A tu per tu con lo scrittore Stefano Lodi
Classe 1976, dirigente in un'azienda chimica con una passione sempre viva per la scrittura. Abbiamo incontrato Stefano Lodi all'interno dell'iniziativa Aperitivo d'Autore (promossa dall'Azienda Agricola Podere Casale) al Vino Blues di Gessate, in provincia di Milano.
Il tuo primo libro, "33", risale a 9 anni fa. Cosa ti ha portato a scrivere un libro?
Ho sempre scritto, diciamo dagli anni del liceo. Il mio rapporto con la scrittura è nato come uno sfogo a cui ho unito una certa curiosità nella sperimentazione dei linguaggi. Soprattutto all'inizio il linguaggio era pressoché ermetico, poi con il tempo mi sono aperto di più al lettore. Solo dopo ho iniziato a dare importanza anche alla trama. "33" è una raccolta di racconti scritti negli anni, selezionati e rivisti. Nel racconto ho sempre trovato la mia forma ideale. Sono sempre stato troppo impaziente di arrivare alla fine, per riuscire a gestire un romanzo.
Ci sono elementi ricorrenti nei tuoi racconti?
Non proprio. Mi piace spaziare, comincio a scrivere anche nei momenti di blocco creativo, imponendomi di fronte al foglio bianco in attesa che nasca qualcosa. E alla fine succede! Ma quando comincio non so nemmeno io quale sarà la fine, il racconto nasce nel momento in cui lo scrivo. Spesso gli spunti vengono dalla vita reale, ma questo non significa che siano racconti di realtà. Si tratta di suggestioni, appunti, spunti.
Ti capita davvero di prendere appunti quando qualcosa ti colpisce?
Certamente, e rigorosamente su una Moleskine! Mi capita soprattutto in viaggio, la condizione ideale per "raccogliere" spunti di qualsiasi tipo. Lontano dalla routine, è più facile essere ricettivi e predisposti alla scrittura. Uno dei luoghi in cui scrivo di più, ad esempio, è in aereo. Senza distrazioni, senza wi-fi né telefonate riesco a concentrarmi sul racconto.
Hai dedicato alcuni brevi racconti anche al vino, c'è qualche legame particolare?
Credo che il binomio scrittura-vino sia tra i più classici, come il binomio vino-lettura del resto. Più in generale, capita che il punto di partenza sia il cibo, e in questi casi il motore è del tutto sensoriale. Proprio in questo periodo sto scrivendo un racconto sui pisarei, il famoso piatto della tradizione piacentina.
Classici e contemporanei: quali sono gli autori che ti hanno ispirato agli inizi e quali quelli a cui ti senti attratto oggi?
Sono stato un grande amante di Simenon, di cui ho letto davvero tutto. Poi per un periodo mi sono appassionato agli autori del nord, come Paasilinna. Tra i classici contemporanei, Baricco per la forma, Pennac, Allende, Boris Vian… Oltre che nella scrittura, sono onnivoro anche nella lettura.
VINO BLUES
Si chiama Vino Blues ed è il luogo che Omar Contrafatto, ex art director con la passione per la musica e la convivialità, ha trasformato nel suo sogno di cambiare vita. Da un lato l'insofferenza verso una vita troppo accelerata e poco concreta, dall'altra l'occasione di provare a cambiare. Prende in gestione il locale e infine lo compra. Ci mette dentro la sua passione per la musica e per il buon vino, e ogni anno con cura lo trasforma sempre di più in un luogo per incontrarsi e stare bene. Parallelamente tre anni fa la moglie ha preso in gestione il Caffè della Villa, all'interno del Parco della Villa Daccò a Gessate.
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