CHIAMACI +39 333 8864490
Utilizziamo i cookie per rendere il nostro sito più facile ed intuitivo. I dati raccolti grazie ai cookie servono per rendere l'esperienza di navigazione più piacevole e più efficiente in futuro.
I cookie sono piccoli file di testo inviati dal sito al terminale dell’interessato (solitamente al browser), dove vengono memorizzati per essere poi ritrasmessi al sito alla successiva visita del medesimo utente. Un cookie non può richiamare nessun altro dato dal disco fisso dell’utente né trasmettere virus informatici o acquisire indirizzi email. Ogni cookie è unico per il web browser dell’utente. Alcune delle funzioni dei cookie possono essere demandate ad altre tecnologie. Nel presente documento con il termine ‘cookie’ si vuol far riferimento sia ai cookie, propriamente detti, sia a tutte le tecnologie similari.
I cookie possono essere di prima o di terza parte, dove per "prima parte" si intendono i cookie che riportano come dominio il sito, mentre per "terza parte" si intendono i cookie che sono relativi a domini esterni. I cookie di terza parte sono necessariamente installati da un soggetto esterno, sempre definito come "terza parte", non gestito dal sito. Tali soggetti possono eventualmente installare anche cookie di prima parte, salvando sul dominio del sito i propri cookie.
Relativamente alla natura dei cookie, ne esistono di diversi tipi:
I cookie tecnici sono quelli utilizzati al solo fine di "effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica, o nella misura strettamente necessaria al fornitore di un servizio della società dell'informazione esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente a erogare tale servizio" (cfr. art. 122, comma 1, del Codice). Essi non vengono utilizzati per scopi ulteriori e sono normalmente installati direttamente dal titolare o gestore del sito web. Possono essere suddivisi in: • cookie di navigazione o di sessione, che garantiscono la normale navigazione e fruizione del sito web (permettendo, ad esempio, di autenticarsi per accedere ad aree riservate); essi sono di fatto necessari per il corretto funzionamento del sito; • cookie analytics, assimilati ai cookie tecnici laddove utilizzati direttamente dal gestore del sito per raccogliere informazioni, in forma aggregata, sul numero degli utenti e su come questi visitano il sito stesso, al fine di migliorare le performance del sito; • cookie di funzionalità, che permettono all'utente la navigazione in funzione di una serie di criteri selezionati (ad esempio, la lingua, i prodotti selezionati per l'acquisto) al fine di migliorare il servizio reso allo stesso.
I cookie di profilazione sono volti a creare profili relativi all'utente e vengono utilizzati al fine di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dallo stesso nell'ambito della navigazione in rete. Per l'utilizzo dei cookie di profilazione è richiesto il consenso dell'interessato. L’utente può autorizzare o negare il consenso all'installazione dei cookie attraverso le opzioni fornite nella sezione "Gestione dei cookie". In caso di cookie di terze parti, il sito non ha un controllo diretto dei singoli cookie e non può controllarli (non può né installarli direttamente né cancellarli). Puoi comunque gestire questi cookie attraverso le impostazioni del browser (segui le istruzioni riportate più avanti), o i siti indicati nella sezione "Gestione dei cookie".
Ecco l'elenco dei cookie presenti su questo sito. I cookie di terze parti presentano il collegamento all'informativa della privacy del relativo fornitore esterno, dove è possibile trovare una dettagliata descrizione dei singoli cookie e del trattamento che ne viene fatto.
