South is nothing
Tre parole, per raccontare il buio e la rassegnazione di una generazione costretta a vivere in una landa desolata dove la criminalità stringe e soffoca la gente per bene ogni giorno un po’ di più, toglie sogni e speranze e non fa arrivare fondi, investimenti e vita.
Il sud è niente. Chi ci ha vissuto anche sono qualche anno può testimoniare che è vero, che le cose stanno proprio così e che non c’è più forza né volontà per cambiarle.
Non si può lottare contro i mulini a vento, non si può lottare quando alla fine del tunnel quello che si intravede è ancora buio e tenebre.
Fabio Mollo, regista nato e cresciuto a Reggio Calabria, sulla difficile e a volte orrenda realtà che si consuma nello Stretto, lo sa perfettamente e riporta nella sua opera prima Il sud è niente tutto il mondo reale e sommerso del meridione italiano, sempre più lontano e isolato dal resto dell’Europa e del mondo ma anche della stessa Italia del nord.
Protagonista del suo racconto è Grazia, una adolescente timida, introversa e complicata che non riesce ad avere un dialogo con il papà Cristiano, che vende il pesce alla periferia di Reggio Calabria e che subisce come tanti altri uguali a lui le richieste di racket di un malavitoso locale.
Grazia da sola e con fatica cerca e ricerca risposte a domande esistenziale e a quesiti difficili. Una sera, durante un bagno notturno, crede di vedere il fratello Pietro, morto anni prima in circostanze poche chiare, uscire dall'acqua e avviarsi verso la città, la visione è così reale e veritiera che la ragazza cercherà allora di avere quelle risposte che non ha mai avuto. E anche l'incontro con Carmelo, figlio di giostrai che dopo la festa del patrono cambieranno di nuovo città, servirà moltissimo a Grazia ad aiutarla in una difficile crisi di passaggio da una adolescenza finta e buia a una consapevolezza di se stessa e di un mondo crudele ma ancora ricco di sfumature da cercare.
Di nuovo sola ma con una forza interiore diversa la giovane calabrese comprende di non essere più disposta a lottare contro i mulini a vento o contro qualcosa più grande e antico di lei e cerca nella fuga verso il nord quella speranza in grado di poterle ridare la vita e l’occasione per viverla.
Prodotto da due giovani francesi, Jean-Denis Le Dinahet e Sebastien Msika, Il sud è niente è da considerarsi come la nuova frontiera del cinema indipendente, un lavoro coraggioso ed essenziale dove la storia è unicamente affidata al racconto che ne fa la macchina da presa con primi piani e panoramiche degne del miglior realismo francese.
Fabio Mollo si candida a rappresentare l’Italia più intima e sconosciuta, quella di cui tanti parlano anche all’estero ma che davvero in pochi conoscono intimamente e sulla propria pelle.
Una pellicola struggente che fa dimenticare l’importanza degli effetti speciali e delle nuove costosissime tecniche e che fa riscoprire la purezza del cinema d’autore.