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Aspettando l’uscita dell’ultimo capitolo della saga Hunger Games, la protagonista Jennifer Lawrence regala ai suoi fans una novità da prima pagina.
L’attrice, già vincitrice di un Oscar per "Un Gelido Inverno" nel 2011, sarà infatti il nuovo volto di Lady Dior, la linea di borse della nota casa di moda francese. Proprio come il suo alter ego Katniss Everdeen dei romanzi di Susan Collins, la Lawrence diventa testimonial di una campagna dedicata al grande pubblico, anche se in questo caso lo scopo non sarà quello di sconfiggere una dittatura, ma quello di essere la portavoce di migliaia di donne.
L’analogia è se non altro curiosa, soprattutto per i fan della saga che hanno già iniziato a guardare in rete i teaser del film, che uscirà nelle sale cinematografiche solo il prossimo novembre. Una bellezza acqua e sapone, dal trucco leggero ed elegante, che negli scatti di Dior sembra essere ancora più eterea.
La giovane attrice statunitense, si sa, ama vestire i panni dell’eroina, come dimostra il ruolo di Mystica, all’interno della saga X-Men che la portò alla fama internazionale. Questa volta però non ci saranno armature, né archi con frecce da scoccare, né tantomeno superpoteri, ma dovrà convincere e stupire tutti quanti con il suo unico asso nella manica: la sua semplicità.
Visti i precedenti volti della casa francese, la scelta di passare il testimone a questa “donna d’azione” ha lasciato perplessi molti amanti della storica eleganza di Marion Cotillard o della sofisticata raffinatezza di Mila Kunis. Eppure, come tutti noi abbiamo imparato a osservare, le sfide non spaventano di certo Jennifer Lawrence, che proprio come le sue protagoniste sul grande schermo, che abbiano o no i super poteri, riesce sempre a convincere con ogni sua interpretazione.
La grintosa Katniss Everdeen, la più misteriosa Mystica, la dolcissima Tyffany Maxwell, de “Il Lato Positivo” al fianco di Bradley Cooper, sono soltanto degli esempi di quello che una giovane donna come lei può raggiungere. Perché recitare non vuol dire fingere; recitare, come qualsiasi arte che si rispetti, è regalare un pezzetto della propria anima al pubblico, cambiare se stessi anche solo per un personaggio. Gli attori non interpretano qualcun altro, gli attori diventano qualcun altro.
Per questo quando vediamo il volto di Jennifer Lawrence firmato Dior, vedremo attraverso i suoi occhi ogni singola sfaccettatura di ogni sua singola interpretazione. Il suo carattere combattivo fuoriuscirà dallo sguardo etereo di quel cartellone pubblicitario, perchè un volto non è e non dev’essere soltanto un viso anonimo, come direbbe lo stesso Chrstian Dior: “il segreto della bellezza consiste nell’essere interessante, nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante”.
Adele Di Giovanni
[gallery type="rectangular" ids="45339,45340,45341,45342,45343,45344"]Il 9 marzo ha compiuto 60 anni Ornella Muti, volto e simbolo del cinema italiano, che sconvolse il popolo italiano con il suo viso d'angelo.
Francesca Romana Rivelli, figlia di un napoletano e di una scultrice estone, ha debuttato sul grande schermo a soli 14 anni, a 28 è salita sul palco più ambito, quello degli Academy Awards, per consegnare l'Oscar al miglior film straniero, ed è anche finita sulla copertina di "Time". Ornella Muti non si è fatta mancare nulla nella sua carriera che conta quasi 2000 pellicole.
