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Milano, in qualsiasi periodo dell’anno, puoi visitare una mostra interessante a Palazzo Reale.

Se, invece, volessi visitare Palazzo Reale?

Da oggi puoi farlo: DigitasLBi, l’agenzia globale per un mondo digitale, ha creato milanopalazzoreale.com, un nuovo sito dove poter ripercorrere, anno dopo anno, secolo dopo secolo, la storia di una delle principali icone della città.

DigitasLBi è una affermata agenzia digitale del gruppo Publicis che trasforma il futuro delle aziende: aiuta i brand ad abbracciare il cambiamento tecnologico che sta rivoluzionando ogni aspetto del nostro mondo e li accompagna in questo viaggio.

Grazie al lavoro della Young Unicorns Unit – il team dei giovani talenti dell’agenzia – è ora possibile ripercorrere la storia di Palazzo Reale. Il risultato è una mostra virtuale che intende riportare alla memoria le vicende dimenticate della storica dimora e dei personaggi che l’hanno abitata, risalendo fino al V secolo a.C.

I giovani creativi di DigitasLBi hanno deciso di donare ai milanesi e alle migliaia di turisti che ogni giorno visitano la città questo regalo davvero unico, restituendo al celebre edificio parte di una storia a molti di noi sconosciuta. La mostra virtuale è composta da cinque sezioni, riconducibili ad altrettanti periodi storici. Per ciascun arco temporale sono quindi previsti tre focus – introdotti da un’iconografia in stile collage – che presentano aneddoti sui personaggi che l’hanno abitato o sugli eventi che hanno trasformato il palazzo in involontario protagonista.

“Palazzo Reale per i milanesi vuole dire due cose: le mostre e i matrimoni civili – afferma Fabio Paracchini, Executive Creative Director di DigitasLBi –. E poi? Cosa c’è dietro, sopra e attorno a tutto questo? Un grande spazio che tutti noi abbiamo dimenticato, con storia e storie, una sorta di palazzo fantasma nel pieno centro della città. Io, per esempio, al piano terra di Palazzo Reale mi ci sono sposato, ma ignoravo che pochi metri più in là Picasso avesse esposto per la prima volta il suo Guernica al di fuori della Spagna, in una sala delle Cariatidi bombardata e ancora senza soffitto”.

Il progetto è stato pensato e realizzato in modo totalmente indipendente dai giovani Unicorni (in questo caso, l’art director Nicola Grisa, le copywriter Elisabetta Dattolo e Noemi Mariani e lo user experience designer Roberto Gatti), con la supervisione del direttore creativo Mauro Caramella, della creative supervisor Serena Micieli, dello Head of User Experience Gabriele Corazza e dello Head of Interface Development Simone Viani, per essere regalato alla città di Milano. L’Associazione di promozione sociale “Clock” ha, invece, confermato la validità storico-iconografica del progetto.

Una campagna integrata sui social media e sul territorio – sempre ideata e realizzata dagli Unicorns di DigitasLBi – inviterà poi i milanesi ad aiutare i propri concittadini a riscoprire la storia dimenticata di uno degli spazi espositivi più visitati della città, condividendo il link al sito insieme all’hashtag #bellamilano, già ampiamente utilizzato dalle istituzioni e dai cittadini milanesi.

Dall’8 luglio fino al 6 settembre 2015, saranno esposte a Villa Necchi Campiglio le opere dello scultore bresciano Timo Bortolotti, già presente nella collezione permanente della villa grazie alla donazione della nipote Claudia Gian Ferrari.

Artista dal profondo spessore storico, nel 1930 viene per la prima volta invitato all’Esposizione internazionale d’Arte di Venezia e da allora le commissioni pubbliche di moltiplicarono. Qualche anno più tardi gli vengono assegnati il premio Savoia-Barbante di Roma e successivamente il Gran Premio all’Esposizione Internazionale di Parigi.

Oggi, per la prima volta, la città di Milano dedica a Bortolotti una vera e propria rassegna, dove saranno presenti tutte le sue opere più famose e importanti, in particolare quelle realizzate a cavallo tra le due guerre mondiali.

