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Cinque concerti in cinque location d’eccezione, da Nord a Sud della penisola italiana, porteranno il frontman dei Radiohead nel nostro Paese quest’estate: prima Barolo, poi Codroipo, in provincia di Udine, Ferrara, Perugia e in ultimo Roma. Si parte il 16 luglio con il Collisioni Festival.

Ha aperto da alcune settimane a Berkeley Square, nel cuore di Mayfair, il ristorante più trendy di Londra: Sexy Fish.

L’inaugurazione è avvenuta in grande stile con una festa organizzata dalla cantante Rita Ora e ospiti come Kate Moss e Harry Styles e da allora attori, cantanti e celebrità lo affollano ogni sera.

Costato 15 milioni di sterline, è l’ultima creazione del tycoon Richard Caring, proprietario di ristoranti già celebri come The Ivy, Le Caprice e Scott’s.

Concepito per catturare l’attenzione a prima vista, coniuga opulenza ed eccellenza culinaria. Vi attende all’ingresso il tradizionale portiere in bombetta per introdurvi in una location dall’atmosfera glamour anni ’50 con pavimenti in marmo verde, poltroncine rosse in pelle e oro sfavillante tutt’intorno.

A rendere unico Sexy Fish hanno collaborato alcuni protagonisti viventi dell’arte contemporanea. Damien Hirst, infatti, ha creato apposta tre opere: due statue di sirene in bronzo blu e un grande pannello di una sirena con uno squalo. L’architetto Frank Gehry (Museo Guggemheim di Bilbao e Fondation Louis Vuitton di Parigi), invece, ha realizzato le spettacolari luci appese a forma di pesce e il coccodrillo di quattro metri a effetto mosaico su un muro. I soffitti sono stati affrescati da Michael Roberts, mentre le due sale private vantano i due acquari di coralli più grandi del mondo con cento tipi diversi di pesce che nuotano all’interno.

Qui non sono solo artisti blasonati a creare opere d’arte: Sexy Fish, infatti, si distingue per l'altissimo livello nella cucina di pesce, realizzata con quel particolare tocco asiatico che costituisce la firma di Ben Orpwood, grande esperto di cucina giapponese appositamente tornato a Londra come executive chef del locale dopo aver lavorato ai ristoranti Zuma di Istanbul e Dubai.

Lasciatevi conquistare da proposte culinarie raffinate e semplici che sembrano necessarie in una location così vistosa: spigola cilena con purè di carciofo e un’insalata di anguilla affumicata con foie gras, orata ai semi di sesamo, salmone affumicato della Nuova Zelanda, tartare di tonno e gamberi del Madagascar ma anche granchio e spiedini di polpo, sashimi e tempura, ostriche e caviale e molti altri piatti.

Il menu degustazione di nove portate costa £90, mentre a pranzo potete approfittare dell’opzione di due portate per £25.

 

 

Sexy Fish Berkeley Square House Berkeley Square, Greater London W1J 6BR

 

 

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Dall'8 febbraio al 12 aprile presso VITRARIA Glass +A Museum una mostra imperdibile dedicata alla collezione di Diane Venet: l'Arte si trasforma in Gioiello.

Da Pablo Picasso a Jeff Koons, da Louise Bourgeois a Damien Hirst, da Lucio Fontana a Anish Kapoor. Sono solo alcuni degli oltre cento nomi dell’arte moderna e contemporanea riuniti assieme per svelare il proprio volto meno noto: quello di artisti di gioielli, le cui creazioni hanno la valenza di sorprendenti opere d’arte spesso sconosciute al grande pubblico.

Dopo aver fatto tappa a Roubaix, New York, Atene, Valencia, Miami e Seoul, la incredibile collezione raccolta negli anni da Diane Venet, collezionista parigina di origine e newyorchese d’adozione, moglie del noto artista Bernar Venet, arriva per la prima volta in Italia con "Precious - da Picasso a Jeff Koons". Centosessantuno gioielli, la collezione al completo, con alcune opere mai esposte prima, che raccontano un approccio all’arte differente da quello che siamo soliti osservare e trasformano il piano nobile del suggestivo e nuovissimo VITRARIA Glass +A Museum.

