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In scena Viola Graziosi per la prima nazionale di Penthy Sur La Bande al Teatro i di Milano fino al 18 febbraio 2019. L'autrice dello spettacolo è la drammaturga francese Magali Mougel per la regia di Renzo Martinelli.
Dal 13 Ottobre al 1 Novembre, Londra si riempie di storia, bellezza ed eleganza. Mademoiselle Privé è il nome della mostra dedicata a Coco Chanel ospitata dalla Saatchi Gallery.
Mademoiselle Privé, le due parole scritte sulla porta dell’atelier di Gabrielle Chanel di Rue Cambon, sono oggi il richiamo alla scoperta della creatività di quel luogo intimo che ha segnato per sempre la moda di tutto il mondo.
Una mostra che ripercorre i traguardi fondamentali dell’universo Chanel, partendo dalla Haute Couture, fino alla collezione di alta gioielleria “Bijoux de Diamants”, senza dimenticare la fragranza per eccellenza, Chanel N°5.
Il viaggio tra le meraviglie della maison Chanel ha inizio con un giardino inglese curato dai designer Harry e David Rich, che celebra la vita di Coco tramite tre aree distinte, una prima zona Liberty, simbolo della sua grande libertà, una Boy Capel, omaggio al suo grande amore e infine Leo, come il suo segno zodiacale.
La mostra poi si sviluppa all’interno con uno spazio espositivo di tre piani che propone alcune delle migliori creazioni dell’Haute Couture e una riedizione della collezione “Bijoux de Diamants”, l’unica disegnata da Coco nel 1932.
Mademoiselle Privé sarà arricchita anche da alcune creazioni del successore di Gabrielle Chanel, Karl Lagerfeld, oggi custode dell’unicità del mondo Chanel, e da meravigliosi scatti in bianco e nero realizzati appositamente da Karl Lagerfeld alle iconiche muse delle collezioni Chanel. Tra di esse nomi di successo come Julianne Moore, Kristen Stewart, Vanessa Paradis e Lily-Rose Depp immortalate nello storico appartamento parigino di Coco.
Infine uno spazio interamente dedicato all’icona della maison parigina, la fragranza Chanel N°5, intramontabile classico della donna Chanel.
Un’esposizione che ripercorre i segreti e lo stile inconfondibile di un marchio che ha fatto e continua a fare la storia della moda, un’occasione per avvicinarsi ad un universo incantato a cui, nel proprio intimo, ogni donna sogna di appartenere.
Info:
Mademoiselle Privé
Dal 13 Ottobre al 1 Novembre
Presso la Saatchi Gallery, Londra.
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L'ultimo spettacolo di Anton Cechov, "il giardino dei ciliegi ", è un classico sul cambiamento ambientato ai giorni nostri, tempi in cui abituarsi a modificare le proprie abitudini non è affatto facile.
E' inevitabile soffrire per le metamorfosi, in quanto se pur inconsciamente ci si presenterà un nuovo mondo e universo a cui doversi riadattare.
Una vera e propria crisi valoriale, proprio come in Russia all'inizio del 1900. La famiglia protagonista infatti rispecchia la decadenza di una classe sociale e l'affermarsi di un'altra, quindi un vero e peoprio cambiamento della società.
Tema principale è il non detto: oggi si tende infatti a trasfigurare la realtà, tanto da poter dire che stiamo bene, anche se così non è.
Dal 23 ottobre al 2 novembre, lo spettacolo andrà in scena al Teatro Filodrammatici di Milano.
La settimana più piena di eventi di Milano sta per iniziare. In occasione del Salone del Mobile, il capoluogo lombardo si animerà con inaugurazioni, esposizioni e avvenimenti da non perdere.
La zona di Porta Romana ospiterà diverse esposizioni tra le quali una da non perdere è quella in Cascina Cuccagna.
Lafuma, il marchio di riferimento per i mobili da esterno, partecipa quest’anno al Fuorisalone in una location che più outdoor non si può: il giardino della Cascina Cuccagna!