Soggetto di quel periodo, infatti, era la rappresentazione di figure in età infantile e da qui si comprende la scelta di intitolare questa mostra “La Tenerezza della Scultura”. Si tratta di una vera e propria ricerca psicologica, rappresentata iconograficamente da figure giovanili, che però esprimono una forte carica umana.

Elena Pontigia, la curatrice della mostra, descrive questa grande personalità come “capace di catturare la beatitudine di un neonato che dorme e lo stupore di un bimbetto di pochi anni, la risata dell'infanzia e la grazia dell'adolescenza, un figlio abbracciato dall'amore di una madre e la tenerezza di due fratellini (…)”.

Un evento che coinvolge tutti gli appassionati di arte, ma che è aperto a chiunque voglia anche solo semplicemente conoscere il lavoro di una personalità profonda come quella di Timo Bortolotti, colorata di tenerezza, ma impregnata di eventi storici che hanno segnato, in ogni molecola, le sue sculture.

TIMO BORTOLOTTI: LA TENEREZZA DELLA SCULTURA

ORARI: 10:00 – 18:00

BIGLIETTI: Iscritto FAI: gratuito Intero: 9 euro Ridotto (Bambini 4 – 14 anni): 4 euro

COME ARRIVARE:

In auto: Tangenziale Est di Milano, uscita Palmanova. Seguire per il centro, San Babila – Porta Venezia. Zona Area C, ingresso a pagamento.

In metropolitana: Linea 1 fermata Palestro; Linea 3 fermata Montenapoleone.

In autobus: Linea 54 – 61 – 94: fermata San Damiano - Monforte.

Parcheggio: parcheggio a pagamento in via Mozart e nelle immediate vicinanze.

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Il 2 giugno l’esclusivo Palazzo Marino, sede del comune di Milano, si trasforma in un “Palazzo Museo”, aprendo le porte delle sue “stanze segrete” al pubblico con dei percorsi guidati gratuiti.

L’esclusivo edificio, progettato nel 1553 dall'architetto Galeazzo Alessi, è sede dell’amministrazione comunale della città già dal 1861 ed è uno dei palazzi storici più belli della città.

Oltre alle sale già visitabili - Sala Alessi, con all’interno la mostra Identità Milano di direttamente dalla Triennale, Sala dell’Urbanistica, Sala Gialla, Sala Marra, insieme con il Cortile d’Onore, il Loggiato e la Sala dell’Orologio – sarà possibile accedere ad altri quattro spazi impregnati d’arte: Sala delle Tempere, che vedrà al suo interno quattro grandi tele del 1600 con raffigurati i santi Pietro e Paolo, Sala degli Arazzi, che, come lo stesso nome suggerisce, contengono degli arazzi in onore dell’imperatore Marco Aurelio, Sala della Resurrezione, che al suo interno vanta la mano del manierista Giovanni da Lomazzo e la Sala della Trinità, più simile a una cappella.

Si sfata quindi il mito che Milano sia una città soltanto famosa per i negozi alla moda e povera di arte. In questa città, infatti, le possibilità di entrare a contatto con un patrimonio artistico di tutto rispetto sono molteplici, basta semplicemente imparare a guardarsi intorno e uscire da quello stereotipo che vede Milano come una metropoli grigia e sterile.

In questo caso particolare, inoltre, sarà possibile entrare a contatto con un palazzo che ha visto crescere questa città davanti a sé, situato in pieno centro, sul fronte orientale di Piazza della Scala.

Per coloro che vogliano una spiegazione più dettagliata sono disponibili le audioguide, in oltre 10 lingue, e, come già accennato in precedenza, sarà possibile effettuare delle visite guidate con un accompagnatore, della durata di 45 minuti senza prenotazione o anche di 2 ore con prenotazione obbligatoria.

L’arte è di tutti e non serve essere per forza degli esperti per potersi permettere una “gita” a Palazzo Marino, anzi, bisogna cogliere ogni occasione per vivere a pieno Milano, la città dai mille volti e dalle mille opportunità: perché l’arte. per prima cosa, è condivisione.

 INFORMAZIONI SULLA MOSTRA A PALAZZO MARINO

visite guidate gratuite senza prenotazione: martedì, mercoledì e venerdì, ore 9:30-10:30-11:30-14:00-15:00, durata 45 min.

visite guidate gratuite con prenotazione obbligatoria: lunedì e giovedì, durata fino a 2 ore.

