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Dal 31 gennaio al 14 febbraio non perdetevi DETECTIVE STORIES allo Spazio Oberdan di Milano
Dal 31 gennaio al 14 febbraio 2014 presso la Sala Alda Merini - Spazio Oberdan della Provincia di Milano, Fondazione Cineteca Italiana propone una rassegna dedicata al genere delle Detective Stories, affiancando a cinque classici americani uno dei migliori film distribuiti nel 2013, Prisoners di Denis Villeneuve.
Prisoners è un’opera in cui la tensione si sente, si tocca, si ausculta dal profondo, tanto da diventare alla fine quasi metafisica. Con grande sapienza di scrittura, il regista Denis Villeneuve, uno dei più interessanti autori del sempre più emergente cinema canadese, ha saputo ordire una trama in cui lo spettatore viene inevitabilmente catturato senza che nei 153 minuti del film la suspense abbia mai il minimo cedimento.
Il film sarà riproposto in cinque proiezioni, accompagnate da cinque classici americani incentrati sulle detective stories, tre dei quali tratti da romanzi di due maestri come Raymond Chandler e Dashiell Hammett, con protagonisti quegli investigatori onesti, disillusi, geniali e spesso perdenti ma dall'irresistibile fascino romantico: La città nuda di Jules Dassin (1948), Il grande sonno di Howard Hawks (1946), Il lungo addio di Robert Altman (1976), Il mistero del falco di John Huston (1941) e Vertigine di Otto Preminger (1944).
DAL 31 GENNAIO AL 14 FEBBRAIO
DETECTIVE STORIES
Sala Alda Merini - Spazio Oberdan - Provincia di Milano
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
SCHEDE DEI FILM
Prisoners
R.: Denis Villeneuve. Sc.: Aaron Guzikowski. Int.: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard. USA, 2013, col., 155'.
In un modesto sobborgo della Pennsylvania, durante il Giorno del Ringraziamento, Keller Dover, padre di famiglia e onesto lavoratore, si trova ad affrontare il peggior incubo di ogni genitore: Anna, sua figlia di sei anni, scompare insieme all'amichetta Joy, figlia dei coniugi Birches, amici per la pelle e vicini di casa dei Dover. Ben presto, i minuti diventano ore e il panico prende il sopravvento. A capo delle indagini della polizia c'è il Detective Loki, che individua il colpevole nel giovane Alex Jones, ma l'assenza di prove obbliga gli agenti al suo rilascio. Vista la situazione Dover decide di non avere altra scelta che quella di occuparsene da solo. Fin dove si spingerà questo padre disperato, per proteggere la sua famiglia?
La città nuda
R.: Jules Dassin. Sc.: Albert Maltz, Malvin Wald. Int.: Barry Fitzgerald, Howard Duff, Dorothy Hart, Don Taylor, Frank Conroy. USA, 1948, b/n, 95’.
A New York un anziano ispettore, Dan Muldon, indaga sull'omicidio di una bellissima modella bionda, Jean Dexter, avvenuto nella sua casa. I suoi assassini, dopo averla affogata nel bagno, hanno discusso e uno di loro è morto. Muldoon comincia a coordinare il lavoro dei suoi sottoposti e, nel corso degli interrogatori dei vari sospettati, scopre che la vittima era coinvolta in una serie di furti. Il colpevole verrà identificato e tenterà una disperata fuga a piedi per le strade della grande mela..
Il grande sonno
R.: Howard Hawks. Sc.: William Faulkner, Jules Furthman, Leigh Brackett, dal romanzo omonimo di Raymond Chandler. Int.: Humphrey Bogart, Lauren Bacall, John Ridgely, Dorothy Malone, Martha Vickers. USA, 1946, b/n, 113’, v.o. sott. it.
Il vecchio generale Sternwood e le sue due figlie Vivian e Carmen, frequentatrici di ambienti loschi dove si gioca d’azzardo, sono presi di mira da alcuni ricattatori. Per scoprire i criminali, il generale si affida a Philip Marlowe, poliziotto privato, che accetta l’incarico anche perché colpito dalla bellezza di Vivian. Attraverso difficili indagini e dopo numerosi altri omicidi, Marlowe riuscirà a chiarire la faccenda.
Il lungo addio
R.: R. Altman. Sc.: Leigh Brackett, dal romanzo omonimo di Raymond Chandler. Int.: Elliot Gould, Nina Van Pallandt, Sterlyng Hayden, Mark Rydell, Henry Gibson. USA, 1973, col., 110’, v.o. sott. it.
