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È stato pubblicato il 26 ottobre il videoclip ufficiale di “Stupidi disperati”, quarto singolo estratto dall’ultimo disco “Cristalli sognanti” (Lilith Label, 2023) della cantautrice genovese Sabrina Napoleone. Il brano è stato composto e pre-prodotto a distanza, durante il lockdown del 2020, insieme alla cantautrice Cristina Nico e al cantante e performer Stefano Luna e ripreso in studio nel 2022, insieme a Giulio Gaietto che ha collaborato alla produzione.
"A dispetto del titolo e di ciò di cui parla la canzone, nel video volevamo rendere il piacere di ritrovarsi insieme dopo essere statə tanto tempo chiusə nelle nostre case. C'è la semplicità di un making of ma anche la leggerezza sottilmente inquieta di un reality, quello spiare e autospiarsi che ormai è parte del nostro tempo, tra desiderio di documentazione, verità e desiderio di farsi vedere sempre belli e felici. Anche se in questo caso eravamo sinceramente divertiti e contenti di rivederci."
Oltre alle riprese di Marina Mazzoli- “l’ occhio della situazione”che ha curato anche montaggio finale- nel videoclip sono confluite anche riprese “amatoriali”, realizzate con i cellulari dalle stesse artiste, nonché le riprese- a cura di Simone Sciutto- del live di presentazione del disco, presso laClaque di Genova. Nel videoclip, oltre agli interni dello Studio 77, nei quali compare anche il producer Giulio Gaietto (al lavoro nella registrazione delle tre voci), si intravedono scorci iconici della città di Genova, tra gli altri il quartiere del Biscione e il cimitero di Staglieno.
Sarebbe riduttivo scrivere che “Stupidi disperati”, percorsa da suggestioni trip-hop, ha la vocazione dell’anthem generazionale; è piuttosto manifesto universale di quel (parafrasando Samuele Bersani) sicuro precariato che non è solo musicale ma, più profondamente, esistenziale, sospeso tra claustrofobia e claustrofilia, disincanto e resiliente perpetuazione del sogno, deflagrazione e salvezza.
Claudia Erba
In attesa di ricevere la Targa Tenco 2024 per il Miglior Album in dialetto, Setak pubblica oggi il singolo
"Figli della storia", che vede la partecipazione di Simone Cristicchi.
La musica è una delle forme più potenti di comunicazione che l'umanità abbia mai sviluppato. Oltre a trasmettere emozioni, la musica trasmette e plasma la cultura popolare. Possiamo proprio parlare di “cultura di massa”, soprattutto in epoca moderna, laddove la musica diventa fenomeno globale, con hit virali che vengono trasmesse non solo in radio, come accadeva in passato, ma diventano largamente diffuse sui social network.
Oggi la musica fa infatti da cornice a “reel” e storie sui principali social e in questo modo contribuisce a diventare un fenomeno di massa.
La musica tocca poi temi differenti e proprio per questo, possiamo dire essere in grado di plasmare la cultura delle persone nelle diverse epoche. Essa non solo trasmette informazioni, ma le modifica nel tempo.
Pensiamo ai temi che trattava in passato: questi toccavano più che l’altro l’amore e gli affetti in generale e se confrontati a quelli moderni, appaiono molto distanti. I temi del passato erano tutti molto “romantici” , mentre oggi la musica è più disincantata e anche “disinvolta” e si è arricchita di elementi nuovi. Oggi argomenti come la rivoluzione sociale, o addirittura l’indignazione, la politica, ma anche, all’opposto, temi molto frivoli e leggeri come quelli giovanili, sono all’ordine del giorno.
Vi è poi un discorso a parte per tutti i temi più di nicchia, da sempre evergreen, più specificatamente legati a oggetti, addirittura ad alimenti o più in generale, temi che trattano un argomento di tipo quotidiano.
Questo genere di tracce, viene spesso ad accompagnare i film o le pubblicità, proprio per la loro capacità di trasmettere perfettamente le sensazioni legate a quel tipo di setting specifico o a all’oggetto.
Ecco che abbiamo canzoni sul caffè, ideali per reclamizzare il prodotto, canzoni che parlano del mattino, le quali spesso accompagnano spesso anche esse prodotti dolciari di uso comune per la colazione, ma troviamo anche canzoni che si prestano, come dicevamo, a setting specifici, ideali per le ambientazioni da film.
