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A partire dal 19 Luglio fino al 16 Ottobre, inaugura la mostra “Dall’Opera al Libro, dal Libro all’Opera. Ezio Gribaudo e i maestri del Novecento” presso lo storico Palazzo Corvaja di Taormina.

Claudia e Francesca, designer e creative del giovanissimo brand AH-OK, un marchio indipendente con base tra Como e Milano. Claudia e Francesca presentano la loro prima collezione: kimono e accessori in seta, stampe bold, spirito un po’ orientale e un po’ nordico. Capi di abbigliamento ed accessori disegnati, progettati e confezionati in Italia.

La loro prima collezione è istinto, spontaneità e gioco. Le stampe sono frutto di sperimentazione: le designer hanno utilizzato rulli, carta strappata e pennelli di varie forme e tipo, per realizzare i disegni. Hanno “giocato” tracciando segni, ritagliando, accostando forme.

Il risultato ottenuto è stato quello che volevano. Nasce così il loro kimono. Un capo senza taglia, quasi un accessorio che si può indossare in modi diversi. Un brand emergente che fa del made in Italy la sua filosofia!

Sara Biondi

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La stagione più fredda è ormai arrivata e vogliamo deliziare voi lettori raccontandovi l'inverno di Palazzo Reale, che si tinge di colore e di forme maghifiche, dando spazio alla fantasia e all'astrazione con la grande monografica dedicata al celebre Vassily Kandinsky. In esposizione dal 17 dicembre al 27 aprile oltre ottanta opere dell'artista russo, provenienti dal parigino Centre Pompidou. Il percorso espositivo approfondisce la carriera di Kandinsky e il contesto socioculturale in cui l'autore moscovita sviluppò la sua inconfondibile poetica.

Si tratta di un'importante retrospettiva, nella quale non solo si celebra il pittore e teorico dell’arte russa del secolo scorso, ma che si presta a fare luce sulla singolarità e particolarità delle sue opere, alla ricerca di una chiave di lettura, che ne sveli la complessità emotiva ed il livello concettuale.  L'esposizione si snoda dai primi lavori giovanili fino alla semplificazione formale degli anni maturi, dal periodo del Bauhaus di Weimar alle realizzazioni degli anni Trenta. Partendo dall'arte figurativa il pittore giunge solo in un secondo tempo ai lavori astratti, ma che comunque hanno una logica sottesa ed una propria armonia, sono infatti studiati nei minimi particolari ed intesi come strumenti di sommovimento dell'anima e delle emozioni dello spettatore.

Considerato il fondatore della pittura astratta, Kandinsky rappresenta un momento fondamentale dell’evoluzione pittorica del Novecento: nel 1912 insieme a Franz Marc, Paul Klee ed altri, fonda il gruppo Il cavaliere azzurro, che voleva realizzare lo scopo di promuovere l’arte moderna inserendola in un rapporto basato sulla musica, in cui le associazioni spirituali e simboliche del colore dovevano riuscire ad arrivare, come una musica, all’anima dell’osservatore.

Nei capolavori esposti una sinfonia di punti, linee, superfici e colori, in cui ogni elemento ha, secondo Kandinsky, una precisa funzione comunicativa e simbolico-musicale, tanto che molte delle sue realizzazioni prendono nomi da espressioni musicali: le Impressioni, dove resta un’impressione del mondo esteriore, le Improvvisazioni, che sono le opere che nascono spontaneamente e inconsciamente dall’intimo dell’artista e le Composizioni, costruzioni coscienti ed analitiche dello studio artistico.

Bollate come arte degenerata da Adolf Hitler nel 1937, le opere di Kandinsky non mancano ancora oggi di trasmettere una sensazione di equilibrio dell’anima, di pace interiore che viene riflessa in composizioni e colori accuratamente studiati, in cui ogni tonalità ed ogni forma corrispondono a suoni precisi e ai diversi timbri degli strumenti musicali. L’arte di Kandinsky, così apparentemente semplice e leggera, è in realtà un intricatissimo gioco di partiture, suonate da un’orchestra invisibile che accompagna l’osservatore, facendolo letteralmente scivolare fra un’opera e l’altra, come al ritmo di una musica segreta, come nello spazio di un sogno.