VITRARIA Glass +A Museum è il nuovo museo che ha aperto le porte a settembre 2014 nel cuore di Venezia, situato all'inizio del “museum mile” tra l’Accademia e le Zattere. Il museo ha un approccio interdisciplinare dove “Glass” esprime l’obiettivo tematico che pone al centro il vetro attraverso le contaminazioni di questo elemento con l’arte, il design, l’architettura, le nuove tecnologie, la moda… e “+A” enuncia l’aspirazione del museo ad allargare la propria ricerca molto oltre, permettendosi un’area di libertà espositiva e proponendosi come piattaforma di incontro e scambio per artisti, designer, industria creativa. "Precious" rientra dunque proprio nella vocazione “+A” di VITRARIA, che esprime già con questa sua seconda mostra la propria libertà di esplorare l’“Altro”, investigando, in questo caso, un’altra arte applicata come l’oreficeria, così affine all'arte vetraria. Gioielli che sono opere d’arte a tutti gli effetti, perché firmati dai più grandi artisti contemporanei, spesso pezzi unici, talvolta edizioni limitatissime che rimangono nei tratti distintivi inequivocabili e riconducibili alla cifra stilistica di ciascun “maestro”. "Precious" ci farà scoprire da un punto di vista inedito il percorso di molti degli artisti più noti al mondo dalla seconda metà del XX secolo a oggi. Ogni gioiello, concepito come opera d’arte da indossare, racchiude in sé una storia ed è stato realizzato dall'artista con una particolare persona in mente: è forse proprio questo aspetto “intimo” a renderlo ancora più affascinante.

Il doppio significato di questa mostra inizia proprio dal suo titolo: "Precious" non solo perché si fa riferimento a oggetti d’arte rarissimi e preziosi, ma anche ad opere che custodiscono un contenuto simbolico e personale forte, spesso all'origine della creazione, basti pensare ai ciottoli raccolti sulla spiaggia da Picasso e poi dipinti per Dora Maar, o ai pezzi di osso sui cui incise il ritratto di Marie-Thérèse.

È la stessa Diane Venet a raccontare che la sua collezione nacque il giorno in cui suo marito, l’artista francese Bernar Venet, le strinse attorno all'anulare sinistro un sottile bastoncino d’argento come anello di nozze, a cui sono seguiti spille e bracciali, ognuno corrispondente ad un nuovo concetto nella sua attività artistica. La collezione è cresciuta nel tempo, chiamando a raccolta amici ed artisti quali César, che ha compresso braccialetti e ciondoli della famiglia Venet per dargli nuova vita, o Chamberlain, che ha donato a Diane il suo primissimo gioiello, una spilla in alluminio accartocciato e verniciato. A volte gli artisti hanno rifiutato la richiesta, per cimentarsi nella sfida solo in un secondo momento, come nel caso di Frank Stella, tentati dallo sperimentare il proprio linguaggio su una scala diversa e con vincoli differenti. Molti gioielli sono arrivati dopo indagini, incontri, viaggi intrapresi per rintracciare pezzi rari. Tutti sono il risultato di un intreccio tra storie di vita e storia dell’arte.

Artisti in mostra:

Afro, Karel Appel, Ron Arad, Arman, Jean Arp, Kader Attia, Gijs Bakker, Giacomo Balla, Miquel Barceló, Laurent Baude, Bill Beckley, Lynda Benglis, Pierrette Bloch, Delphine Boël, Louise Bourgeois, Georges Braque, Pol Bury, Alexander Calder, Faust Cardinali, Sir Anthony Caro, Enrico Castellani, César, John Chamberlain, Dinos Chapman, Miguel Chevalier, Nisa Chevènement, Sandro Chia, Jean Cocteau, Corneille, Costas Coulentianos, Carlos Cruz Diez, Annabelle d'Huart, Salvador Dalí, Lucio Del Pezzo, Niki de Saint Phalle, Wim Delvoye, André Derain, Nathalia Edenmont, Max Ernst, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Antony Gormley, Alberto Guzman, Raymond Hains, Keith Haring, Damien Hirst, Gottfried Honegger, Rebecca Horn, Robert Indiana, Anish Kapoor, Avish Khebrehzadeh, Jeff Koons, Gyula Kosice, Jannis Kounellis, Yayoi Kusama, Hubert Le Gall, Fernand Léger, Julio Le Parc, Claude Lévêque, Roy Lichtenstein, Jacques Lipchitz, Jason Martin, Fausto Melotti, Miltos Michaelidis, François Morellet, Forrest Myers, Brigitte Nahon, Lowell Nesbitt, Louise Nevelson, Tim Noble & Sue Webster, Michelle Oka Doner, Yoko Ono, Meret Oppenheim, Orlan, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Grayson Perry, Pablo Picasso, Jaume Plensa, Fabrizio Plessi, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Marc Quinn, Robert Rauschenberg, Man Ray, Pablo Reinoso, George Rickey, Ugo Rondinone, Mimmo Rotella, Kenny Scharf, Gino Severini, Santiago Sierra, Jesús Rafael Soto, Daniel Spoerri, Frank Stella, Vassilakis Takis, Dorothea Tanning, Nakis Tastsioglou, Barthélémy Toguo, Luis Tomasello,Tunga, Günther Uecker, Lee Ufan, DeWain Valentine, Victor Vasarely, Bernar Venet, Jacques Villeglé, Andy Warhol, Lawrence Weiner, Tapio Wirkkala, Bill Woodrow, Erwin Wurm, Kimiko Yoshida

