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Giovedì 28 maggio alle ore 18.30 presso l'Associazione Giosuè Carducci di Como lo scrittore Stefano Benni incontra i lettori e presenta la sua ultima fatica nonché primo romanzo horror: "Cari mostri".
“La fotografia è una scoperta meravigliosa..., un’arte che aguzza gli spiriti più sagaci... l’intelligenza morale del tuo soggetto, è quell’intuizione che ti mette in comunione col modello, te lo fa giudicare, ti guida verso le sue abitudini, le sue idee, il suo carattere e ti permette di ottenere, non già, banalmente e a caso, una riproduzione plastica qualsiasi, bensì la somiglianza più favorevole, la somiglianza intima”.
Fotografo, scrittore e caricaturista, Gaspard-Fèlix Tournachon nasce a Parigi il 6 aprile 1820.
Già da adolescente è evidente l’inclinazione di Felix a guardare il mondo da una prospettiva insolita: frequenta i giovani de "La Bohème" che lo soprannominano Nadar, nome che il ragazzo accetta di buon grado.
In un momento storico di grandi sconvolgimenti sia dal punto di vista economico che da quello tecnologico, scientifico, vede la luce la prima rudimentale macchina fotografica. Il “dagherrotipo” folgora Nadar che ne fa la sua forma d’arte: nel 1839, la nuova scoperta viene comunicata all’Accademia delle Scienza di Parigi e i giovani bohemien sono affascinati dalle tecniche fotografiche e dalle potenzialità artistiche che da esse possono essere generate.
Inizia un momento molto prolifico per Nadar e nel 1843 conosce Banville e Baudelaire, del quale diventa grandissimo amico.
Durante questo periodo, si dedica anche alla pittura, diventa un affermato caricaturista e la sua passione per la satira lo conduce a problemi politici che si concluderanno solo con la caduta di Luigi Filippo di Orleans.
Con gli anni migliorano le condizioni fisico-chimiche della fotografia e nel 1854 insieme al fratello minore Adrien si dedicano interamente all’arte fotografica.
Dalla grande personalità e con uno spiccato senso estetico, animato da una vivace curiosità intellettuale, Nadar, prende lezioni di fotografia e apre col fratello minore uno studio fotografico. Le sue prime fotografie documentate risalgono al 1853: foto di amici, passanti, bambini. Esplora Parigi a qualsiasi ora del giorno e della notte, per carpirne i segreti più profondi, per registrarne il volto e trasmetterlo a un pubblico quanto più vasto possibile.
I due fratelli collaborano ricevendo riconoscimenti anche internazionali.
Le prime fotografie realizzate sono soprattutto ritratti: la sua spiccata capacità di cogliere la psicologia e la personalità dei suoi modelli lo porta ben presto ad avere richieste da parte di artisti influenti sulla scena culturale mondiale. Richiedono un ritratto di Nadar personaggi come Gioacchino Rossini, Victor Hugo, Charles Baudelaire, Jules Michelet. La grande spontaneità delle sue fotografie è il risultato di un lavoro sul modello: nessuna scenografia, pochi accessori e studiati ad hoc.
Il viso e il corpo come protagonisti assoluti.
Durante le sedute fotografiche interagiva con il suo interlocutore, ne studiava le espressioni, il carattere, li spingeva anche ad assumere pose grottesche e brutte per carpirne la vera essenza.
Nella sua vita attraversa grandi passioni ma la fotografia rimarrà per sempre il suo marchio di fabbrica.
Muore nel 1910 e viene sepolto a Parigi, da sempre la sua città.
Milano offre una retrospettiva dei ritratti di Felix Nadar alla Galleria Ca’ di Fra’, in via Farini 2.
Nerospinto non se la perderà affatto.
Contatti: 02 29002108
Dal 23 maggio al 26 luglio 2013.
