FIMMINA, il coraggio di essere donna
Uno spettacolo che smuove le coscienze e risveglia le sensazioni del pubblico. Così può essere definito FIMMINA, Il coraggio di essere donna.
Una performance quasi interamente al femminile, che parla di quattro donne, del loro coraggio e della loro capacità di prendere parte a una guerra senza speranza contro un nemico pressoché invincibile: la mafia.
Attraverso il connubio fra i movimenti danzati e gli intramontabili successi di Mia Martini, la giovane compagnia Maade Ensamble porta alla luce storie relative agli anni della strage di Capaci.
Quelle poco conosciute, quasi dimenticate perché “di serie B”, le storie delle donne.
Letizia Battaglia, Lucia Borsellino, Rosaria Schifani e Rita Atria: quattro “fimmine” che si sono alzate in piedi, che hanno gridato a gran voce e puntato i piedi a terra, una terra -la Sicilia- martoriata e macchiata di sangue, andando incontro, con ammirevole coraggio, alle conseguenze che spettano a una donna che parla.
Le coreografie, dinamiche e curate nel dettaglio da Mattia Cuda, giovanissimo direttore artistico della compagnia, la regia di Adele Di Giovanni, già ballerina di Maade, le luci, in un’alternanza di toni caldi, freddi e controluce a seconda delle sensazioni da suscitare negli spettatori e gli interventi dal vivo della voce narrante di Mirko Lanfredini, attore professionista, nonché direttore del Teatro della Verità, fanno sì che la platea rimanga estasiata e catturata da uno spettacolo “vero”, vivo e gravido di contenuti.
«ll nostro intento, nel portare in scena le storie di queste donne», afferma Martina, ballerina solista della compagnia, «è quello di arrivare ad un pubblico il più vasto possibile, di sensibilizzare adulti e bambini sul tema della mafia, che sembra distante, ma che, in realtà, è ancora terribilmente attuale. Originale e stimolante è farlo attraverso la danza, che è un potente strumento di comunicazione, oggi troppo spesso sottovalutato».
E proprio alla danza di Maade -di impronta contemporanea, ma che tuttavia non trascura le linee e le figure della danza classica- usata in sapiente commistione con le note e i testi di Piccolo uomo, Almeno tu nell’universo, Gli uomini non cambiano, si deve la capacità di emozionare, di smuovere, di fare breccia nell’animo di chi è seduto in poltrona, ma che quasi vorrebbe alzarsi e iniziare a ballare e cantare a squarciagola.
Ancora più degno di nota è il fatto che le sei danzatrici del corpo di ballo, dal livello tecnico impeccabile e dalla spiccata espressività, siano ragazze di età compresa tra i 14 e i 18 anni, che si sono dimostrate tanto anagraficamente piccole quanto scenicamente “giganti” e in grado di interpretare e trasmettere lacerazioni interiori ben più grandi di quelle che, in genere, sono proprie dell’età adolescenziale.
Già andato in scena al Teatro civico di Oleggio (NO) e al Teatro Vittoria di Sesto San Giovanni (MI), FIMMINA vedrà una terza replica il 21 maggio presso l’Auditorium Don Bosco di Bollate (MI).
ll consiglio è quello di uscire di casa e di andarsi a sedere su una di quelle poltroncine rosse foderate di velluto.
Che siate scettici, fanatici del balletto, spensierati, ignoranti in tema di lotta antimafia non ha importanza: concedete la vostra attenzione per 50 minuti agli interpreti del Maade Ensamble, al resto ci penseranno loro.
Martina Di Riccio