Diane Venet Nata a Parigi da una famiglia di collezionisti, negli Anni ’80 si è trasferita a New York col marito, lo scultore Bernar Venet, lavorando assieme a lui per l’ideazione e organizzazione di mostre in tutto il mondo. Come collezionista d’arte e di gioielli d’artista è riuscita a definire importanti prestiti e creazioni che l’hanno condotta alla curatela dell’acclamata mostra Bijoux Sculptures al Musée La Piscine di Roubaix. Il successo di quella mostra, poi intitolata From Picasso to Koons: Jewelry by Artists, ha generato ulteriori e importanti capitoli espositivi: nel 2011 è stata ospitata al MAD di New York, nel 2012 al Benaki Museum di Atene e all’Istituto IVAM di Valencia, nel 2013 al Bass Museum di Miami e nella importante sede di Hangaram Design Museum di Seoul. Madame Venet collabora da sempre con importanti collezionisti e mercanti d’arte quali Pierre-Alain Challier, Elisabetta Cipriani, Esther De Beauce, Louisa Guinness, Martine e Didier Haspeslagh, Diana Küppers, GianCarlo Montebello, Marina Ruggieri. Per la prima volta a Venezia grazie a VITRARIA viene esposta la sua collezione integrale. Ulteriori informazioni su www.dianevenet.com

VITRARIA GLASS +A MUSEUM La sede permanente di Palazzo Barbarigo Nani Mocenigo, già dimora del doge Agostino Barbarigo e antico “museo” della collezione archeologica della famiglia Nani dona nuovamente luce all'identità tracciata in filigrana in un luogo dove la cultura possa intraprendere percorsi nuovi per generare un processo di ricerca attraverso il quale stabilire relazioni e possibilità ancora inesplorate. Alcuni cenni storici: il palazzo è stato costruito a partire dalla seconda metà del XV secolo dal Doge Agostino Barbarigo, che lo lasciò in eredità alle due figlie a condizione che si dividessero il palazzo in due appartamenti: questo pare essere il motivo per il quale il palazzo è dotato di due “piani nobili”. Il ramo della famiglia Barbarigo si è poi estinto e le figlie si sono sposate con discendenti della famiglia Nani. Il palazzo poi è stato della famiglia Nani per 500 anni fino a che una discendente si sposò con la famiglia Mocenigo nell'Ottocento prendendone il cognome. Ulteriori informazioni su www.vitraria.com

 

8 febbraio al 12 aprile

PRECIOUS da Picasso a Jeff Koons

A cura di Diane Venet e Ewald Stastny

VITRARIA Glass +A Museum Palazzo Nani Mocenigo, Dorsoduro 960, Venezia

Biglietto di ingresso: Intero 8€ Ridotto 7€

Orari e giorni di apertura: Martedì - domenica: 10 - 13 / 14 - 17 Sabato anche 19 - 23 Lunedì chiuso

 

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Nerospinto vi invita alla mostra al Maxxi di Roma su Francesco Vezzoli: uno degli artisti italiani più importanti della scena contemporanea. L'artista realizza intense allegorie, indagando sui rapporti tra arte cinema e religione; tutta la sua opera è volta a sfruttare il potere dei media: ad esempio in una performance  al Moca di Los Angeles è riuscito a mettere insieme Lady Gaga, L'archistar Frank o ' Ghery, l'artista Damien Hirst e i ballerini di Bolshoi, l'eco mediatico dell' evento è stato globale. l'esposizione oltre alla capitale, toccherà anche Los Angeles, e New York.