Per onorare l'influenza della musica nella cultura popolare, Betway, un sito di slot online, ha recentemente pubblicato un articolo sul suo blog dedicato alle citazioni e alle canzoni che hanno reso celebri i casinò. Questo elenco delle tracce più belle rappresenta un omaggio alla potente connessione tra la musica e l'esperienza di gioco. Canzoni come queste hanno contribuito a creare un'atmosfera unica nei casinò, amplificando l'emozione e l'energia dei giocatori. Ecco un'opportunità per gli appassionati di musica e di gioco online di unirsi e scoprire le canzoni che hanno lasciato un'impronta indelebile nel mondo dei casinò.
Dal Rock al Pop, come abbiamo visto, gli argomenti trattati dalla musica, possono essere fra i più disparati e trasmettere sensazioni ed emozioni legate all’ambiente o all’oggetto che trattano, diventando così icone e allo stesso rendendo iconici i protagonisti dei loro testi.
Ma c’è un altro aspetto nelle canzoni, che plasma la cultura collettiva: stiamo parlando delle citazioni.
Quante volte avrai annotato su un diario una citazione estrapolata da un testo musicale? Le citazioni nella musica diventano riconoscibili tanto quanto quelle dei film, permettendo alle persone di immedesimarvisi, o di rifletterci su, quando queste sono legate a temi profondi della vita.
Le canzoni diventano veri e propri veicoli di riflessione e i loro testi possono rappresentare l’anima più profonda delle persone.
Ci sono poi altre citazioni che semplicemente richiamano a proverbi o detti antichi, ancor oggi perfettamente in auge.
Questi detti sono un pochino l’essenza dell’identità collettiva nazionale, spesso più legata a dei confini geografici, o ancora, al contrario, dai confini nazionali diventano simboli per intere categorie di persone nel mondo intero.
Pensiamo al simbolico “I will survive” tratta dall'omonima canzone di Gloria Gaynor, nata come canzone di empowerment individuale e tipicamente femminile e diventata nel tempo un inno di resistenza e sopravvivenza in vari contesti.
Ancora la frase “We don't need no education" dei Pink Floyd, uscita dai confini americani e divenuta simbolo delle proteste sociali contro sistemi educativi opprimenti, in ogni parte del globo.
Musicoterapeuta, insegnante e cantautrice, Cinzia Azzurra Reghenzani, in arte solo Cinzia Azzurra, aprirà, mercoledì 16 ottobre, ore 21.00, al Mou, il concerto della cantautrice italo messicana Lupita, nell’ambito della rassegna Because the Night- La notte delle cantautrici, ideata e diretta da Marian Trapassi.
Saper convincermi a lasciarti andare/ offrirò melodie per non impazzire/ stringerò forte la tua mano senza voltarmi- canta Cinzia Azzurra in Noli respicere, title-track dell’album del 2023, nella quale rilegge in musica il mito di Orfeo ed Euridice. Prima di lei lo avevano fatto Roberto Vecchioni, con “Euridice”, nell’album Blumùn del 1993 e Carmen Consoli, con Orfeo, nell’album Stato di necessità del 1999. “Ho voluto porre l’accento sulla capacità di fidarsi e affidarsi, senza paura. Nella scrittura mi muove una impellente urgenza comunicativa personale”- racconta Cinzia Azzurra.
Al ripiegamento intimistico, alla coscienza individuale, si accompagna sempre la tensione verso l’universale, la ricerca di una comunione con l’assoluto che sembra passare anche attraverso il mistero dell’atto creativo (si ascolti a tal proposito il singolo Universo, uscito nel maggio scorso).
Cinzia, lei è musicoterapeuta. In quali condizioni patologiche o parafisiologiche viene impiegata la musicoterapia?
La musicoterapia è una disciplina terapeutica che utilizza la musica come strumento relazionale volta a raggiungere obbiettivi specifici in differenti campi d’applicazione.
La musica (qualsiasi forma abbia) è un linguaggio che nasce dal profondo e per questo il suo utilizzo è sempre valido in presenza o meno di condizioni patologiche o parafisiologiche.
E’ impiegata con le disabilità motorie e deficit cognitivi, in case di cura, ospedali, nelle scuole di vario ordine e grado. Qualsiasi età e condizione fisica può giovare della bellezza della Musica!
Non esistono controindicazioni alla musicoterapia!
E’ un modo diverso di approcciarsi al mondo, quasi avesse regole universali differenti.