Cookie di sistema Il sito NEROSPINTO utilizza cookie per garantire all'utente una migliore esperienza di navigazione; tali cookie sono indispensabili per la fruizione corretta del sito. Puoi disabilitare questi cookie dal browser seguendo le indicazioni nel paragrafo dedicato, ma comprometterai la tua esperienza sul sito e non potremo rispondere dei malfunzionamenti. Facebook Facebook utilizza cookie per offrire all'utente funzionalità di condivisione e di “like” sulla propria bacheca. Per maggiori informazioni, consultare la pagina https://www.facebook.com/about/privacy Twitter Twitter utilizza cookie per offrire all'utente funzionalità di condivisione sulla propria bacheca. Per maggiori informazioni, consultare le pagine: https://support.twitter.com/articles/20170519-uso-dei-cookie-e-di-altre-tecnologie-simili-da-parte-di-twitter e https://twitter.com/privacy?lang=it Google+ Google+ utilizza cookie per offrire all'utente funzionalità di condivisione sulla propria bacheca. Per maggiori informazioni, consultare la pagina http://www.google.com/policies/technologies/cookies/ Pinterest Pinterest utilizza cookie per offrire all'utente funzionalità di condivisione sulla propria bacheca. Per maggiori informazioni, consultare la pagina https://about.pinterest.com/it/privacy-policy Durata dei cookie I cookie hanno una durata dettata dalla data di scadenza (o da un'azione specifica come la chiusura del browser) impostata al momento dell'installazione. I cookie possono essere: • temporanei o di sessione (session cookie): sono utilizzati per archiviare informazioni temporanee, consentono di collegare le azioni eseguite durante una sessione specifica e vengono rimossi dal computer alla chiusura del browser; • permanenti (persistent cookie): sono utilizzati per archiviare informazioni, ad esempio il nome e la password di accesso, in modo da evitare che l'utente debba digitarli nuovamente ogni volta che visita un sito specifico. Questi rimangono memorizzati nel computer anche dopo aver chiuso il browser. NEROSPINTO terrà opportuna traccia del/dei consenso/i dell’Utente attraverso un apposito cookie tecnico, considerato dal Garante Privacy uno strumento “non particolarmente invasivo”. L’Utente può negare il suo consenso e/o modificare in ogni momento le proprie opzioni relative all’uso dei cookie da parte del presente Sito Web, tramite accesso alla presente Informativa Privacy che è “linkabile” da ogni pagina del presente Sito. L’Utente ha la facoltá in qualsiasi momento di esercitare i diritti riconosciuti dall'art. 7 del D.Lgs. 196/2003 ed, in particolare, tra gli altri, di ottenere copia dei dati trattati, il loro aggiornamento, la loro origine, la finalità e la modalità del trattamento, la loro rettifica o integrazione, la loro cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco per i trattamenti in violazione di legge e di opporsi per motivi legittimi al trattamento. Per esercitare tali diritti, scrivere a NEROSPINTO . Se è già stato dato il consenso ma si vogliono cambiare le autorizzazioni dei cookie, bisogna cancellarli attraverso il browser, come indicato sotto, perché altrimenti quelli già installati non verranno rimossi. In particolare, si tenga presente che non è possibile in alcun modo controllare i cookie di terze parti, quindi se è già stato dato precedentemente il consenso, è necessario procedere alla cancellazione dei cookie attraverso il browser oppure chiedendo l'opt-out direttamente alle terze parti o tramite il sito http://www.youronlinechoices.com/it/le-tue-scelte Se vuoi saperne di più, puoi consultare i seguenti siti: • http://www.youronlinechoices.com/ • http://www.allaboutcookies.org/ • https://www.cookiechoices.org/ • http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/3118884
Chrome 1. Eseguire il Browser Chrome 2. Fare click sul menù presente nella barra degli strumenti del browser a fianco della finestra di inserimento url per la navigazione 3. Selezionare Impostazioni 4. Fare clic su Mostra Impostazioni Avanzate 5. Nella sezione “Privacy” fare clic su bottone “Impostazioni contenuti“ 6. Nella sezione “Cookie” è possibile modificare le seguenti impostazioni relative ai cookie: • Consentire il salvataggio dei dati in locale • Modificare i dati locali solo fino alla chiusura del browser • Impedire ai siti di impostare i cookie • Bloccare i cookie di terze parti e i dati dei siti • Gestire le eccezioni per alcuni siti internet • Eliminare uno o tutti i cookie Mozilla Firefox 1. Eseguire il Browser Mozilla Firefox 2. Fare click sul menù presente nella barra degli strumenti del browser a fianco della finestra di inserimento url per la navigazione 