La mostra racconta il percorso di Vezzoli partendo dai ricami all'uncinetto degli anni novanta,agli arazzi, fotografie, video e sculture in marmo degli anni più recenti. il titolo della mostra "Galleria Vezzoli", si ispira alle grandi gallerie del passato, suggerisce l'atmosfera dei musei dell'ottocento, l'esposizione vuole essere anche una riflessione sul museo contemporaneo. Per l'occasione è stato realizzato un allestimento con damasco rosso, boiserie, stucchi nicchie e sculture classicheggianti, ricami, foto, video, foto e sculture e citazioni che utilizzano frammenti del cinema d'autore, elementi che uniscono la cultura bassa e quella alta, utilizzando diversi codici linguistici.

L'esposizione è curata da Anna Mattirolo.

"Galleria Vezzoli" MAXXI Roma

dal 29/05 al 24 novembre 2013

http://www.fondazionemaxxi.it

 

 

 

 

Inaugurata il 16 maggio, alla Galleria Il Castello è possibile visitare una mostra che raccoglie 19 opere per "Go Through", ovvero passare attraverso la vita e le sue fasi seguendo un percorso di bianchi e neri, di luci e ombre.

 

Teschi, polvere di diamante, medicinali, farfalle: ci sono tutti gli elementi tipici della poetica di Damien Hirst. Nello spazio milanese, il celebre artista, noto per i suoi lavori provocatori e controversi, espone sculture, acqueforti, acquetinte, e serigrafie in un percorso sviluppato per ricreare i momenti di introspezione e di azione vitale che scandiscono la nostra esistenza.

Una sorta di contesto teatrale e concettuale, capace di coinvolgere lo spettatore intellettualmente ed emotivamente.

 

La mostra, la cui dislocazione negli spazi è stata curata dal fotografo e designer Francesco Vitali, si snoda seguendo 5 temi fondamentali: i passaggi, evocati dai teschi (cifra stilistica dell'artista); le soste, che si ritrovano negli spot paintings; le seduzioni, nascoste tra la polvere di diamanti; le illusioni, racchiuse negli armadietti di medicinali; le trasformazioni, incarnate dalle farfalle.

 

Questa selezione di opere risparmia le più crude e contestate per riproporre quelle più enigmatiche, suscitando interrogativi e dubbi che spesso il lavoro di Hirst stimola provocando un senso di disagio che permea tutti gli esseri viventi che, volenti o nolenti, sono condannati a fare i conti con la morte.

 

La mostra rimarrà aperta sino al 18 luglio e Nerospinto invita caldamente a visitarla, per porsi a confronto con un grande artista, per affrontare e interrogarsi su dubbi e angosce della propria esistenza.

 

Info su costi e orari:

Da martedì a sabato dalle 11 alle 13.30 e dalle 15 alle 19

Lunedì dalle 15 alle 19

 

Ingresso Libero

 

 

Galleria d'arte moderna Il Castello

via Brera, 16

Milano

Da qualsiasi punto di vista lo si osservi, Juan Francisco Casas è un artista che stupisce.

Delle sue opere colpiscono l’irriverenza  e la freschezza;  il forte contrasto, voluto e ricercato, tra la banalità dei soggetti e le enormi dimensioni dei quadri, riservate al tema storico o religioso, come ci insegna il mondo accademico; stupiscono la maestria della tecnica e l’iper-realismo con cui sono realizzate.

Tuttavia sono sicura che la cosa che vi colpirà di più sarà scoprire di quale strumento si serve per realizzarle; dimenticate Photoshop e programmi di grafica, scordatevi tavolozza e pennello, carboncino e matita: nell’astuccio di Juan Francisco Casas c’è solo una penna bic, rigorosamente blu.

