
Vivere o morire: il nuovo disco di Motta dal sapore malinconico
Dopo due anni di assenza, Motta ritorna con ''Vivere o Morire'', un album che parla di emozioni e sentimenti.
Francesco Motta, in arte ''Motta'', si sta rivelando uno dei cantautori più apprezzati del panorama indie italiano. Il suo nuovo album ''Vivere o morire'', uscito il 6 aprile 2018 sotto etichetta Sugar, è il proseguimento del lavoro svolto con il precedente disco ''La fine dei vent’anni'', vincitore nel 2016 del Premio Tenco come ''Migliore opera prima'', che rappresentava la fine di un’età, dove era ancora consentito sbagliare e cedere agli eccessi, e quel momento di passaggio in cui il cantante livornese lasciava i Criminal Jokers, la band punk rock di cui faceva parte, per intraprendere la carriera solista.
Così, dopo due anni di attesa, è stato realizzato questo album che sta scalando vorticosamente le classifiche dei dischi più venduti negli ultimi mesi e che segna la svolta emozionale di un artista intimista desideroso di urlare a gran voce la sua verità.
Come si può intuire dal titolo, in ''Vivere o morire'' il cantautore pone l'ascoltatore di fronte ad una scelta netta, escludendo la possibilità di trincerarsi dietro scudi o prese di posizione ambigue.
L'album, prodotto interamente da Taketo Gohara, è composto da nove tracce ed esprime emozioni pure e sentimenti sinceri, ma questa volta il messaggio che Motta lancia al suo pubblico è chiaro: lasciarsi andare per ricominciare, in maniera più consapevole, una nuova vita caratterizzata da amore, pathos e un pizzico di follia.
Molti i temi presenti al suo interno: la ricerca della felicità che si evince ascoltando il singolo ''Ed è quasi come essere felice''; il senso di smarrimento provato dopo la fine di un amore presente in ''La nostra ultima canzone''; il rapporto con il padre che viene cantato in ''Mi parli di te'' ed ancora il desiderio di stabilità, la voglia di essere sé stessi nonostante tutto e la necessità di amare.
Per rendere questo suo ultimo disco unico e d'impatto, Motta ha lavorato per sottrazione e così ha eliminato inutili orpelli e ha utilizzato nei suoi testi, scritti in gran parte con Pacifico, frasi semplici e dirette accompagnate da percussioni che si uniscono ad archi, chitarre e pianoforte. Le ripetizioni, però, sono rimaste invariate, come se fossero un mantra da memorizzare, e gli accordi spesso risultano simili perché deve essere centrale la storia da raccontare.
Il risultato è un album fluido ed essenziale che conquista sin dal primo ascolto e che riesce ad emozionarci con la delicatezza e la spontaneità che lo contraddistingue.
Vivere o morire
Motta
mottasonoio.com
Stefania Massari
