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Divin Castagne cambia veste nell’edizione 2017 per trasformarsi in un festival di alto livello dedicato alla haute cuisine, ospitando a Sant’Antonio Abate più di quaranta chef di altissimo livello.
L'1 settembre 2015 alle ore 21.30 al Carroponte torna per il terzo anno consecutivo Guido Catalano, uno dei poeti più irriverenti, divertenti e originali degli ultimi tempi per una notte di sentimenti, rime ed ironia sul Palco della Luna del parco ex-industriale ex-Breda.
Guido Catalano è un cantore sui generis, la sua voce è una delle più interessanti realtà del panorama italiano. Coltiva la passione per la musica e collabora a programmi televisivi. Il suo pensiero è tagliente e colpisce diretto.
Per l’occasione propone un affastello poetico d'altri tempi, tra poesie nuove da far tremare le vene ai polsi e grandi classici della poesia catalaniana. Ad aprire la serata sarà il filosofo, scrittore e cantautore underground Alessio Luise, in arte Luisenzaltro, che in anteprima presenterà il suo ultimo libro Situazioni Grammatiche (Zona Editrice - ZonaContemporanea, 2015) con un live di sole parole: un viaggio umano e letterario che parte dall’ufficio reclami di un call center.
GUIDO CATALANO 1 settembre 2015 Apertura cancelli ore 20, inizio ore 21.30 Ingresso gratuito Carroponte Via Luigi Granelli 1, 20099 Sesto San Giovanni (MI)
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“La felicità è facile”. Perché sostenerlo se la realtà ci dice continuamente l’opposto? Massimiliano Nuzzolo ce lo spiega in diciannove racconti brevi o brevissimi, fugaci istantanee di un mondo dove la felicità sembra non esistere, esiste soltanto l’ironia delle cose che ci accadono: avvenimenti e circostanze spesso capaci di annientarci, talvolta di redimerci. In questo libro, l’autore riesce a raccontare l’umano in tutte le sue sfaccettature, destando in noi le domande e le questioni più profonde, attraverso un caustico humour, dosato alla perfezione, dal taglio raffinato e sorvegliato della sua scrittura. La sua forza sono i contrasti, gli ostacoli, i conflitti. Massimiliano Nuzzolo non provoca, non critica, non accusa, semplicemente racconta, semplicemente si diverte e cerca, riuscendoci, di far divertire anche noi. Quando ci mostra il male è per farci rimpiangere il bene, quando ci mostra la bellezza è per insegnarci a riconoscere ciò che bello non è, e a saperlo quindi evitare. I protagonisti di sembrano avere tutti un’unica certezza: sì, voi leggete e vi divertite, ma di fronte alle miserie dell’essere umano non c’è proprio niente da ridere.
Massimiliano Nuzzolo è nato a Mestre nel 1971. Ha esordito nel 2004 con il romanzo “L’ultimo disco dei Cure”. Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di poesie “Tre metri sotto terra” (Coniglio editore). Esperto di musica e di culture giovanili, ha curato la raccolta di racconti. La musica è il mio radar (Mursia 2010). Con Italic Pequod, nel 2012, ha pubblicato “Fratture”.
“La felicità è facile”
Massimiliano Nuzzolo
Casa Editrice Italic Pequod
http://www.italicpequod.it/italicpequod/
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Dal 24 marzo al 3 aprile al Piccolo Teatro Strehler di Milano Claudio Bisio sarà protagonista di "Father and son", un introspettivo spettacolo tratto dai libri di Michele Serra Gli sdraiati e Breviario comico.
"Father and son" è il soliloquio di un padre che, sospeso tra ironia e dolore, racconta il suo rapporto col figlio adolescente. Un giovane d'oggi che sembra appartenere non solo ad una differente generazione, ma provenire da tutta un'altra galassia, dato che i due non riescono a comunicare in nessun modo.