 

Avete presente quegli scarabocchi che disegnavamo durante le ore di lezione, al liceo? Le caricature della professoressa o qualche presa in giro al compagno di banco? Ecco, Casas ha a disposizione quello stesso piccolo, sottovalutato strumento.

E in fondo anche lui scarabocchia, solo che lo fa su pannelli due metri per due, solo che il risultato è del tutto identico ad una fotografia.

 

Juan Francisco Casas nasce nel 1976 a La Carolina, nel sud della Spagna. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Granada nel 1999 e con una borsa di studio si trasferisce a Roma. Già dal 2002 arrivano il successo e le esposizioni in siti importanti, dalla rinomata galleria Fernando Pradilla di Madrid a El Museo di Bogotà. Negli anni successivi porta la sua arte scanzonata in giro per l’Europa e per il mondo intero, attirando l’attenzione positiva della critica e di numerosi artisti, tra cui anche gli stimati Maurizio Cattelan, Damien Hirst e Neo Rauch.

 

La tecnica di Casas consiste nell’immortalare il suo soggetto in momenti del tutto ordinari, per poi riprodurre la fotografia con le biro blu; ne esaurisce almeno tre o quattro per ogni quadro, dichiara.

Le sue Madonne sono ragazze divertite e divertenti, belle e senza schemi, che ammiccano e provocano l'osservatore con l’affascinante freschezza della gioventù. Uomini anche, pochi c’è da dire, ma sempre leggeri e spensierati.

 

A guardare le opere una di seguito all’altra sembra quasi di curiosare nell’album dei ricordi di un ragazzo che ama fotografare i momenti belli della vita, nella loro semplicità. Sono attimi e situazioni che ognuno di noi potrebbe aver vissuto, nulla di straordinario; gli  amici, le serate, le donne che ama, anche solo per una notte. Ciò che tuttavia le rende speciali sono la frizzante gioia di vivere e la totale libertà d'espressione che trasmettono, che insieme scacciano ogni rischio di banalità.

Ogni personaggio ritratto sprigiona un’energia e una vitalità che spiazzano e sfidano chi li osserva a lasciarsi andare, a non prendersi troppo sul serio. A chi coglie la sfida, riescono facilmente a strappare un sorriso, per gli altri..beh, è un peccato perché ridere allunga la vita e lo sguardo corrucciato fa venire le rughe!

 

 

Noi di Nerospinto amiamo quell’arte che non solo dà piacere agli occhi, ma che nutre lo spirito con la sua capacità di creare attraverso le opere un momento di riflessione e approfondimento.

Fino al 2 giugno 2013 Palazzo Reale ospita The Desire for Freedom. Arte in Europa dal 1945, una grande mostra collettiva che affronta l’idea di Libertà in Europa dal dopoguerra in avanti, attraverso il pensiero e le opere di 94 artisti contemporanei provenienti da 27 paesi europei.

Il progetto nasce con l’obiettivo di superare la visione di un’ Europa del dopoguerra come teatro dell’ostilità tra due blocchi di potere contrapposti durante la guerra fredda, assumendo invece come punto di partenza l’idea che entrambe le parti affondino radici comuni nell’Illuminismo. Per questo Est, Ovest, Nord e Sud sono rappresentati in base a un criterio di parità che emerge nella sequenza tematica ideata per l’esposizione.

In mostra dipinti, fotografie, disegni, video e installazioni realizzati in settanta anni di produzione artistica europea da artisti affermati e di fama internazionale - tra cui Damien Hirst, Arman, Jannis Kounellis, Yves Klein, Richard Hamilton, Niki de Saint Phalle, Alberto Giacometti, Gerhard Richter, Christo, Mario Merz, Emilio Vedova, Yinka Shonibare, Lucio Fontana, Ilya Kabalov - e da altri poco noti in Italia, ma di grande interesse come Boris Mikhailov e Erik Bulatov.

 

 

Orari: lunedì 14.30 – 19.30

martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 giovedì e sabato 9.30 – 22.30

prezzi: il costo del biglietto è di 11 euro compresa l’audioguida, ma con lo speciale ticket cumulativo di 16 euro si possono visitare sia “The Desire for Freedom” sia la mostra dedicata a “Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti”.

Info e prenotazioni: www.desireforfreedom.it

 

 

Direttore Responsabile
INDIRA FASSIONI

Se vuoi scriverle: direttore@nerospinto.it