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Saba e Margana sono i nomi di due modelli di ballerine firmate Ballerette, perfetti per l’estate.

Oggi l'eclettico cantautore e compositore Franco Battiato compie 70 anni.

Nato il 23 marzo 1945 è considerato una figura di spicco del panorama cantautorale italiano, nonché un uomo dalla forte personalità. Grazie a questa 50 anni fa inizia a muovere i suoi primi passi all'interno del mondo della musica firmando con Giorgio Gaber il suo primo contratto discografico. Da qui inizia la sua carriera che l'ha sempre visto confrontarsi con successo con innumerevoli generi musicali, tutti differenti tra loro. Dalla musica leggera a quella sperimentale passando per quella etnica e d'avanguardia colta, fino ad arrivare all'opera.

Un uomo a cui piace mettersi sempre in gioco, non a caso aggiunge un pizzico di spiritualità e innovazione in tutte le sue canzoni, proponendo lavori originali e mai banali, che riescono sempre a stupire il pubblico.

Tra i suoi più grandi successi  La cura, Centro di gravità permanente, E ti vengo a cercare, Povera patria, l'unica canzone di stampo "politico" in cui il cantautore descrive il potere delle istituzioni e il declino della società contemporanea.

In questi giorni i fans dell'artista sono preoccupati per via della caduta in scena al Petruzzelli di Bari durante un concerto, Battiato si è rotto il femore e tre viti nelle ossa. Gli auguriamo una pronta guarigione in attesa in autunno dell'uscita di un nuovo box antologico della sua opera omnia contenente film e documentari, oltre a due inediti e una cover.

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Esce il 18 novembre “Un ricordo che vale dieci lire”, vinile in edizione limitata contenente canzoni d’autore italiane interpretate da Federico Fiumani, cantante, chitarrista e autore della storica band fiorentina Diaframma.

 

“Un ricordo che vale dieci lire” è un progetto particolare, frutto sia dell’amore di Federico per la musica che ha contribuito alla sua formazione poetica e artistica sia della generosità dei fan, che con le loro donazioni ne hanno permesso la registrazione su vinile. Il disco è stato prodotto insieme ad Alessandro Grazian, polistrumentista che ha contribuito a regalare una veste semplice e delicata alle undici canzoni che compongono la tracklist. I brani sono stati selezionati nei repertori di artisti come Francesco De Gregori, Luigi Tenco, Lucio Battisti, Giuni Russo, Lucio Dalla, Francesco Guccini, e sono tutti interpretati da Federico Fiumani.

 

“Sono molto contento del risultato di questa operazione” – ha dichiarato Fiumani – “E comunque, se nel '77 non ci fosse stato il punk avrei provato a fare canzoni come queste, ma siccome c'è stato, vi dovete accontentare di un cantautore punk”.

 

 

TRACKLIST di “Un ricordo che vale 10 lire”:

 

  1. Souvenir (De Gregori) - 2:18
  2. Quando ero soldato (Bardotti-Reverberi) - 2:15
  3. Lontano lontano (Tenco) - 2:46
  4. Donna di fiume (Lolli) - 4:33
  5. Lo scapolo - (P. Conte) - 3:58
  6. ...E penso a te (Battisti-Mogol) - 3:17
  7. Danze (Zenobi) - 5:21
  8. Io che amo solo te (Endrigo) - 2:38
  9. Mai (Russo-Sisini-Malgioglio) - 3:11
  10. Incontro (Guccini) - 4:13
  11. Un giorno credi (Trampetti-Bennato) - 2:52
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Dal 18 Marzo al 6 Aprile 2014 un grande spettacolo sarà in scena al Teatro Manzoni di Milano. Un appuntamento con un grande classico presentato in modo innovativo.

 

Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Bags Live e Malguion srl presentano OBLIVION In “OtHello, la H è muta…”.