Durante l’esposizione verranno presentati alcuni modelli della collezione 2015, tutti realizzati all’insegna dell’eleganza e dell’ingegnoso design, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
La linea di sdraio Maxi Transat propone una collezione con dimensioni più grandi e attuali, adatte alle nuove esigenze di comfort di tutte le corporature. I 65 mm in più di larghezza rispetto alle collezioni passate, apportano un notevole miglioramento e offrono una nuova dimensione a questa classica sdraio LAFUMA, rendendola ineguagliabile.
Le sdraio sono caratterizzate da colori vitaminici e di tendenza per portare il sorriso e il buon umore sulle terrazze e nei giardini di chi decide di acquistare questo pezzo unico. I suoi tessuti, apprezzati per la robustezza, sono resistenti ai raggi UV e mantengono le loro caratteristiche inalterate con il passare del tempo.
In occasione del Fuorisalone il giardino della Cascina Cuccagna ospita, in una versione davvero king size, ancora più grande, la GIANT TRANSAT.
Provate il comfort, divertivi con gli amici a scattare foto buffe, fatevi affascinare dai colori sgarcianti delle sdraio king size! Sulla pagine facebook di Lafuma Mobili Italia sarà possibile poi vedere tutte le foto e partecipare al concorso per vincere delle fantastiche sdraio Maxi Transat!
L’evento inizierà l’8 Aprile e terminerà il 13 Aprile presso la Cascina Cuccagna, il locale/orto/giardino/ostello di Porta romana.
Nerospinto consiglia di segnarlo in agenda!
Per maggiori informazioni si possono visitare i seguenti siti:
Cascina Cuccagna
Via Cuccagna 2/4
ang. via Muratori
20135 Milano (Mi)
Italia
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(tel) 02 8342100702 83421007
La primavera, che tanto si è fatta attendere, sta finalmente sbocciando e con lei molte varietà diverse di fiori che riempiono di colore gli spazi intorno a noi.
Il periodo di maggio è da sempre associato al fenomeno del rifiorire di diverse tipologie di piante e boccioli: dalle rose, simbolo inequivocabile del mese e delle festività che celebra, ai gladioli, dai meravigliosi iris, ai profumati fiori d'arancio, i narcisi, le orchidee e i rami di glicine che si snodano in tortuose decorazioni attraverso balconate e recinzioni.
Questo spettacolo meraviglioso non è piacevole solo alla vista, riempiendo il nostro sguardo di tante pennellate vivaci, o all'olfatto, nel momento in cui l'aria è ricolma di inebrianti profumi: lo spettro dei nostri sensi può essere stimolato in una modalità nuova e desueta.
Per chi ama sperimentare in cucina, infatti, la componente floreale può essere presente anche sulle nostre tavole, solleticando il nostro gusto in alcune pietanze.
Determinati fiori, o solo parti di essi, sono commestibili e possono essere utilizzati come eleganti guarnizioni o ingredienti (in quantità più consistenti) per dare freschezza e un tocco in più ai nostri piatti.
I fiori di zucca e zucchina sono forse i più comunemente utilizzati nelle nostre cucine, ma molti altri possono essere adoperati nella preparazione di sfiziose insalate o cotti per insaporire gustosi primi, contribuendo anche in modo benefico al funzionamento del nostro organismo.
La borragine ad esempio, molto utilizzata in cucina per insaporire ripieni o zuppe, contiene fitoestrogeni utili a regolare la funzione ormonale in donne con problematiche quali ovaio policistico o endometriosi, ma anche con funzione protettiva contro la formazione di noduli al seno.
O, ancora, i fiori di tarassaco, il dente di leone che illumina i nostri campi in questa stagione, sono utilissimi per le loro proprietà epatoprotettrici e diuretiche, e (come i fiori di zucca) sono ricchi di carotenoidi e vitamina A.
Poco conosciute sono inoltre le proprietà insite nei fiori di piante aromatiche molto utilizzate quali rosmarino, timo e maggiorana che hanno potere antiossidante.
Per chi abbia voglia di cimentarsi nella preparazione di profumate portate, Nerospinto propone un menu sfizioso per 2 in cui conciliare gusto e benessere in poche portate:
Fiori di glicine in tempura
fiori di glicine
farina 0
acqua frizzante ghiacciata
olio di arachidi per friggere
Preparate la pastella e lasciatela riposare in frigorifero per un paio d'ore (è necessario che sia molto fredda).