Dal lunedi al venerdi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Entrata libera
- Vintage Future -
Atalanta Weller è un nome emergente della moda internazionale, un nome che sta facendo molto parlare di se'. Progetta scarpe concettuali, che vanno oltre i tradizionali confini; rompe le regole, facendo dell’avanguardia il suo punto di forza creativo. Ha conseguito il diploma presso il prestigioso Cordwainers College di Londra, lavorando successivamente per grandi marchi come Clarks, Hugo Boss e Gareth Pugh. Essere un designer oggi non vuol dire necessariamente essere un creativo puro; questo non è sicuramente il caso della Weller che sembra quasi più appartenere al mondo dell’arte che a quello del business. Lo conferma il fatto che le sue scarpe siano state acquistate per la collezione permanente del Victoria&Albert Museum, goal che mi racconta con particolare emozione. Quando ieri ci siamo incontrati, Lei era appena arrivata a Milano per la presentazione della sua collezione A/W ’13-14; parlare con lei è stato davvero entusiasmante e nel tempo trascorso insieme ho scoperto una persona molto dolce e allo stesso tempo decisa. Mi ha davvero impressionato come il suo carattere potesse somigliare cosi tanto alle sue scarpe, può sembrare un concetto scontato, ma se si guarda a fondo, non lo è. Quante persone riescono ad esprimere la propria vera personalità e grazie a questa riescono ad avere successo interpretando simultaneamente il gusto della contemporaneità ?
I suoi disegni sono geniali, Atalanta possiede uno spirito visionario attraverso il quale sovverte le regole lasciando un segno. Nel suo lavoro è chiaro l’amore per le immagini grafiche, come per le silhouette ispirate all'architettura di Pier Luigi Nervi. Le sue creazioni innovative si collocano tra la ricerca del very selected vintage e il cyber-future; questo contrasto è accentuato oltre che dalle scelte stilistiche anche dall’abbinamento dei materiali: plastiche trasparenti, metalli e pellami si abbracciano dando origine a soluzioni inedite e ardite ma mai eccessive. Colpiscono i tacchi in legno o rivestiti di intrecci optical in bianco e nero (must have). Punto di partenza si rivela l'autentico design: la forma geometrica pura. Ricorrente è il triangolo, attraverso il quale, nelle fibbie, cucito o stampato è possibile identificare molte delle sue creazioni. Celebri le sue scarpe "cubo" e "sfera", a sfera è anche il tacco gonfiabile delle scarpe che la designer ha realizzato in esclusiva per Lady Gaga . Le sue calzature varcano con facilità il limite che le separa dall’arte della scultura. Il suo stile è contemporaneamente sexy e romantico, oggetti di design che fondono in sé stessi formale e casual: elementi versatili, adattabili ad ogni contesto e outfit. Tra i suoi designers preferiti ci sono Salvatore Ferragamo e Raf Simons ma a chi le chieda chi sia la sua icona, Atalanta risponderà fiera : “Mia madre”.
Molte sono le celebrità che hanno deciso di indossare le sue creazioni che possono essere perfette per le occasioni più glamour, ma anche nella vita quotidiana, portando con loro un pizzico in più di creatività oltre che di stile. Queste scarpe appartengono a una donna consapevole, energica e sensuale, che ama scegliere nella differenza e non nell’ovvietà.
E se dovessi definirle con una sola parola?
Personalità!
"Il piacere di essere se stessi" è il titolo di una serie di incontri-conferenze che hanno lo scopo di presentare la scuola di formazione interiore Accademia Horus. Questi incontri saranno condotti da Antonella Spotti e Teresa Sintoni, insegnanti e fondatrici dell’Accademia insieme ai Maestri Walter Ferrero e Andrea Di Terlizzi.
Bentrovati,
vorremmo invitarvi a passare qualche ora con noi per presentarci e per parlarvi della nostra scuola “Accademia Horus”, una realtà che vanta al suo attivo oltre vent’anni di esperienza nell'insegnamento e nella pratica delle cosiddette “discipline interiori”.
Vorremmo raccontarvi, attraverso la nostra esperienza, che cosa si fa in una scuola di formazione e perché si sceglie di frequentarla, e soprattutto quali sono le conquiste e i vantaggi di un lavoro su stessi che va oltre la sfera della personalità e tocca quella parte più profonda che possiamo definire “spirituale”.
Vorremmo, con umiltà e determinazione, provare a scalfire quella specie di granitico tabù che la società moderna, scientifica e tecnologica ha costruito intorno a tutto ciò che da sempre è definito “spirituale”, ma anche il pregiudizio che l'uomo possa vivere il senso profondo di religiosità solo all'interno di un dogma o di una fede.