Chi sono gli Oblivion? Sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. I testi sono di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, gli arrangiamenti musicali sono di Lorenzo Scuda, al piano Denis Biancucci e la consulenza registica è di uno dei grandi nomi del teatro italiano: Giorgio Gallione.

 

I cinque Oblivion tornano in tour per il quinto anno consecutivo. Negli anni passati hanno avuto grande successo con l’applauditissimo “Oblivion Show 2.0” e lo show cameo dedicato a Giorgio Gaber “Far finta di essere G”. Il loro nuovo lavoro è “Othello, la H è muta” che ha debuttato il 17 agosto al prestigioso Ravello Festival che ne ha commissionato la creazione in occasione delle celebrazioni wagneriane e verdiane.

La compagnia, insieme da dieci anni, è ricordata per l’interpretazione della parodia “I Promessi sposi in 10 Minuti” (che suYouTube ha ormai ottenuto tre milioni di visualizzazioni) e con centinaia di date al loro attivo (sono più di 110 le repliche solo nella scorsa stagione), i cinque sono sempre richiestissimi da tutti i teatri italiani per la loro personalissima comicità che unisce la tradizione comica italiana e una preparazione tecnica vocale di altissima qualità.

 

Nello spettacolo in scena al Teatro Manzoni i cinque attori demoliscono a colpi di grottesca ironia sia l’Othello di Shakespeare che l’Otello di Verdi in uno show in cui, oltre a cantare, recitano e si dirigono con musiche tutte dal vivo. Sul palco insieme agli Oblivion, il maestro Denis Biancucci, sesta entità di questo delirio teatrale, che li accompagna al pianoforte e ingaggia con loro anche un esilarante match a colpi musicali.

Sul palcoscenico si alterneranno arie d’opera, canzoni pop, citazione irriventi e gag esilaranti. Le vicende di Otello, Desdemona, Cassio e Iago vengono rivisitate passando per Elio e le Storie Tese, Gianna Nannini, Lucio Battisti, Rettore, i classici Disney, l'Ave Maria (quella di Schubert ma non solo...), Little Tony, Pupo e molti altri. Nello stesso modo anche le arie di Verdi vengono riviste e mixate con il coro della Champions League, con Freddy Mercury, con l'Hully Gully, mentre i testi di Shakespeare vengono riscritti in stile Ligabue, Vasco Rossi, Dario Fo.

 

La parodia non riguarda solo le vicende ma si estende alle note di Verdi e alle parole di Boito e Shakespeare. Questa rappresentazione è un esperimento ardito che i cinque talentuosi artisti affrontano con totale naturalezza.

 

Mercoledì 19 Marzo alle ore 18.00 per il ciclo “Gli incontri di Milano per lo spettacolo” presso Mondadori Multicenter Duomo in P.zza Duomo nello Spazio Eventi al terzo piano gli OBLIVION incontrano il pubblico. A presentare l’incontro sarà Antonio Calbi, Direttore del Settore Spettacolo, Moda e Design del Comune di Milano. L’appuntamento permetterà al pubblico di conoscere e scoprire dettagli sullo spettacolo e approfondire il lavoro della compagnia.

 

L’opera unisce una varietà di linguaggi, di esercizi di stile e tante citazioni, la rappresentazione diverte e sorprende, lo spettacolo è capace di conquistare ogni tipo di pubblico teatrale. Un appuntamento, insomma, da segnare in agenda.

 

 

 

Al Teatro Manzoni dal 18 marzo al 6 aprile 2014

Biglietti

- poltronissima € 32,00;

- poltrona: feriali € 20,00 - sabato e domenica  € 22,00

Orari: feriali ore 20,45  -  domenica ore 15,30

 

Due concerti a Bologna e Roma in febbraio

 

C'è chi si nutre di cliché (musicali): elettronica, rock, pop e così via. Poi è arrivato il crossover:  andare oltre, sfondare i muri e le barriere di genere. Alcuni di voi rabbrividiscono nel sentire associare il nome di Trentmoller al crossover. E' naturalmente una provocazione. Di sicuro T è nel novero degli artisti che travalicano i generi mostrandosi per quello che sono: alchimisti della musica.