Immergete nella pastella i fiori a grappoli, lasciando sporgere il picciolo e friggerli, pochi alla volta, in abbondante olio.
Appena sono dorati toglieteli, asciugateli su carta da cucina, salate e servite.
Riso ai petali di rosa
150 g di riso Carnaroli o Arborio 1 cucchiaio di burro mezzo scalogno finemente tritato 70 ml di vino bianco secco brodo vegetale 4 cucchiai di petali di rose
Lavate bene i petali e lasciateli per 10 minuti in una tazza d'acqua tiepida. Soffriggete nel burro lo scalogno,aggiungete il riso e fatelo dorare. Alzate il fuoco e bagnate il riso prima con il vino, che lascerete evaporare, con 1 mestolo di brodo bollente e poi coll'acqua di rose, quindi continuate a rimestare.
Poco prima di togliere il riso dal fuoco, aggiungete dei petali freschi. Una volta cotto, toglietelo dal fuoco, e lasciatelo mantecare. Il sale è bene aggiungerlo in ultimo.
Palline di ricotta con fiori di rosmarino100 gr di ricotta
200 gr di caprino
nocciole tritate
fiori di rosmarino
sale, pepe
Amalgamate la ricotta e caprino, quindi insaporite con sale e pepe. Aiutandovi con le mani, formate delle palline grandi come una noce e passatele con le nocciole tritate e i fiori di rosmarino.
Conservate in frigorifero fino al momento di servirle.
Biscotti al tarassaco
100 gr di farina
un pizzico di lievito
50 gr di fiocchi d'avena o muesli
70gr di miele millefiori
olio di semi
10 fiori di tarassaco
scorza di 1/2 limone
1 uovo
Preriscaldate il forno a 160-170°. Lavate i fiori e poneteli su un canovaccio ad asciugare.
In una ciotola sbattete brevemente le uova, il miele e un filo d'olio; aggiungete poi la scorza del limone e i petali del tarassaco, scegliendo solo quelli più gialli. Unite la farina, il lievito e i fiocchi d'avena.
Con l'ausilio di un cucchiaio, disponete l'impasto su una teglia in modo da lasciare i biscotti ben distanziati tra loro.
Fate cuocere in forno per 15-20 minuti, finché non saranno dorati. Fateli poi raffreddare su una gratella.
È importante sottolineare che, per quanto i fiori abbiano generalmente un effetto protettivo sul sistema immunitario, la presenza dei pollini preclude a chi soffre di allergie di poter degustare pietanze simili.
Altro consiglio prioritario è quello di non acquistare i fiori dal fiorista per usarli in cucina: questi, infatti, vengono preservati con lacche e pesticidi che posso solo arrecare danno al nostro organismo. Data la natura piuttosto comune delle specie floreali menzionate, il suggerimento è quello di coglierle dal proprio giardino o in aperta campagna.
Se siete alla ricercate ulteriori informazioni sulle proprietà specifiche dei singoli fiori o curiosità sul tema, potete rivolgervi alla Dott.ssa Arianna Rossoni che saprà darvi maggiori ragguagli in merito o suggerirvi nuove golose ricette: http://www.alimentazioneinequilibrio.it/
Buona primavera e buon appetito!
Ci sono dei luoghi, a Milano, poco frequentati, ma non per questo meno belli di molte altre mete turistiche che la città offre.
Alcuni, “i miei luoghi del cuore”, li trovo così affascinanti da farmi entrare subito in uno strano mood di felicità e pace interiore.
Uno di questi è la Villa Reale di via Palestro e il suo magnifico giardino. Nonostante sia sede della Galleria d’Arte Moderna (e l’ingresso sia gratis), ogni volta che vado è completamente vuoto.
Camminando su preziosi pavimenti a intarsio, si scoprono opere dei maggiori artisti del XVIII e del XIX secolo (per citarne solo alcuni: Antonio Canova, Francesco Hayez, Giovanni Segantini e Medardo Rosso) e del Novecento, rappresentati dalle opere dono di importanti famiglie (tra cui Pablo Picasso, Amedeo Modigliani e Vincent Van Gogh).