Un uomo che senza vergogna parla della sua vita fatta di conquiste e sbagli, ma soprattutto permette al pubblico di riflettere su un tema molto più ampio e importante: l'andamento della società contemporanea e il futuro dei figli. I giovani d'oggi si nascondono in felpe larghe, jeans attillati e cellulari nei quali cercano di evadere da un sistema che è sempre più spietato e non offre loro nulla, se non disoccupazione e sogni infranti. I padri, a loro volta, cercano di capirli ma con molta fatica, essendo figli di una generazione passata con idee completamente diverse di lavoro e libertà.
Per la regia di Giorgio Gallione uno spettacolo dell'Archivolto di Genova che strapperà risate ma anche momenti di riflessione, saltando in maniera brillante da scene comiche a tragiche, con dialoghi sempre accompagnati da un sottofondo musicale.
PREZZI:
Platea - intero € 33,00/ ridotto card Gio/Anz € 21,00 Balconata - intero € 26,00/ ridotto card Gio/Anz € 18,00
INFO:
tel. 848 800304
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Il 21 gennaio la satira arriva sul palco dello Zelig con Kotiomkin, il collettivo più scomodo del web, che per l'occasiona si esibirà in uno spettacolo live.
Uno dei gruppi satirici più popolari e attivi della rete propone i suoi comici, autori e vignettisti che si alterneranno per raccontare la realtà con l'occhio cattivo dello sberleffo e dell'ironia.
Il capocomico BruceKetta dirigerà una redazione composta da i Beoni, Luca Klobas, Giorgio Melazzi, Rita Pelusio, Alessandra Faiella, Massimo Pica, Gnomiz, Enrico Veronica, Antonello Taurino, Antonio Masella, Emanuele Vasta, Luca Nava, Teo Guadalupi, Scie Comiche. Collegamenti, video, vignette, battute in diretta, una redazione di oltre 700 persone chiamate a scrivere su un tema scelto dal pubblico.
Un modo diverso di testimoniare l'importanza della satira come mezzo della libertà d'espressione, così come un modo per ricordare che anche Kotiomkin ha aderito all'iniziativa per fare del 7 gennaio una giornata dedicata alla satira.
21 gennaio 2015 - h 21.30
Kotiomkin Live Show
Biglietti: Tribuna Posto Unico: 10,00 € Tavolo Posto Unico: 12,00 €
Zelig Viale Monza 140 Milano www.areazelig.it
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Dal 18 Marzo al 6 Aprile 2014 un grande spettacolo sarà in scena al Teatro Manzoni di Milano. Un appuntamento con un grande classico presentato in modo innovativo.
Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Bags Live e Malguion srl presentano OBLIVION In “OtHello, la H è muta…”.
Chi sono gli Oblivion? Sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. I testi sono di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, gli arrangiamenti musicali sono di Lorenzo Scuda, al piano Denis Biancucci e la consulenza registica è di uno dei grandi nomi del teatro italiano: Giorgio Gallione.
I cinque Oblivion tornano in tour per il quinto anno consecutivo. Negli anni passati hanno avuto grande successo con l’applauditissimo “Oblivion Show 2.0” e lo show cameo dedicato a Giorgio Gaber “Far finta di essere G”. Il loro nuovo lavoro è “Othello, la H è muta” che ha debuttato il 17 agosto al prestigioso Ravello Festival che ne ha commissionato la creazione in occasione delle celebrazioni wagneriane e verdiane.
La compagnia, insieme da dieci anni, è ricordata per l’interpretazione della parodia “I Promessi sposi in 10 Minuti” (che suYouTube ha ormai ottenuto tre milioni di visualizzazioni) e con centinaia di date al loro attivo (sono più di 110 le repliche solo nella scorsa stagione), i cinque sono sempre richiestissimi da tutti i teatri italiani per la loro personalissima comicità che unisce la tradizione comica italiana e una preparazione tecnica vocale di altissima qualità.
Nello spettacolo in scena al Teatro Manzoni i cinque attori demoliscono a colpi di grottesca ironia sia l’Othello di Shakespeare che l’Otello di Verdi in uno show in cui, oltre a cantare, recitano e si dirigono con musiche tutte dal vivo. Sul palco insieme agli Oblivion, il maestro Denis Biancucci, sesta entità di questo delirio teatrale, che li accompagna al pianoforte e ingaggia con loro anche un esilarante match a colpi musicali.