 

Indubbiamente i suoi primi passi significativi nascono nell'alveo della house-trance, cassa in 4/4, suoni ipnotici e rave culture, figlia degli anni '90, tanto psicotropa. Al contrario di molti suoi colleghi dj e producer che iniziano la loro carriera nei dancefloor e lì restano, l'artista scandinavo da ormai quasi un decennio porta avanti un percorso assai personale nella (re)interpretazione degli stilemi digitali.

 

Non solo la raffinatezza della architetture ritmiche, ma anche la sensibilità nel calibrare arrangiamenti e pennellate melodiche, a comporre strutture musicali lontane dai luoghi comuni della musica elettronica con la cassa in quattro, lo rendono subito un fenomeno a sé, raccogliendo i favori di un pubblico assai trasversale.

 

I suoi tre album (“The Last Resort”, 2006; “Into The Great Wide Yonder”, 2010; “Lost”, 2013) disegnano una progressiva ascesa verso un microcosmo sonoro personalissimo, dove ogni particolare è cesellato con cura assoluta e dove l'equilibrio dinamico diventa quasi un esercizio zen, il tutto con una ricchezza espressiva ed emozionale davvero rara. Anche il regista Pedro Almodovar ne è rimasto sedotto, come testimonia l'uso della traccia “Shades Of Marble” nel trailer e nella colonna sonora del film “La pelle che abito”; così come ne sono rimasti sedotti i Depeche Mode, che hanno voluto il live set dell'artista danese in apertura alle date europee del loro “Delta Machine Tour”.

 

Un live set, quello di  Trentemøller, che rende alla perfezione la ricchezza del suo universo sonoro, aggiungendo anche – com'è giusto che sia – ulteriore impatto “fisico” alle sue creazioni. Il tutto evitando rigidamente soluzioni scontate o luoghi comuni, e utilizzando i linguaggi di house, techno e post rock non come riferimenti rigidi ma come piattaforme da cui lanciarsi verso territori onirici e rari da esplorare.

 

24 febbraio 2014– Bologna – Estragon

Biglietto: 15 + d.p.

 

25 febbraio 2014 –Roma –Atlantico

Biglietto: 15 + d.p.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Non lo farò mai più. Cantare all’Olimpiade è stato un incredibile onore. Sono stata fiera di averlo fatto. Quello è stato il momento perfetto per dire: fantastico, grazie a tutti, ma basta così. A volte devi capire quando arriva l’ora di abbandonare la festa». Così, in un’intervista esclusiva a Vanity Fair, Victoria Beckham infrange le speranze di chi, a vent’anni dalla formazione delle Spice Girls nel 1994, sperava ancora di vedere riunito il quintetto pop. Nell’intervista di copertina, illustrata dagli scatti inediti di Sebastian Kim e pubblicata nel numero in edicola da mercoledì 22 gennaio, Victoria spiega che la sua vera passione oggi è la moda, e che comunque vede un importante nesso tra la sua professione passata e quella attuale di stilista: «Le Spice Girls hanno avuto successo perché celebravano le donne, che in fondo è quello che faccio ancora oggi». A Vanity Fair poi l’ex popstar racconta l’emozione di aver visto suo marito David giocare l’ultima partita della sua ventennale carriera di calciatore, lo scorso maggio a Parigi: «Ho provato grandissima emozione e grande orgoglio. David non potrebbe essersi dato di più allo sport. Per anni lo abbiamo condiviso – in un certo senso lo condividiamo ancora – con tanti suoi fan. È bello, adesso, averlo a casa».

 

“The first 24 hours music video”: dura infatti 1440 minuti il video della nuova canzone di Pharrel Williams, Happy, contenuta nella colonna sonora di Cattivissimo Me 2.

