I Miracoli di Fabrizio Coppola (a Milano)
Fabrizio Coppola è un cantautore di vecchia data (il bel debutto è del 2003, “La superficie delle cose”). Uno di quelli che, se avete un po' di esperienza alle spalle, avrete incontrato in giro per locali a suonare le sue canzoni. Ma Fabrizio è anche uno scrittore, uno di quelli che intrappola storie (nel 2013 ha debuttato con il romanzo "Katana") e compone racconti. Alcuni di questi li scolpisce nel suo blog “Miracoli a Milano” ( https://fabriziocoppola.wordpress.com/miracoli-a-milano/ ), una raccolta in continuo aggiornamento di brevi narrazioni che fissano come in una polaroid, piccoli, significativi avvenimenti di persone comuni. Una sorta di catalogo non esaustivo di ciò che accade nelle vite degli sconosciuti che ci passano accanto tutti i giorni, in una sorta di mappa interattiva della città dove Fabrizio traccia questi piccoli miracoli, zona per zona.
Un piccolo glossario della civitas e della geografia umana che caratterizza Milano e la sua aurea, dalla bellezza nascosta, da scovare tra le pieghe della sua malinconia. Con Fabrizio parliamo di Milano, dei suoi miracoli e dell'inevitabile mutamento dell'essere.
Cosa sono i Miracoli?
Il termine “miracoli” fa riferimento all’epifania minima contenuta in ognuno di questi racconti, cioè uno svelamento, uno scarto infinitesimale tra ciò che si percepisce e ciò che è realmente.
Come ti è venuta in mente l'idea di "Miracoli a Milano"?
In realtà, non c’era un’idea di partenza. Solo una serie di racconti che ho cominciato a scrivere l’anno scorso e che ogni tanto postavo su facebook. Poi i racconti piacevano, io continuavo a scriverne e così ho pensato di creare il blog e dare una forma al progetto. La spinta definitiva è arrivata dalla lettura di M, una metronovela, di Stefano Bartezzaghi. Poi il mio gusto per gli elenchi e le catalogazioni ha fatto il resto, e oggi il blog si presenta come un tentativo di fissare alcuni momenti delle vite degli sconosciuti che incrociamo ogni giorno.
Si sente parecchio una vena nostalgica. Pensi che Milano sia una città nostalgica?
Per alcuni versi sì, o perlomeno la mia Milano lo è, quella che colpisce la mia sensibilità e la mia immaginazione. Il cambiamento nell’umore della città avvenuto negli ultimi anni è evidente, e io sono il primo a esserne ben felice, eppure ci sono alcuni angoli della città che sembrano vibrare e risplendere solo in quelle giornate in cui il cielo è bianco e il sole non riesce a filtrare, oppure in alcune sere invernali, quando la pioggerellina rende lucidi il pavé e i binari del tram e le luci delle macchine e dei semafori sono circondate da un alone indefinito. Ma la mia Milano è anche quella di Marzo, quando il vento spazza il cielo, che si fa di un blu difficile da descrivere, e in fondo a corso Buenos Aires si vedono le Alpi…
Geografia urbana e geografia umana si intrecciano nei tuoi racconti. Quasi che uno influisca sull'altro...
Be’, in qualche modo l’ambiente in cui viviamo influisce perlomeno sui nostri stati d’animo, se non direttamente sulle nostre azioni. Ogni luogo ha un’aura speciale, una caratteristica che può essere colta solo con il tempo. Milano, in particolare, non è una città che si svela facilmente. Perlomeno, può lasciarti delle impressioni superficiali, in un primo momento, ma ci vuole un po’ di tempo in più per coglierne l’essenza, che tra l’altro è in continuo mutamento: potremmo dire che quello che non cambia mai di Milano è proprio la sua tendenza al mutamento.
Musica e città. Qual'è il posto del tuo cuore che non esiste più? E quello che esiste?
Sono molti quelli che non esistono più, ma credo sia normale: una città, come pure le persone, è un corpo vivo, ed è quindi destinata al cambiamento – tutto ciò che non è in grado di cambiare è destinato a perire, nulla può conservarsi uguale a se stesso per troppo tempo. Quindi ci sono alcuni luoghi che sono stati per me speciali, ma se non ti dispiace troppo non ne parlerò. Di quelli che esistono cito volentieri il Carroponte (che tecnicamente è nel comune di Sesto San Giovanni, e non a Milano), un posto che amo, dove puoi sdraiarti sull’erba e goderti una birra fresca, ascoltando un concerto circondato dalle architetture industriali dell’area.
Visita il sito di Fabrizio
https://fabriziocoppola.wordpress.com
Marco Trabucchi
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