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Le tappe fondamentali che hanno visto il superamento dei limiti imposti dalla tela per la creazione di un’opera d’arte totale, sono il percorso ideale nella ricostruzione di una dimensione spazio temporale dell’arte.
Giovedì 16 aprile 2015 dalle ore 18.00 le Terrazze del Duomo si animeranno di un connubio artistico speciale, ospitando l'imperdibile mostra d'arte contemporanea di Tony Cragg.
È la prima volta che il Duomo, in tutta la sua dimensione culturale, oltre che religiosa e monumentale, accoglie un evento artistico di tale rilevanza. Un artista di fama internazionale, qual è Tony Cragg, che riesce ad affrontare le mastodontiche dimensioni della Cattedrale milanese (ovviamente grazie all'aiuto di gru ed attrezzature varie) con le sue opere animate da movimenti ascensionali verso il cielo. Un'esposizione unica e incredibile, soprattutto grazie al bellissimo mix di linguaggi artistici che vedranno le straordinarie opere di Cragg affiancate alle bellissime guglie del Duomo.
Un evento esclusivo, affidato alla maestria di Tony Cragg soprattutto per via della sua sensibilità, oltre che ovviamente grazie alle sue capacità e alla sua rilevanza come artista di livello mondiale. Ed infatti tutta l'abilità dell'artista è evidente ammirando la padronanza che egli dimostra nel modellare il marmo, e nell'affiancarlo alla pienezza e grandezza marmorea delle guglie del Duomo di Milano. Un compito certo non facile, volto ad abbattere qualsiasi barriera temporale nelle diverse forme artistiche, lasciando spazio soltanto alle vibrazioni legate al movimento della materia, alla sua pesantezza e presenza corporea.
Una scultura di Tony Cragg in realtà è già stata inaugurata il 4 novembre 2014: Paradosso è un'opera ispirata alla Madonnina, che rimarrà nella Cattedrale di Milano fino alla fine di Expo, come tutte le altre opere posizionate sulle Terrazze del Duomo.
La mostra di sculture di Tony Cragg, quindi, sarà allestita sulle Terrazze del Duomo a partire dal 16 aprile 2015, e continuerà fino al 31 ottobre prossimo. L’inaugurazione, a cui non si può assolutamente mancare, si terrà giovedì 16 aprile 2015 alle ore 18.00, eccezionalmente con ingresso libero al pubblico con salita a piedi dalle Terrazze lato nord (Piazza del Duomo / lato C.so Vittorio Emanuele II) a partire dalle ore 17.00.
TONY CRAGG. DIALOGO CON IL DUOMO. PER LA PRIMA VOLTA SULLE TERRAZZE UNA MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA PER EXPO 2015
Terrazze del Duomo di Milano
16 aprile 2015 – 31 ottobre 2015
Inaugurazione 16 aprile 2015 - ore 18.00
Ingresso libero dalle ore 17.00 fino ad esaurimento posti
Salita a piedi alle Terrazze lato nord
(Piazza del Duomo / lato C.so Vittorio Emanuele II)
Ingresso con biglietto di salita alle Terrazze
Salita a piedi: € 7,00 / € 3,50
Ascensore: € 12,00 / € 6,00
in collaborazione con 8ARS di Stefania Trolli e Arturo Nardini
Sito Web: http://www.duomomilano.it/it/
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Giovedì 20 novembre 2014 sarà inaugurata presso la Galleria Gomiero in via Rosolino Pilo 11, Milano, la mostra dedicata allo scultore Santo Alligo, artista noto anche per essere un abile grafico pubblicitario (sua la creazione dell’ippopotamo blu Pippo della Lines, in collaborazione con Armando Testa), oltre che collezionista di libri illustrati. Verranno esposte 35 sculture che ripercorrono la vita e la storia artistica di Alligo, nato nel 1948 in provincia di Messina e trasferitosi ancora bambino a Torino, città dove compì i suoi studi accademici. Le opere esposte sono principalmente in terracotta e mostrano una grande forza plastica, pur mantenendo il tratto essenziale dell’espressività del soggetto rappresentato, che sia un volto o un elemento proveniente dal mondo degli oggetti, e sono state create da Santo Alligo tra il 1971 e il 2014. Si va dai ritratti familiari alle opere più recenti, che indagano con ironia l’universo degli oggetti, che inevitabilmente finiscono per intrecciarsi con il mondo colorato e pop della pubblicità, come “Facciasciutta” (2013), “Rossetto” (2014), “Un grande no” (2014). La manualità virtuosa dell’artista ha prodotto figure piene di pathos e armonia che dialogano con lo spazio, come “Lettura morta“ (1994), “Caro politico…ti scrivo” (2014), “Attesa” (2013), “Domenica. Finalmente!” (2013). Le opere di Alligo spesso trovano una coralità grazie anche all'uso di materiali diversi, come la stringa di cuoio in “Vecchia sperry” (2013).
