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Oggi, 6 aprile 2017, viene inaugurato il #CarbonaraDay: un dibattito aperto su Twitter dove puristi e innovatori esprimeranno la loro opinione.
Probabilmente uno degli ostacoli per chi guarda la pratica dello Yoga dall'esterno è sicuramente quello di vedere complicatissime posizioni e contorcimenti vari facendo pensare subito che non ci si potrà mai piegare o esser flessibili abbastanza per eseguire determinate Asana.
Complici anche le immagini che raccontano solo di esperti praticanti e non, magari, di una normale casalinga in Trikonasana (la posizione del Triangolo) che trae ugualmente beneficio da un Asana.
Il muscolo, tecnicamente parlando, è un fascio di fibre che mediante impulsi nervosi si attivano distendendosi, rilassandosi e contraendosi a seconda delle situazioni alle quali sono sottoposte.
Nel tempo le fibre tendono ad accorciarsi e a rendere “legnosi” piegamenti e movimenti che richiedono elasticità e flessibilità ma anche potenza fisica e uno sforzo al di sopra del normale carico al quale quotidianamente esponiamo i muscoli.
La causa principale del tremolio mentre abbiamo i muscoli in tensione è proprio questa: i muscoli sono corti.
Un muscolo ben sviluppato e visibile non garantisce di certo potenza o elasticità.
Un muscolo in salute è proprio quello che possiede entrambe le caratteristiche.
Le Asana si prendono cura del corpo cosidetto “grossolano”, del corpo formato anche dalle nostre fasce muscolari che piano piano vengono stimolate per far riacquisire tonicità e flessibilità ma anche potenza.
Da non dimenticare che le posture dello Yoga vanno a toccare anche quei muscoli che con la normale attività fisica non prendiamo in considerazione come i muscoli del collo piuttosto che i muscoli interni delle anche. Inoltre pongono l'attenzione sull'allineamento muscolare e della colonna vertebrale in armoniche posizioni che non possono esser considerate mere posizioni ginniche.
Altro motivo di differenziazione, rispetto ai normali esercizi fisici, risiede nel fatto che le Asana sviluppano in noi caratteristiche più profonde ed emotive quali la concentrazione, l'equilibrio mentale e il piacere dell'abbandono del quale molti di noi hanno paura. Affidarsi al proprio sistema muscolare, al proprio corpo, indica un sentimento di fiducia che possiamo portare nella vita di tutti i giorni.
Perché mai dovremmo dar fiducia agli altri se siamo noi stessi i primi a non fidarci di noi stessi?
Provate per credere.
Le Asana si occupano della parte più grossolana dell'essere umano, il corpo fisico. Ma ciò non vuol dire che sia meno importante della nostra psiche. Ricordiamoci che il nostro corpo è il tempio del nostro spirito, come scriveva Pavel Nikolaevič Evdokimov, e' il luogo dove ha sede l' Io individuale ed il Se' cosmico, ed esso deve essere sempre in forma, forte, agile e sano.
Il corpo fisico, per lo yogi, non e' un ostacolo sulla via della realizzazione, è piuttosto un mezzo per raggiungere la realizzazione.
Morbidamente e con il tempo le Asana insegnano ad avere fede nel proprio corpo e a raggiungere il proprio e personalizzato “risveglio muscolare”. Le fibre dei muscoli principali e secondari vengono trascinate in un' equilibrata distensione che li porta ad esser più ricchi di salute e in armonia con tutte le altre parti del corpo e dell'anima.
Ad esempio, la contrazione del viso. Capire come rilassare il proprio volto è una vera e propria scoperta: quante volte contraiamo il viso non volendo? E sapete che alcune rughe d'espressione vengono chiamate così proprio perché sono date dalle continue contrazioni, anche inutili alle volte, del nostro viso?
Apparte un vantaggio estetico, il viso rilassato apre delle possibilità e una bellezza tutte da riscoprire.
Si appare più disponibili e aperti al dialogo, il tutto dosato da uno sguardo che, coltivato con Asana come Virabhadrasana, può “bucare” le anime di chi vi sta davanti eliminando le inutili barriere di cui ci facciamo spesso carico e che sono la causa di incomprensioni e veleni mentali.