3. Selezionare Opzioni 4. Selezionare il pannello Privacy 5. Fare clic su Mostra Impostazioni Avanzate 6. Nella sezione “Privacy” fare clic su bottone “Impostazioni contenuti“ 7. Nella sezione “Tracciamento” è possibile modificare le seguenti impostazioni relative ai cookie: • Richiedi ai siti di non effettuare alcun tracciamento • Comunica ai siti la disponibilità ad essere tracciato • Non comunicare alcuna preferenza relativa al tracciamento dei dati personali 8. Dalla sezione “Cronologia” è possibile: • Abilitando “Utilizza impostazioni personalizzate” selezionare di accettare i cookie di terze parti (sempre, dai siti più visitato o mai) e di conservarli per un periodo determinato (fino alla loro scadenza, alla chiusura di Firefox o di chiedere ogni volta) • Rimuovere i singoli cookie immagazzinati. Internet Explorer 1. Eseguire il Browser Internet Explorer 2. Fare click sul pulsante Strumenti e scegliere Opzioni Internet 3. Fare click sulla scheda Privacy e, nella sezione Impostazioni, modificare il dispositivo di scorrimento in funzione dell’azione desiderata per i cookie: • Bloccare tutti i cookie • Consentire tutti i cookie • Selezionare i siti da cui ottenere cookie: spostare il cursore in una posizione intermedia in modo da non bloccare o consentire tutti i cookie, premere quindi su Siti, nella casella Indirizzo Sito Web inserire un sito internet e quindi premere su Blocca o Consenti. Safari 1. Eseguire il Browser Safari 2. Fare click su Safari, selezionare Preferenze e premere su Privacy 3. Nella sezione Blocca Cookie specificare come Safari deve accettare i cookie dai siti internet. 4. Per visionare quali siti hanno immagazzinato i cookie cliccare su Dettagli Safari iOS (dispositivi mobile) 1. Eseguire il Browser Safari iOS 2. Tocca su Impostazioni e poi Safari 3. Tocca su Blocca Cookie e scegli tra le varie opzioni: “Mai”, “Di terze parti e inserzionisti” o “Sempre” 4. Per cancellare tutti i cookie immagazzinati da Safari, tocca su Impostazioni, poi su Safari e infine su Cancella Cookie e dati Opera 1. Eseguire il Browser Opera 2. Fare click sul Preferenze poi su Avanzate e infine su Cookie 3. Selezionare una delle seguenti opzioni: • Accetta tutti i cookie • Accetta i cookie solo dal sito che si visita: i cookie di terze parti e quelli che vengono inviati da un dominio diverso da quello che si sta visitando verranno rifiutati • Non accettare mai i cookie: tutti i cookie non verranno mai salvati.
Sembrava impossibile, ma i Litfiba sono tornati con il nuovo singolo, in pieno stile rock ‘n’ roll.
Erano i mitici e compulsivi 80's.
Un decennio con il quale avrebbe dovuto fare inesorabilmente i conti tutto quello venuto dopo.
Erano gli anni della new wave, del post punk, del synth, dell'electro e i primi passi dell'indie-pop, della dance e dello sperimentalismo musicale. Dei jeans a vita alta, dei capelli cotonati e i colori fluo.
Erano e ritornano a partire da sabato 5 ottobre per una volta al mese al POLYESTER CLUB, l'unico party a Milano 80's oriented dove tutti gli stilemi underground e pop degli anni 80 confluiscono in una sola one night.
Dopo quattro stagioni al Toilet, la factory del POLYESTER si sposta al Q21 (Via Padova 21, Milano), nella Room 2, durante il Cockette Party (in scena nella Room 1).
Difficile definire la miscela vincente che ha portato al successo di un progetto che con gli anni ha visto crescere sempre di più il numero dei suo affiliati. Per questo motivo la redazione di Nerospinto ha incontrato per voi le tre anime della serata, i djs resident di questa edizione del POLYESTER: Simone Black Candy, Ziggy e Starcrazy.
Simone, volevo cominciare l'intervista con te che ormai da 5 anni sei al timone di quello che più che un semplice party si presenta come un vero e proprio progetto creativo. Come prende origine e da dove nasce l'idea del "POLYESTER" e la scelta del suo nome?
Black: POLYESTER riunisce tutti i cliché dei vari party underground, con una miscela fresh che alla fine diventa mainstream: immagina di prendere un party in casa, con qualche amico artista e gente pazza, casuale ma non troppo, immagina poi di trasportare questa festa in un club (stile Sound, quello dove andava Christiane F), ecco l'idea è pressappoco questa. Un club party ma con l'anima da festa in casa. In breve ciò che rende Polyester differente da altre serate con lo stesso tema è l'attitudine: prendere gli anni 80 come spunto, per mixarli con tutto quello che c'è di buono oggi, dall'elettronica al rock. Un modo nuovo e tutt'altro che nostalgico di concepire gli 80's. Un'influenza che si respira oggi ovunque, dall'arte alla pubblicità, dalla moda alla musica.