Il detective privato Philip Marlowe accompagna in Messico l'amico Terry Lennox, accusato di aver ucciso la moglie. Arrestato per favoreggiamento dalla polizia locale, Marlowe viene in un secondo momento rilasciato perché l'amico Lennox si è ucciso. Tornato in patria Marlowe accetta un incarico da parte della moglie dello scrittore alcolizzato Roger Wade, e viene minacciato di morte dal gangster Augustine, che accusa il defunto Lennox di avergli rubato una grossa somma di denaro e ritiene Marlowe suo complice.
Il mistero del falco
R. e Sc.: John Huston, dal romanzo omonimo di Dashiell Hammett. Int.: Humphrey Bogart, Mary Astor, Peter Lorre, Sidney Greenstreet, Gladys George, Barton MacLane, Elisha Cook jr. USA, 1941, b/n, 100’, v.o. sott. it.
Bogart si adatta in modo formidabile alla vita e si incolla a essa. Più costruisce il suo personaggio, più impara a tormentarsi l’orecchio per esprimere lo stupore. Credete che si passi le unghie sul risvolto della giacca? Guardate bene, vedrete il braccio stendersi e sorprendere lo scagnozzo in piena faccia, “Porta questo messaggio al padrone”. Quando vi dicevo che con lui bisogna rispettare le distanze! (F. Truffaut)
Vertigine
R.: Otto Preminger, Robert Mamoulian. Sc.: Jay Dratler, Samuel Hoffenstein, Ring Lardner Jr., Betty Reinhardt, dal romanzo Laura di Vera Caspary. Int.: Gene Tierney, Dana Andrews, Clifton Webb, Vincent Price, Judith Anderson. USA, 1944, b/n, 85’, v.o. sott. it.
L'agente di polizia Mark Mc Pherson è chiamato a indagare sulla morte di Laura, uccisa con un colpo di fucile al volto. Fra gli altri, interroga il raffinato giornalista Waldo Lydecker, compagno e protettore della vittima, e sospetta dell'omicidio Shelby, un uomo dall'oscuro passato che Laura aveva deciso di sposare. Ma Laura ricompare: la vittima dell'omicidio non era lei.
CALENDARIO
Venerdì 31 Gennaio h 21.00 Prisoners (D. Villeneuve, 2013, 155')
Sabato 1 Febbraio h 17.00 Room 237 (R. Ascher, 2012, 102') h 19.00 Shining (S. Kubrick, 1980, 142') h 21.30 Il mistero del falco (J. Huston, 1941, 100')
Domenica 2 Febbraio h 15.00 La città nuda (J. Dassin, 1948, 95') h 17.00 Prisoners (D. Villeneuve, 2013, 155')
Mercoledì 5 Febbraio h 17.00 Il mistero del falco (J. Huston, 1941, 100') h 19.00 Vertigine (O. Preminger, R. Mamoulian, 1944, 85')
Giovedì 6 Febbraio h 19.00 La città nuda (J. Dassin, 1948, 95') h 21.00 Prisoners (D. Villeneuve, 2013, 155')
Sabato 8 Febbraio h 21.15 Il grande sonno (H. Hawks, 2013, 155')
Domenica 9 Febbraio h 15.00 Prisoners (D. Villeneuve, 2013, 155') h 21.00 Il lungo addio (R. Altman, 1973, 110')
Mercoledì 12 Febbraio h 17.00 Il grande sonno (H. Hawks, 2013, 155')
Giovedì 13 Febbraio h 17.00 Vertigine (O. Preminger, R. Mamoulian, 1944, 85') h 21.00 Prisoners (D. Villeneuve, 2013, 155')
Venerdì 14 Febbraio h 16.30 Il lungo addio (R. Altman, 1973, 110')
MODALITÀ D’INGRESSO
Biglietto d’ingresso: intero € 7,00
Biglietto d’ingresso ridotto per possessori di Cinetessera: € 5,50
Spettacoli delle ore 15 e 17 dei giorni feriali: intero € 5,50, ridotto per i possessori di Cinetessera € 3,50
Tre regole per cominciare: è già difficile scegliere solo dieci film, quindi rinunciamo a un ordine di importanza. Il noir è solo e rigorosamente in bianco e nero, perciò nessuna pellicola a colori. Niente Hitchcock, il suo è un cinema a parte.
Cominciamo dal capostipite riconosciuto: Il Mistero del falco (1941) tratto dal romanzo di Dashiel Hammett, esordio del regista John Huston e irruzione nel cinema ‘che conta’ per l'icona del noir, Humphrey Bogart, nei panni del detective Sam Spade alla ricerca di una statuetta d'oro: sigaretta pendente all'angolo della bocca, cappello di traverso, sguardo disilluso. Ci sono già tutti gli ingredienti tipici del genere: inganni continui, violenza sempre in agguato, una galleria di personaggi loschi e inquietanti, un protagonista in bilico tra il Bene e il Male.
