicologici Che fine ha fatto baby Jane di Robert Aldrich, e Volver di Pedro Almodovar.
La scelta è ampia, ma forse il suo potere lo è ancora di più. Perché ci ricorda la possibilità di leggere sempre sotto l’apparenza, l’importanza di riconnettersi con i meandri dell’animo umano, la bellezza di perdersi in una storia, che è sempre un po’ anche la nostra.
Chiara Barbieri