 

 

 

VASSILY KANDINSKY. La collezione del Centre Pompidou: 

Dal 17 dicembre 2013 al 27 aprile 2014 Palazzo Reale, Milano

 

Orari: Lunedì 14:30 – 19:30

Martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9:30 – 19:30

Giovedì, sabato 9:30 – 22:30 Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

 

Biglietti:

Intero: €11,00 Ridotto: €9,50

Audioguida inclusa nel biglietto

 

Per prenotazioni e informazioni:

www.kandinskymilano.it      #kandinskymilano

 

 

 

 

 

Nella splendida cornice del porto di Melide, Svizzera, sulle rive del lago del Ceresio, sabato 27 luglio la Moda e l’Hair Styling si incontrano all’interno di MelidEstate 2013, uno degli oper air festival più interessanti dell’estate ticinese.

SUMMER FASHION NIGHT, un evento moda che vedrà sfilare per la prima volta in Svizzera, il fashion brand FE della giovane stilista canturina Federica Sassella. La stilista presenterà le nuove collezioni Fall-Winter 2013/2014 e un’eccezionale anteprima della collezione Spring-Summer 2014. Collezioni ideate e disegnata dalla designer che si è fatta conoscere nel Comasco e nella Brianza per l’originalità e creatività delle sue proposte di moda.

Federica Sassella, 29 anni, nata a Como, vive a Cantù dove ha sede la sua Boutique moda. Fashion designer, frequenta l’Itis Setificio a Como dove impara a disegnare su tessuto. Dopo gli studi superiori si iscrive alla Marangoni di Milano come fashion designer. Finiti gli studi, Federica decide di intraprendere una sua carriera ed esprimersi al meglio e senza restrizioni.

In un paio di anni fonda il suo marchio FE. Siamo nel 2010 e Federica partendo da tre magliette stampate, è cresciuta fino a gestire un intera collezione.

FE vuole essere una linea di abbigliamento portabile da tutti ( le taglie vanno dalla xs alla xl) per una ragazza / donna che vuole vestire giovane senza però essere troppo sportiva. Diversità nella scelta dei tessuti e delle forme rendono il prodotto accessibile a tutti PERCHE’ VESTIRSI DEVE ESSERE UN PIACERE E NON UNA RINUNCIA. Punto di forza del brand FE sono i tessuti e le lavorazioni made in Italy. Ogni modello è unico ed inimitabile.

Durante la serata, le modelle saranno acconciate con i trend autunno-inverno 2013-2014 realizzate da Samantha’s Studio di Cernobbio che da anni segue il mondo della moda e le sfilate proponendo tagli ed acconciature di tendenza, sempre al passo con una moda che cambia e si trasforma. SUMMER FASHION NIGHT porta in scena a MelidEstate 2013 il mondo della Moda con un occhio di riguardo ai fashion designer emergenti!

L'evento SUMMER FASHION NIGHT è stato ideato e organizzato da NEWS-EVENTICOMO RELAZIONI PUBBLICHE.
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Sentire parlare di progetti ambiziosi di questi tempi, in cui tutto sembra così difficile da raggiungere e ottenere, è qualcosa di più unico che raro.

 

Eppure c’è ancora qualcuno che ci crede e decide di scommettere sulle proprie passioni.

 

Noi di Nerospinto, di certo, non perdiamo l’opportunità di raccontare le storie di queste menti creative che vogliono provare a dare vita ai propri sogni.

 

Oggi siamo in Toscana, una terra che tutti ci invidiano per i suoi colori, odori e sapori, ma soprattutto per la cultura e l’arte che si respira nell’aria.  È interminabile la lista di uomini illustri di indubbio genio che hanno reso famosa in tutto il mondo la nostra regione. La Toscana è da tutti conosciuta come la terra che ha dato i natali fin dal Medioevo a grandi navigatori, scrittori, scienziati e artisti.

 

Sarà un caso, ma proprio in questo territorio denso di creatività, inizia la storia che vi voglio raccontare.

 

Firenze, 2011. Un gruppo di cinque architetti, accumunati da una sfrenata passione per il design e pieni di idee da sviluppare, decidono di unire le forze per dare vita ad un ambizioso progetto, dove riversare tutta la loro creatività, senza limiti e censure.