Gli interni sono, a dir poco, meravigliosi. La sala da ballo, con i suoi grandi lampadari e gli affreschi di Andrea Appiani, assume un'aura magica quando il sole filtra dai grandi tendaggi delle finestre.
Uscendo, per il grande scalone, si raggiunge l'incantevole giardino all'inglese, il primo realizzato a Milano, che ha, al suo centro, un laghetto a “S” abitato da anatre e tartarughe.
La naturalità del verde si abbina perfettamente alla struttura classica della palazzo. Provate a sedervi sulla panchina vicino al tempietto: il rumore della metropoli sparisce e vi sembrerà di stare in un'altra città o, forse, in un'altra epoca.
Un posto da vivere e da riscoprire.
Galleria d'Arte Moderna di Milano
via Palestro 16 - 20121 Milano
Telefono 02 884.459.47
Fax 02 884.4459.51
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INGRESSO GRATUITO
ORARI DI APERTURA:
Da martedì a domenica dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle ore 14:00 alle 17:30
Carrousel non è solo un mercato, ma è l’idea che un’esperienza non possa stare senza l’altra.
E’ formato da un’area chiamata le Marchè, uno spazio espositivo nel quale ammirare e poter acquistare pezzi unici fatti a mano da artigiani, designer e stilisti, e da alcuni laboratori che prendono il nome di les Ateliers, per grandi e piccoli, per coloro che vogliono liberare la propria creatività realizzando personalmente degli oggetti.
E’ un evento quindi dedicato all’autoproduzione ricercata, all’unicità e alla condivisione di saperi, che si terrà domenica 21 aprile dalle 10.30 alle 20.30 presso Cascina Cuccagna.
Tanti makers, laboratori creativi per adulti e bambini, giochi e animazione in giardino e una sorpresa musicale negli spazi dell'esposizione.
Particolarità di quest’edizione sarà la presenza raccolta alimentare dell’associazione SOS Bambini a sostegno di due centri per l’infanzia in Romania, di cui la curatrice di Carrousel Michela Muroni, è responsabile del progetto cucito.
Alle.14.30 ci sarà un concerto di un maestro musicista di origine serba, Jovica Jovic, che suonerà la fisarmonica, seguito da visite guidate alla Casina per scoprire la storia e il progetto fino alle 16.30.
Dalle 14.30 alle 18.30 ci saranno giochi con i palloncini di Auliulè e dalle 16.30 alle 18.30 giochi di una volta in giardino, tra cui corsa con i sacchi, tiro alla fune, bandiera, ecc…
Domenica 21 aprile
Dalle 10.30 alle 20.30
Cascina Cuccagna
via Cuccagna 2/4 Milano
Nerospinto è cultura a 360 gradi, è sguardo sul mondo e sulle tendenze, attento ad ogni cambiamento e trasformazione in atto e, nel suo spirito “cosmopolitartistico”, non poteva non raccontarvi di “God Save The Green”, film documentario prodotto dall’emiliana Mammut Film e distribuito dalla Cineteca di Bologna, con un fitto calendario di proiezioni in circuiti indipendenti.
Associazioni culturali, cineteche e amministrazioni pubbliche stanno ospitando in queste settimane l’ultimo lavoro dei filmakers Michele Mellara e Alessandro Rossi, attivi da un ventennio sul fronte del documentario (e non solo), che ci portano in giro per il mondo – Marocco, Brasile, Kenya, Germania e Italia – in una perfetta fusione di realtà e di estetica dell’immagine, in una dimensione insieme poetica e conoscitiva.
La terra, nuda e nera, pronta ad accogliere i semi per riempirsi e riempire di verde città, villaggi, persino terrazze metropolitane: da questo punto di partenza - denominatore comune di una ricerca scientifica prima che artistica, portatrice di contenuti con un linguaggio diretto e antididascalico - i personaggi incontrati rivelano come sia ancora possibile guardare in basso, uscire dalla logica dei centri commerciali, dalla povertà e dalla dittatura del cemento semplicemente coltivando la terra.
Un nuovo modo di stare insieme, di condividere tempo e spazi ma anche di guadagnare, inventandosi nuove tecniche di coltura a costo zero, come è successo alle donne di Teresina, in Brasile, felici di dedicarsi insieme alla produzione di nuovi ortaggi, in una valorizzazione dell’ambiente che diventa anche riqualificazione sociale.
