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Inaugura oggi il nuovo progetto espositivo di Silvia Viganò “Tracce di Mascara” a cura di Mariella Casile - che si svilupperà dal 21 marzo al 12 aprile 2015 al Museo d’Arte Moderna Virgilio Guidi di San Donato Milanese.
Le oltre 20 opere fra tele di piccole/medie dimensioni e tronchetti d'albero mettono in evidenza i moti dell’animo femminile, le sfumature dei sentimenti di donne un po' caste e un po' passionali e segnano un deciso cambio di tendenza nel percorso dell’artista lombarda.
Dietro le ispirazioni dalle tinte magiche della giovane artista Silvia Viganò c’è un mondo composito che si riallaccia fortemente al movimento californiano del Pop Surrealismo, ovvero un nuovo modo di pensare l'arte e il desiderio di ritornare alla figurazione, collegando il surrealismo al fumetto, ai graffiti, al mito e ai temi sociali delle metropoli urbane; e i nomi di riferimento sono Mark Ryden, Ana Bagayan, ma anche le figure magiche di Nicoletta Ceccoli.
I soggetti sono sempre femminili. Fanciulle dalle bocche sensuali, bocche scocciate, dai volti segnati da cicatrici e paure, ma anche atmosfere surrealiste, a tratti horror, dai silenzi profondi, il tutto in compagnia di animali allegorici. Le donne di Silvia crescono con lei, maturano nelle forme e nei colori. Le loro storie sono filtrate dall’inesauribile immaginazione creatrice della mente dell'artista, che traduce in pittura sogni, immagini, fantasie che si ispirano alla favola, da Alice nel Paese delle meraviglie ai Fratelli Grimm. Visioni poetiche e scene sospese fra il grottesco e il diabolico in uno stile che oscilla tra onirico e fiabesco.
Sostiene Silvia: «Con la mia arte cerco di accedere al mondo dei sogni. I miei quadri sono il risultato di tanti sogni. Cerco di tradurre in pittura il mondo di mezzo fra conscio e inconscio, laddove cioè tutto è possibile».
Per chi volesse approfondire il tema del Pop-Surrealismo, mercoledì 29 aprile alle ore 18.00 ci sarà la possibilità di incontrare Silvia Viganò che discuterà della sua opera dialogando con la giovane scrittrice Giulia Jurinich autrice del libro "Alice e il Paese del Pop Surrealism" (I libri di Emil Editrice).
"Tracce di Mascara" proseguirà dal 21 aprile al 4 maggio a Milano allo Spazio Seicentro di via Savona 99, dove sarà la dimensione naturalistica del linguaggio pop surrealista a dominare la scena visto che in mostra vi saranno solo i tronchetti.
SILVIA VIGANO’
Tracce di mascara Progetto espositivo a cura di Mariella Casile
Galleria d’Arte Moderna Virgilio Guidi Cascina Roma, Piazza delle Arti 7 (San Donato Milanese)
21 marzo – 12 aprile 2015
Inaugurazione sabato 21 marzo 2015 ore 18.30
Mercoledì 29 aprile dialogo a due voci con Silvia Viganò e Giulia Jurinich autrice del libro “Alice e il Paese del Pop Surrealism”
Galleria d'Arte Moderna Virgilio Guidi
Cascina Roma, Piazza delle Arti 7 (San Donato Milanese) 21 marzo – 12 aprile 2015 Inaugurazione sabato 21 marzo 2015, ore 18.30
Orari di apertura:
da lunedì a sabato 9.30-12.30/14.30-18.30 domenica 10.00-12.30/16.30-19.00
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Nerospinto questa volta vi accompagna in un breve ma significativo viaggio tra le opere di uno dei fotografi più famosi ed interessanti del secolo scorso, protagonista del Dadaismo e del Surrealismo.
Alla Fondazione Marconi a Milano, è infatti possibile ammirare alcune fotografie di Man Ray, si tratta di quelle che ritraggono le sue modelle e le sue muse, le donne più belle di cui era circondato e dalle quali veniva tanto affascinato che decideva di renderle protagoniste delle sue creazioni.
La riproduzione di quest'album fotografico originale del noto artista, in mostra fino all'11 gennaio, mostra 83 fotografie vintage scattate tra il 1920 ed il 1940. Ma chi è Man Ray? E quale valore da al mezzo fotografico ed al suo prodotto? Come affronta l'arte e che cosa ne pensa?!
Appena si entra, salendo una scalinata spoglia, su una parete bianca, asettica, ci accoglie una scritta, sulla parete. Sono le parole di Man Ray. Il suo pensiero.
"La fotografia è un'arte. Non si dovrebbe porre questa domanda. L'arte è superata. Ci vuole qualcos'altro. Dobbiamo guardar lavorare la luce. Ė la luce che crea. Io mi siedo dinanzi al mio foglio di carta sensibile e penso" (Man Ray, 1928)
Pittore, fabbricante di oggetti e regista di film d'avanguardia, egli è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista. Nel 1922 Man Ray produce i suoi primi fotogrammi, che chiama 'rayographs'. Una rayografia è una immagine fotografica ottenuta poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, procedimento apparentemente semplice, ma che seppe usare per immagini altamente suggestive. In verità il movimento Surrealista nasce ufficialmente nel 1924, egli ne è un anticipatore ed uno tra i primi esponenti.
