
Tour dei Caffè Storici di Firenze, dai moti del ’48 fino alla nascita del Negroni
È bevendo caffè e vermouth che si è formata l’élite politica e intellettuale del XIX e del XX secolo e Firenze, così come Venezia, si è distinta ospitando alcuni dei più importanti Caffè Letterari del Paese
Firenze a metà Ottocento è in pieno fermento. Tra la nascita di nuovi movimenti politici e culturali e gli stravolgimenti urbani dovuti al passaggio a capitale d’Italia, in città iniziano a nascere nuovi spazi d’incontro, che pian piano sostituiscono le osterie. Stiamo parlando dei Caffè Letterari. Tra i tavolini artisti, scrittori e filosofi si incontrano per scambiarsi idee e dar vita a nuove correnti artistiche e dibattici politici. È l’ascesa della borghesia.
Siamo stati insieme a Ricomincio da Firenze (organizzazione che si occupa di insoliti tour alla scoperta del territorio) a fare un Tour dei Caffè Storici di Firenze, per scoprirne tutti i segreti. L’evento si è tenuto durante la Florence Cocktail Week 2023, manifestazione dedicata al bere miscelato di qualità organizzata da Paola Mencarelli.
Dai moti del ’48 a Firenze capitale
È all’indomani dei moti del 1848 che nasce in via Larga n.21, oggi Via Cavour, il primo e uno dei più importanti caffè storici e artistici-letterari dell’epoca. Si tratta del Caffè Michelangiolo, vero e proprio crocevia di artisti e intellettuali. Fu qui che alla fine degli anni Cinquanta prese vita il movimento dei macchiaioli. Cruciale fu la sua posizione strategica, a due passi dalla Reale Accademia di Belle Arti e dalla Biblioteca Marucelliana.
Via larga divenne la principale direttrice di Caffè Letterari dell’800, che conobbero il boom dopo il 1865, anno in cui Firenze divenne capitale d’Italia. Seguendo le orme di Parigi, negli anni ’60 nacquero tantissimi nuovi caffè. Se prima di Firenze capitale se ne contavano 19, dopo qualche anno il numero salì a 117.
Non tutti però erano frequentati a scopo intellettuale. Il Bottegone, ad esempio, aperto qualche anno prima dell’Unità d’Italia in una delle zone nevralgiche della città (di fronte al Duomo e nelle vicinanze del Teatro Niccolini) era un luogo di svago, frequentato assiduamente da D’Annunzio e Collodi, dove giocare a dama o bere liquori e vermouth. Dall’altro lato della strada sorgeva il piccolo Caffè La Rosa, dove fermarsi per un caffè veloce prima di andare alla stazione, seguito poi dal Caffè La Rosina, aperto dall’altro lato della piazza (attuale Irish Pub) dai camerieri per fare un dispetto al proprietario. C’era poi Caffè Scudieri (ex Caffè Italia), che si trovava qualche metro più avanti, a ridosso del battistero. Con l’avvento di Firenze Capitale e le importanti trasformazioni urbanistiche, i palazzi della zona furono smantellati e traslati più addietro.
Un caffè storico frequentato dall’aristocrazia era invece Caffè Doney, chiamato anche Caffè delle Colonne. Qui cenarono Mussolini e Hitler durante il loro incontro a Firenze. Superfluo spiegare perché fu scelto come ambientazione del film Un tè con Mussolini.
Arrivando in Piazza della Repubblica troviamo Caffè Concerto Paszkowski, nato nel XIX secolo come birrificio polacco del ghetto ebraico. Nel 1903 fu poi riqualificato, affermandosi come importante Caffè Letterario. Oggi è uno dei caffè storici più famosi di Firenze insieme alle Giubbe Rosse (uno dei più famosi ritrovi letterari del ‘900 e culla dei futuristi, al momento chiuso) e a Caffè Gilli.
Gilli, Giacosa e la nascita del Negroni
Non tutti sanno che Caffè Gilli venne aperto nel 1733 dallo svizzero Luigi Gilli nell’attuale sede di Victoria Secret, in via dei Calzaiuoli. È la più antica caffetteria di Firenze e d’Europa dopo Caffè Florian di Venezia. Nato come “Bottega dei Pani e dei Dolci”, Gilli si trasferisce in Piazza della Repubblica solo nel 1917, attuale sede del Caffè. Oggi, il locale è conosciuto in tutta Firenze e in tutto il Paese per un suo must: il Negroni. Luca Picchi, bar manager di Gilli, è riconosciuto infatti come l’esperto mondiale dell’amatissimo cocktail, nato proprio a Firenze a inizi Novecento. La storia del Negroni è raccontata da Luca Picchi nel libro “Sulle tracce del conte. La vera storia del cocktail Negroni”.
Ma come nasce il Negroni?
Da Caffè Casoni a Cavalli, il civico 10 rosso di Via della Spada per i fiorentini ha avuto sempre e solo un nome: Caffè Giacosa. È qui che, nel 1920, il Conte Camillo Negroni, grande amante del bere miscelato, “inventò” il celebre cocktail. Chiese al barman del locale di modificare l’Americano, aggiungendoci del gin. Il risultato fu amatissimo ed il resto è storia.

Francesca Noce
Freelance under 30 con il chiodo fisso del mangiare e bere bene. Estremamente curiosa, cresce una nuova generazione di enotecnici fiorentini trasmettendo il suo entusiasmo con la penna e tra i banchi di scuola.
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