Sulla stessa lunghezza d’onda si viaggia a Berlino, dove può succedere di trovare gruppi di cittadini chini sul terreno per curare le piante disseminate in uno spazio comune, dove tutti possono essere parte di un orto dai confini urbani, esperienza che anche in Italia si sta facendo largo negli ultimi anni da nord a sud, riscoprendo un valore in via di estinzione in contesti cittadini, laddove le nuove generazioni scoprono frutta e verdura tra le corsie dell’ipermercato perdendo sapori, odori e sensazioni di antichissima tradizione.
Ma in Italia, nel pieno centro di Torino, c’è chi ha sfidato qualunque legge agronomica e ci mostra in tutto il suo splendore un giardino pensile pieno di colore, invasione di campo positiva nelle strette maglie urbane. E c’è chi si spinge addirittura oltre, come Franziska, che a Berlino scatena una guerilla a suon di fiori con il pacifico obiettivo di portare il bello dove regnano sterpaglie e abbandono.
Il cambiamento è in atto, è possibile insomma, ad ogni latitudine, basta solo guardarsi intorno e soprattutto guardare in basso, scendere dagli ascensori e dalle scale mobili dei Supermalls per riconquistare la terra, perché “God Save The Green” è storia di tutti, o almeno aspira a diventarlo, contaminando pensiero e azione.
Per il calendario delle proiezioni e per altre informazioni sul film è visitabile il sito web ufficiale http://godsavethegreen.it/italiano/.
Il pensiero comune ci induce ad associare la cerimonia giapponese del tè ad una pratica antica, di valenza prettamente estetica; un rito composto ed elegante che ha fatto il suo tempo e piacevole da osservare.
In realtà, nella terra del Sol Levante, la condivisione di una profumata tazza di tè è un'usanza ancora fortemente radicata e assume precisi connotati simbolici e filosofici, soprattutto se inserita nel più complesso contesto cerimoniale.
Il tè fu importato in Giappone dalla Cina dai monaci intorno al VI Sec., insieme al buddismo, e il suo impiego accompagnava le meditazioni, infondendo vigore. Nei riti in onore di Buddha, l'assunzione di tè era intesa come “illuminazione”, il risveglio al quale i buddisti aspirano.
Un mercante, Sen no Rikyu, decise di codificare il rito zen in una cerimonia ben definita, per rendere possibile alla gente comune uno spazio di condivisione, fondato sulla preparazione e il consumo della bevanda, volto alla ricerca di un senso di pace.
Il rituale si basa su pochi semplici dettami: può svolgersi alla presenza di un numero massimo di cinque individui (amici, familiari o ospiti di prestigio), i presenti devono predisporre il proprio animo alla condivisione e al raggiungimento di un senso di pace, oggetti e individui devono disporsi in modo da creare un ambiente armonico.
La cerimonia del tè si svolge nella cosiddetta stanza del tè (cha shitsu), un angolo dedicato all’interno di un’abitazione o, nel caso delle antiche dimore tradizionali, parte di una costruzione apposita, la casa del tè (sukiya).
La stanza si caratterizza per la sobrietà e l’essenzialità: la quasi totale assenza di mobili ed i materiali umili (paglia e legno) richiamano un senso di purezza e soprattutto la dimensione del vuoto, cui la meditazione zen aspira, lasciando spazio al pensiero, alla contemplazione che allontanano ansie e i richiami alla materialità della vita quotidiana.
Prima di entrare nella casa del tè, gli invitati devono attraversare il roji (il giardino del tè), per predisporsi ad un contatto più diretto con la natura e fare in modo che, all'ingresso, l’animo si sia già placato.
Al centro della stanza è posto il braciere sul quale scaldare l’acqua: intorno ad esso si dispongono ordinatamente coloro che intervengono alla cerimonia. Durante l'assunzione e la preparazione della bevanda, i presenti assumono la tipica seduta giapponese perché, nel predisporsi ad accogliere la serenità, non deve mancare il rispetto per le persone presenti e per la loro meditazione.