Ancora adolescente, fu scelta da Damiano Daminani come protagonista per il suo film "La moglie più bella", e fu proprio Damiani a suggerirle il nome d'arte Ornella Muti. Dopo la prima esperienza cinematografica, la Muti iniziò subito a recitare in numerosi film ("Il sole nella pelle" del '71 e "Un posto ideale per uccidere" di Umberto Lenzi), sia in Italia sia all'estero (in Spagna, dove girò "Un solo grande amore", "Esperienze prematrimoniali", "La segretaria", "L'amante adolescente") e cominciò a lavorare per fotoromanzi con la sorella, Claudia Rivelli. L'incontro professionalmente più importante che segnò la sua carriera, risale al 1974, quando girò "Romanzo popolare" di Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi nei panni dell'operaio milanese Basletti, e lei in quella della bella e giovane Vincenzina. Prese parte poi ad altri film: "Come una rosa al naso" di Franco Rossi, a fianco di Vittorio Gassman; "La stanza del vescovo" e "Primo amore", entrambi di Dino Risi, nuovamente al fianco di Ugo Tognazzi; "I nuovi mostri" di Monicelli-Risi-Scola, candidato al Premio Oscar quale Miglior film straniero nel 1978; "L'ultima donna" di Marco Ferreri, nel 1976, con Gerard Depardieu. Tra le ultime prove un cammeo nel film di Woody Allen "To Rome with love" (2012).
Mamma chioccia di tre figlie, Naike Rivelli, Andrea e Carolina Fachinetti, ricordiamo la sua partecipazione ai film "Il bisbetico domato" e "Innamorato pazzo", con Adriano Celentano con il quale ebbe un flirt molto chiacchierato, "Io e mia sorella" di Carlo Verdone, Nastro d'argento come miglior attrice protagonista, col quale girò anche "Stasera a casa di Alice"; "Codice privato". La Muti ha recitato anche al fianco di Sylvester Stallone in "Oscar - Un fidanzato per due figlie", è stata diretta da Francesco Rosi in "Cronaca di una morte annunciata" con Rupert Everett.
Una carriera internazionale, tra cinema e tv in tutto il mondo, dove ha conquistato il pubblico grazie alla sua bellezza e al suo fascino.
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Capita a volte che si invecchi ma si riesca sempre a ostentare bellezza e glamour. È il caso del Calendario Pirelli, The Cal, per gli amici. Pubblicato senza scopi commerciali fin dal 1964, con una pausa di dieci anni tra gli anni Settanta e Ottanta, è capace di rinnovarsi e stupire ogni anno.
Per celebrare l’uscita del Calendario Pirelli 2014, Palazzo Reale ha deciso di inaugurare il prossimo 21 novembre"Forma e Desiderio - The Cal Collezione Pirelli", mostra dedicata alle oltre 200 immagini realizzate dai più grandi maestri della fotografia mondiale, come Peter Lindbergh e Annie Leibovitz.
L’esposizione segue idealmente quella precedente, risalente al 1997. Il materiale è stato suddiviso in cinque sezioni. Si parte con L'incanto del mondo, luogo in cui le immagini richiamano mondi sognati, ad un altrove lontano. Si passa poi a Il fotografo e la sua musa, l’arte capace di sedurre. Si prosegue con Lo sguardo indiscreto, dove gioco e provocazione si fondono all’interno delle foto. Si continua poi con La natura dell'artificio, in cui predomina la componente astratta, per terminare con Il corpo in scena, incentrato sul corpo femminile e il fascino che ne deriva.
Un viaggio non solo dentro la bellezza e l’arte, ma anche intorno ai fenomeni sociali e di costume che in un modo o nell’altro sono sempre riusciti ad entrare nel Calendario, creando così veri e propri spaccati delle varie epoche.
La bellezza non va in vacanza ed è per questo che il team Edià Arte della Bellezza, Corso Buenos Aires 20 a Milano, vi aspetta per tutto il mese di agosto con le sue imperdibili offerte.
Edià informa, ascolta e collabora con i suoi clienti e il vostro benessere è il suo obiettivo mentre la vostra garanzia è la professionalità che Edià garantisce attraverso un' équipe efficiente che si avvale di prodotti cosmetici di alta qualità tutti made in Italy caratterizzati da una texture straordinaria con profumazioni leggere e piacevoli. I prodotti Edià Tecnologia Biocosmetica sono inoltre acquistabili presso il centro estetico dove, tra gli altri, potete trovare: Sensitive System, emulsione viso indicata per chi ha la pelle sensibile, Draining System Home, emulsione corpo specifica per gli arti inferiori che vi permette di avere gambe fresche e leggere e Cell System Home, emulsione corpo i cui componenti, tra cui la centella asiatica, la vite rossa e la caffeina, sono alleati indispensabili per combattere gli inestetismi della cellulite.