Sul palcoscenico si alterneranno arie d’opera, canzoni pop, citazione irriventi e gag esilaranti. Le vicende di Otello, Desdemona, Cassio e Iago vengono rivisitate passando per Elio e le Storie Tese, Gianna Nannini, Lucio Battisti, Rettore, i classici Disney, l'Ave Maria (quella di Schubert ma non solo...), Little Tony, Pupo e molti altri. Nello stesso modo anche le arie di Verdi vengono riviste e mixate con il coro della Champions League, con Freddy Mercury, con l'Hully Gully, mentre i testi di Shakespeare vengono riscritti in stile Ligabue, Vasco Rossi, Dario Fo.
La parodia non riguarda solo le vicende ma si estende alle note di Verdi e alle parole di Boito e Shakespeare. Questa rappresentazione è un esperimento ardito che i cinque talentuosi artisti affrontano con totale naturalezza.
Mercoledì 19 Marzo alle ore 18.00 per il ciclo “Gli incontri di Milano per lo spettacolo” presso Mondadori Multicenter Duomo in P.zza Duomo nello Spazio Eventi al terzo piano gli OBLIVION incontrano il pubblico. A presentare l’incontro sarà Antonio Calbi, Direttore del Settore Spettacolo, Moda e Design del Comune di Milano. L’appuntamento permetterà al pubblico di conoscere e scoprire dettagli sullo spettacolo e approfondire il lavoro della compagnia.
L’opera unisce una varietà di linguaggi, di esercizi di stile e tante citazioni, la rappresentazione diverte e sorprende, lo spettacolo è capace di conquistare ogni tipo di pubblico teatrale. Un appuntamento, insomma, da segnare in agenda.
Al Teatro Manzoni dal 18 marzo al 6 aprile 2014
Biglietti
- poltronissima € 32,00;
- poltrona: feriali € 20,00 - sabato e domenica € 22,00
Orari: feriali ore 20,45 - domenica ore 15,30
Le coppie più fedeli di Hollywood non sono certo quelle tra marito e moglie, ma tra attore o attrice e regista, soprattutto quando quest'ultimo trova qualcuno che recita in linea con il proprio modo di dirigere, con il quale crea un legame difficile da sciogliere e anche capolavori indimenticabili.
Nel mondo del cinema un attore che interpreta numerosi film diretti dallo stesso regista viene chiamato attore feticcio, e spesso incarna l'alter ego sullo schermo di colui che sta dietro la macchina da presa. Le attrici invece possono incarnare il modello femminile o essere le muse ispirartici del regista, che in alcuni casi possono portare alla nascita di relazioni sentimentali.
Ci sono le collaborazioni d'obbligo come nel caso delle serie cinematografiche, ma più interessanti sono quelle che scaturiscono da un reale legame, dall'incontro di due persone di talento e di creatività che insieme riescono a creare qualcosa di speciale. E' il caso di quei registi che affidano i loro personaggi sempre allo stesso attore, perché il loro trovano la perfetta realizzazione e interpretazione della loro idea mentale.
Partendo dalle origini del cinema fino ad arrivare ai nostri giorni di coppie di questo genere è pieno il panorama cinematografico, ma sono poche quelle davvero riuscite.
Martin Scorsese e Robert De Niro hanno lavorato insieme in nove film di grande successo, come
'Taxi Driver', 'Casinò' e 'New York New York', che una volta conclusosi ha portato il regista a rivolgersi ad un'altro attore italoamericano, con il quale ha avuto la stessa intesa che dura tutt'oggi, ossia Leonardo DiCaprio, che lo stesso De Niro indica come suo erede, e che ha portato alla realizzazione di quattro film, 'Shutter Island', 'Gangs of New York', 'The Aviator' e 'The departed', con il quale Scorsese ha vinto l'unico oscar della sua carriera.