Possiamo sintetizzare le Asana, quindi, come una combinazione di “Azioni” congiunte che portano al risveglio muscolare. Per semplicità vi elenco le principali Azioni sul corpo fisico:
1- Azione sul corpo fisico: attraverso una regolare pratica l' intero organismo viene stimolato, vitalizzato e riequilibrato.
2- Azione sul rachide: indipendentemente dall'eta' anagrafica la rigidità e l'indebolimento della colonna vertebrale sono sinonimi di invecchiamento. Tutte le posizioni hanno una benefica azione sul rachide che viene fisiologicamente piegato, ruotato, e allungato. La staticità della posizione rivitalizza i gangli nervosi che partono dal rachide stesso. L'allungamento corregge le piccole imperfezioni strutturali garantendone l' elasticità.
4- Azione sui muscoli: vengono tonificati tutti i muscoli superficiali e profondi attraverso la combinazione: contrazione-rilassamento- allungamento.
5- Azione sulle articolazioni: si sciolgono e si elasticizzano con tempistiche che variano da persona a persona in base al suo background e tipologia fisica. A ogni corpo il suo tempo.
6- Azione sulla circolazione: l'effetto benefico sulla circolazione avviene sia con i lunghi stiramenti muscolari che favoriscono il ritorno venoso ( il muscolo si svuota completamente e poi richiama sangue ossigenato), sia con l'aiuto della forza gravitazionale.
7- Azione sul sistema endocrino: anche le ghiandole vengono stimolate od inibite a seconda delle necessita' con specifiche Asana.
8- Azione sulla respirazione: l'attenzione costante affina sempre più la respirazione che si fa più lenta e regolare, si espelle molta anidride carbonica e si immagazzina più ossigeno con effetto calmante sulla mente.
Namasté,
Vittorio Pascale
Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano
Fondatore della pagina Fb: Yogamando
Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano
hai domande? Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L’equilibrio umano è controllato dal sistema vestibolare che risiede nell’orecchio e consente l’interazione dinamica con l’ambiente esterno, in armonia con la forza di gravità.
I principali recettori, attraverso riflessi otolitici, consentono il mantenimento della postura e, grazie a un continuo aggiustamento automatico, ci permettono di contrastare la forza di gravità.
La ricerca dell’equilibrio è determinata soprattutto da aspetti psicologici, più che fisiologici. Ciò che ci mette in difficoltà nelle situazioni in cui è richiesto equilibrio (come ad esempio nella terza variante di Virabhadrasana, la posizione del Guerriero, oppure in una posizione apparentemente semplice come Vriskshasana, l'albero) è la nostra insicurezza e soprattutto la nostra mente che viaggia e macina pensieri.
Per chi l'ha provata, e per chi la volesse provare per verificare, Vrikshasana (posizione dell'albero) fa confluire nella nostra mente, non propriamente disciplinata, una miriade di pensieri che subito mettono a repentaglio la ricerca di equilibrio richiesta dalla posizione. Aggiungo anche che, una volta che perdiamo l'armonia della posizione, siamo presi dal nervosismo, e magari cerchiamo una spiegazione sul perché il giorno precedente siamo invece riusciti a farla senza problemi.
Pensate un attimo ai tempi verbali che ho usato e che usate anche voi probabilmente quando pensate: sono delle forme di passato prossimo (se proprio vogliamo fare un’analisi grammaticale del verbo).
Lo Yoga è la disciplina in cui la dimensione divina e massima nella quale ci si trova è il presente; è inutile e controproducente, quindi, pensare al passato confinando il proprio “io” invece di cercare di espanderlo lavorando sull’armonia di corpo e mente la mente per raggiungere la posizione. Con questo non mi elevo a “splendido tra gli splendidi” affermando di riuscire a eseguire alla perfezione tutte le posizioni di equilibrio, anzi...Capitano dei giorni in cui mi sento particolarmente preso dai miei pensieri, inizio a fare il fenicottero in mezzo alla sala di pratica in Vrikshasana cercando di mantenere l'equilibrio in ogni modo e, alla fine, devo invece ripiegare su alcuni trucchetti, come quello di concentrarsi su un punto fisso. Fissare lo sguardo, è vero, aiuta in tutta la pratica delle Asana ed è una buona disciplina per la meditazione e la concentrazione; tuttavia bisogna essere consapevoli dell'azione che si sta svolgendo sulla propria coscienza in quel preciso momento, e non guardare come uno stoccafisso un puntino del muro (se poi è bianco vi posso dire che dopo un po' quel punto diventa la via lattea...).