Mentre curiosate su facebook invidiate le foto pubblicate dai vostri amici che li ritraggono in spiagge meravigliose, baciate dal sole, e voi invece siete in città e state combattendo contro il caldo e la noia di pomeriggi trascorsi in compagnia dei libri per preparare il prossimo esame?
Edià pensa anche a voi e dedica agli studenti un pacchetto di offerte che ogni martedì vi permette di usufruire di prezzi vantaggiosi: Epilazione Total Body a 35 euro invece di 50 e pulizia viso a 20 euro invece di 30.
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L'estate può offrire incontri interessanti, eventi imperdibili, giornate divertenti e serate indimenticabili anche per chi resta in città e per cogliere il ventaglio di occasioni a nostra disposizione curare la propria bellezza è una condizione irrinunciabile.
Potete indossare il vostro vestito migliore, dire di si a quell'appuntamento che aspettavate da tanto, divertirvi in compagnia dei vostri amici nel locale più cool della città, concedervi un giro di shopping per le vie del centro o godervi un po' di relax e sole a bordo piscina.
Qualsiasi cosa decidiate di fare Edià non va in ferie e per tutto il mese di agosto la vostra bellezza e il vostro benessere avranno un alleato fidato.
Cosa aspettate, visitate il sito e la pagina facebook e prenotate il vostro trattamento.
Edià Arte Della Bellezza
Corso Buenos Aires 20 Milano
Telefono 02 39465772
Una grande mostra fotografica inaugurerà sabato 12 aprile alle 18 al Museo di Fotografia Contemporanea: Storie dal Sud dell’Italia, dalle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.
La mostra curata da Arianna Bianchi e Roberta Valtorta è organizzata in occasione dei 10 anni di attività del Museo di Fotografia Contemporanea. Il museo espone le opere della sua collezione intraprendendo un viaggio nel Sud dell’Italia e nella storia della fotografia italiana.
La mostra comprende 120 fotografie di Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna organizzate in 15 nuclei tematici. Gli autori rappresentati sono Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Carmelo Bongiorno, Mario Cattaneo, Mario Cresci, Luciano D’Alessandro, Mimmo Jodice, Uliano Lucas, Lello Mazzacane, Carmelo Nicosia, Federico Patellani, Tino Petrelli, Francesco Radino, Marialba Russo, Ferdinando Scianna.
Le immagini presenti ripercorrono un arco storico di cinquant’anni, dal secondo dopoguerra ai primi anni Novanta, e toccano questioni profondamente legate all’identità economica e culturale delle aree meridionali.
La vita rurale, una di queste questioni, è descritta nel rapporto con la terra e con gli animali. Altri temi sono: la tradizione religiosa, la antica ritualità del culto dei morti, il Carnevale, l’emarginazione sociale e il degrado urbano, il lavoro in miniera, il problema della disoccupazione e le lotte per combatterla, le figure dei bambini, vere icone del Sud, i sapienti oggetti della cultura popolare, il tema della mafia, doloroso e offensivo per queste genti, il paesaggio del mare e quello della campagna, richiami alla bellezza di terre straordinarie e a lungo sfortunate.
La mostra si presenta intensa e ricca di spunti non solo sul piano informativo ma anche su quello emotivo, composta di immagini di forte impatto sociale e alto valore estetico, che restituisce un problematico spaccato dell’ambiente sociale ed etno-antropologico di una parte importante dell’Italia.
Un gruppo di fotografie in bianco e nero si contrappone a immagini a colori scelte dal fondo Grazia Neri che illustrano l’immaginario turistico del Meridione: spiagge, barche, piatti di cibi tipici, frutti, fiori, artigianato, costumi tradizionali, luoghi di vacanza, natura rigogliosa, le meravigliose cartoline quasi pop che ci fanno amare il Sud.