Altro due geniale e creativo è quello formato da Tim Burton e Johnny Depp, che oltre ad essere amici hanno portato sul grande schermo personaggi eccentrici ma strepitosi, protagonisti di otto film, tra cui 'Edward mani di forbice', 'La fabbrica di cioccolato', 'Alice in wonderland' e 'Dark shadows'. La versatilità di Depp riesce a penetrare le profonde creazioni del regista, passando dall'ironia alla malinconia con grande naturalezza.
Una nuova coppia con appena due film usciti, ma che promette di diventare un'unione vincente è quella tra Nicolas Winding Refn e Ryan Gosling, che nonostante sia agli inizi è riuscita a riscuotere successo con 'Drive' e 'Solo Dio perdona', acclamati dal pubblico e dalla critica.
Un'altro regista che resta fedele agli stessi attori è Quentin Tarantino, che portò Uma Thurman al successo rendendola la sua musa ispiratrice e protagonista di alcuni tra i suoi più famosi film come 'Pulp Fiction'e 'Kill Bill', nei quali l'attrice mostra tra le migliori performance della sua carriera.
Tarantino inoltre ha una stretta collaborazione con Samuel L. Jackson, che considera quasi un portafortuna, infatti è presente, anche solo con piccoli cameo, in molti dei suoi film, da 'Jackie Brown' a 'Django Unchained', quest'ultimo film vede anche l'interpretazione dell'attore Christoph Waltz, già protagonista di 'Bastardi senza gloria', e promettente candidato per una nuova coppia.
Anche Woody Allen ha scelto spesso come attrice Diane Keaton, sua compagna anche nella vita per un lungo periodo, trasformandola nella sua musa in 'Io e Annie', per poi passare a Mia Farrow, che lavorò con lui per ben tredici film, tra cui 'Crimini e Misfatti', 'Hannah e le sue sorelle' e 'La rosa purpurea del Cairo'.
Tra i sodalizi più conosciuti troviamo anche quello italiano di Federico Fellini e Marcello Mastroianni, che ha permesso a entrambi di raggiungere la fama internazionale con 'La dolce vita' e '8½'. Anche la relazione artistica e sentimentale tra Michelangelo Antonioni e Monica Vitti ha dato vita a film di grande successo, come 'L'avventura', 'La notte' e 'L'eclisse'.
Riguardando agli anni passati si possono trovare brillanti sodalizi anche tra Josef von Sternberg e Marlene Dietrich, sancita dall'opera 'L'angelo azzurro', Sydney Pollack e Robert Redford con 'La mia Africa', John Ford e John Wayne, che realizzarono ventuno film tra cui 'Sentieri selvaggi', Alfred Hitchcock e Ingrid Bergman, che incarnava il modello di femminilità perfetta secondo il regista che l'ha resta protagonista della sua trilogia, di cui va citato il film 'Notorius', per poi fare riferimento a Grace Kelly e a James Stewart e Cary Grant per i ruoli maschili.
Alcune di queste coppie sono nate per una casualità, altre per affinità e altre ancora per un'attenta ricerca, ma l'importante è che abbiano generato un grande cinema, con opere eccellenti sia per la struttura che per la performance dei protagonisti, riuscendo ad esprimere al meglio l'idea generale della storia. E' proprio questo che i bravi attori devono fare, cercare di immaginare ciò che esiste nella mente del regista e provare a trasportarlo sullo schermo nella maniera più coerente possibile, mentre i grandi registi devono essere in grado di scegliere gli interpreti migliori e spiegare la loro idea. In questi sodalizi, soprattutto i più riusciti questo processo di immedesimazione avviene in modo semplice e naturale. Per questo si parla di coppie geniali.
"...Adagia il corpo sul sentiero e nota la macchia di sangue che fuoriesce sotto la scapola dal foro causato dal proiettile... Trovarsi un cadavere tra le braccia non rientra nel programma di allenamento."
Ecco un estratto dal nuovo libro di Massimo Milone, 'Milano corri e muori', edito da Happy Hour Edizioni, romanzo noir che sarà disponibile nelle librerie a partire da settimana prossima.