Il nome, invece, è un chiaro omaggio al film "Polyester" di John Waters, nonché manifesto indie-pop della serata.
Ziggy, questo è il tuo primo anno da resident dj al Polyester, ma già a partire dal tuo nome d'arte è dichiarata l'appartenenza ad un decennio che in gran parte porta la firma di Bowie. In che modo secondo te uno dei protagonisti di quell'epoca ha condizionato le tendenze non solo musicali degli anni 80 e in che misura ha poi segnato anche la tua di formazione musicale?
Ziggy: "no one reads a moment better than Bowie"
Non si può parlare di anni 80 senza parlare di Bowie. Tutti quelli che hanno lasciato un segno in quegli anni sono figli della sua ricerca senza tempo. Bowie, piuttosto che rivolgersi al mainstream, ricercava il suono del suo tempo negli stili periferici, nelle avanguardie. In un certo senso con la sua musica ci ha dato una guida per leggere la nostra era. Ziggy era l'apoteosi dell'apparenza, era l'artificio supremo, la posa portata alla massima espressione, ma sapeva essere anche un'anima frammentata, un'anima disperatamente in cerca del proprio io.
Io sono figlio della sua schizofrenia. Nella mia selezione musicale c’è la ricerca continua di suoni e colori di frammenti che mi ha lasciato in eredità.
Starcrazy, abbiamo parlato con Ziggy dell'impronta che ha avuto Bowie nella sua ricerca musicale. Quali sono stati per te invece i modelli o le tendenze musicali di quel decennio a cui si ispirerà la tua selezione musicale della serata?
Sicuramente le mie influenze musicali hanno origini non essenzialmente da un genere, ma dal fatto che sin da piccola ho coltivato una passione per ciò che riguarda la musica e la creazione musicale, infatti oltre a mettere i dischi canto e creo musica con la mia band. Anche l'aver scelto studi artistici prima al liceo e poi all'Accademia di Belle Arti hanno arricchito certe visioni nell'ambito musicale. Se devo entrare nello specifico però posso dire che durante l'adolescenza ho vissuto il periodo Grunge con una colonna sonora caratterizzata da gruppi come i Nirvana. Crescendo poi ho iniziato ad amare bands che fanno parte di quello che viene considerata l'era indie anni '90 come gli Suede, da dove nasce il mio nome come Dj, o gruppi come le Elastica, i Menswear o i Mansun tanto da spingermi a trasferirmi a Londra per un paio di anni. Anche il periodo londinese ha influenzato la musica che suono durante le serate perchè diciamo che il mio orecchio si è formato ascoltando Djs come Erol Alkan quando ancora agli albori aveva creato Trash, la prima serata Indie a Londra e dove i Djset sono un'amalgama di generi alternativi ma comunque diversi tra loro. Ovviamente c'è una ricerca costante di suoni nuovi e di nuova musica, ma diciamo che la base rimane la mia storia.
Questa è una domanda per tutti e tre. Gli anni 80 ci hanno consegnato delle icone non solo musicali, ma anche di stile e tendenza che sono entrate a far parte dell'immaginario collettivo poi delle generazioni successive. Perciò per libera associazione d'idee, qual è la prima cosa che vi viene in mente pensando a quel decennio?
Black: Bowie che canta Let's Dance, la Mute Records e lo spot dell'AIDS.
Ziggy: un sacchetto pieno di Marshmallow e il walkman blu senza l’autoreverse e con le cuffie di spugna arancioni.
Starcrazy: Se penso agli anni 80, che seppur fossi molto piccola ho vissuto di riflesso grazie a mia sorella maggiore, le cose che mi vengono in mente così d'impulso sono: il primo concerto che ho seguito in diretta in televisione di Madonna a Torino e la celebre frase “Siete caldi? Anch'io!”, i braccialetti neri di plastica ricavati dalle guarnizioni che dovevano riempirti l'avambraccio, il primo video di Cindy Lauper che canta “True Colors” trasmesso su Superclassifica Show il sabato pomeriggio con la faccia tipo mirror ball che presentava , i poster dei Duran Duran che tappezzavano la stanza , gli scaldamuscoli, i calzettoni colorful glitterati, gli orecchini a croce e da non dimenticare assolutamente le mega spalline.
Tre modi per definire il POLYESTER:
Black: Trascinante. Pazzo. Lisergico.
Ziggy: Sinergico. Compulsivo. Etereo.
Starcrazy: Punk, Fun & Done!