Il tema è stato pensato anche in relazione alla città di Cinisello Balsamo che da più di 10 anni ospita il Museo di Fotografia Contemporanea. Infatti come è noto, la città dell’hinterland milanese, fortemente investita dal grande processo di industrializzazione durante il “boom” economico, è una città di immigrazione: a sua popolazione, che contava soli 15 mila abitanti nei primi anni Cinquanta, arriva a più di 80 mila negli anni Settanta per l’arrivo massiccio di immigrati che, provenienti soprattutto dalle regioni meridionali, diventano i lavoratori delle grandi fabbriche del nord Milano, dunque gli attori fondamentali dell’economia di questa vasta area, e dell’economia italiana stessa.
La mostra non è solo composta da fotografia, ad accompagnarle una serie di video-interviste ai cittadini di Cinisello Balsamo, che ricordano ed esprimono pensieri, saperi raccontando le loro radici, i loro sogni e la loro attuale vita nel territorio totalmente diverso da quello in cui sono nati.
Un viaggio nei territori caldi del Sud Italia, un viaggio nella memoria di chi ha dovuto lasciare quelle terre, un viaggio attraverso fotografie di grandi artisti: è la mostra che vi aspetta dal 12 Aprile al 12 Ottobre al Museo della Fotografia Contemporanea.
Museo di Fotografia Contemporanea
Villa Ghirlanda, via Frova 10 , Cinisello Balsamo – Milano
T +39 02 6605661+39 02 6605661
Orari: mercoledì-venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19
Ingresso libero
La notte più importante per il mondo del cinema è arrivata senza delusioni per "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, che si aggiudica il premio come miglior film straniero. Ma se un occhio è puntato ai premi e al talento, l’altro è rivolto agli abiti da sogno delle attrici. Vediamo insieme i loro look e proviamo a stilare una classifica in fatto di stile, per capire chi si meriterebbe l’Oscar per l’eleganza.
Nel 2013 è rimasto indelebile il vaporoso abito Dior di Jennifer Lawrence, che si è aggiudicata il premio di miglior attrice in "Il lato positivo", sbaragliando Jessica Chastain, Naomi Watts, Emmanuelle Riva e Quvenzhane Wallis. Senza dubbio, la Lawrence avrebbe vinto anche se ci fosse stato un Oscar per la bellezza: il suo aspetto era quello di una giovane sposa emozionata.
Ma veniamo al presente: la notte del 2 marzo 2014, a vincere il titolo di miglior attrice non protagonista è stata Lupita Nyong’o per la sua interpretazione in "12 anni schiavo". Celebra la sua vittoria con uno svolazzante abito by Prada: da favola. Jennifer Lawrence, altra candidata per la statuetta, non stupisce come l’anno scorso: rimane fedele a Dior, ma sceglie un abito stretto rosso, che ci fa un po’ rimpiangere la nuvola bianca che la circondava un anno fa. Elegante e semplice, Julia Roberts opta per il nero, come nella notte degli Oscar del suo anno più fortunato: il 2001.
Si sono contese, invece, la statuetta di miglior attrice Amy Adams, Sandra Bullock, Judi Dench, Melyl Streep e Cate Blanchett. È quest’ultima, come da pronostico, che si aggiudica il titolo per il ruolo da protagonista in "Blue Jasmine". Indubbiamente è una stagione d’oro per Cate, che, testimonial della fragranza "Sì", non può che scegliere un luccicante abito firmato Giorgio Armani. Portato da una persona qualunque sarebbe potuto sembrare un po’ pacchiano. Ma la Blanchett non è una persona qualunque: per merito del suo charme innato, l’attrice australiana era semplicemente impeccabile. Degne di nota anche le due donne in blu: Amy Adams, in Gucci Couture, e (soprattutto) Sandra Bullock, che ha scelto un abito di Alexander McQueen.