Sul suo lavoro, l’artista ha dichiarato: «Negli ultimi lavori ho fatto dialogare la terracotta con altri materiali: cuoio, ferro e soprattutto plexiglas, che, con la sua lucentezza e freddezza, contrasta con il calore e l’opacità della creta. Perché l’uso del colore? Olio, smalto o acrilico, non sono altro che un modo per riallacciarmi all'antichità classica, nella quale quasi tutta la scultura era policroma».
Dal 21 novembre al 20 dicembre 2014
Galleria Gomiero via Rosolino Pilo 11, Milano dal martedì al sabato 10.30/13.00 – 15.30/19.00 oppure su appuntamento 348 2637330
Dal 3 Aprile al 9 Maggio 2014 una personale del grande maestro Michell Campanale attende tutti gli appassionati d’arte presso gli spazi di Family Banker Office.
Giovedì 3 Aprile alle ore 18.30 inaugura, con una conferenza stampa a partire dalle 12, la personale "Archetipi" Suoni colori e simboli dalle origini dell’universo del maestro di pittura e scultura Michell Campanale. Verranno esposte un’antologia delle sue opere a partire dal 1981 a oggi, negli spazi espositivi di “Arte InBanca – Family Banker” del Gruppo Mediolanum, in via Visconti di Modrone 18 a Milano.
La mostra, che sarà visitabile fino al 8 maggio 2014, gode del patrocinio della provincia di Milano settore Cultura, cura dell'Associazione Artistica Culturale “Zaffiro”, curata dal presidente Lidia Silanos, critico d’arte e caporedattore del mensile d’arte “InArte”, promossa dal sig. Maurizio Catalano di “Arte in Banca – Family Banker”, da un’idea di Silvia Beatris Gonzalez, estimatrice d’arte argentina.
“..Dal colore direttamente alla forma …” dice l’artista “… e senza alcuna premeditazione o progettazione grafica iniziale..": dal caos nebuloso dei colori (specchio del turbine irrazionale del mondo emotivo) le forme appaiono gradatamente mediante l’azione “scultrice” e forgiante dei chiaro-scuri, o semplicemente per azione impersonale di esplosioni di colori “… come se alle forme finali si giunga guidati da un Impersonale Disegno o Destino..” Sono le parole di M. Campanale.
La mostra esporrà una serie informale del maestro che ricorda gli studi dell’immagine dello psichiatra svizzero Rosharch e il suo noto test.
L’artista, nato a Ruvo di Puglia nel 1970, milanese di adozione e in Francia negli anni della primissima infanzia, attualmente è art director e curatore a Milano, socio artista del Museo della Permanente di Milano, autore e conduttore di programmi televisivi di arte e cultura, sembra artisticamente, abbandonare dunque gradatamente il figurativo, per spostarsi lentamente verso ciò che si potrebbe definire “cromatico-semantico”, in una ricerca a ritroso delle origini "sacre ed artistiche" del linguaggio seguendo inconsciamente le tracce del grande maestro catalano Joan Mirò: "...il disegno e la scrittura si rivelano inseparabilmente vincolati.. – J.Miro’-", o con le parole dello stesso M.Campanale "...quando scriviamo e' come se disegnassimo..", cosi’ come peraltro ci giunge dall’accezione greco-antica del termine “graphè = disegno”.
Archetipi si presenta come una mostra complessa e completa che ha come obiettivo “… un momento di incontro, fisico e virtuale, tra persone, accomunate dalla passione o dal semplice interesse per l’Arte, ma che dialogano anche delle esigenze di tutti i giorni, di desideri, di obiettivi e di sogni….risvegliare (l’Arte) come espressione più alta delle capacità umane, perché in grado di suscitare emozioni diverse a ognuno di noi…”. Sono le parole di Maurizio Catalano di Arte in Banca-Family Banker, oppure come sottolineare dall’artista M. Campanale "... risvegliare la coscienza umana alla propria Natura Sacra: una consapevolezza e una autostima, da secoli (e oggi piu’ che mai), dimenticate, rimosse, violentate e oscurate ...".
Nerospinto consiglia di non perdersi quest’interessante personale del grande artista M. Campanale!