POLYESTER / Opening party / Q21 CLUB 5 ottobre 2013 / dalle 23.30 alle 5.00 Q21 CLUB – Via Padova 21, Milano (MM Loreto). Ogni primo sabato del mese, Room 2 Ingresso con drink incluso: 18 euro / riduzione 15 euro Liste: 345 4670794 - 345 6054350
RESIDENT DJ > BLACK CANDY / STARCRAZY / ZIGGY
LIVE ART & HUMAN COLLAGE > MELANCHOLIE (MIT MONSTERN)
I pazzi di Melancholie ti trasformeranno ogni mese in un'opera d'arte vivente. I loro strumenti sono la carta e le immagini, il loro supporto sarà il tuo volto.
Partecipa all'evento su FB> http://www.facebook.com/events/612302095488660
Una volta c'erano i salotti culturali: intellettuali di alto livello si riunivano a casa di qualche anfitrione per discutere dei massimi sistemi, politica e cultura. Quest'usanza francese ha condizionato i movimenti culturali delle grandi città e di conseguenza di intere società. Dai salotti, però, la cultura si è trasferita nelle piazze, nei bar, nei circoli e l'evoluzione della tecnologia e dei sistemi di comunicazione ha completamente sconvolto il concetto di fruizione dell'arte.
A Milano, da sempre motore culturale d'Italia, oggi, esiste un luogo, perchè definirlo locale notturno è riduttivo, di cui Carlo Porta sarebbe orgoglioso: il Plastic Club.
In molti, leggendo l'ultima frase avranno già chiuso la pagina, altrettanti avranno storto il naso, altri stanno continuando a leggere. Bene, meglio, questo articolo non è per tutti, come, per fortuna o no, a seconda dei punti di vista, non lo è la cultura. (Pretenzioso eh?)
Da più di trent'anni il Plastic è il punto d'incontro di personaggi controversi, famosi o meno, intellettuali del ventesimo secolo e giovani artisti.
Purtroppo, per chi non conosce bene il contesto, questo storico locale è spesso additato come un luogo di tendenza, modaiolo, ritenuto dai più come una discoteca come un'altra, famosa solo perchè difficile passare la door selection. A Milano se entri al Plastic sei “fico”, sei “cool”, “'c'hai gli agganci”. I suddetti detrattori, di solito, li si trova in fila dall'una a farsi amici i buttafuori nella speranza di entrare, finchè stanchi non prendono un taxi per andare nel posto gettonato del momento. E' forse questa la caratteristica che a molti sfugge del Plastic: non è un locale che “va di moda”, è il locale che fa la moda.
E' qui che inizia la nostra storia, in quel fermento culturale, tra ospiti internazionali come Madonna, Elton John, Bruce Springsteen, Keith Haring, e personaggi nostrani come Fiorucci, Stefano Gabbana e Cattellan, cresce un personaggio, forse meno famoso, ma di certo carico di uno spessore non indifferente. Mentre i Club Kids a New York invadevano il Limelight, un giovane aeronauta scappava di notte dalla base di Linate per godersi una serata intensa nel suo club preferito: Alex Carrara, disposto a tutto per non perdersi neanche un evento di quel variegato e scoppiettante mondo.
Questo ambiente è l'humus perfetto per far crescere uno spirito portato per l'arte e la raffinatezza d'intenti di cui oggi, forse, si è persa traccia nella “società civile”. Sotto la saggia guida di Nicola Guiducci, Alex viene accolto nella grande famiglia del Plastic e, mentre si dava da fare per crearsi una posizione nel mondo dell'interior design, è salito in consolle per il Match à Paris, la storica serata free entry della domenica. Erano quelli gli anni in cui l'affluenza al club era condizionata dagli eventi internazionali: durante la settimana della moda a Parigi, o a Tokyo, si sapeva che di certo ci sarebbero state meno persone a sudare e sorridere sotto il palco di viale Umbria.
Alex ha un'istruzione electro-house e nei suoi dj set si sente sempre una forte presenza della Fancia dei primi anni del French Touch. Le influenze però sono molteplici, dall'America di Felix da housecat, all'inghilterra di Simian Mobile Disco, dalla techno di Capricorn, alla nu-disco dei Metro Area. I set così eclettici sono frutto di una ricerca appassionata nei meandri più oscuri e underground dei negozi di dischi. Solo il meglio per un pubblico vorace di novità e raffinatezza.