La musicoterapia prevede l’utilizzo di strumenti musicali come “attrezzi” di comunicazione e relazione. Il mio lavoro e la mia specializzazione negli ultimi si stanno focalizzando sull’utilizzo esclusivo della Voce come strumento di lavoro. La Voce è ciò che abbiamo di più intimo, permette quindi una relazione più immediata senza intermediari esterni.
Il suo nuovo singolo è Universo, uscito a maggio. Sul suo profilo fb ha dichiarato: <<Quando ho scritto “Universo” era questo. Mettere in circolo. Sentirsi aggrappati.>> Vuole spiegarci più diffusamente?
Universo, Universus tutto intero. Il brano nasce da questa urgenza di totalità. Sentirsi parte di qualcosa di più grande di noi e in un certo senso sentirsi aggrappati a ciò che può salvarci dal buio, dal vuoto emotivo o da qualsiasi altra forma di solitudine.
Ho pensato agli elementi, al fuoco, all’acqua (elemento a cui sono molto legata) ed ho voluto scrivere un mantra: l’Amore dentro, come Universo.
Alla fine forse la forza superiore, ciò a cui siamo aggrappati tutti è sempre il sentimento dell’Amore nelle sue molteplici declinazioni.
“Universo” è anche il titolo di un brano di Cristina Donà. Una semplice coincidenza o c’è un comune sentire con la cantautrice di Rho?
Apprezzo molto il lavoro di Cristina Donà e sono una sua fan.
Resta però solo una piacevole coincidenza del destino.
Qual è la filosofia di fondo della sua produzione?
Le canzoni sono il mio diario sonoro. Sono il modo che ho di raccontare in qualche modo ciò che sento, quello che vivo. Sono brani estremamente autobiografici come lo sono in realtà io come persona. Difficile che mi metta a parlare di argomenti che non conosco o di sentimenti che non ho sperimentato. Volutamente mi accorgo che sono legata però all’Universale (Universo torna sempre…). I brani non hanno mai una storia ben specifica. Ciò che significa per me può essere l’opposto per chi ascolta. E ne sono felice. E’ una sorta di libertà, quella vera.
Quali sono i suoi riferimenti artistici?
Troppi da citare.
Dirò solo il nome di Tosca, perché è Musa ispiratrice in tutto ciò che fa.
Il 16 ottobre aprirà, al Mou, il concerto di Lupita per il secondo appuntamento di “Because the night”.Quali sono secondo lei le soluzioni concrete per risolvere il problema di gender gap che affligge il settore musicale?
E’ un onore poter aprire questo concerto e far parte di questo progetto che seguo da tanto.
Credo che la soluzione concreta sia sempre DARSI DA FARE.
Il gender gap purtroppo non è solo nel settore musicale. E’ un problema ideologico e storico. Ci vorranno molte generazioni per vedere risultati concreti ma credo che negli ultimi cinquant’anni tanto sia stato fatto.
Nonostante abbia una vena malinconica (che non è tristezza), sono un’inguaribile ottimista.
Credo concretamente che educare le nuove generazioni all’uguaglianza di genere posso essere l’unica strada efficace.
Lavorare quindi su ciò che esiste ma proiettarsi sempre nel futuro.
Daniela Mastrandrea ha all’attivo circa duecento composizioni pubblicate tra album e singoli: dal duo con il contrabbassista Michele Paternoster (collaborazione iniziata nel 2020) all' orchestra, dal jazz alla classica.
In uscita l’ 8 ottobre “All’improvviso- Canzoni Lievi” del cantautore e artista multimediale Vincenzo Greco, in arte Evocante.
All’improvviso- Canzoni Lievi è il quarto album in studio di Evocante, prodotto dall’etichetta Dialettica Label e distribuito digitalmente da Tunecore; la distribuzione fisica è affidata a La Stanza Nascosta Records di Salvatore Papotto.
Il Consorzio Chianti Colli Fiorentini spegne 30 candeline. L'evento, ospitato nella suggestiva cornice della Sala Borsa Merci della Camera di Commercio di Firenze, ha visto la partecipazione di 16 produttori soci, protagonisti di una degustazione esclusiva che ha messo in luce le annate più rappresentative del Chianti Colli Fiorentini, vino che si fregia del titolo di "Vino di Firenze" per la sua vicinanza geografica al capoluogo toscano.
