
"In Italia fare smooth-jazz non è facile". Mimmo Cappuccio racconta il suo progetto, il 18 febbraio live all'AlexanderPlatz
di Cinzia Giordanelli
Domenica 18 febbraio, ore 21.00, appuntamento da non perdere all’ AlexanderPlatz (Via Ostia 9, Roma), il più prestigioso e antico Jazz Club d’Italia, con il concerto di Cappuccio Collective Smooth feat. Eric Daniel al sax.
L’evento è presentato da Pentoniero Production.
“Cappuccio Collective Smooth” rimanda con sonorità moderne alle atmosfere smooth jazz degli anni ’80, nella direzione di un raffinato easy listening, senza le complicazioni formali del jazz “puro” e del jazz-rock maggiormente sperimentale.
L’accento posto sulle melodie e l' ibridazione (anche con la disco music), stempera ma non annulla l’impronta jazzistica, confluendo in un mood sofisticato e dalla vocazione internazionale, vicino ad una estetica fusion.
Sul palco dell’ AlexanderPlatz- pluripremiato dalla più autorevole e letta rivista mondiale di jazz, Downbeat International- Annina Galiano alla voce, Aris Volpe alla batteria, Emiliano De Luca al basso, Cristina Massaro al pianoforte e alla tastiera, Mimmo Cappuccio alla chitarra.
Ospite d’eccezione il sassofonista americano Eric Daniel, collaborazioni ed esibizioni dal vivo negli Stati Uniti con (solo per citare alcuni nomi) Gladys Knight, Tom Jones, Temptations, Jerry Lewis, Tony Bennett, Ella Fitzgerald, Stevie Wonder, Rodney Dangerfiel.
Con il progetto Collective Smooth- racconta Mimmo Cappuccio- voglio rimandare a quel periodo tra gli anni ’70 e ’80, nel quale il jazz incontra altre forme musicali, dal soul al funk alla disco music.
Durante il periodo pandemico ha scoperto, in rete, Sabrina Schinaia. La nostra collaborazione è sfociata nella realizzazione di brani che vedono, tra i musicisti: Alex Bailey (drums; Marcus Miller, Paul Jackson Jr etc.), Eric Daniel (Sax & Flute, Zucchero, Natalie Cole etc.), Dario Deidda (Bass; Danilo Rea, Paolo Fresu, George Coleman etc.), Elisabetta Serio (Piano; Pino Daniele) e tanti altri.
Per la data all’ AlexanderPlatz, al basso, c’è Emiliano De Luca, che ha collaborato con numerosi musicisti nazionali ed internazionali tra i quali Paul Jeffrey, Don Moye (Art Ensemble Of Chicago), Mel Gaynor (Simple Mind), Frank Gambale, Pietro Condorelli e Roberto Ottaviano.
Attualmente- prosegue Cappuccio- i membri fissi del collettivo sono la virtuosa Annina Galiano alla voce, Aris Volpe alla batteria e l’impeccabile Cristina Massaro al piano rhodes, precisa armonicamente ed elegante nella scelta dei rivolti.
Continuo ad investire con caparbietà sui giovani talenti, affiancando il difficile (in Italia) ruolo di producer a quello di chitarrista.
Nato in pandemia da un’idea del musicista e produttore artistico Mimmo Cappuccio, il collettivo Cappuccio Collective Smooth, aperto alle sinergie e dalla formazione flessibile, annovera tra i membri fissi della line up Annina Galiano alla voce, Aris Volpe alla batteria, Cristina Massaro al pianoforte e alla tastiera, Mimmo Cappuccio alla chitarra.
Al Jazz in Campo Music Festival 2023 (XIX edizione) Mimmo Cappuccio e l’allora lead vocalist Sabrina Schinaia aprono il concerto di Chiara Civello ("la miglior cantante jazz della sua generazione”, nella definizione di Tony Bennett).
Nel 2024 Cappuccio Collective Smooth (lead voice Anna Galiano), al Teatro Bello di Milano, è Grand Opening del concerto di Claudia Cantisani(“cantante jazz ed autrice tra le più raffinate della nostra nuova canzone d’autrice”, Fausto Pellegrini, Rai News24)
Innovazione, contaminazione e suggestioni smooth jazz confluiscono in un immaginario quasi fusion dall’immediata godibilità, versatile nell’improvvisazione scat e fortemente inedito nelle soluzioni sonore.
Di prossima uscita, su etichetta La Stanza Nascosta Records, l’album eponimo del collettivo.
Oggi - racconta Mimmo Cappuccio-sono un po’ meno producer e più chitarrista perché non amo le politiche aziendali della musica pop emergente italiana. Il mio essere chitarrista non vuole però entrare a gamba tesa in nessun ambiente professionale del jazz... tra l'altro, non mi ritengo nemmeno un chitarrista jazz ! Ho semplicemente realizzato il mio progetto, investendo con dedizione sui talenti giovani. Purtroppo in Italia fare smooth-jazz non è facile, avverto con risentimento una sorta di “discriminazione musicale” , in particolar modo negli ambienti del jazz (e dei Festival), dove invece- nel più genuino spirito jazzistico- dovrebbe esserci apertura a 360 gradi. In Italia avverto sempre- purtroppo- il nepotismo, la casta!
O sei battezzato da qualche “Padrino della musica” o fai fatica.
La redazione