Ed è infatti il rituale ciò che conta per questo artista e fotografo fuori dal comune, che tra i primi riconobbe le novità della psicoanalisi e le mise in relazione al linguaggio artistico, che rifiutava il sistema della comunicazione elitaria dell'arte, dell'immagine e della contemplazione, che seppe costruire un discorso rivoluzionario a livello linguistico e che credette che solo con la propria macchina fotografica potesse costruire un mondo. Attraverso il processo con cui si realizzava una fotografia veniva a crearsi l'opera stessa. Non era tanto un discorso sul soggetto ma sul processo di realizzazione, ciò che interessava sul serio Man Ray.
Freud pubblicava"l'Interpretazione dei sogni" nel 1899, e da allora la psicoanalisi cambiava molto la concezione del mondo, dell'uomo, dell'arte. La lettura psicoanalitica porta ad un nuovo modo di affrontare la realtà. Come le altre Avanguardie anche Man Ray si sente parte del rifiuto della cultura borghese e come gli amici protagonisti del Dadaismo Newyorkese Duchamp e Picabia, rifiuta le estetiche positiviste ed idealiste. Egli scopre una possibilità espressiva precisa, nuova, della fotografia. Questo avviene con le varie tecniche che decide via via di sperimentare come le inversioni luci-ombre, la "solarizzazione", altro processo fotografico che inventa, insieme ai Rayogrammes, in polemica con il modello realistico della fotografia, attraverso una doppia esposizione: sole e calcificazione, inverte i valori tonali ed accentua i contorni, e questo non per dare l'aspetto decorativo e gli elementi tipici di un'illustrazione o di un disegno, ma per ribaltare il contenuto realistico della fotografia stessa.
Il modo di costruire gli oggetti è un riflesso dell'analisi freudiana, ed è vero che i suoi soggetti sono anche alchemici oltre che psicoanalitici, si concentra sul processo e non sul prodotto, inoltre nelle sue opere ritroviamo un linguaggio che spesso manipola il lavoro onirico proveniente dall'Interpretazione dei sogni freudiana.
Le Avanguardie sono tutte caratterizzate dal rifiuto del sistema, dalla volontà anti borghese, ed in che senso la sua opera, come quelle dell'Espressionismo, del Dadaismo, del Costruttivismo, sarebbe parte di queste tendenze? Sicuramente Man Ray è un anticipatore e un rivoluzionario, capace di cogliere le nuove inclinazioni del linguaggio artistico influenzato dalla psicoanalisi, dalla grammatica del sogno, dall'alchimia determinata dal processo meccanico della moderna arte fotografica, dall'antirealismo.
Le prime pagine del libro ci parlano del corpo e del volto di queste donne osservate da Man Ray, la modella sconosciuta che apre l'album è una rappresentante di tutte le altre modelle. Trasferitosi da New York, l'artista segue a quel tempo dei corsi serali di nudo in un centro sociale di Parigi. Vediamo il ritratto di Natasha, modella ed assistente vicina all'artista, affascinante nella solarizzazione da cui viene derivata l'immagine. Per deviare dai principi classici della fotografia egli spesso sceglie di lavorare nell'oscurità, sull'astrazione geometrica, trattando i corpi quasi come fossero statue. E poi riprende la fotografa Lee, una donna di talento e coraggio. L'irriverente ed originale pittrice Meret, e ancora la moglie del poeta Paul Ėluard, Maria Benz detta Nusch.
Ed è affascinato dalla bellezza selvaggia, esotica; a Parigi come in Africa le modelle sono di colore, si vedono danzatrici esotiche in Montparnasse, danzatrici anonime con nomi di vegetali e corpi commestibili, una bellezza lontana, generata dal mescolarsi di oriente ed occidente in quei corpi ed in quei volti bianchi e neri che vediamo alternarsi nelle immagini. A seguire una bellezza irresistibile com'è quella di Kiki (Alice Prin) cantante francese considerata all'epoca la regina di Montparnasse, di cui Man ray si è innamorato.
Un'altra citazione del pensiero di Man Ray chiude l'esposizione, scritta su un'altra parete.
"La luce può fare tutto. Le ombre lavorano per me. Io faccio le ombre. Io faccio la luce. Io posso creare tutto con la mia macchina fotografica”.
Una curiosità: al centro della sala è possibile osservare anche un vecchio modello di macchina fotografica firmato dall'artista. Si ha anche modo di sfogliare sulla scrivania all'ingresso una vera e propria riproduzione del libro fotografico, pronta per la consultazione.
L'esposizione non è grande ma è estremamente interessante e l'ingresso è gratuito, per cui, è possibile dare facilmente un'occhiata alle opere di uno dei fotografi che hanno fatto la storia dell'arte, e lasciarsi sedurre ed affascinare dalle immagini delle sue donne. Le foto di inizio novecento hanno inoltre tutto il sapore del passato che è stato catturato in uno scatto in bianco e nero, e la forza di attrazione di un momento, uno sguardo, un gesto, un corpo, che è stato fermato per sempre, attraverso la luce, e l'ombra. Ritroviamo la percezione di un frammento di autenticità, l'impressione della distanza e l'illusione di un sogno.
Man Ray. MODELS 1920-1940
Riproduzione anastatica di un Album fotografico di Man Ray con un volume a cura di Janus, edizione Carlo Cambi Editore e Fondazione Marconi.
Dal 15 novembre 2013 all'11 gennaio 2014
FONDAZIONE MARCONI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, Via Tadino 15 - 20124, Milano
INGRESSO GRATUITO
Dal Martedì al sabato 10-13, 15-19 (chiuso dal 22 dicembre 2013 al 7 gennaio 2014)
PER INFORMAZIONI:
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www.fondazionemarconi.org
Giovanna Canonico
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