Contatti per prenotazioni o informazioni: tel. 02 88456617 - fax 02 88450288 – mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Per i nostri lettori romantici che vogliono concedersi una pausa dalla routine frenetica della città suggeriamo indimenticabile weekend in uno degli hotel da sogno più belli e più antichi del Lago di Como: il Grand Hotel Tremezzo.

Un autentico palace in stile Liberty, un hotel a 5 stelle lusso dove concedersi una vacanza regale in totale sfarzo e relax.

Il panorama su Bellagio e sulle Grigne è incantevole, meraviglioso grazie alla sua posizione unica sulla sponda del lago. La posizione è strategica nel cuore del lago, a sola un'ora di distanza dall'aeroporto di Milano Malpensa.

Il Lago di Como è certamente uno dei luoghi più famosi e ricchi di fascino del mondo. Il turismo internazionale di élite lo ha eletto da sempre tra le sue destinazioni preferite. Tappa obbligata nell'immaginario dei viaggiatori e considerato dagli innamorati il luogo ideale per le loro fughe romantiche.

A contribuire al suo fascino vi sono la bellezza del paesaggio, con i piccoli borghi che si affacciano sulle sponde e ancora conservano antiche tradizioni; gli incantevoli giardini che incorniciano le storiche ville, già residenze estive delle casate aristocratiche lombarde; e la dolcezza del clima, che rende ancora più godibile lo spettacolo delle Alpi dalle cime perennemente innevate, quasi a specchio nelle acque del lago.
Cent'anni di charme divinamente portati. Era il 1910 quando l’hotel aprì i battenti. Erano i tempi del grand tour romantico, dei lunghi viaggi e dei grandi viaggiatori. Un gentiluomo di Bellagio innamorato del bello in ogni sua forma, Enea Gandola, dopo avere viaggiato in lungo e in largo per l’Europa, rientrato in Italia decise di costruire un albergo che – proprio al centro di uno dei laghi più suggestivi del mondo – potesse esprimere classe e raffinatezza. La scelta cadde sul terreno straordinario confinante con il parco di Villa Carlotta.
Negli anni ‘30, l’hotel fu acquistato dalla famiglia Sampietro. Tremezzo in quel periodo divenne una destinazione rinomata del turismo cosmopolita. Greta Garbo cita proprio Tremezzo come meta soleggiata e felice nel celebre film “Grand Hotel” (1932).
Le magnifiche Suite Storiche sono quattro splendide occasioni per vivere una vacanza di sogno nel cuore del nostro Palazzo.
Ognuna, con vista meravigliosa sul Lago di Como, è un omaggio alle “Grandi Donne” che hanno lasciato un ricordo della loro bellezza in questo angolo di paradiso.
Sono la Suite Carlotta, la Suite Greta, Suite Maria e la nuovissima Suite Aurelia inaugurata nel 2014.
A rendere uniche le suite di lusso del Grand Hotel Tremezzo è la dolcezza degli spazi, dai meravigliosi salotti alle eleganti camere da letto, alle bellissime terrazze, affacciate sul blu del cielo e del lago. A ogni ora del giorno, mille sfumature di felicità.
SUITE GRETA
Alla Divina Greta Garbo è stata dedicata la suite storica più importante del Grand Hotel Tremezzo.
Situata nel cuore del primo piano del Palace, la magnifica Suite Greta è composta da una camera da letto, due sale da bagno e un’area living, ed è tutta rivolta verso la sua immensa terrazza privata aperta sulla bellezza del Lago di Como. Un ampio ingresso rivestito di boiserie conduce al salotto, discretamente separato dalla zona notte da una parete scandita da due arcate invitanti.
La sala da bagno master, meravigliosamente rivestita di marmi preziosi, con doccia e vasca idromassaggio centrale, è ideale per godersi lo sfondo del lago immersi tra mille bollicine. Il vero plus è però la straordinaria terrazza, da sempre esclusiva della suite principale dell’hotel, che  permette di vivere la bellezza del lago in ogni momento della giornata, di fronte al meraviglioso spettacolo della punta di Bellagio che si immerge nell'acqua.
Altri magnifici servizi sono la nuovissima T SPA che propone ai suoi ospiti trattamenti di una delle più esclusive e ricercate linee di bellezza al mondo, ESPA; le immense piscine tra cui la Piscina dei Fiori, immersa nella quiete e nei colori del parco, perfetta per nuotare e rilassarsi nella natura. Infine, per gli appassionati di sport, fitness e golf, l'hotel offre un ricco ventaglio di attività: tennis, jogging, sport acquatici, trekking e mountain bike.
Per l'occasione l'hotel dispone di un'offerta speciale per un soggiorno minimo di 2 notti.
Il pacchetto include:
  • Soggiorno di due notti nella tipologia di camera preferita
  • Prima colazione a buffet nel nostro ristorante gourmet La Terrazza
  • Cocktail di Pasqua di benvenuto
  • Benvenuto in camera all’arrivo con delizie pasquali
  • Pranzo al Ristorante La Terrazza con speciale menù di Pasqua (quattro portate, bevande escluse) a cura dello Chef Osvaldo Presazzi con la straordinaria collaborazione del Maestro Gualtiero Marchesi
  • Tour fotografico di tre ore attraverso i borghi più belli d’Italia della Tremezzina
Per info e prenotazioni:
Grand Hotel Tremezzo
tel. 0344 42491
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Esce il 18 novembre “Un ricordo che vale dieci lire”, vinile in edizione limitata contenente canzoni d’autore italiane interpretate da Federico Fiumani, cantante, chitarrista e autore della storica band fiorentina Diaframma.