"Archetipi" Suoni colori e simboli dalle origini dell’universo
Via U. Visconti di Modrone, 18 - 20122 Milano –
Tel.: 02-3670602002-36706020 - Fax: 02-35705021 Cellulare: 335-404505335-404505
Programma dell’inaugurazione
h 18,30 conferenza stampa - accesso riservato a stampa - tv - fotografi
h 19,15 accoglienza ospiti
h 19,30 presentazione - intervento ospiti - tavola rotonda
h 20,30 rinfresco - pubbliche relazioni
Ingresso solo su invito.
“Boston – Como. More than an art Exchange”. Como accoglie, fino al 18 agosto, una mostra collettiva ed itinerante che prende vita in sei sedi storiche della città. Un progetto dal respiro internazionale che è un’analisi ed una ricerca sul rapporto tra l’UOMO e la CITTA’ nell’Arte occidentale. Un gemellaggio artistico-culturale itinerante che lega gli Usa al Lago di Como attraverso due città: Boston e Como. La mostra coinvolge 35 artisti comaschi e americani fra diverse Arti: pittura, scultura, fotografia, video e performance. Un dialogo importante tra artisti ed arti. Le opere degli artisti sono esposte in sei sedi nel cuore della città comasca: il Broletto, l’ex chiesa di San Pietro in Atrio e lo Spazio Natta, due gallerie private e la Camera di Commercio di Como. Un percorso che si snoda nel centro di Como… La mostra “Boston-Como” è curata da Carolina Lio, critico d’arte e curatore indipendente che vive tra Berlino e Hong Kong ed è responsabile della sezione di video-arte del museo di Lucca e James Hull, artista, critico e curatore d’arte indipendente, che dirige tre spazi espositivi a Boston. L’ideazione di tale mostra collettiva itinerante ha preso il via con l’artista comasco Fabrizio Bellanca.
Fabrizio Bellanca, con le sue opere che parlano di città e di metropoli, proprio nel 2011 ha esposto con una personale alla Laconia Gallery di Boston. Da questa forte ed emozionante esperienza oltreoceano Bellanca ha deciso di realizzare una collettiva che riunisse a Como artisti comaschi e americani in un forte scambio artistico. La collettiva “Boston-Como” è un gemellaggio che proseguirà nel 2014 anno in cui gli artisti comaschi saranno ospiti a Boston dai colleghi americani. A corollario della mostra si svolgeranno una serie di eventi tra cui dieci concerti e performance nelle vie del centro cittadino.
Un’Estate 2013 a stelle e strisce per la città di Como con 1 progetto, 1 ideatore, 2 curatori, 4 settimane, 6 sedi e 35 artisti!Per informazioni: http://www.boston-como.com/
Monacense di nascita, ma berlinese di adozione, Catherine Lorent fa dell'arte barocca un mezzo per mettere in risalto i contrasti di un moderno stile di vita occidentale.
Le categorie dell'arte per lei non hanno differenze: il suo scopo è quello di creare un'opera totale.
Nelle sue installazioni la pittura, il disegno, la scultura, la musica e la messa in scena teatrale si fondono in un unico insieme. La sound installation, a cura di Anna Loporcaro, presso la Ca' del Duca di Venezia che porta il nome di Relegation, rievoca il rifiuto e la svalutazione che il barocco ha subito nella storia dell'arte, soprattutto nella città lagunare. Il sublime, il dominio e il potere sono espressi da elementi figurativi tipici di questo stile.
L'architettura del palazzo quattrocentesco che la ospita è come un ventre in cui si fondono la lingua formale e oggettiva, la cultura pop e quella raffinata, l'improvvisazione e il rigore. Il percorso comincia con la serie di disegni Séismes, che presentano delle chitarre elettriche e altri motivi scossi (immaginariamente) dalle vibrazioni che partono dagli amplificatori (attivati da sensori) posti vicino ai fogli, generati dalle Gibson Explorer appese al soffitto. Proseguendo, tre pianoforti a coda si uniscono al concerto delle chitarre: il pop e il classico si incontrano. Il barocco torna nelle cornici che abbracciano i disegni di grande formato che accompagnano i piano.
Lo spettatore è invitato a porsi i grandi quesiti esistenziali nell'ultima sala, dove una lama di luce trafigge il buio, mentre un gruppo di angeli cade dal cielo.
Ca’ del Duca, Corte del Duca Sforza, San Marco 3052, Venezia
Tel: 041.5207534
Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
“Non sarà mica arte?!”. Questo è in genere il giudizio, o meglio pregiudizio, che la maggior parte delle persone esprimono guardando un’opera di arte contemporanea. Credendosi dei grandi esperti pronunciano a grande voce le loro sterili critiche senza sforzarsi di capire, senza cercare di conoscere l’artista e ciò che vuole comunicare, tenendosi preventivamente alla larga da un mondo che giudicano fatto di gente strana completamente avulsa dalla realtà.
