
"Le sorelle Macaluso" di Emma Dante: dall'anteprima alla Mostra di Venezia all'uscita in sala
"Le sorelle Macaluso" di Emma Dante è stato il quarto film italiano presentato nel Concorso Ufficiale della 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Chi ha avuto modo di vedere altri lavori della regista palermitana, si renderà subito conto di come non si tratti di 'teatro filmato' ma c'è un'operazione profonda e, appunto, cinematografica dietro. Nel corso dell'incontro stampa a cui abbiamo assistito, si è voluto approfondire proprio questo aspetto. Ecco il resoconto.
Quest'opera è tratta da una pièce teatrale di grandissimo successo, perché le è venuta voglia di raccontare questa storia anche al cinema?
Emma Dante: in primis ci tengo a dire che sono felicissima di essere qui, anche per il momento storico che stiamo vivendo. Mi sembra quasi un miracolo e, in fondo, il cinema e il teatro servono a recuperare i sogni. Ci sono delle differenze sostanziali rispetto a quanto avete visto nel film: la famiglia è in realtà più allargata in scena - sono sette sorelle e in più ci sono anche i genitori loro e un figlio di una delle sorelle. A teatro mancava la casa perché è come se venissero partorite dall'oscurità e tornassero nel vuoto. Ma proprio perché per me questi personaggi sono come parte della mia famiglia, mi piaceva l'idea di poter dare loro una casa, non solo con delle pareti, ma anche l'intero arredamento. Quindi letti, bagni, armadi, un mobile dove riporre le cose preziose - come per esempio un sevizio di piatti. In questo modo, i mobili mi avrebbero aiutata a raccontare il corpo dentro il quale noi viviamo, perché alla fine una casa è proprio questo, è un corpo che contiene la vita di ogni umano, custodisce i nostri averi ma anche i ricordi, le emozioni e le frustrazioni. Portare questa storia al cinema, mi ha permesso di renderla più visionaria.
Press Conference_Credits La Biennale di Venezia - Foto_ASAC_ph G. Zucchiatti
Si è optato per dodici attrici per cinque sorelle, con tre interpreti per ogni fase della vita toccata (infanzia, età adulta e vecchiaia).
Donatella Finocchiaro: dovevamo avere un’emozione in comune, si è creata una somiglianza emotiva del personaggio che abbiamo cercato accuratamente durante le prove. Pinuccia ha come sentimento portante la rabbia, fa la badante a Lia, è un ruolo che le hanno cucito addosso le sorelle. Il lavoro di preparazione è stato importantissimo, un lavoro emotivo e psicologico molto forte insieme al lavoro sul gesto.
Press Conference_Credits La Biennale di Venezia - Foto_ASAC_ph G. Zucchiatti
E. Dante: c’è il cambiamento del tempo. Non volevo usare il trucco per invecchiare le persone, ho cercato di rendere protagonista il tempo come grande chirurgo plastico che deforma e decide come manipolare i corpi. È un film sul tempo che crea, attraverso i cortocircuiti della vita, le differenze Il cinema lo può fare molto bene se lo spettatore accetta questa regola: il fatto che non sia la stessa attrice che interpreta il medesimo personaggio, ma è il personaggio che cambia. I piccoli gesti quotidiani non modificheranno mai neanche a ottant'anni.
Può dire qualcosa in merito allo spazio e alla scelta di non inserire i genitori?
E. Dante: ci siamo preoccupati molto della mancanza dei genitori, ma a un tratto abbiamo capito che non stavamo raccontando la trama delle sorelle, ma tre momenti della loro vita. Entriamo per assistere a queste tre veglie. All'inizio, durante la giornata al mare con l'incidente, non vediamo i genitori, ma potrebbe benissimo essere che in quel momento in cui entriamo in casa non ci siano. I veri genitori nel film sono i colombi che le seguono sempre, sono sempre presenti: il colombo nasce, fa il nido e ritorna tutta la vita. La casa è così, un luogo magico dove si torna sempre perché è nel dna (anche nei cimiteri c’è la colombaia).