 

“Un ricordo che vale dieci lire” è un progetto particolare, frutto sia dell’amore di Federico per la musica che ha contribuito alla sua formazione poetica e artistica sia della generosità dei fan, che con le loro donazioni ne hanno permesso la registrazione su vinile. Il disco è stato prodotto insieme ad Alessandro Grazian, polistrumentista che ha contribuito a regalare una veste semplice e delicata alle undici canzoni che compongono la tracklist. I brani sono stati selezionati nei repertori di artisti come Francesco De Gregori, Luigi Tenco, Lucio Battisti, Giuni Russo, Lucio Dalla, Francesco Guccini, e sono tutti interpretati da Federico Fiumani.

 

“Sono molto contento del risultato di questa operazione” – ha dichiarato Fiumani – “E comunque, se nel '77 non ci fosse stato il punk avrei provato a fare canzoni come queste, ma siccome c'è stato, vi dovete accontentare di un cantautore punk”.

 

 

TRACKLIST di “Un ricordo che vale 10 lire”:

 

  1. Souvenir (De Gregori) - 2:18
  2. Quando ero soldato (Bardotti-Reverberi) - 2:15
  3. Lontano lontano (Tenco) - 2:46
  4. Donna di fiume (Lolli) - 4:33
  5. Lo scapolo - (P. Conte) - 3:58
  6. ...E penso a te (Battisti-Mogol) - 3:17
  7. Danze (Zenobi) - 5:21
  8. Io che amo solo te (Endrigo) - 2:38
  9. Mai (Russo-Sisini-Malgioglio) - 3:11
  10. Incontro (Guccini) - 4:13
  11. Un giorno credi (Trampetti-Bennato) - 2:52
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Vista la vicinanza con l'anniversario della strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969), venerdì 19 e sabato 20 dicembre la compagnia Fenice dei Rifiuti porterà in scena il suo spettacolo dedicato a quel tragico evento: "Se un pomeriggio d'autunno una caldaia... Lirica rock per PIAZZA FONTANA", dove, come ormai tutti sanno, NON È SUCCESSO NIENTE", presso il Teatro Libero di Milano.