La gavetta di Alex Carrara ha dato i suoi frutti e col passare degli anni la sua bravura nella selezione dei pezzi, lui si definisce un music selector, gli ha fruttato importantissime collaborazioni con stilisti e artisti per cui ha curato la direzione musicale di eventi e sfilate, permettendogli di esibirsi anche all'estero in più occasioni.
Insieme alla sua carriera da dj anche la sua passione per l'interior design è cresciuta e gli ha procurato una collaborazione allo Spazio Pontaccio in Brera. La galleria è un punto di riferimento per tutti gli amanti del design, avendo ospitato grandi nomi internazionali, come Marcel Wanders, Philippe Starck, Matteo Thun, Mario Bellini.
Immagino la vita di Alex come un grade viaggio attraverso il meglio della cultura contemporanea, tra musica e letteratura, arte e design, sempre in movimento, sempre sul pezzo. Una vita circondato dalla bellezza nel suo senso più puro.
Rileggendo l'articolo può sembrare che Alex sia un personaggio inarrivabile, un intellettuale chiuso nella sua torre d'avorio, e, magari, vedendolo di sfuggita, in consolle, concentrato, vestito sempre con ottimo gusto e mai fuori posto (un po' come James Bond), può sembrare che sia veramente così. Basta, però, avvicinarsi, conoscerlo, anche solo uno scambio di battute, un sorriso, per capire che sotto l'aspetto ingessato, tipico degli “addetti ai lavori”, batte un cuore pronto a emozionarsi ed emozionare. Durante l'intervista, o meglio conversazione, si è mostrato subito aperto e disponibile, solare e interessato, oltre che interessante, sincero e vero. Non il solito personaggio da vetrina, di plastica, ma fatto di carne e sangue, sogni e lacrime. Un uomo che per amore ha abbandonato la sua vita milanese per trasferirsi ad Amsterdam e cominciare una nuova vita, tra le gallerie di design olandesi e i piccoli club underground.
Oggi Alex è a Milano e, se chiedete in giro, tutti vi sapranno dire che è dj resident a The Match (“à paris” si è perso negli anni), appuntamento, sempre di domenica, al Plastic e che collabora con la Angle Records di Nicola Guiducci. In meno, però, sanno della sua serata mensile al Toilet: Bang Bang Bar. Un party diverso, old school, tech-house, il tutto in un'atmosfera uscita da Twin Peaks: tende di raso rosse a comprire tutte le pareti del locale. Se siete arrivati alla fine di questo articolo non riuscirete a non apprezzare questo particolare.
Di Giovedì, invece, una volta al mese, lo potrete trovare al Bar Hotel Straf per un aperitivo a base di piccole perle, beat leggeri, sintetizzatori velati e tanta tanta classe.
Almeno una volta nella vita prendetevi una pausa dai vostri impegni, dai vostri problemi, dalle vostre seratine, indossate qualcosa di carino, e andate ad ascoltare qualcosa di interessante, ma fatelo con criterio, gusto e apertura. Prendete appunti e, il giorno dopo, provate a pensare a cosa è successo, alla musica che vi ha trapassato, alle persone che avete conosciuto, ai drink che avete lasciato a metà e quelli che avete scolato in un sorso solo, alla vita che vi scorre davanti e alla vivacità di questo mondo, a quanto sia facile vivere la bellezza e a come invece ce la facciamo passare davanti senza neanche accorgercene. Prendetevi un momento per voi e sentite...
Scrivere all'uscita del terzo album di un gruppo che si pensava sarebbe stato una moda passeggera è un bell'impegno. Si potrebbe scrivere della sfida di due giovani di Toronto, di quanto si siano evoluti dal primo anno, dei loro live sempre sorprendenti o delle collaborazioni più varie tra beat chiptune, rubati alle community online, e Robert Smith. Eppure, ascoltando il loro terzo album, sembra che alla fine non siano stati all'altezza delle aspettative, innovativi o almeno pronti a guardarsi in faccia e farsi due calcoli.
Non c'è niente che non vada in effetti, forse sono troppo severo, ma dopo due album da cui si poteva estrapolare una sorta di evoluzione verso un sound più definito, questo terzo esercizio di stile proprio non ci voleva (non è un caso che i tre album abbiano lo stesso titolo? - Crystal Castles).