Tutto ciò, questo articolo e qualsiasi altro commento ironico possa fare su me stesso, è per spiegare che anche quando sbagliamo c'è sempre qualcosa da imparare: l'osservazione di sé stessi da implementare, un'analisi da fare, il proprio ego da espandere.
Come mi è stato detto una volta da Silvia, una delle mie maestre, durante una lezione di Yoga: una posizione di equilibrio come l'albero deve espandere il proprio “io” senza rinchiuderlo nel centro del petto per paura di perdere l'equilibrio. Di solito, quando non riusciamo a mantenere l'equilibrio, scattano sentimenti come la vergogna o il nervosismo che non fanno altro che farci rinchiudere in un bocciolo invece di far fiorire come una rosa la nostra posizione.
Nella terza variante di Virabhadrasana, ad esempio, per raggiungere uno status ottimale della posizione bisogna estendere le estremità delle braccia e della gamba che sta in alto (per capire meglio di cosa parlo vi rimando alle immagini), cosa che a prima vista può risultare destabilizzante. Nell'albero bisogna espandere il petto, tirarsi verso l'alto e spingere in fuori la gamba piegata con il piede alla radice della gamba distesa; all'inizio sembrerete più un salice piangente che un albero forte e radicato al suolo, ma man mano vi accorgerete che è proprio il corpo che richiede questi accorgimenti, facendo lavorare muscoli che non pensavate potessero muoversi in queste posizioni. Contemporaneamente, noterete che erano i flussi di pensieri che impedivano il mantenimento del corretto bilanciamento del corpo perché non davate l'input giusto e non portavate l'attenzione sul baricentro, un punto al di sotto dell’ombelico importantissimo per raggiungere la stabilità.
Insomma, l'equilibrio è una bella sfida da affrontare nello Yoga o, ancora meglio, un confronto con sé stessi: proprio durante le posizioni di equilibrio i pensieri si fanno più fitti ( provare per credere).
E voi mi direte, “Si, ma a me a che mi serve tutto ciò?” Domanda lecita, che mi sono posto anche io, in quanto applico sempre una forte componente razionale a tutto ciò che faccio (non sono uno di quelli “spiritual addicted” e “new age” che vi state immaginando, dato che vi parlo sempre di Yoga e affini). Posso dirvi che, a parte fare i fighi in metro o in tram e rimanere sempre e comunque in piedi non attaccandovi agli appositi supporti quando c'è una curva o una fermata improvvisa (notate come la gente di solito si attacca subito al palo neanche stesse esplodendo una bomba) l'esercizio di concentrare la mente sul baricentro e farle mantenere un equilibrio che parte dall'interno è molto utile in situazioni in cui tendete ad innervosirvi o a farvi sopraggiungere dallo stress.
Lo stress, male dell'uomo contemporaneo, è causato anche dall'ondata di pensieri che intasano la nostra testa: è come se la nostra mente fosse una stanza bianca e un writer la venisse ad imbrattare con una bomboletta di un colore che, tra l'altro, non ci piace neanche, a distanza di un minuto o di pochi secondi. Minuto dopo minuto, attimo dopo attimo, il pensiero diventa incontrollabile, il writer continua ad imbrattare con quel brutto colore e il risultato è che siamo sempre stressati e nervosi. E ciò avviene fin dal primo mattino, quando suona la sveglia, e magari la sera prima siamo andati a letto con l'ansia che la sveglia sarebbe suonata dopo poco, senza pensare invece: “Oh finalmente sono a letto e posso riposare questa “macinasassi” che è la mia testa”.
Fateci caso.
Ecco, le posizioni di equilibrio servono anche a questo: osservare e capirci più in profondità, dire alla nostra testa quando è ora di darsi una calmata o farle mettere il “culo a bagno” come si dice da me in Puglia.
Namasté,
Vittorio Pascale
Allievo praticante di Yoga Integrale presso il Centro Parsifal Yoga, Milano
Fondatore della pagina Fb: Yogamando
Studioso e praticante di Buddhismo Tibetano
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