Progetto Teatri di Indagine – ATTO QUARTO SE UN POMERIGGIO D’AUTUNNO UNA CALDAIA… Se un pomeriggio d’autunno una caldaia.. come uno dei migliori libri scritti da Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore... Tre sono le lapidi ancora presenti in Piazza Fontana: anche loro raccontano storie diverse ma tutte inconcluse. Quello che condividono è il luogo della sepoltura. Dopo 35 anni la nostra mente ritorna a quelle famiglie distrutte, a quella caldaia che si trasformò in una bomba, allo Stato corrotto, ai processi senza fine che non hanno portato a nessuna certezza se non quella della pena onnipresente in quei giorni, così lontani ma al contempo vicini. E’ solo partendo da questi strazianti avvenimenti che forse potremmo cercare di comprendere le radici su cui si è fondato il nostro paese e la nostra giustizia. Solo capendo gli errori riusciremo forse a non commetterli nuovamente. Alessandro Veronese è attore, regista, drammaturgo, insegnante. Da sempre impegnato nel teatro civile ha portato in scena molti spettacoli tra cui appunto "Se un pomeriggio d’autunno una caldaia.." Compagnia Fenice dei Rifiuti, nasce nel 2004 in ambito teatrale. Da sempre impegnata nel teatro civile, ha recentemente impresso una svolta alla sua attività mediante sperimentazioni drammaturgiche, registi e studi sulle varie arti.

PREZZI BIGLIETTI Intero € 19,00 Ridotto under26 e over60 € 13,00 Allievi Teatri Possibili con TPCard € 6,00 Allievi altre scuole di teatro € 10,00 Prevendita € 1,50

 

 

Da Lunedì 5 a Sabato 17 Maggio 2014 al Teatro della Cooperativa di Milano un grande spettacolo: The Great Disaster. 

 

Il teatro milanese ospiterà la prima nazionale di The Great Disaster di Patrick Kermann, con Matthieu Pastore, le scene e la regia saranno curate da Renato Sarti, la traduzione sarà di Matthieu Pastore e le musiche di Carlo Boccadoro.

Il disegno, le luci e l’allestimento scenico sono opera di Luca Grimaldi e Marco Mosca.

L’assistente alla regia è Benedetta Monzeglio e la fotografia è di Wanda Perrone Capano.

 

Lo spettacolo è inserito in Invito a Teatro.

 

“E hop

vent’anni nelle montagne

quindici anni ad imparare il francese e il tedesco

cinque giorni a lavare cucchiaini

e l’eternità a raccontare sempre la stessa storia

questa è la vita di Giovanni Pastore

che non avrebbe mai dovuto lasciare la mamma”

 

Matthieu Pastore e Renato Sarti descrivono così la loro opera.

“A vent’anni Giovanni Pastore lascia la sua montagna, in Friuli, per lanciarsi in un giro dell’Europa che lo porta, di appuntamenti in casualità, a imbarcarsi sul Titanic come lavapiatti del ristorante à la carte, addetto ai cucchiaini.

Morto nell’affondamento del transatlantico, Giovanni racconta la sua storia, e poco importa che questa sia vera o solo un sogno a occhi aperti, perché la sua è una storia violentemente banale, la comune parabola di un sogno annegato tra le onde del destino.

“The Great Disaster”, il grande disastro, è il galleggiamento nel limbo della Storia di un uomo ingenuo e sognatore ma è anche la metafora della nostra condizione di migranti, sempre in bilico tra la vita e la morte, fra il qui e l’altrove, di chi si interroga su cosa rimarrà del proprio io alla fine del grande viaggio.

Nella sua ultima intervista, cinque giorni prima di suicidarsi, Patrick Kermann dichiarava: “Dagli antichi greci fino ai giorni nostri, passando da Shakespeare, dove gli spettri non sono da meno, il teatro è per essenza un’arte della morte, l’arte di far parlare i nostri morti”.

“The Great Disaster” è un singolare memento mori “ad uso di fari, capitanerie, stazioni marittime ed altri ventri della balena”, che dal profondo degli abissi fa emergere, come bolle d’aria, ricordi, episodi, ossessioni: la prepotenza dei datori di lavoro, la futilità dei nababbi, la perfidia degli amici d’infanzia, la mano di Cecilia, unico tenero amore infantile, e la nonna annegata senza mutande nella fontana della piazza.”

 

Uno spettacolo da non perdere! Nerospinto consiglia di segnarsi in agenda la rappresentazione del Teatro della Cooperativa.