Andiamo con ordine, cerchiamo di capire meglio cosa è successo. I Crystal Castles nascono per caso. Leggenda vuole che, dopo aver rilasciato online una prova di registrazione dell'attuale cantante, Alice Glass, diverse case discografiche li abbiano contattati proponendo un contratto. Vinse la Lies Record che produsse una raccolta di singoli già rilasciati con l'aggiunta di un paio di canzoni registrate per l'occasione. E la storia puzza subito di bruciato, sia per i premi e i riconoscimenti avuti, sia per la curiosa storia dell'immagine di copertina: l'opera dell'artista Trevor Brown, la Madonna con l'occhio nero, utilizzata senza permessi con un'attitudine da “bhè, che problema c'è?”. Il problema è stato risolto con l'acquisto dei diritti dell'opera. Sembra strano, però, che un'etichetta spenda tanti soldi per finanziare un gruppo al primo album, ma non facciamo i maliziosi e proviamo a pensare che magari i giovani, ai tempi poco più che ventenni, erano talmente promettenti da giustificare un'azione del genere.
Purtroppo non è questo l'unico caso di infrazione di copyright, si parla anche di beat rubati per la realizzazione di Insectica e Love and Caring, ma tutto si è risolto felicemente (per i Crystal Castles) e i due hanno continuato indisturbati a vendere dischi e magliette, una bella soddisfazione per la Lies.
Nonostante questi problemucci il prodotto è andato alla grande e si è conquistato un posto nel cuore di giovani troppo punk per ascoltare techno e troppo radical chich per i Bad Religion, ma pieni di entusiasmo per le droghe chimiche e i rave.
Incredibilmente in un paio di anni Alice Glass e Ethan Kath raccolgono sempre più seguaci grazie alle loro performance esplosive tra batterie distrutte e stage diving e con partecipazioni mirate a festival e seguendo in tuor band come, tra i più famosi, i Nine Inch Nails.
Il secondo album del 2010 (Fiction Records) è, però, nettamente più maturo e sembra che i due stiano per fare il salto di qualità per essere santificati a un pubblico meno drogato e più interessato alla musica. Il caotico miscuglio di synth e voci distorte viene organizzato in pezzi più strutturati e le melodie frenetiche si trasformano in un omaggio alle atmosfere eurodance e eighty. Ma anche a due anni di distanza le mosse di marketing non mancano e la featuring di Robert Smith in Not In Love fa riflettere. Ci sarebbe anche da chiedersi a chi è servita questa partecipazione del gigante dei The Cure, ai Crystal Castles per darsi un tono da musicisti navigati o al ciccione (emo) per riconquistarsi una fetta di mercato più giovane?
Ed arriviamo, infine, al terzo album che ci regala tracce che proseguono per il filone synthpunk e chiptune, con qualche richiamo al secondo album in tracce come Wrath of God con dei bei tastieroni europei. Il tutto è condito con una buona dose di impegno sociopolitico dalla copertina di Samuel Aranda, fotoreporter d'assalto, che immortala una madre che abbraccia il figlio piegato in due dai gas lacrimogeni durante le manifestazioni in Yamen, a canzoni di protesta adolescenziale come Child I will hurt you. Il tutto sembra voler dire: il mondo è un posto brutto e cattivo, ma nasconde tante bellezze e noi sintentizziamo questo spirito, ravers cattivi, incazzati, stronzi, ma dall'animo tenero e coccoloso. Violent Youth è proprio un manifesto a questa predisposizione con un bel beat rimato e il testo snocciolato come una ninna nanna, una cantilena in cui questa generazione di hipster-indie, stronzi ma alla ricerca della vera bellezza (
), potranno riconoscersi.
Unica nota positiva le basi, soprattutto quella di Insulin, canzone dalle distorsioni poderose, forse troppo break, e troppo breve un minuto e quarantasette secondi di confusione che richiamano un po' i primi pezzi come Excuse Me del primo album che visto da questa prospettiva sembra il più autentico e originale dei tre.
I Crystal Castles, nonostante tutte queste critiche, rimangono un pezzo della storia della musica contemporanea, un piccolo tuffo nell'adolescenza disperata della periferia distrutta di una grande città in decadenza. Un ritorno alla piccola guerra interiore di tutti i giorni. Se non costassero trenta euro andrei anche a vederli all'Alcatraz il 24 febbraio, di sicuro ne varrebbe la pena, anche solo per le acrobazie dell'Alice che rimane comunque un gran bell'animale da palco.
