Lo Style Seapunk
Scarpe Buffalo, t-shirt stampate, cappelli con la visiera, canotte da basket e brillocchi di dubbio gusto appesi ad ogni dove… io li ho notati, voi li avrete notati e qualcosa mi dice che li abbia notati anche Riccardo Tisci: si stiamo parlando di loro, i Seapunk, gruppo di ragazzi aderenti all’omonimo movimento stilistico-musicale. Si tratta di una moda e di un genere musicale, giovani e di cui si sa ben poco, la musica nasce dalla contaminazione non tanto tra gruppi già esistenti ma tra vari dj del panorama underground di Chicago e San Francisco, tra cui gli Utrademon, I Zombelle e Unicorn Kid che dà origine a un misto tra la musica elettronica e la bit anni ’90 farcite a casaccio con sonorità che riproducono i rumori del mare.
Per quanto riguarda la moda, il dettame è uno: più roba c’è, meglio è!
Vuoi essere un perfetto Seapunk? Decolorati i capelli e falli azzurri, fucsia, verdi o nei casi di minimalismo estremo, bianchi.
Il codice di vestiario prevede magliette stampate con fantasie vagamente neo-classiche, unicorni, onde, stelle marine e in generale, tutto ciò che abbia un qualcosa di infantile o che rimandi all’infanzia, anime compresi, il tutto magari abbinato a bomber da aviatore, felpe dai colori fluorescenti e giacche sportive dei materiali più sintetici che riuscite a trovare.
Per i bottom invece abbiamo leggings con stampe improbabili (magari con sopra degli shorts, supponiamo, come rito propiziatorio per richiamare l’estate) o più banalmente, jeans skinny, pantaloncini della tuta (anche qui… il più sintetici possibile) e, se siete dei ragazzi, un kilt vi darà sicuramente quel tocco avantgard che desiderate.
Riguardo gli accessori, si apre una parentesi che potrebbe occupare lo spazio di un intero articolo, poiché vale letteralmente tutto. La cosa importante è che ci siano, siano tanti e siano il più vistosi possibile, a partire da un “banalissimo” septum collegato con una collana all’orecchino del lobo a brillantoni da danzatrice del ventre al centro della fronte. Le collane possono essere di qualunque foggia e materiale, tuttavia è particolarmente apprezzato un tocco di orientalismo che non c’entra assolutamente niente con il look generale…. ma a noi piace così. Vengono accettati di buon grado anche peluches e bamboline attaccati allo zaino (altro elemento imprescindibile del look seapunk) o portati al collo. O al braccio. O come cerchietto ferma-capelli.
Da non sottovalutare è l’aspetto dei social-network dato che i Seapunk nascono (e spesso si esauriscono) in rete. Il perfetto Seapunk ha un cura maniacale delle foto che pubblica su Facebook o su Twitter che devono essere post-prodotte a mo' di collage, applicandovi sopra, nella maniera più becera possibile, scritte, stelline, personaggi di anime vari, gatti, dolciumi e corni di unicorno esattamente al centro della fronte, in modo tale da ricreare quell’effetto anni ’90 che(a quanto pare) va tanto di moda.
Tra le icone di riferimento più importanti abbiamo Brooke Candy, giovane rapper americana, diventata famosa grazie al video “Genesis” dei Grimes e in seguito grazie al suo primo video, “Das Me”, uscito nell’ottobre del 2012.
Altrettanto importante è il trio dei Die Antwoord, gruppo rap-rave sudafricano, noto tanto per i ritmi e i testi delle loro canzoni, quanto per i loro look composti da tatuaggi idioti, lenti a contatto nere, tagli di capelli da punk anni ’80 e facce da tekno-raver in after da una settimana.