Tra le non candidate, vogliamo far vincere Kate Hudson, che sembrava appena uscita dall’Olimpo degli dei, precisamente un Olimpo firmato Versace. Seguono Angelina Jolie e Emma Watson. La prima, che piaccia o meno, non è passata inosservata (e come potrebbe?) con il suo abito Elie Saab Couture. Ma anche la giovane Emma, in Vera Wang, ha mostrato un’eleganza invidiabile. In attesa che concorra agli Oscar come attrice, per il momento ci accontentiamo di metterla nella lista delle vincitrici di stile.
Indira Fassioni
Nerospinto ha riassunto per voi le 10 tendenze più cool che hanno caratterizzato il 2013. Pronte? Partiamo!
Cat Eyes: gli occhi di gatto sono tornati più di moda che mai, grazie alle segretarie sexy di Mad Men e agli occhi bistrati di Cara Delevigne, it girl del 2013. L’eyeliner visto come prezioso alleato di bellezza, arma da usare con maestria e astuzia.
Barba: per gli uomini il 2013 è stato l’anno del ritorno al pelo e all’irsutismo. Per strada, in tv e sui giornali se ne sono viste di tutti i colori: dal solo baffo, alla barba vittoriana al mix barba e baffetti. Un tempo prerogativa dell’intellettuale topo di biblioteca, oggi la barba è divenuta oggetto del desiderio degli uomini più à la page, soprattutto quando essa compensa la mancanza di capelli.
Frangia: Michelle Obama ha lanciato la moda (non tanto nuova, per la verità) della frangia, quella tendina che sottolinea lo sguardo (se fatta bene e sempre ritoccata) e che fa molto anni 70.
Sopracciglia folte: Cara Delevigne ci aveva visto giusto ad inizio 2013. Le sopracciglia folte e scure sono state l’elemento di punta della maggior parte dei look da passerella, da Maison Martin Margiela a Céline, passando per Elio giudice di X Factor 7.
Pixie Cut: il capello corto “da fatina” ha imperversato. Tutte e diciamo proprio tutte hanno dato una sforbiciata alle lunghe chiome, optando per un taglio corto e sfilato, sbarazzino e che toglie un po’ di anni. La celeb con il pixie cut più chiacchierato? Miley Cyrus senza dubbio.
Shatush: Bianca Balti a Sanremo ha tratto il dado. Da lì in poi se ne sono viste delle belle. Punte più chiare e radici più scure, tonalità del biondo o del rosso, fino alle più estrose, che hanno osato sfumature audaci, come quelle sul grigio. Paola Marella docet.
Labbra Mat: i rossetti opachi e dai colori sgargianti (favoloso ossimoro beauty) hanno spodestato i lip gloss e i lucidalabbra sberluccicosi dal podio dei must have beauty del 2013. Molte dame si sono fatte conquistare dalla capacità delle tonalità mat di mascherare le dentature non proprio d’ebano. Nel 2014 ricordarsi di prenotare una seduta di emergenza dal dentista.
I cerchietti gioiello: Chiara de Blasio è stata la vera scoperta trendy del 2013. La figlia del sindaco di New York ha stupito tutti festeggiando la vittoria de padre con dei magnifici cerchietti decorati: fiori, rose e appliques gioiello giocosamente abbinati ad una chioma afro sbarazzina. Chiara rocks.
Make up camaleontici: la colpa è sempre sua. Di chi? Ma di Lady Gaga ovvio! La mama monster è tornata a stupirci nel 2013 con una serie di look cangianti come un cristallo al sole. Look virginale ispirato alla Venere di Botticelli, gran signora della raccolta differenziata, Madama Dali e musa di Jeff Koons. La novella Cicciolina sta scaldando i motori per un 2014 che si preannuncia più roboante che mai.
Sorriso a 18 carati: le placche dorate sui denti non sono più prerogativa dei rappers più duri. Anche le insospettabili come Katy Perry e Rihanna si sono fatte conquistare dal sorriso bling bling che solo una seduta odontoiatrica da Tiffany può regalare.
Quali sono stati i vostri momenti beauty da ricordare del 2013?
Il mondo di Aldo Coppola non smette di stupire e di restare al passo con le nuove tendenze in fatto di beauty, hairstyle e glamour.