Photocall_Credits La Biennale di Venezia - Foto_ASAC_ph G. Zucchiatti
Per Marica Stocchi che con Giuseppe Battiston ha co-prodotto l'opera: Quando avete intuito il potenziale cinematografico di questo film?
M. Stocchi: ho lavorato molto in teatro, conoscevo il lavoro di Emma, ma l’idea di poter realizzate un film da uno spettacolo che avevo amato, è stata una possibilità straordinaria per me sia perché le ho potuto permettere di lavorare per ben tre mesi di prove (impensabile ormai per il cinema, nda) e poi mi sono fidata tantissimo. Emma è un’artista, è una voce straordinaria e non posso che ringraziarla.
Photocall_Credits La Biennale di Venezia - Foto_ASAC_ph G. Zucchiatti
Giuseppe Battiston: nel lavoro di Emma la cosa che mi ha sempre colpito e conquistato è la sua urgenza poetica e comunicativa, che si esprime attraverso sentimenti fortissimi, talvolta violenti, ma che trasmettono una necessità di comunicare fuori dal comune. Quando c'è stata la possibilità di lavorare con lei, sapevo che mi sarei trovato davanti un'artista profonda. Aggiungo che lavorare con una regista donna è un privilegio, che aggiunge qualcosa in più a questo film.
Vi sono degli specifici riferimenti letterari e musicali, ce ne può parlare?
E. Dante: Lia ha una passione, legge sin da quando è piccola, man mano che va avanti nella storia cita Anna Maria Ortese, Oriana Fallaci; ma ci tengo anche ad evidenziare che c'è un'inquadratura che ricorre sempre in tutte le sorelle: come, ad esempio, il dettaglio della bocca per Pinuccia che si trucca davanti allo specchio. Le canzoni non sono di accompagnamento, ma hanno una funzione narrativa ben precisa, aiutano la comunicazione di quel sentimento.
Foto di scena
Le sorelle Macaluso: trailer e uscita in sala
L'opera seconda di Emma Dante è stato distribuito nei nostri cinema da Teodora Film subito dopo la prima veneziana.
"Le sorelle Macaluso" insignito del premio intitolato a Carlo Lizzani
Il premio collaterale della Mostra del Cinema di Venezia 2020, intitolato a Carlo Lizzani, è stato assegnato a "Le sorelle Macaluso" di Emma Dante. «Don Matteo Cella, insieme al suo gruppo di volontari che gestiscono il cinema San Filippo Neri di Nembro, considerati gli esercenti più coraggiosi dell’anno, hanno scelto tra i film italiani presenti al Festival quello di Emma Dante, prodotto da Rosamont, Minimum Fax Media e Rai Cinema, come migliore opera italiana della 77 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. La sala di Nembro si impegnerà a promuovere il film con una più accurata e duratura programmazione e ne incoraggerà la circolazione presso gli altri colleghi esercenti. Don Matteo e i suoi collaboratori hanno scelto il film con la seguente motivazione: “carico di simbologia e al contempo profondamente aderente alla realtà, Le sorelle Macaluso è una provocazione sul valore e il ruolo della donna, sulla capacità di essere resilienti e di affrontare i cambiamenti e le sfide con la giusta determinazione, facendo del senso di appartenenza il maggior punto di forza. In questa stagione di grandi prove che la pandemia ha ulteriormente accresciuto, il film di Emma Dante rappresenta per noi la necessità di coniugare la spinta verso l'ideale e l'aderenza alla realtà”. In questo anno funestato dalla diffusione della pandemia, il cinema di Nembro, insieme a Don Matteo Cella e all’intera comunità, è stato scelto dalla giuria del Premio come simbolo di coraggio ed esempio di una pronta ripartenza della cultura cinematografica in Italia» (dalla nota ufficiale).
Le sorelle Macaluso: teatro
Queste note di regia legate alla rappresentazione teatrale, fanno comprendere ancora di più la differenza tra i due linguaggi, le decisioni operate anche all'interno del plot e anche come la Dante sappia maneggiare entrambe le arti, sferrando un colpo allo spettatore (certo con rispetto), che difficilmente dimenticherà.