Sen no Rikyu decretò, infatti, che colui che partecipa alla cerimonia deve entrare in possesso di 4 virtù: armonia, rispetto, purezza e serenità.
In ottemperanza alla prima virtù, all'interno della stanza sono volutamente convogliati i 5 elementi base della concezione dell'universo: il legno (degli utensili e della stanza); il fuoco (del braciere); la terra (le tazze in ceramica), il metallo (il bollitore); l'acqua.
La cerimonia del tè può avere una durata variabile: dai pochi istanti di un incontro fugace, può prolungarsi sino a 4 ore e sebbene si componga di fasi definite, essa di delinea come un lento flusso in cui attese, conversazioni e degustazioni si alternano piacevolmente.
I 3 momenti principali che la compongono sono: il kaiseki, intervallo durante il quale gli invitati consumano un pasto leggero in attesa che l'ospite predisponga la stanza del tè; il goza iri (fase del tè denso), in cui viene servito il koicha (tè grossolano); l'usucha, in cui viene servito un tè più fine. Come già detto, gli invitati possono usufruire del tempo che ritengono necessario per rinfrancarsi.
Durante la cerimonia, ognuno dei 5 sensi assume una valenza primaria e viene coinvolto da differenti sensazioni:
il gusto: in base al tipo di tè servito, cambia il modo di berlo e assaporarlo. Gli stimoli che pervengono sono differenti, così come le sensazioni suscitate: il koicha viene servito in una sola tazza, che viene offerta prima all’ospite di maggior rilievo il quale ne beve un sorso, si sofferma ad assaporare il tè, quindi la porge alla persona accanto che farà lo stesso. Il senso di condivisione è molto forte. L’usucha viene invece servito in tazze singole, sorseggiato brevemente per 2/3 volte, quindi si procede con un più ampio sorso per abbeverarsi e abbandonarsi alla quiete.
l'olfatto: prima di bere sia il koicha che l'usucha, i presenti ne aspirano il profumo (più intenso nel primo, dolce nel secondo), pregustandone il sapore: l'aroma che li pervade preserva lo stato di pace. Prima di lasciare la stanza, se gradiscono, gli invitati possono odorare un'ultima volta le tazze per portare con sé il ricordo delle sensazioni provate.
la vista: continuamente stimolata, assume un ruolo importante per favorire la costruzione di un'armonia interiore. Sin dal roji, gli invitati si rapportano con un ambiente che richiama una natura semplice ed incontaminata. Giunti all'interno della stanza del tè, l'aspetto essenziale, unito ai sobri ed incantevoli decori, come gli ideogrammi alle pareti e l'ikebana (composizione floreale simbolica), accolgono uno sguardo alla ricerca di quella bellezza che si vuole vedere riflessa nel proprio animo.
Lo stesso colore del tè è determinante: solo quando il verde della bevanda avrà il tono della "giada liquida", questo sarà pronto per essere servito e ammirato.
l'udito: la scansione del tempo durante la cerimonia è dettata dal suono del gong, le cui vibrazioni risuonano sin nel profondo dei presenti.
Una volta all'interno della cha shitsu, le conversazioni vengono abbandonate sino al momento in cui il tè sarà servito, il silenzio avvolge la sala e l'assenza di suono si tramuta in un condiviso stato di serenità e meditazione.
il tatto: l’ingresso nella sala del tè avviene carponi: questo implica un contatto ed una prima conoscenza dell’ambiente e dei materiali, con i quali entrare maggiormente in sintonia; inoltre, sfiorare con le labbra la medesima tazza porta ad avvertire una maggiore empatia con le persone nella stanza. Per concludere, il metodo corretto di sostenere la tazza e portarla alla bocca implica che entrambe le mani vi aderiscano completamente, in modo che il calore irradiato venga completamente assorbito dalla persona.
Ciò che ad un osservatore distaccato appare come un coreografico susseguirsi di gesti e posture, in verità è un metodico percorso per predisporsi al meglio ad un momento più solenne e profondo, uno stato di armonia in cui l'individuo è coinvolto nella sua interezza e nel suo relazionarsi con l'ambiente.
Porgere una tazza di tè è molto più che un gesto di cortesia: è un invito a condividere un luogo, un tempo, un sentire interiore.
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