 

 

 

 

 

Teatro della Cooperativa 

5/17 maggio 2014

 

ORARI: da lunedì al sabato h. 20.45 – domenica 11 riposo

PREZZI: intero 18 € - ridotti 13/9 €

 

www.teatrodellacooperativa.it

Via Hermada 8, Milano – tel. 02.64749997

 

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Da non perdere il 29 Aprile il grande spettacolo in prosa che sarà in scena al Teatro Manzoni. Una rappresentazione che canta la tradizione senza limitarsi ad essa.

 

Lina Sastri, decide di tornare a casa, dopo le sue famose “Cuore mio” dove comincia a raccontare la sua musica che si fa teatro, alla quale seguirono “Melos”, ”Corpo celeste”, “Mese Mariano” e poi le parole de “La casa di Ninetta”, fino a “Per la strada”, dove scelsi la musica napoletana contemporanea, mette in scena “Linapolina - Le stanze del cuore”, dove per la prima volta ogni parola e ogni verso nati di getto sono rimasti tali e sono stati collocati nello spettacolo in modo da farlo diventare una “cantata poetica in musica”.

Come si può intuire dal titolo, nel quale la regista ha fuso il suo nome con quello della sua città natale, cercando di farlo percepire come un unico suono, la rappresentazione racconta questa terra e la sua musica immortale, Napoli senza fine, Napoli, all’infinito.

Questo concerto composto da musica e parole cerca, tramite vie nuove di musica e percorsi alternativi che non hanno paura di cantare la tradizione senza limitarsi alla tradizione passando, come sempre, dalla parola alla musica, alla danza, in un flusso dell’anima che va e viene, come il mare, di far guardare ogni singola canzone come a un momento di emozione da comunicare con la voce, con il canto, con il corpo, con il cuore e con l’anima grazie alla scelta degli strumenti e dei colori della musica, con la luce, con i silenzi e all’accompagnamento di otto abilissimi musicisti.

Il sottotitolo “le stanze del cuore” è stato scelto perché, scrivendolo e provandolo, la regista si è accorta che ogni parola, verso, o nota percorreva uno spazio del palcoscenico, faceva vivere suoni e pensieri. Secondo Lina Sastri la libertà è la nota più bella, che si concede, è il regalo più grande che le fa la musica, è per questo motivo che la sceglie, oggi più che mai, come una tappa importante della sua vita dedicata al teatro e all’arte

 

Un appuntamento o meglio una storia da non perdersi!

 

 

“Linapolina – Le stanze del cuore” il 29 Aprile presso il Teatro Manzoni in via A. Manzoni, 42, Milano.

 

Per ulteriori informazioni visitare il sito:

http://www.teatromanzoni.it/manzoni%2

La Villa 

Inizia con questo articolo il viaggio di Nerospinto tra le abitazioni più affascinanti e preziose di Milano, che sono delle vere e proprie "Case-Museo" e che fanno parte del patrimonio culturale ed artistico della città, luoghi d'elezione da tenere d'occhio e da visitare nel capoluogo lombardo.

La prima tappa di questo percorso tra i tesori della Milano storico-artistica è Villa Necchi Campiglio, considerata patrimonio del territorio dal Fai (Fondo Ambiente italiano), e che si trova in via Mozart al numero 14, proprio nel cuore di Milano, un posto incantevole nascosto tra le vie che si snodano tra San Babila e Palestro.

LaVilla è stata costruita tra il 1932 e il 1935 dall’architetto milanese Piero Portaluppi, è giunta a noi perfettamente  conservata, sia nell’ampio giardino esterno - corredato da tennis e piscina -, sia nella ricca infilata di sale interne. Architettura, arti decorative, arredi e collezioni restituiscono, nel loro armonioso insieme, l’elevato standard di vita dei proprietari, esponenti dell’alta borghesia industriale lombarda. Nello stesso tempo il fervore delle quotidiane attività domestiche è adeguatamente testimoniato dalla sequenza delle sale di servizio, office, cucine e bagni, ancora dotati degli impianti tecnici originari. Lo stile dell'architettura e degli interni è quello dei primi anni trenta, influenzato in parte dal nascente  razionalismo, che all’esterno della villa è evocato dal rigoroso disegno di linee e superfici, mentre all’interno si intreccia briosamente a elementi déco. Una brillante fantasia creativa e il gusto degli anni venti sono infatti componenti costanti nell’opera di Portaluppi,