Oggi voglio provare a sfatare questo mito e farvi capire come la creatività e l’arte non risiede solo nell’ estetica perfetta. Vi chiedo solo di prendervi due minuti per leggere ciò che sto per dirvi, sforzandovi di guardare oltre, al di là delle apparenze e del comune pensiero, cercando di comprendere a fondo, perché solo in questo modo potrete farvi un vostra opinione.
L’artista di cui voglio parlare è considerato e conosciuto come uno dei più interessanti artisti della Tape Art a livello mondiale, nonché uno dei primi in Italia ad avvicinarsi a questa tecnica.
So già che molti di voi stanno storcendo il naso, ma continuate a leggere perché ne sarete piacevolmente sorpresi e stupiti.
Per Tape Art si intende letteralmente l’arte di disegnare con il nastro adesivo. Si tratta di una tecnica molto giovane e ancora sottovalutata, che trae ispirazione dalla cultura dei surfer e degli skater della west coast americana che utilizzavano il nastro adesivo per decorare le loro tavole, già a partire dagli anni 70/80. È difficile incasellare e dare una definizione univoca di questa forma d’arte a metà strada tra esperienze street, performance, pittura e per alcuni versi scultura, ma proprio in questa sua varietà e mutevolezza sta il bello di questa tecnica. Ogni artista dà libero sfogo alla propria creatività e alle proprie idee, utilizzando il nastro adesivo come uno strumento per poter indagare l’uomo di oggi in tutte le sfaccettature e contraddizioni.
Abbiamo l’onore di avere in casa nostra uno dei massimi esperti di questa forma d’arte: No Curves-Niente curve, questo lo pseudonimo scelto dal tape-artist che già ci dice molto di lui, della sua arte e delle sue opere.
Con il nome No Curves l’artista si cela l’elemento fondamentale della sua estetica: la linea come strumento di astrazione per arrivare alla totale sintesi geometrica delle forme del reale, captando così l’essenza delle cose.
Il suo avvicinamento alla Tape Art nasce proprio da questa ossessione per la linea e la grafica. Insoddisfatto dalla pittura, che non gli permetteva di raggiugere quel livello di pulizia e sintesi che tanto auspicava, l’artista si spinge alla ricerca di un nuovo strumento con il quale esprimere al meglio la sua arte.
Così avviene il suo avvicinamento al mondo della Tape Art, che non abbandonerà più. Nel nastro adesivo No Curves trova lo strumento che al meglio esprime la sua poetica in una sintesi di astrattismo, pulizia formale, resa pittorica e movimento.
L’indubbia creatività e capacità di lavorare il nastro gli sono valse la nomea di più grande artista di Tape Art al punto da essere stato scelto da diversi brand internazionali per campagne pubblicitarie ed eventi di arte urbana (come Adidas, Converse, Smart-Mercedes,Firetrap, Rolling Stone e molti altri) e da Tesa, azienda tedesca leader nel mercato mondiale del nastro adesivo, come artista rappresentativo per l’evento dei suoi 75° anni svoltosi nel 2011 ad Amburgo. Nel 2010 è stato finalista del Premio Cairo – Arte Contemporanea.
Non si smentisce con il suo ultimo show "TOP OF THE LINES" mostra dedicata ai grandi maestri della linea, design e l'architettura, che No Curves omaggia con dei ritratti realizzati, ovviamente, con il nastro adesivo.
Ora che sapete chi è, perché il vostro giudizio sia ben fondato, non vi rimane che vedere dal vivo le sue opere.
Immergetevi nella Tape Art di No Curves sabato 1 giugno dalle ore 22.00 all’evento Chapeau organizzato da Modalità Demodé in collaborazione con Rosaspinto Arte& Comunicazione presso la prestigiosa location Spazio Giulio Romano (via Giulio Romano 8, MM Porta Romana).
| NO CURVES | Tape Art
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Openweek 2013 è un'opportunità di entrare in contatto con l'arte contemporanea e con i più diversi stimoli creativi.
Giovedì 23 maggio, alle ore 18, presso la Temporary Gallery di Monza, andrà in scena un’originale kermesse artistica per giovani talenti.
Saranno tre giorni interamente dedicati all'esposizione di dieci opere di giovani artisti emergenti: quadri, sculture, installazioni, fotografie dall'impatto forte e innovativo.
Una mostra che da spazio e rilievo alla florida creatività di studenti di scuole d’arte ed accademie.