Spesso accade che uno stilista inizi dalla linea di una silhouette per tratteggiare un segno. Un segno che procedendo diventa forma, per poi trasformarsi in abito. All’interno di quei tratti si fondono cromie, pattern e tessuti, sviluppando una collezione di capi. Un guardaroba che rimanda a suggestioni, citazioni, produzioni pittoriche, richiami di un’epoca o tentativi di rottura e dissociazione.
Marcel Rochas fu uno dei pochi stilisti che a metà degli anni ‘20 concepì l’abito con una preventiva ambizione: ridefinire la silhouette, ridisegnare il corpo femminile. Prima del segno, prima della forma, è il corpo a dover essere tratteggiato.
Nei primi due decenni di attività, il presupposto estetico di Rochas trovò espressione nella forzatura dei volumi, volti a modificare o esaltare le linee del corpo femminile. La donna come imbastitura, intorno alla quale il peso dei tessuti e il colore e la trama ne trasformavano la percezione, modificandone la forma.
L’influenza e l’incoraggiamento di artisti come Jean Cocteau, Christian Berard e Paul Poiret, così come il rapido successo conquistato nello star system, consacrarono ben presto Rochas nell’olimpo delle più importanti maison francesi. Mea West, Carole Lombard, Marlene Dietrich sono solo alcune celebrità che contribuirono a portare Rochas alla fama, fornendo anche l’ispirazione per quello che sarebbe stato uno dei più illuminati e pionieristici fenomeni di diversificazione di una griffe: veicolare su un profumo, e in seguito su una sofisticata e complessa linea di cosmetici, l’allure di un brand.
La più diretta manifestazione del lavoro di Rochas sull’anatomia femminile, fu l’invenzione della guêpière nei primi anni ’40. Dal francese “guêpe”, “vespa”, era nata con la funzione di restringere la vita, esasperando il fianco femminile. Da strumento funzionale, correttivo del corpo, negli anni assunse una valenza sempre più squisitamente estetica, in alcuni casi diventando il capo icona di fenomeni stilistici e di diverse divagazioni sul tema.
La breve attività stilistica di Rochas, morto nel 1955 a 53 anni, non si esaurì in questa scoperta: a lui si attribuiscono numerose intuizioni e innovativi sviluppi creativi quali l’introduzione del pantalone di fattura maschile nel guardaroba femminile, le tasche nella camicia, il ricorso a sofisticate fantasie e trame, frutto di contaminazioni artistiche colte. Con la morte prematura del suo fondatore, la maison francese, sotto la presidenza della moglie Hélène, subì una fisiologica dispersione stilistica e non attuò una tempestiva e vincente strategia nel competitivo panorama delle grandi griffe. Nonostante questo, l’azienda riuscì a sopravvivere e a rinverdire l’allure creata dal suo fondatore, attualizzandola nei decenni a venire.
Lo stilista belga Olivier Theyskens, negli anni 90 riportò la griffe sotto i riflettori del sistema moda, grazie anche ad un abito indossato da Madonna per la cerimonia degli Oscar nel 1998 che contribuì a ridare al nome di Marcel Rochas una valenza attuale e contemporanea.
Dal 2008 a oggi Rochas è sotto la guida di Marco Zanini, stilista milanese, la cui formazione vede un passaggio decisivo in Versace e in Dolce&Gabbana. Zanini coglie magistralmente l’opportunità e i limiti di una griffe dal nome altisonante e da una storia dai confini sfumati, dichiarando «Rochas è un nome che risuona da lontano, carico di fascino». Con questo presupposto, i suoi capi evocano grandiosità senza celebrarla o ripercorrerla, senza lasciar trasparire alcuna nostalgia. Le sue collezioni nascono intorno alla sartorialità dell’abito, su volumi precisi e tessuti preziosi. Un linguaggio accennato e raffinato che trova una perfetta sintonia con un’immagine di donna contemporanea: sensibile, complessa, contraddittoria e sofisticata.
I materiali, le fantasie e le cromie sono la tela dei suoi dipinti; quadri che raccontano di donne in movimento senza bustini, a tratti impalpabili e oniriche, che affermano la loro femminilità in un codice solo accennato, mai esasperato, nella consapevolezza che una vita stretta, oggi, è una questione più mentale che relegata a lacci e stecche.
© Copyrights by Nerospinto , Tutti i diritti riservati.