Con il secondo dopoguerra, i Necchi Campiglio mostrano però un orientamento di gusto diverso e ricolmano gli interni della loro dimora con mobili e oggetti d’arte antichi, per lo più del XVII e XVIII secolo, rimuovendo integralmente gli arredi dell’epoca originaria. Il processo di “antichizzazionesottolinea un preciso interesse dei proprietari per una veste sfarzosa della loro casa, i Necchi Campiglio mostrano scarsa attenzione per le vicende artistiche novecentesche, preferendo acquisire arredi e dipinti presso il tradizionale mercato antiquario

Due importanti donazioni contribuiscono all’arricchimento del patrimonio artistico della Villa: la preziosa raccolta di arti decorative del XVIII secolo di Alighiero ed Emilietta de’ Micheli, allestita in una sala del primo piano e lo straordinario gruppo di dipinti e sculture degli anni ‘20/’40 di Claudia Gian Ferrari, collocato nelle stanze del piano terra. All’interno della Villa è inoltre possibile vedere due quadri importanti, un Canaletto della prima metà del Settecento ed “Oreste ed Elettra” di De Chirico, del 1923.

La Storia:

Il periodo di maggior vitalità imprenditoriale e sociale dei Necchi Campiglio copre l’intervallo dagli anni venti alla fine degli anni sessanta del Novecento. Nonostante la crisi economica del ‘29 e le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, la storia di Milano di questo arco di tempo è immancabilmente segnata da grande energia e operosità. I Necchi Campiglio (le sorelle Gigina e Nedda Necchi e Angelo Campiglio, marito di Gigina) sono stati i tipici esponenti di quell’alta borghesia imprenditoriale che ha avuto un ruolo determinante nella Lombardia novecentesca: dirigenti e industriali che hanno fatto grande Milano con le loro imprese economiche ma che dimostravano anche sensibilità e interesse nei confronti dell’assistenza civica. Una borghesia che amava la mondanità, si intrecciava alle antiche casate lombarde, partecipava a balli e battute di caccia, frequentava la Scala e i circoli privati.

Gli eventi:

La Villa Necchi Campiglio ospita tutti gli anni verso febbraio la manifestazione AgruMi, mostra-mercato che rende omaggio ai frutti protagonisti delle tavole invernali. Una giornata caratterizzata da profumi avvolgenti e colori intensi, che presenta agli ospiti l'intero universo di aromi e sapori degli agrumi: piante, frutti, marmellate, mieli, mostarde, profumi, cosmetici e raffinati decori.

Per informazioni sulla manifestazione:

www.fondoambiente.it

Curiosità:

Prima o dopo la visita di Villa Necchi Campiglio è possibile rilassarsi a bordo piscina e sorseggiare un buon bicchiere di vino preso direttamente dalla Caffetteria, che è anche perfetta per pranzetti che non si dimenticano facilmente.

 

Villa Necchi Campiglio via Mozart, 14 - Milano Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.fondoambiente.it

 

Orari Da mer a dom: 10.00-18.00 Ultimo ingresso: 17.15 Giorni festivi: consultare  www.fondoambiente.it

Biglietti - Adulti € 9,00 - Aderenti FAI e Soci National Trust Gratuito - Bambini (4-14 anni) € 4,00 - Scolaresche € 3,00 - Scolaresche aderenti FAI € 1,50

I gruppi sono ammessi previa prenotazione. La visita si svolge con una guida in gruppi di massimo 15 persone. Durata della visita: 50 minuti. In caso di manifestazioni il prezzo può variare.

 

Grandi debutti all’Elfo Puccini: Aldo Morto e Educazione Siberiana saranno in scena fino a domenica 2 Marzo nel teatro milanese.

 

Il primo spettacolo che debutta il 24 Febbraio nella Sala Fassbinder dell’Elfo Puccini è Aldo Morto con la regia, drammaturgia e interpretazione di Daniele TImpano, con la collaborazione artistica di Elvira Frosini. Vincitore del Premio Rete Critica 2012, segnalazione speciale Premio IN - BOX 2012 e finalista al Premio Ubu 2012 come “migliore novità italiana” si presenta come un evento imperdibile.

