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Uno spettacolo che smuove le coscienze e risveglia le sensazioni del pubblico. Così può essere definito FIMMINA, Il coraggio di essere donna.
La Realtà e la Mente sono un vasto argomento trattato da studiosi, filosofi e scienziati nel corso dei secoli.
Il modello oleografico, propostovi nell'articolo scritto la settimana scorsa, viene richiamato dalle scoperte e ricerche in campo psicologico realizzate nell'arco degli ultimi centoventi anni e che influiscono tutt'oggi sulla Naturopatia.
Secondo gli studi di Jung, le coscienze umane sono interconnesse tra loro, originate da una collettività che si manifesta tramite la pluralità e varietà degli individui.
Jung introduce l'elemento sincronicità, ovvero "coincidenze talmente insolite e significative da essere difficilmente attribuibili al solo caso".
Egli osserva inoltre come la psiche possa influenzare la realtà, dato che non c'è separazione tra mente e materia: un approccio propositivo e collaborativo dei suoi pazienti durante le sedute, permette loro di mutare le condizioni di salute con notevoli miglioramenti.
È fondamentale un approccio sereno e fluido alle situazioni, agli eventi che si verificano durante la nostra esistenza. Ogni episodio vissuto è prezioso, siamo noi a scegliere come vivere tale insegnamento, se con gioia, o in modo più o meno traumatico.
Carl Simonton, oncologo del Cancer Counseling and Research Center di Dallas, applicò la visione di Unione tra realtà "esterna" e mente per aiutare pazienti con tumori ad affrontare tale stato con maggior serenità.
L'immaginazione e la mente intervengono sull'aspetto fisico del paziente, il quale influisce direttamente sul proprio essere. Attraverso tecniche di rilassamento, meditazione e visualizzazione che accompagnavano il malato tumorale durante il percorso di cura, Simonton ottenne ottimi risultati sui pazienti che parteciparono alle varie sperimentazioni.
Si dice che il filosofo Epitteto, così come altre tradizioni filosofiche, sostenne tale concetto: le persone non sono disturbate dall'evento in sé, ma dall'interpretazione che ne danno.
Negli anni Sessanta, ricercatori americani dimostrarono che l'aumento di stress (capacità di adattamento a situazioni) comporta maggiore produzione di cortisolo dalle ghiandole surrenali.
Tale risultato venne studiato sul caso di uno studente interrogato da un professore a scuola: gli studiosi si chiesero dunque che cosa effettivamente accada in noi durante situazioni di maggior pericolo.
Vennero presi in esame piloti di carri armati in servizio nel conflitto in Vietnam, e i risultati furono sorprendenti: il livello di ormoni corticosteroidei erano al di sotto della norma. Intervistati i militari, essi giustificarono la loro tranquillità indicando che si sentivano al sicuro sulla terraferma, si decise dunque di riproporre gli stessi esami ai piloti di elicotteri.
Il risultato, anche qui, fu di nuovo rappresentato da un livello base di produzione di cortisolo e altri ormoni surrenali non superiore alla norma. Intervistati anch'essi, diedero la stessa spiegazione dei soldati di terra: stare in aria faceva loro sentire al sicuro, dato che con elicotteri era per loro più semplice rispetto allontanarsi dal pericolo rispetto alle truppe di terra.
La mente ha un ruolo chiave, con tutte le convinzioni che porta con sé.
Il corpo dei soldati rispondeva a rassicurazioni mentali senza aver bisogno di produrre valori alti di ormoni surrenali perché i militari si sentivano al sicuro anche in condizioni non del tutto distese e serene.
Lo stesso approccio può essere anche associato a come si vive il dolore: una persona che "pensa" di essere malata, tende a vivere ogni minimo disturbo con maggior disagio rispetto a una che "pensa" di essere sana.
La risonanza degli eventi si manifesta in noi proprio attraverso l'interpretazione dell'evento che, per una persona può essere insignificante, per un'altra decisamente traumatico.
Concludo segnalando che il medico Larry Dossey sostiene che noi, oltre a intervenire con la mente sulla realtà tramite pensieri, abbiamo un altro strumento fondamentale: la Consapevolezza.
Essa permette di vedere la malattia non come separazione, ma segnale di un insieme di comportamenti, scelte, dieta, esercizi fisici, pensieri e relazioni con il mondo fisico e con chi lo abita che ha dato come risultante tale stato.
Intervenendo sui vari aspetti dell'Insieme, è più semplice intraprendere la via della Guarigione.
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