Dopo aver inaugurato un nuovo spazio Go Coppola in zona De Angeli, è la volta di un nuovo concept space aperto ai primi di dicembre in Corso Europa 7.
La particolarità di questa nuova oasi dedicata alla cura del capello è il gusto per il design che traspare da ogni suo particolare: progetto dell’architetto Anton Kobrinetz, che ha scelto per i 1000 mq del locale dei pavimenti in marmo di Carrara, arredi di Marcel Wanders-Gamma&Bross, mosaici Trend e le luci di Catellani & Smith.
Una particolarità: i mosaici di Trend ricreano le storiche immagini dei calendari Aldo Coppola-L’Oréal, scattate da grandi nomi della fotografia come Fabrizio Ferri e Oliviero Toscani.
Bicromie ricercate, come bianco-nero e bianco-rosso, superfici a specchio, luci studiate in modo da far risaltare il fascino delle creazioni degli hairstylists, specchi avvenieristici ed un’atmosfera futuristica.
Il nuovo spazio targato Aldo Coppola non mancherà dunque di stupire i clienti affezionati e di attrarre tutti coloro che amano coniugare il gusto per il design e l’arredamento di classe con la cura per i propri capelli.
Aldo Coppola
Corso Europa, 7
Milano
Metti che all’ultimo anno di Liceo una mattina arriva a scuola un regista, metti che quel regista di nome fa Nanni e di cognome Moretti, metti che tu non hai mai pensato di fare l’attrice fino a quel momento e che invece lui decide che vuole proprio te. Nasce così l’astro Jasmine Trinca, da un incontro quasi casuale che ha regalato al cinema italiano una delle più interessanti e talentuose attrici della nuova generazione, quella dei trentenni cresciuti davanti la macchina da presa.
Jasmine ha un viso magnetico, forse quell’espressività così forte non era ancora venuta fuori per una come lei che si dedica solo alla scuola e allo sport, tanto da arrivare con tutta l’inconsapevolezza dei suoi 19 anni ai provini per “La stanza del figlio”, storia intima e difficile premiata con la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Era il 2001, e da quell’esperienza di condivisione dell’arte cinematografica con un grande regista inizia un percorso sempre in ascesa: quel volto dolente e ancora fanciullesco smette di essere paffuto e si smagrisce per essere prestato alla disturbata protagonista de “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, ancora un trionfo di critica e di pubblico, ancora una recitazione dimessa, lontana dai toni impostati delle accademie.
E’ questo uno dei punti focali del percorso di attrice della giovane Jasmine, arrivata all’università dopo il diploma a pieni voti ma mai passata per una scuola di recitazione istituzionale, a contendere ruoli di primo piano alle sue colleghe sfornate in larga parte dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Continuano ad amarla i registi italiani, definendo anno dopo anno un talento sicuramente innato e forgiato direttamente sul set: Michele Placido, Giovanni Veronesi, ancora Nanni Moretti per “Il caimano”, passando per piccoli progetti come l’esilarante cortometraggio di Paolo Calabresi “La sottile mensola rossa”
(http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/187402/calabresi-la-sottile-mensola-rossa.html).
Non è una bulimica di film Jasmine, non è presenzialista ma ai Festival sorride sempre e non si nega mai all’obiettivo dei fotografi con uno sguardo aperto e sfuggente al tempo stesso, tenendo rigorosamente lontana dai riflettori la vita privata, il compagno, la nascita della figlia. Poche interviste, pochi capricci da diva e una seria dedizione al proprio lavoro, quello che forse non si aspettava di fare ma che è diventato un riflesso di sé: arrivano quest’anno il personaggio di Antonia per “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti e quello di Miele per la prima regia di Valeria Golino; storie pesanti come macigni, racconti dell’anima che solo attraversando nel profondo il significato dell’arte recitativa si possono offrire al pubblico senza retorica, spogliandosi di frivolezza nell’immagine netta ed essenziale delineata dalla regia. Altri successi, altre conferme di una giovanissima attrice diventata ormai donna, cresciuta e sbocciata dentro il suo talento senza clamori.
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