La galleria, strutturata su tre piani con terrazzi, è uno spazio che si modella intorno alle opere contenute, un ambiente in cui le arti si fondono e la creatività predomina.
Per maggiori informazioni: www.streetartpiu.it
Temporary Gallery
via A. Pennati, 17
Monza
Dal 24 maggio all’8 settembre, nello spazio espositivo di via Chiese, sarà possibile ammirare le opere di Mike Kelley, nella mostra personale dedicata all’artista.
Un’esposizione unica, che approfondisce il suo lavoro, in un percorso aperto che si snoda tra installazioni, video e sculture realizzate tra il 2000 e il 2006.
Sono opere di grande intensità che rappresentano il complesso e visionario universo espressivo di una delle figure più influenti dell’arte, prematuramente morto a soli 58 anni.
Il progetto, pensato appositamente per HangarBicocca, deve la sua unicità alla curatirce italiana Emi Fontana, che evidenzia un intreccio di elementi culturali e ricordi autobiografici quali il rapporto con l’educazione, il legame con l’architettura modernista, la relazione con la tradizione della pittura e della letteratura americana, il confronto con la cultura popolare e gli stili della sottocultura musicale.
Kelley era capace di mixare arte colta e popolare, generi espressivi diversi ed esplorare temi quali la memoria, l’identità e il rapporto con l’autorialità.
La mostra si apre con Extracurricular Activity Projective Reconstruction #1 (A Domestic Scene) e Runway for Interactive DJ Event, due installazioni che rappresentano una svolta fondamentale nella sua ricerca, accompagnate da un video, nel quale viene pronunciata la frase ‘Eternity is a long time’, che dà il titolo al progetto.
L’installazione centrale è John Glenn Memorial Detroit River Reclamation Project (Including the Local Culture Pictorial Guide, 1968-1972, Wayne/Westland Eagle), ispirata a un monumento dell’astronauta John Glenn, a cui era dedicato il liceo frequentato da Kelley, ricoperto di frammenti di vetro e ceramica colorati.
Ingresso gratuito
Dal 24 maggio all’8 settembre
HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano
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Forse uno degli artisti più controversi che la storia mondiale ricorda nell'ultimo secolo. Un artista che ha sconvolto molti con fotografie a dir poco provocatorie e che ha lasciato un segno indelebile, seppur breve, nelle generazioni a venire.
Robert nasce nel 1946 da una famiglia cattolica, crescendo con altri 5 fratelli; sin dall'adolescenza capisce che le sue attenzioni sessuali non sono rivolte al sesso femminile e questo lo porta, con gli anni, ad osservare e a vivere il mondo del sadomaso americano. Siamo nella metà degli anni 60, l'artista non ha nemmeno 20 anni e si rifiuta di accettare le sue inclinazioni; conosce Patti Smith e i due diventano amanti. Questo rapporto sarà forse il più importante della vita dell'artista e lo accompagnerà fino alla sua morte, nel 1989. Le conoscenze che fece negli anni delle rivoluzioni studentesche e delle lotte per liberare l'omosessualità lo portarono a produrre i suoi primi scatti; tra questi è doveroso menzionare la copertina del primo album di Patti, "Horses".
La sua fama crebbe grazie a curatori che lo finanziarono e al suo storico amante, Sam Wagstaff, che gli permise un diverso stile di vita e gli regalò la sua Hasselblad, con la quale immortalò celebrità come Arnold Schwarzenegger, Iggy Pop, Andy Warhol e molti altri e con la quale produsse la sua opera più controversa, "The X Portfolio", una serie di fotografie sadomaso tra le quali un autoritratto con una frusta tra le natiche.
La potenza comunicativa delle opere di questo artista è sconfinata; che si parli di fotografie del copro nudo, di still life, di paesaggi o di ritratti di bambini la purezza e la perfezione sono innegabili. Si può forse affermare che la perfezione sia stata una regola per ogni suo scatto; bianchi e neri quasi eterei, stampati al platino, che si spingono per cercare un punto d'incontro tra scultura e pittura.
Mapplethorpe morì da complicazioni conseguenti all'AIDS alla giovanissima età di 43 anni. Moltissimi fotografi e artisti in genere si sono dichiaratamente ispirati al suo lavoro nel corso dei decenni successivi alla sua morte; continuano anche oggi.
La Robert Mapplethorpe Foundation gestisce le sue opere e promuove la lotta contro l'AIDS. Una famosa esposizione è stata organizzata a Firenze nel 2009; le fotografie dell'artista sono state esposte assieme ai capolavori di Michelangelo nella galleria dell'Accademia.
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