 

Nasce così Amniosya, un gruppo di ricerca e sperimentazione nel campo dell’architettura, del design e del fashion design.

 

Innovazione e modernità sono le parole d’ordine. L’interesse del gruppo, come loro stessi affermano, verte principalmente sul mondo delle nuove tecnologie, della simulazione dinamica quale incipit di shape tecnologici a diversa scala e della prototipazione 3d legata alle geometrie complesse.

I loro lavori vogliono riproporre la complessità spaziale e i sistemi di aggregazione naturale attraverso la sensibilità formale, la ricercatezze compositiva e l’innovazione tecnologica.

 

La passione per il design unita all’interesse per la tecnica 3d printing e alla voglia di sperimentale sono alla genesi di Entropya, la loro prima linea di oggetti di fashion design.

 

Nel nome della collezione risiede l’essenza del loro lavoro. Entropya è una parola di derivazione greca che significa dentro la trasformazione ed è sinonimo di misura nel disordine presente in un sistema fisico.

I gioielli di questa linea vogliono infatti essere una simulazione di un fluido che tramite proprietà fisico-dinamiche deforma un piano. Collane, bracciali e anelli ricreano movimenti spaziali complessi che richiamano la morbidezza di un tessuto, l'articolazione di naturali interazioni tra diverse parti di un fluido a densità elevata.

Le creazioni che fanno parte della collezione Entropya non vogliono essere dei semplici monili, ma dei veri e propri “oggetti di fashion design da indossare” destinate ad un pubblico che ama l’inusuale e il ricercato.

 

Siete a Firenze? Visitate il Duomo, Palazzo Pitti e gli Uffizi. Ma non siate nostalgici perché la creatività fiorentina non si è fermata allo splendore rinascimentale. Fatevi un giro allo studio Amiosya in via Niccolini per scoprire come l’arte sia ancora di casa nel capoluogo toscano.

 

 

Amniosya: Prof. Marino Moretti, Arch. Marco Carratelli, Arch. Lucia Lunghi, Arch.Elvira Perfetto, Arch.Lorenzo Pianigiani, Arch. Lorenzo Pilati

 

Per informazioni

email : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.amniosya.com

blog: amniosya.blogspot.com

Via Niccolini 2, Firenze

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Nata ad Atene nel 1983, ha nutrito fin da piccola forti interessi artistici, che l’hanno  condotta negli Stati Uniti per studiare architettura alla Rhode Island School of Design nel 2003. Si è trasferita poi al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, dove ha proseguito il suo percorso di studi in Textile Design per interni, specializzandosi nella stampa digitale. Ha debuttato nel 2008 con la sua prima collezione, per la quale è stata vincitrice del premio L'Oréal Harrods professional. Con questa presentazione si è aggiudicata il ruolo di pioniera nella rivoluzione della stampa digitale nel tessile, consacrando allo stesso tempo il segno distintivo delle sue creazioni surreali.

 

Il suo lavoro rappresenta un continuo leggibile tra storia dell'arte e tecnologia. Attraverso questa combinazione tecno-storica la designer ha raggiunto una posizione ferma nello scenario della moda internazionale, grazie a progetti ed estetiche originali che riescono in ogni situazione a generare emozioni e reazioni multiple. Con un totale di sette collezioni realizzate, la sua carriera già occupa un posto nell’olimpo del fashion system. Mary ha vinto il Premio svizzero Tessili nel 2010 (del quale in precedenza sono stati vincitori di Alexander Wang, Rodarte e Haider Akermann). Nel 2010 è stata anche nominata miglior talento emergente per i British Fashion Awards ed è stato finalista al Premio Dorchester. Le sue creazioni sono vendute in punti molto selezionati del mondo, tra cui troviamo il Dieci Corso Como, Harrods, Collette, Barney, Harvey Nichols e Browns. La fashion editor Anna Dello Russo è ambasciatrice del marchio.

