Dalle pagine del libro al grande schermo
Quante volte siamo rimasti delusi dalla trasposizione cinematografica di libri che amiamo e che ci hanno fatto sognare! Ebbene, a volte capita invece che l’apprezzamento rimanga e se possibile si rafforzi guardando sul grande schermo proprio la storia del libro che ci ha appassionati.
Questo è un periodo fortunato per i bei romanzi che finiscono al cinema e ce lo dimostrano due pellicole fiabesche e incantate quali Come pietra paziente e Bianca come il latte rossa come il sangue. Entrambi i film sono molti belli, ovviamente, ognuno a suo modo e con le caratteristiche di essere tratti da due romanzi essenzialmente molto differenti tra loro e scritti da autori che provengono da mondi ed esperienze diversi.
Come pietra paziente è la riduzione cinematografica di Pietra di pazienza, lo straordinario romanzo di Atiq Rahimi, vincitore del premio Gouncourt 2008, che firma anche la regia del film. E forse ne garantisce continuità e valore. La trama racconta la forza, l’incanto e l’esistenza di una donna afgana, una donna come ce ne sono tante nella sua terra, ma che diventa straordinariamente simile e “gemella” di tante altre donne occidentali e che vivono in città moderne e metropolitane.
Ai piedi delle montagne attorno a Kabul la giovane protagonista della pellicola accudisce il marito, eroe di guerra, in coma permanente.
La guerra fratricida intanto imperversa in città e porta soldati e combattenti alle porte. La giovane donna è sola, con un marito disabile in casa, e viene costretta all'amore da un giovane soldato.
Un evento che sarebbe dovuto essere drammatico, ma che contro ogni aspettativa fa sì che la donna si apra e prenda coscienza del suo corpo. Accorgendosi di essere sola e non controllata, libera la sua parola per confidare al marito ricordi e segreti inconfessabili.
A poco a poco in un fiume liberatorio tutti i suoi pensieri diventano voce: incanta, prega, grida e infine ritrova se stessa. Così, suo marito, muto e in coma, diventa suo malgrado, la sua "syngué sabour", la sua pietra paziente, la pietra magica che poniamo davanti a noi stessi per sussurrarle tutti i nostri segreti, le nostre speranze e desideri.
Pellicola straordinaria che consiglio a chi ama ancora la favola al cinema.
Questo è un momento storico particolare però e accanto al mondo meraviglioso ritorna prepotente anche il desiderio di un mondo più rivolto all’umanità, al senso profondo e vero della vita. All’importanza di ritrovare noi stessi.
E allora, in pendant e in corrispondenza con il film di Atiq Rahimi ecco arrivare sugli schermi Bianca come il latte rossa come il sangue, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Alessandro D’Avenia.
Il film che nelle intenzioni del regista Giacomo Campiotti doveva chiaramente rivolgersi a un pubblico di teenager, è riuscito in realtà a conquistare anche il pubblico dei genitori degli stessi, diventando una delle pellicole più viste nella prima metà del mese di aprile. Scena dopo scena la commedia si trasforma in dramma, i temi diventano importanti e universali. L’amore, ma anche la malattia e la morte. Gli amici, ma anche la famiglia e la società. La vita merita di essere vissuta sempre anche quando apparentemente è solo una perdita di tempo.
Film da vedere assolutamente. Possibilmente genitori con figli.