«Un controluce impedisce ai nostri occhi di vedere sul fondo. Sul fondo c’è l’oscurità. La scena è vuota. Soltanto ombre abitano questo vuoto finché un corpo, dal cono di buio, viene lanciato verso di noi. L’oscurità espelle una donna. Adulta. Segnata. A lutto. Viene danzando verso di noi. Dal fondo, a poco a poco, appaiono tre, cinque, sette, dieci facce. Sono vivi e morti mescolati insieme. Ma non si capisce chi è vivo e non si capisce chi è morto. Tutti sono a lutto. A lutto eterno. Il piccolo popolo avanza verso di noi con passo sicuro. La donna danzante si unisce al corteo. "Le sorelle Macaluso" sono uno stormo di uccelli che partecipano al proprio funerale e a quello degli altri. Sospesi tra la terra e il cielo. In confusione tra vita e morte. La famiglia è composta da sette sorelle, Gina, Cetty, Maria, Katia, Lia, Pinuccia e Antonella morta qualche anno fa. Durante la cerimonia le sorelle si fermano a ricordare ad evocare a rinfacciare a sognare a piangere e a ridere della loro storia. È il funerale di una di loro. Nel confine tra qua e là, tra ora e mai più, tra è e fu, i morti sono pronti a portarsi via la defunta. Se ne stanno in bilico su una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con spade e scudi in mano. Al momento, immagino un controluce, abiti scuri e un cammino. Una famiglia in movimento che entra ed esce dal buio. Vedo un giovane padre apparire alla figlia cinquantenne, una moglie avvinghiata al marito in un eterno amplesso, un uomo fallito anche da morto, vedo i sogni rimasti sospesi tra le ombre e la solitudine e vedo gli estinti stare davanti a noi con disinvoltura. Tutto si ispira al piccolo racconto che mi fece una volta un amico. Sua nonna, nel delirio della malattia, una notte chiamò la figlia urlando. La figlia corse al suo letto e la madre le chiese: “in definitiva io sugnu viva o morta?” La figlia rispose: “viva! Sei viva mamma!” E la madre beffarda rispose: see viva! Avi ca sugnu morta e ‘un mi dicìti niente p’un fàrimi scantàri. (sì, viva! Io sono morta da un pezzo e voi non me lo dite per non spaventarmi)». La pièce è stata insignita di diversi premi, tra cui: Premio Ubu 2014 come Migliore spettacolo dell’anno e come Miglior regia, Premio Le Maschere del Teatro 2014 come Miglior spettacolo, Premio della Associazione Nazionale Critici di Teatro 2014, "Le sorelle Macaluso" si colloca tra le creazioni del sorprendente affresco teatrale disegnato dalla regista palermitana attraverso i sentieri più accidentati, oscuri e molesti dell’esistenza.
Info tecniche
Le Sorelle Macaluso
Regia: Emma Dante
Produzione: Rosamont (Marica Stocchi, Giuseppe Battiston), Minimum Fax Media (Daniele Di Gennaro), Rai Cinema
Durata: 89'
Anno: 2020
Paese: Italia
Lingua: Italiano
Cast: Viola Pusateri, Eleonora De Luca, Simona Malato, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro, Ileana Rigano, Alissa Maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna
Dalla pièce teatrale "Le sorelle Macaluso" di Emma Dante

Maria Lucia Tangorra
Pugliese di nascita e milanese di adozione, pensa che in particolare di teatro e cinema non si possa fare a meno. Giornalista pubblicista, laureata in Lettere moderne percorso 'Letteratura e arti' in Cattolica, scrive in particolare modo di Settima Arte e di quella più antica - quella teatrale - ma negli anni ha ampliato occupandosi anche di tv, mostre, libri ed eventi. Vive nella città meneghina, ma effettua trasferte ad hoc anche per seguire festival di settore.
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