 

Il lavoro di Katrantzou è caratterizzato da riferimenti e tendenze artistiche che vanno dal costruttivismo russo al futurismo passando per l’Art Deco, la Pop Art, il Surrealismo e l’iperrealismo. Rivela inoltre una costante ispirazione all’architettura, alle arti decorative e ai gioielli. Da tutta quest’opera di miscelazione e filtraggio della designer risultano pezzi di una bellezza allucinogena. Gli indumenti appaiono irreali, di estrema forza, ma carichi di delicatezza. Mary racconta l’armonia visiva degli opposti, mescola il fragile e il grottesco e utilizza spesso la tecnica del trompe l’oeil facendoci dimenticare la distanza tra l'idea e la realtà. La forte identità delle sue “opere scena” è riconoscibile dall’uso massiccio della stampa digitale, attraverso la quale la stilista ci presenta un nuovo design. Ama creare effetti illusori, caleidoscopici, ipnotici e coinvolgenti che producono grande stupore.

 

L’impiego di queste tecniche associate al taglio dei pezzi, i disegni complessi e gli accessori industriali, ci regalano nuovi mondi da contemplare e da indossare. Converte con eccellenza ogni capo in un caos armonico e pieno di dettagli. Va sottolineato come nonostante la complessità delle idee e lo sviluppo delle sue forme, Katrantzou riesca a mantenere ognuna delle sue creazioni nell’ambito dello stile e della femminilità, arricchendo ogni pezzo di una forte libertà creativa. Fantasioso è il suo scorrere libero, dall’idea dello spazio ad altri indirizzi estetici con creazioni uniche e magnifiche nella loro individualità. I temi che la stilista ha sviluppato su i suoi abiti sono gioielli oversize tromp-l’oeil, con grossi pezzi di legno e metallo che ricordano l'estetica dei costruttivisti russi e del futurismo, abiti con colori brillanti, stampati che imitano enormi collane in metallo.

 

Unici gli abiti ispirati a bottiglie di profumo vintage, in questi la stilista ha adattato le forme di queste bottiglie sul corpo femminile con un effetto ottico e vibrante di stampe superelastiche. Un grande lavoro in termini di silhouette, più scolpita e complessa. Katrantzou ha saputo definire il suo segno distintivo di fashion designer, offrendo la sua visione della moda come fuga dalla realtà. Il suo senso di fluidità ha dato ai suoi vestiti in seta, l’effetto del vetro che sembra essere liquido, in movimento. Un'utopia vibrante che l’artista ottiene con le tecniche più innovative. Katrantzou sfida le tendenze, senza guardarsi intorno per rivelare i riflessi del passato e dare loro una visione futuristica, mostrandoci che più è di più.

 

"Ceci n'est pas une chambre" (Questo non è un camera) è il titolo che la stilista ha dato alla collezione primavera/estate 2011. Citando Magritte, gioca con l'idea di introdurre saloni, antiche ville e camere d'albergo degli anni settanta su i suoi abiti, ispirazione proveniente da vecchi numeri di Architettura Digest Magazine e World of Interiors. Mary si riconcilia con la geometria per creare una collezione di abiti unici, in modelli completamente simmetrici e scultorei. Le immagini stampate sugli abiti in questo caso sono soffitti “montati” sulle spalle, finestre con vista sul petto, paesaggi notturni sul bacino e mobili di diverso tipo, accuratamente disposti, con una prospettiva che ci invita a entrare nelle “viscere” dei corpi. Utilizza la struttura dei paralumi per costruire alcune delle sue gonne, proposta audace che è diventata subito cult. Con questi pezzi la stilista crea un valore aggiunto alle sue creazioni, dando loro la possibilità di trasmettere emozioni complesse come la nostalgia lirica e l’alienazione. Propone inoltre ritratti di donne mitiche, come Diana Vreeland o la duchessa di Windsor mimetizzati con gli spazi abitati, collage di uova Fabergé, porcellane di Meissen e vasi Ming, scenari notturni dove grandi costruzioni solcano gli orizzonti in match di colori inediti e sempre di grande impatto visivo.