L’attore protagonista, giovane negli anni del tragico sequestro di Albo Moro, non ha alcun ricordo personale del periodo storico ma si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo. Una scena molto minima: il suo corpo, pochi oggetti e la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.

«Desolato, io non c'ero quando è morto Moro» afferma Daniele Timpano. «Aldo è morto senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto. Ma dov'ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? È una cosa importante cosa facevo e che pensavo io a tre anni e mezzo? Aldo è morto, poveraccio. Aldo Moro, lo statista. Che un certo Moro fosse morto l'ho scoperto alla televisione una decina di anni dopo, grazie a un film con Volontè. Un film con Aldo morto. Ci ho messo un po' a capire fosse tratto da una storia vera. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro? E quando? Perché? E come? Lo hanno trovato nel bagagliaio di Renault 4 rossa, undici colpi sparati a bruciapelo addosso. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro! Brutti bastardi. E vabbè, pazienza. Niente di importante. Cose che capitavano negli anni '70. Bisognava fare la rivoluzione. Chi? Brigate rosse. Era il 9 maggio del 1978. Non avevo ancora quattro anni. Brigate rosse, sì. Ma rosse in che senso?».

E così con Aldo Morto ci consegna la pièce più coraggiosa e sensazionale, ma anche più irritante, che la scena teatrale italiana ci abbia regalato negli ultimi anni.” scrive Katia Ippasso, Altri. La sinistra Quotidiana.

 

 

Il secondo spettacolo che debutta il 25 Febbraio in sala Shakespeare dell’Elfo è Educazione siberiana di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro, con la regia Giuseppe Miale di Mauro con Luigi Diberti e con Elsa Bossi, Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Stefano Meglio, Adriano Pantaleo, Andrea Vellotti.

Il grande successo letterario di Nicolai Lilin è stato stravolgente: venduto in 24 paesi stranieri e tradotto in 19 lingue, è diventato un film diretto da Gabriele Salvatores. Il libro è il crudo resoconto di ciò che significa per l’autore far parte degli Urka siberiani: uomini che si definiscono “criminali onesti”, gente motivata da un’etica forte e antica, capace di brutalità ma anche di esprimere un codice etico che paradossalmente si dichiara incorrotto. Educazione Siberiana si presenta come un moderno romanzo di formazione.

L’adattamento teatrale dello spettacolo si articola intorno alla storia di due fratelli, molto diversi tra loro: il primo è Boris, quello giusto, quello legato agli insegnamenti della tradizione siberiana, quello che rispetta gli anziani e che cerca di somigliare in tutto a loro. Il secondo è Yuri, quello ribelle, quello con lo sguardo proiettato al futuro, quello pronto ad infrangere ogni regola e a tradire la sua stessa famiglia per amore del Dio denaro, quello rapito dal mito americano.

In mezzo ai due fratelli il vecchio Nonno Kuzja cerca di far resistere la tradizione dei criminali onesti, nonostante il devastante impatto della società con il moderno delirio del consumismo occidentale.

La storia di Boris e Yuri rappresenta metaforicamente il modello del tipico conflitto che si sviluppa nel periodo post sovietico sia dentro una singola persona che nella società intera. La fine dell’URSS e i fattori politico-sociali hanno creato il caos nel popolo stremato dalla dittatura e affamato di libertà, quella libertà che ha spinto le persone verso atti estremi fino al drammatico degrado delle anime.

 

Due spettacoli caratterizzati da storie drammatiche, profonde e coinvolgenti vi aspettano dal 24 Febbraio all’Elfo Puccini.

 

Aldo Morto 

Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33 - Martedì /sabato ore  21, domenica ore 16.30 - Prezzi: intero € 30.50 - ridotti € 27 e € 16 Martedì € 20 - Info e prenotazioni: 02/0066.06.0602/0066.06.06 - www.elfo.org

 

Educazione Siberiana

Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33 - Martedì /sabato ore  20.30, domenica ore 16.00 - Prezzi: intero € 30.50 - ridotti € 27 e € 16 Martedì € 20 - Info e prenotazioni: 02/0066.06.0602/0066.06.06 - www.elfo.org

 

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