Da sempre l’essere umano consapevole delle proprie potenzialità inespresse, dei propri limiti e del proprio disagio esistenziale ha cercato nelle Scuole e nei Maestri, sia a Oriente che a Occidente, la possibilità di conoscere se stesso come soluzione alla propria sofferenza.
Conoscere se stessi significa prima di tutto liberarsi dai propri condizio-namenti e dai propri pesi, riconoscendosi parte di una realtà più vasta e universale. Questa nuova coscienza di Sé valorizza la vita di ogni giorno e consente di agire con più libertà, saggezza e potere attraverso scelte consa-pevoli e cambiamenti positivi all’interno della nostra esistenza e della società in cui viviamo.
Vi ringraziamo per l’attenzione e saremo ben felici di poter contare sulla vostra presenza per condividere insieme esperienze, pratica, conoscenza e semplice, puro, silenzio.
Con amicizia,
Vostre Antonella e Teresa.
Un’occasione preziosa da non lasciarsi sfuggire.
Per informazioni e per partecipare, scrivere alla sede di Milano : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare 02.89423673
Namasté,
Vittorio Pascale
Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano
Fondatore della pagina Fb: Yogamando
Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano
hai domande? Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Perché entrare in una libreria in cui si vendono solo libri scritti da sole donne?
Perché entrare alla Libreria delle Donne?
Perché entrare in un luogo nato per l’esigenza sovversiva (nel 1975, anno di fondazione) di aprire una libreria esclusiva per il sesso “senza scrittura e assente dalla storia”?
Tralasciando discorsi di politica del sé e schieramenti di sorta, il perché lo scelgo nel viso androgino, malinconico ed elegante della scrittrice Annemarie Schwarzenbach.
Eclettica, errabonda, controcorrente, contestata, Annemarie, nata in una famiglia di industriali svizzeri facoltosi nei primi anni del secolo scorso per il quale il “buono”, come lo intendeva Nietzsche, era rappresentato dalla forma, dalla rigidità dell’educazione imposta alla figlia terzogenita, dal regime autoritario e repressivo e dalle forti simpatie naziste.
Il senso di colpa di Annemarie, parlando sempre in termini nietzschiani, scaturito dalla “morale del risentimento” verso un nucleo familiare così ossessivo ed ipocrita (la madre Renée perfetta padrona di casa, ma con una relazione mai ostacolata, né da marito né dai figli, con la cantante wagneriana Emmy Kruger che viveva in casa Schwarzenbach e alla quale venivano riservate attenzioni da ospite speciale), ha partorito una delle più grandi personalità innovative del secolo scorso.
I viaggi, in Afghanistan, Persia, America e Africa, sempre documentati da scritti e perfette fotografie del bel volto serioso della scrittrice-fotografa, si intrecciano in un concerto di turbolente vicende omosessuali, vissute apertamente, mai pienamente ricambiate: Erika Mann (figlia del ben più noto Thomas) che la iniziò alla dipendenza dalla morfina, la compagna di viaggio Ellie Maillart, l’americana Contessa Margot Von Opel, per citare gli amori più contrastati ed importanti, arrivando ad un matrimonio di copertura con l’effemminato, amico e diplomatico, Claude Clarac.
La solitudine di Annemarie arriva a farle valicare ostacoli geografici e culturali, documentati da scritti il cui leit-motiv di tristezza e riflessione esistenziale vengono incarnati da un suo alter ego maschile, somigliante a lei nei lineamenti e nelle esperienze di vita, il quale cerca, nella “purezza” della semplicità dei popoli visitati, una panacea allo spleen e l’oblio che libera dalla “cattiva coscienza” radicata nella memoria.
Questo il motivo per entrare in un luogo tutto al femminile ed essere inevitabilmente attratti da un volto, da una storia, e preferirla alle altre narrate delle autrici presenti in questa libreria.
Nelle nostre esistenze, maschili o femminili, siamo stati tutti, almeno una volta, Annemarie Schwarzenbach: lo sguardo attraverso l’obiettivo rivela la propria estraneità.
Libreria delle Donne via Pietro Calvi 29 Milano.
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