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Strong Fashion è senz’altro il termine con cui potremmo descrivere il connubio tra l’eleganza di Valentino e l’irriverenza di Richardson. Un braccio tatuato (quello del fotografo) afferra con decisione una borsa e tiene sospeso un sandalo sling back. La potenza di questa advertising nasce dalla fusion della trasgressione con il rosso Valentino. La semplicità dello sfondo lascia chiaro il messaggio della nuova, provocatoria collezione Rockstud Rouge e Noir, un’altra sfida per la Maison sinonimo di lusso e raffinatezza in tutto il mondo. Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri ci dimostrano che anche l’eleganza può osare, senza per questo perdere di allure. Le distanze immaginarie si abbattono! Questo è quello che emerge da questa nuova collezione e dal concept filosofico di una collaborazione innovativa.

La nuova campagna F/W di Valentino si gioca tutta sui contrasti: accantonate le modelle super skinny ed eteree usate per le campagne precedenti da Sarah Moon per la Maison. Lo stile delle foto è quello tipico di Richardson, fondo bianco/grigio e un sapiente ma evidente uso del flash che mette in risalto la specifica crudezza dell’immagine.

I designers affermano 
«E 'stato un piacere per noi lavorare con Terry Richardson per la campagna Fall 2013. Terry ha interpretato le nostre edizioni speciali Rockstud Rouge e Noir raccontado con il suo tocco la natura elegante e sensuale dei nostri accessori, descritti come oggetti del desiderio».
 Scattata a Roma presso lo studio Backspace, la nuova adv è stata curata dall'agenzia Rem, a stretto contatto con la Maison dalla campagna pubblicitaria del 2009.

Terry Richarson ha saputo dare un forte tocco glamour-rock alle borse e alle scarpe borchiate di Valentino. Il fotografo ha collaborato a stretto contatto con i due direttori artistici della griffe, che sono rimasti soddisfatti del risultato allo stesso tempo chic e provocatorio degli scatti. La campagna verrà pubblicata sulle maggiori riviste di moda a partire da metà maggio negli USA, in Italia, in Russia, in Giappone, in Francia, in Gran Bretagna e in Cina. La collezione Rockstoud per l’autunno inverno propone un look casto ma sexy per dare uno spirito glamour e rock tra borchie e sensualità. Terry Richardson, noto per le sue trasgressioni davanti all’obiettivo, non si ferma davanti a nulla quando vuole shockare, e il fatto che venga scelto come fotografo per una campagna, è già di per sé, un evento mediatico. Ecco perché colpisce la svolta “aggressiva” di un marchio classico come Valentino dedito a concetti e forme comunicative così diametralmente opposte. Fashion has not limits !

 

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Eleganti forme architettoniche convertite in stoffa, questa è l’essenza di Caira Design, una realtà importante del territorio milanese che nasce dall’estro creativo di Francesca Caira.

 

Il percorso della designer di distingue per una solida formazione: dopo un diploma allo IED in Industrial Design si butta nel mondo del lavoro, maturando una serie di esperienze come stilyst e in diversi laboratori di artigianato artistico.

 

Trovata la sua identità artistica Francesca Caira dà vita a quello che sarà il progetto più importante della sua vita.

La creatività della designer si trasforma nella progettazione di una linea donna di abbigliamento e accessori.

 

Caira Design è un brand che rivela molto della personalità e formazione della sua ideatrice.

 

Il marchio vuole essere modernissimo, oserei dire futuristico, con forme geometriche non convenzionali e tagli suggestivi , senza cadere nell’ eccesso, ma ricercando sempre portabilità e raffinatezza, facendo sentire le donne che indossano queste creazioni a loro agio e uniche.

 

La fonte di ispirazione di Francesca Caira sono le persone “comuni” che quotidianamente incontriamo camminando per la strada con le loro esigenze e i loro sogni, ma anche i film e i viaggi che amplificano la visuale di osservazione, permettendo di anticipare i bisogni e creare nuove tendenze.

 

Altri due imperativi del marchio Caira Design sono l’italianità e la sostenibilità.

Tutti i prodotti sono 100% made in Italy, dalla progettazione ai materiali, fino alla produzione. Inoltre la designer affianca alla linea di abbigliamento e accessori la realizzazione di pezzi unici ottenuti destrutturando e ricomponendo capi vintage.

 

Neonata in casa Caira è la collezione Tourbillon in cui fanno da protagonisti  vecchi kimono e gilet vintage che vengono reinventati in chiave moderna in una sapiente combinazione di elementi di alta qualità e dettagli.