Restiamo con “Bogie” nel ruolo di private eye per un'altra scelta obbligata: Il grande sonno (1946), sceneggiato da William Faulkner a partire da un romanzo di Raymond Chandler. Il protagonista è Philip Marlowe, alle prese con un susseguirsi infinito di colpi di scena e stravolgimenti: si narra che anche gli attori, tra cui spicca una stupenda Lauren Bacall, non riuscissero a orientarsi nella trama, ma l'atmosfera del film è quanto di più noir si possa immaginare.
Ritroviamo la coppia (sul set e nella vita) Bogart/Bacall ne La fuga (1947), celebre per una riuscita scelta stilistica del regista Delmer Daves: grazie a un perfetto gioco di ombre e inquadrature in soggettiva, per la prima ora gli spettatori non vedono il volto del protagonista, che dopo l'evasione dal carcere ha fatto ricorso alla chirurga plastica. Tolte le bende, compare il volto magnetico di “Bogie”, braccato dalla polizia e alla ricerca del colpevole dell'uxoricidio di cui è ingiustamente accusato.
Ma il noir è anche il genere dei malviventi alla ricerca del colpo che gli cambierà la vita o che ne segnerà il crollo definitivo, in una spirale di avidità, sfiducia, disillusione, autodistruzione. Di loro racconta meglio di chiunque altro John Huston in Giungla d'asfalto (1950), aiutato da un cast di bravissimi caratteristi poco conosciuti, tra cui una quasi esordiente che farà strada: Marilyn Monroe. Perché nel noir ci sono anche le donne, bellissime e distruttive: le dark lady.
Ne La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder la biondissima Barbara Stanwyck trascina un normalissimo agente d'assicurazioni in un perfido intrigo ai danni del marito: nel noir l'incontro con la dark lady è sempre travolgente, il suo fascino precipita gli uomini più comuni in spirali inarrestabili.
Per continuare con i registi austriaci trapiantati a Hollywood, non possiamo assolutamente tralasciare Fritz Lang, uno dei padri di quell'Espressionismo tedesco da cui il genere ha tratto alcuni dei suoi aspetti peculiari: i netti contrasti di luci e ombre, l'emersione delle passioni più violente, la dimensione onirica. Il film che meglio sintetizza l'equilibrio precario tra realtà ed apparenza, innocenza e colpevolezza, è La donna del ritratto (1944), in cui un criminologo viene coinvolto da una ragazza in una vicenda di omicidio e ricatto.
Il forte simbolismo visivo, tipico dell'Espressionismo, caratterizza anche il capolavoro di uno dei grandi maestri del noir, straordinario creatore di atmosfere inquietanti nel loro bianco e nero che nasconde e rivela: La scala a chiocciola (1945) di Robert Siodmak, in cui un killer minaccia di uccidere una ragazza muta, in un crescendo di suspense.
Restano tre posti in videoteca. Non può mancare Orson Welles: scegliamo L'infernale Quinlan (1958), l'ispettore obeso, razzista, arrogante, dal fiuto infallibile e dai metodi sbagliati. “Era uno sporco poliziotto, ma a suo modo era anche un grand'uomo” dice di lui un'indimenticabile Marlene Dietrich con parrucca nera, come indimenticabili e nere sono le atmosfere quasi opprimenti di quest'opera magistrale.
Non può mancare la scuola francese: tralasciamo le escursioni nel genere dei maestri della Nouvelle Vague e scegliamo Grisbi (1954) di Jacques Becker. Perché c'è Jean Gabin, che sta al noir francese come Bogart a quello americano, con la medesima disillusione. Perché ci sono il miraggio del “colpo della vita” e il codice d'onore dei vecchi malavitosi. Perché c'è la forza dell'amicizia virile messa in pericolo da una donna. Perché l'antagonista ha il volto di Lino Ventura e la femme fatale quello di Jeanne Moreau.
Non può mancare, infine, il “cult B-movie” per eccellenza, cioè il film a basso costo, girato fuori da Hollywood, che nonostante le umili origini è entrato nella storia del cinema: Detour (1945) di Edgar G. Ulmer, storia di un pianista qualunque in viaggio da New York a Los Angeles per incontrare la fidanzata. Il suo viaggio si trasforma in un incubo, a causa di una serie di eventi inattesi e incontrollabili che lo precipiteranno nell'abisso della colpa. Un lungo flashback con la voce narrante del protagonista, classico del genere, ricostruisce le tappe della caduta: pochi soldi, tanto mestiere, indelebilmente noir.
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