Un primato assoluto: un video musicale che dura un’intera giornata, tra performances di danza, ballerini improvvisati e non, e le immancabili guest star a fare da contorno al cantante, protagonista assoluto della scena: da Tyler The Creator a Earl Sweatshirt, Kelly Osbourne fino a  Jamie Foxx.  Il tutto fra strade cittadine e edifici pubblici, sotto gli sguardi stupiti dei passanti.

Il video può essere visualizzato su un sito dedicato, dotato anche di un player per fare rapidi skip di 60 minuti (mantenendo il punto della traccia dove eravamo arrivati) oppure semplicemente andare avanti manualmente lungo il video.

Un’idea assolutamente innovativa, pronta a scrivere una nuova pagina del mondo della musica.

Il video è anche saggiamente montato, riuscendo a non risultare mai noioso e ripetitivo, anzi, in grado di tenere sempre viva l’attenzione del pubblico oltre lo schermo.

Il video può essere visualizzato sul sito:

http://24hoursofhappy.com/

Il 27 giugno alle ore 21.00 presso il Teatro Menotti, andrà in scena lo spettacolo in anteprima nazionale “Il Saltinbanco e la luna- Le canzoni, il giornalismo, Enzo Jannacci”.

Un omaggio all’artista milanese fatto da chi lo amava e conosceva bene. Le parole del Dottore, raccolte e portate in scena con passione da Andrea Pedrinelli, si uniscono alla musica di Susanna Parigi, che eseguirà brani dal vivo come Vincenzina e la fabbricaEl portava i scarp del tennisIo e teLa fotografiaCome gli aeroplani, Natalia, Il cane con i capelli.

Il progetto Il Saltimbanco e la Luna è nato dal desiderio di Andrea Pedrinelli di approfondire l’arte di Enzo Jannacci. Si è sviluppato adagio adagio, dopo aver informato l’artista ed avendone ricevuto un cenno di gratificazione. E per calibrare bene come proporre in scena sia l’arte di Jannacci, usando prospettive non scontate né commerciali, che le sue parole, riferimenti morali capaci di riportare protagonisti e pubblico in un alveo di valori sempre più, oggi, sviliti. E però necessari, nella vita dell’uomo, come lo sono stati nella vita del Saltimbanco (definizione che Jannacci diede di sé già negli anni Settanta). L’arte di Jannacci è tuttora coinvolgente e profonda, e risulta efficace quanto decisivo provare tramite essa a riflettere su noi, uomini e donne di oggi.

 

Un evento unico dedicato a tutti gli appassionati e nostalgici della musica, cabaret d’autore e del teatro-canzone.

Per info: Teatro Menotti- Stabile d'innovazione

Via Ciro Menotti, 11 - 20129

Milano

02 3659 2544

http://www.tieffeteatro.it/

 

 

 

Il 12 e 13 aprile alle ore 21.00, al Teatro della luna di Milano una grande orchestra composta da oltre settanta elementi della Compagnia Rockopera riproporrà ‘The Wall’, uno degli album più significativi dei Pink Floyd.

Uscito nel 1979, è l’undicesimo disco prodotto dalla band e esprime l’alienazione e la follia quotidiana, formando insieme a ‘The dark side of the moon’ e ‘Wish you were here’ una specie di triologia.

Pink è il protagonista dei brani, è un artista, che deve affrontare avvenimenti tragici come la morte del padre, la vita da rockstar, il divorzio dalla moglie … , e cerca protezione dietro un muro psicologico che però lo soffoca portandolo alla follia. Le canzoni raccontano tutte le tappe della sua esistenza, e si conclude con la ballata ‘Outside the wall’, una poesia che spiega quanto sia difficile restare sani di mente.

Le stesse tematiche sono riproposte nel film ‘Pink Floyd The Wall’ di Alan Parker, uscito nel 1982, che a trenta anni di distanza dimostra come la solitudine, l’alienazione e la contraddizione siano ancora problemi attuali che si fondono con i rapidi cambiamenti della nostra epoca.