Protagonista è il commissario Remo Barocci che deve indagare sull'omicidio di una manager americana, avvenuta al Parco Sempione. I suoi colleghi Van Dir, Laganakis e Fossati lo aiutano a trovare indizi, mentre Castoldi e il suo collega Fumagalli cercano di impedire a uno spietato stalker di nuocere alla donna che ha preso di mira.
La storia è incentrata su uno dei problemi più attuali nella società italiana, la violenza sulle donne, nelle sue molteplici sfaccettature, creando un racconto ricco di ironia e suspence.
La copertina del romanzo è affidata al fotografo Stefanino Benni, che si è curato di dare all'immagine un carattere in linea con il romanzo poliziesco.
Massimo Milone vive e lavora a Milano. Ha pubblicato tre romanzi: Un mondo difficile, libro ironico e divertente sull’intreccio tra verità e menzogna nel mondo dei media e della politica; Per una bionda, noir ambientato a Napoli e firmato con lo pseudonimo Max Aniello; Delitto alla Montagnetta, primo romanzo sulle inchieste dell’8° Distretto di Milano. Ha inoltre partecipato alle antologie di racconti Milano Forte e Piano. Tutte le opere citate sono pubblicate da Happy Hour edizioni.
Il libro verrà presentato giovedì 16 maggio durante la rassegna Orasenzombra - Book on stage, alle ore 21.00 presso l'Hotel Admiral in via Domodossola 16 a Milano.
Milano corri e muori Romanzo noir di Massimo Milone Happy Hour edizioni, 2013, pp.176, € 12,50
*Attenzione, questo articolo non contiene canzoni con ukulele e diapason*
Il cantautorato italiano sembra esser tornato di moda, tra gruppetti indie-rock e sottogeneri strani. La tendenza negli ultimi anni è essere più lamentosi possibili e scrivere testi che letti con calma non significano niente.
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Ma è un poco come parlare delle nuove parole che ogni anno l'accademia della crusca aggiunge al vocabolario, nessuno vorrebbe mai leggere sado-monetarismo, eppure è lo specchio del nostro tempo e dal punto di vista filologico ha una sua valenza molto importante. Ed è un piacere del tutto scientifico ascoltare i gruppi della nuova primavera del cantautorato italiano, non saranno De Andrè, ma ce la mettono tutta e soprattutto si distaccano nettamente da artisti commerciali come... Povia? va ancora quel fesso di Povia? Forse adesso è più ascoltato Mengoni....
Per nostra fortuna, tra il delirio di gruppi più o meno famosi, ogni tanto esce qualcosa di valido. I ragazzi che vi presento oggi sono una di queste eccezioni: Il Fieno.
La prima volta li sentii in acustica in un piccolo locale di Milano, niente di troppo entusiasmante, tra distrazioni alcoliche e impegni istituzionali la musica era un piacevole sottofondo e niente più. La vera svolta è stato ascoltare il loro EP (Il Fieno - EP - 2012) a casa, con calma.
Il sound è pulito e ritmato, un misto tra rock, power pop e new wave, perfettamente in sintonia con i testi cinici, appartenenti a un immaginario malinconico. Storie di vita e non vita, nascoste ai più da testi a volte criptici, ma con flash che rivelano una ponderata consapevolezza dei temi trattati. Facilissimo rimanere intrappolati nelle melodie, finendo a fischiettarle senza pensarci sotto la doccia o in macchina.
Il loro primo lavoro è andato bene, ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, pubblicato su XL di Repubblica, promosso da Mtv new generation e Rolling Stone, ma si sa
. Gabriele Bosetti (voce), Edoardo Frasso (chitarra), Alessandro V. (basso, Momo Riva (batteria), iniziano a lavorare intensamente e il risultato è I Bambini Crescono - EP, uscito qualche mese fa. Una sorta di concept album che ruota intorno all'adolescenza e tutti i drammi che comporta, ma da una prospettiva diversa dal solito. Se prima eravamo abituati ad ascoltare le lagne di giovani musicisti senza peli sul petto, con questo disco passiamo a un punto di vista più maturo, che guarda indietro con malinconia e ironia, forse con invidia di quei piccoli drammi che nulla hanno a che fare con quelli dei "grandi", ma con la consapevolezza che tornare indietro non si può.