Fondato nel 1994, il Consorzio ha saputo negli anni costruire un solido legame con il territorio, in linea con la tradizione vitivinicola della Toscana, regione che vanta una delle più alte concentrazioni di consorzi del vino in Italia, tra cui il Consorzio del Chianti Classico e quello del Brunello di Montalcino. Il Chianti Colli Fiorentini, però, ha una sua identità unica, rappresentando il terroir che circonda Firenze e incarnando il profondo rapporto tra la città e la campagna. Questo anniversario, dunque, non è stato solo una celebrazione della qualità dei vini, ma anche un tributo alla storia agricola e culturale che lega il vino alla vita dei fiorentini.
L’evento del 12 settembre ha segnato un momento di riflessione su come il Consorzio sia riuscito a restare al passo con i tempi pur mantenendo salde le proprie radici. La crescente attenzione alla viticoltura biologica, la ricerca di una qualità sempre maggiore e la valorizzazione del territorio sono solo alcuni degli elementi che dimostrano come il Chianti Colli Fiorentini riesca a coniugare tradizione e innovazione. La degustazione ha permesso a giornalisti e addetti ai lavori di assaporare l’evoluzione stilistica di un vino che, pur rispettando la sua essenza storica, guarda al futuro, anche in risposta ai nuovi trend del mercato, sempre più orientati verso la sostenibilità e l'autenticità.
A seguito della degustazione, i partecipanti hanno preso parte a un tour esclusivo nelle cantine di aziende del territorio, immergendosi nell'atmosfera magica della vendemmia e vivendo in prima persona il processo di produzione, dalla vigna alla bottiglia. Le aziende coinvolte sono state Tenuta San Vito, Fattoria San Michele a Torri, Castello di Poppiano Guicciardini, Gualandi, Marzocco di Poppiano, Malenchini e La Querce. Questa esperienza diretta ha sottolineato quanto il Consorzio sia profondamente legato al ciclo naturale del vino, ma al contempo attento alle esigenze del mercato globale, come dimostra l'alta percentuale di esportazioni, che si attesta tra il 55 e il 60%.
Con 350 ettari di vigneti, una produzione annua di circa 900mila bottiglie e un export in costante crescita, il Consorzio del Chianti Colli Fiorentini si distingue non solo per i numeri, ma per il suo ruolo di promotore di un’identità territoriale che fa del vino il suo portavoce. Come altri grandi consorzi della Toscana, anche il Chianti Colli Fiorentini ha saputo mantenere saldo il suo ruolo di custode di una tradizione secolare, ma con un approccio moderno e proiettato verso le sfide del futuro. Il presidente Andrea Corti ha ribadito come l’obiettivo sia quello di coniugare al meglio il passato con le opportunità del presente, mantenendo alto il livello qualitativo e valorizzando il lavoro di viticoltori che mettono al centro la qualità e il rispetto per l’ambiente.
Questo trentesimo anniversario rappresenta quindi un’importante pietra miliare non solo per il Consorzio del Chianti Colli Fiorentini, ma per tutto il panorama enologico toscano. Un consorzio che, pur essendo nato per preservare la tradizione, ha saputo evolversi in sintonia con i cambiamenti del mercato, confermando il Chianti Colli Fiorentini come un vino che incarna il perfetto equilibrio tra passato e futuro. Un brindisi meritato a trent'anni di storia e a un futuro che promette di essere altrettanto brillante.
“Per il consorzio Chianti Colli Fiorentini 30 anni di stile e passione vuol dire perseguire costantemente il concetto di qualità nei nostri vini, affrontando le sfide che i tempi e le circostanze ci impongono” spiega il produttore nonché presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini, Andrea Corti. “Siamo un piccolo ma determinato gruppo di produttori che, attraverso i propri vini, parla di un territorio e della sua storia. Abbiamo dedicato a questa tradizione la nostra vita e i nostri sforzi, una generazione dopo l’altra, e adesso siamo fieri di poter condividere con tutti quello siamo diventati oggi e quello che saremo domani”.
Sarà proiettato in prima mondiale al Ferrara Film Festival 2024 il 26 settembre alle ore 19, nella Selezione Ufficiale Short Films, "La paura di vincere", di Roberta Pazi, con la partecipazione straordinaria di Bobby Solo.
Le salse BBQ di Jack Daniel's arrivano finalmente in Italia con tre gustose referenze: Original, Sweet & Spicy e Honey. Queste varianti sono pensate per offrire diverse esperienze di gusto che si distinguono per la qualità degli ingredienti e l'inconfondibile tocco del Tennessee Whiskey Jack Daniel’s.
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