"Beautiful Things", il nuovo film di Giorgio Ferrero e Federico Biasin, in anteprima dal 2 Aprile allo Spazio Oberdan di Milano
Visione, suono, colpi di regia. Dopo aver incantato il pubblico del Festival di Venezia nel 2017, il film"Beautiful Things" sbarca in anteprima al Cinema Spazio Oberdan di Milano, dal 2 al 14 aprile 2019. Il 2 aprile, alle ore 21.15, i due autori della pellicola Giorgio Ferrero, noto compositore e regista, e Federico Biasin, co-regista e direttore della fotografia, saranno presenti in sala per spiegare la loro opera al pubblico.
Beautiful things è un film ibrido e indefinibile a livello di genere cinematografico. Può essere considerato un documentario, un'opera critica, una pellicola filosofica, narrativa o di critica alla società contemporanea.
La colonna sonora, composta dallo stesso Ferrero, la fotografia e la regia lasciano senza parole e fanno riflettere lo spettatore.
In un primo istante, la pellicola sembrerebbe ritrarre la solita e mera critica alla società d'oggi e al consumismo, che si contrappone al minimalismo e alla ricerca della libertà dagli oggetti. In verità, le riflessioni che scaturiscono dai singoli fotogrammi vanno più a fondo e ci si ritrova a pensare a più aspetti della nostra vita, alla quotidianità e alla morte, o a godersi la semplice visione o la sinfonia che si ascolta, lasciandosi inebriare da una ventata di sensazioni e percezioni.
Il film racconta il ciclo della vita degli oggetti: la loro nascita, il percorso che seguono e la morte.
Il tutto viene scandito in quattro capitoli, ciascuno accompagnato da una sorta di figura guida e di non-luogo, all'interno del quale opera il protagonista della singola storia.
Van lavora come manutentore di pozzi petroliferi, con i quali si estrae il carbon fossile, in un giacimento in Texas. Poi c'è Danilo, che lavora su una nave cargo come capomacchina e vive nella parte più interna del mezzo di trasporto, dove si trova anche un motore enorme, cuore della nave container.
Dopo aver assistito alle storie di questi due lavoratori concreti e dai lavori faticosi e pratici, si viene catapultati in un luogo un po' inquietante ovvero in una camera anecoica, cioè una stanza nella quale ogni tipo di rumore esterno viene eliminato: il contrasto fra silenzio e suono crea un brivido inconscio e misterioso nell'ascoltatore, che rimane in attesa di capire cosa succederà di lì a poco.
In questa camera, lavora uno scienziato di nome Andrea, che ha trascorso la sua vita studiando nel silenzio assoluto e ora è alla ricerca dell'origine del suono. Infine, nella quarta storia si parla di Vito, un vecchio gestore di slot machine, ormai responsabile di una fossa di rifiuti in cemento armato, in cui ogni oggetto viene distrutto e incenerito.
Queste quattro storie e quattro uomini raccontano quindi del ciclo vitale delle cose e, a inframezzare questo percorso, è la storia di Lui e Lei, una coppia cresciuta negli anni del Boom Economico, che ha accumulato troppi oggetti e, giunta nel nostro tempo, nel presente, sente il desiderio di liberarsene.
l viaggio in cui ci conduce Ferrero è spettrale, ma allo stesso tempo curioso: si esplorano luoghi isolati o ampi spazi, persone che svolgono il loro lavoro di creazione e distruzione delle cose, nel silenzio più fitto o nel rumore più denso, in un turbinio di suoni e visioni.
Questa vertigine, che dura 94 minuti, non stanca mai i sensi, anzi è resa viva dall'ottimo montaggio e dall'inquietudine della preminenza dell'oggetto sull'uomo, dell'inanimatezza sulla vita.
Beautiful things è un'opera imperdibile, che ha stupito Venezia e che di certo non deluderà il pubblico milanese. Un viaggio per sfuggire o perdersi nella realtà quotidiana e materialistica che abbiamo davanti agli occhi.
Gloria Mora