Come il precedente mantiene uno stile abbastanza classico, melodico, ma sempre con quella marcia in più nettamente rock. L'ascolto è abbastanza facile, piacevole, da viaggio in macchina o in treno con le cuffie, ma consiglio caldamente di far attenzione alle parole che forse si perdono nel ritmo, per non perdersi perle come:
"Bella come la rivoluzione in cui non credi più"
"la mia generazione è all'avanguardia e posta l'occupazione su youtube"
L'EP ci regala anche la collaborazione con Luca Urbani ne "Amos (togli il male come l'Oki)" e soprattutto la bellissima cover della canzone di Enzo Jannacci "Vincenzina e la fabrica".
Se siete così tirchi da non voler comprare il disco, allora non ve lo meritate!
Uscito da nemmeno 48 ore “Things”, il primo singolo dei Playmore, ha già un migliaio di visualizzazioni su youtube, ormai indice di gradimento di gran lunga più legittimato della deposta regina MTV. Il videoclip, spiritoso e visionario, ha come protagonista una scimmia-celebrità formato maxi che divide la sua giornata tra valigette piene di banconote (e banane!), cene in ristoranti di lusso, bische clandestine, festini e sesso in ascensore. Le immagini come il testo, dipingono un ritratto sarcastico di una società improntata ai consumi, alla mera trasgressione senza scopo, alla dipendenza dalle dipendenze e dall’esaltazione dagli eccessi. “Our weight in gold, despite our diamonds glow" Bisogna dirlo però, gli anni ‘90-‘00 ormai ce li siamo lasciati alle spalle, e un videoclip ben riuscito non basta più a soddisfare la fame di novità del pubblico più curioso e i The Playmore sono in qualche modo una ventata di novità per il nostro paese. Pochissime sono infatti le band italiane che producano in casa questo genere, il pump rock, così apprezzato soprattutto dalle UK Charts degli ultimi anni.
Definire un genere è sempre un lavoro meschino e complesso, ma tant’è, qualcuno ci prova sempre. Tosti groove di basso, giù pesanti con cassa e rullante, chitarre melodiche ed una voce morbida e calda che spazia da grida potenti a lievi toni cantautorali. Il tutto coronato da qualche accenno di synth a fare da ponte tra un sound rock e la più recente musica dance.
Il progetto The Playmore vede la luce ufficialmente nel 2012, sotto il sole di Napoli, partorito dalle menti di Bro Joe, Marfz, Gian e Pie, (rispettivamente batterista, bassista, chitarrista e voce del gruppo,); all’apparenza un po’ i Resevoir Dogs de noialtri. Il loro primo album, Pump Rock, non ha nulla da invidiare al sound e all’energia dei loro colleghi d’oltre confine, dai Two Doors Cinema Club ai Vaccines, e di tutto quel panorama musicale che si propone di far ballare il pubblico mescolando due mondi all’apparenza così diversi come il rock e la dance, ma collimati in un genere così decisamente riuscito. La loro ambizione? Portare la democrazia nella musica, far riflettere con ironia, far ballare, saltare e divertire nel rispetto della libertà e dell’individualità di ciascuno.
In attesa di scoprire l'intero album di debutto,
Things sarà presentato da martedì 23 aprile attraverso un ricco tour di interviste:
• Martedì 23 aprile, ore 15.00 – The Playmore @ Rai di Napoli con Gino Aveta nel programma "Generazioni a confronto" • Giovedì 25 aprile, ore 00.05 - webmob per l'uscita del video di "Things" • Sabato 27 aprile, ore 13.00 - flashmob c/o Napoli Comicon • Domenica 28 aprile, ore 19.00 – The Playmore Live @ DiscoDays: Fiera del Disco e della Musica
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