 

Per conoscere la nuova linea di Francesca Caira e altre sue creazioni non perdetevi l’evento  Nerospinto Borderline Design, sabato 13 aprile presso lo Spazio Giulio Romano 8

Per molti riconoscere la propria passione è difficile, un lavoro di anni; altri invece già da piccolissimi riescono a vedere oltre, trovano, tra i mille stimoli della vita, quell’attività che non li stanca mai, un mondo in cui trovare ispirazione e verso il quale saranno sempre curiosi, appunto, come bambini.

 

Per Marika Guida è stato così: fin da piccola sviluppa la passione per il disegno e per il lavoro artigiano mentre osserva il padre e la nonna alle prese con questa attività spesso dura, ma in grado di dare moltissime soddisfazioni.

Così Marika si indirizza verso gli studi creativi e, una volta laureata all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino in scenografia e costume, dirige le sue attenzioni artistiche verso il mondo del design frequentando un master presso lo IED di Torino.

 

Completata la sua formazione Marika comincia a produrre quelle che è lei stessa a definire “sculture tessili”; si tratta di capi d’abbigliamento per la vita di tutti i giorni, accessori, costumi per lo spettacolo e gioielli.

Il tratto distintivo delle sue creazioni è l’unicità, nel modello e nel materiale, in un tentativo di distacco dalla produzione in serie, noiosa agli occhi della stilista.

La sua ultima recentissima collezione è uscita a marzo 2013 e vanta dei pezzi esclusivi dal sapore primaverile e un po’ retrò: elegantissimi cappelli, orecchini grandi e colorati, pantaloni con cuciture a cannone e splendidi vestiti.

 

Dopo aver ricevuto nel 2012 l’onorificenza  “Eccellenza Artigiana” e aver poi continuato a disegnare tra l’Italia e l’America, la designer diffonde le sue creazioni grazie ad internet e ai social network: Twitter, Facebook ed Etsy sono tra i metodi più veloci per entrare in contatto con lei.

 

La possibilità di toccare con mano ed indossare un abito o un accessorio sognando di essere la donna pensata appositamente per loro tuttavia non batterà mai nessun sito di e-commerce, ed è per questo che Marika invita chiunque lo volesse a visitare il suo Atelier nel cuore di Torino e noi di Nerospinto vi suggeriamo di venire a conoscerla Sabato 13 aprile all’aperitivo organizzato allo spazio Giulio Romano 8, in occasione della Nerospinto Borderline Design Week.

Parlare di lusso al giorno d’oggi significa farlo con la piena consapevolezza di ciò che tal concetto ha rappresentato nel passato, evitando anche di inciampare in ricorrenti luoghi comuni. Magnificenza, sofisticatezza, ricercatezza  potrebbero essere considerati nel contempo sinonimi e caratteristiche del lusso.

E’ tuttavia necessario sottolineare che,  se ci si riferisce al lusso inteso come ricchezza e nello specifico ad oggetti costosi, in quel caso si tratterebbe di una ormai superata concezione dello stesso. Non è infatti detto che un oggetto particolarmente caro sia logicamente lussuoso, né tantomeno elegante. Anzi, un’eccessiva esibizione di oggetti del lusso sfocia in volgarità o in cattivo gusto.

Oggi si tende a definire il lusso come un ‘qualcosa’ a cui la nostra mente è rivolta o, più semplicemente, da cui è attratta in quanto manifestazione di una perfezione attraverso cui i nostri sensi si sentono appagati.

Decade il vecchio concetto di status symbol per essere sostituito da quello di style symbol: si vuole entrare in possesso di un oggetto del lusso non per testimoniare l’appartenenza ad una èlite, ma per sentirsi ‘esclusivi’.