Non perdete questo spettacolo, originale e suggestivo, che fonde le originali atmosfere e sonorità dell’album con la dimensione orchestrale, supportato dalla regia video in diretta su grande schermo che aggiunge emotività, avvicinando il pubblico alla performance dei musicisti.

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del Teatro della Luna (Mediolanum Forum di Milano/Assago) o nei punti vendita TicketOne a partire da 24 euro.

 

www.rockopera.it/

 

Teatro della Luna

Via Giuseppe Di Vittorio 6

Assago (Milano)

Ha compiuto 40 anni (pubblicato in UK il 24 marzo 1973) e continua ad essere il disco più popolare della storia della musica: 1.600 settimane nelle classifiche mondiali e 89 milioni di copie vendute. 30 anni di permanenza nelle classifiche degli album in UK. Un americano su 12 lo ha comprato nell’ultimo ventennio. I numeri impressionanti contribuiscono ad alimentare la leggenda. Ma ci sono degli elementi oggettivi che rendono questo disco “Il disco” dei Floyd. Le canzoni: "le migliori che avessimo mai scritto" disse una volta il compianto tastierista Richard Wright, "canzoni che parlano dello stress e dell'alienazione della vita moderna, cose in cui si possono rispecchiare milioni di persone, e sentirle proprie". Poi il suono: non una semplice raccolta di canzoni, ma un flusso ininterrotto, che all'epoca fu una novità assoluta, grazie anche al tecnico Alan Parsons che con il nuovo sedici piste appena allestito negli studi di Abbey Road fece autentici miracoli. Senza poi parlare degli arrangiamenti perfetti e assolo passati alla storia (quello vocale di Claire Torry in The Great Gig In The Sky, quelli chitarristici di Gilmour in Money e Time). E poi i misteri mai svelati: negli ultimi 30 secondi dell’album un’orchestra suona in sottofondo Ticket to ride dei Beatles. Perchè? I Floyd non hanno mai voluto spiegarlo. D'altronde Dark Side, più che un album, è una scatola magica, un universo di suoni, voci, suggestioni, citazioni da film, allusioni colte, viaggi lisergici e un concept di fondo: ognuno di noi ha un suo lato oscuro. E il tuo riesci a vederlo?

 

Ecco il lato oscuro di alcune canzone di Dark Side of the moon:

 

Speak to Me

La canzone (come l'album) è disseminata di parlati misteriosi. Sono le voci dello staff dei Pink Floyd, chiamato a registrare in sala d’incisione le risposte ad alcuni quesiti che Roger Waters aveva consegnato a tutti tipo: “Qual è l'ultima volta che sei stato violento?”. Lo stesso Paul McCartney fu "vittima" dell'interrogatorio-esperimento, ma le sue risposte furono considerate troppo scherzose.

 

Brain damage

Il riferimento diretto è all'ex leader e cantante dei Floyd Syd Barrett, che uscì dal gruppo per la pazzia provocata dall’uso smodato di Lsd.

 

Any colour you like

Il brano cita Henry Ford che, nel 1908, presentando al pubblico l’auto Model T, disse ironicamente: «Potete averla di qualunque colore vi piaccia, purché sia nera».

 

Time

Inizia con il suono di decine di sveglie registrato in un negozio londinese di orologi e pendole antiche. Nel brano i temi della morte e del tempo vengono trattati avendo come riferimento il filosofo tedesco Martin Heidegger (1889-1976).

 

The Great Gig In The Sky

Con l'assolo vocale di  Claire Torry entrato nella storia del rock. I suoi vocalizzi superbi portarono la canzone strumentale oltre la semplice performance. A parte qualche indicazione da parte dei musicisti, Clare improvvisò la melodia e nel giro di due ore terminò il suo lavoro totalmente ignara di quello che sarebbe diventato poi quel pezzo. La ragazza fu pagata 30 sterline per tre ore di lavoro.

 

 

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