Quello del lusso e quello del design sono due mondi che viaggiano di pari passo, incontrandosi e scontrandosi, portando alla luce nuove realtà estetiche che trascendono il necessario. Ci si ritrova improvvisamente colti da un desiderio: quello di cedere alle lusinghe che alcuni oggetti esercitano su di noi. Automobili dal design d’avanguardia, collier in oro impreziositi dai diamanti più ricercati, yacht arredati come alberghi a cinque stelle e, perché no, abiti. Già, anche - o meglio soprattutto -  la Couture è legata al mondo del lusso. Nell’ambito specifico della Moda, il lusso deve essere oggi interpretato come l’occasione per cimentarsi nella sperimentazione finalizzata alla ricerca di nuove soluzioni che non risultino scontate o già viste - rischio che si è riproposto spesso e volentieri negli ultimi anni anche a causa della nascita di aziende di ‘fast fashion’. Proprio per contrastare questo mercato  che inevitabilmente induce ad una forma di globalizzazione/omologazione, nell’ultimo decennio si è pensato di poter trovar rifugio nell’artigianalità. Parlare di artigianalità implica parlare del lusso, un po’ come un’equazione matematica: un abito, un accessorio, una scarpa pensati e realizzati a mano e su misura diventano oggetti di lusso.

A cadenza stagionale, puntualissima come da calendario,  la Moda si fa spazio nei principali centri: New York, Londra, Milano, Parigi. Ogni collezione presentata sulle passerelle esprime il tentativo di voler reinterpretare l’identità della maison e, contemporaneamente, offrire al pubblico il frutto di nuovi studi relativo alle forme, ai volumi, dettagli, lavorazioni, stampe e ricami. La necessità di intraprendere nuove strade tesa ad una continua evoluzione è propria del prêt-à-porter di un certo tipo, ossia quello che si identifica come ‘alto’ in quanto a creatività e qualità, ed anche dell’Haute Couture.

Sulle passerelle sfilano abiti che, per la qualità e la meticolosità della manifattura, comunicano un’idea di lusso e di sofisticatezza.

Ne sono sicuramente un esempio i capi delle ultime collezioni firmate da Riccardo Tisci, direttore creativo del marchio francese Givenchy. Lo stilista italiano concretizza l’incontro fra la sua immaginazione ispirata dall’ osservazione del mondo e lo studio delle culture e delle sub-culture contemporanee da cui si lascia contaminare. Non mancano mai riferimenti letterari, musicali, cinematografici e artistici. Gli abiti non sono semplici ‘ritagli di stoffa cuciti’, ma uno strumento attraverso cui raccontare delle storie, delle emozioni, delle visioni.

Abiti che impressionano per la precisione dei ricami tridimensionali che li caratterizzano, per le lavorazioni ottenute attraverso gli intrecci con la pelle o il visone rasato, per i giochi di frange in nappa, per la preziosità dei tessuti di cui son fatti, per le ricercate ed equilibrate geometrie costruttive finalizzate alla definizione di silhouette contemporanee. Ed è proprio nella minuziosità di questi dettagli che si nasconde il lusso.

Lo stesso discorso potrebbe essere fatto se ci si riferisce al duo composto dagli stilisti Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, a capo della storica maison Valentino. Attraverso le loro collezioni di prêt-à-porter e di Alta moda si percepisce come il concetto di lusso inteso come classe e discrezione nella ricchezza sia stata la svolta attraverso cui poter re-interpretare il marchio romano. Nel loro caso specifico si potrebbe parlare di lusso dell’artigianalità: nell’ ultima collezione estiva di Haute Couture emerge ancora una volta la straordinaria creatività del duo se non l’eccezionale bravura delle mani delle première che hanno saputo parafrasare attraverso costruzioni, cuciture e sperimentazioni di ricami la storia immaginifica che era alla base dell’ispirazione. Ne sono un chiaro esempio i capi impreziositi dal disegno di una cancellata reso attraverso un piping  cucito con la tecnica del sottopunto o da fiori croché in 3D e paillettes di ceramica che si confondono fra le iridescenze madreperlacee dei tessuti, rimandando così a quell’idea di giardino, quasi onirico, da cui ha avuto vita il racconto.

La Moda è capace di regalare forti emozioni come in un climax ascendente sia a chi sa interpretarla o sia a chi, semplicemente, si limita ad osservarla. Un po’ come quando ci si ritrova dinanzi a “La zattera della medusa” di Géricault o si assiste ad un film di Lars von Trier: non si finisce mai con lo stupirsi. E di fronte a tutto ciò, forse, diventerebbe superfluo chiedersi perché la Moda sia un lusso.

 

Luigi Gentile

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