Alfredo Marasti: ne "La stanza della Musica" del Vittoriale dolori e speranze della pianista Luisa Baccara
Torna a far sentire la sua voce il cantautore Alfredo Marasti.
E lo fa con il consueto acume, con un brano, La Stanza della Musica, che ha la raffinatezza del damasco del Vittoriale.
Il videoclip ufficiale, denso di suggestioni, per la regia dello stesso Marasti e di Chris Mazzoncini, con Aldo Masini alla seconda camera, vede la felice partecipazione di Federica Guerra nei panni di Luisa Baccara.
Le riprese in esterni sono state effettuate, ça va sans dire, al Vittoriale degli Italiani (roseto, vallette, Laghetto delle Danze); gli interni presso Villa Passaglia, a Gragnano in Toscana.
Il brano, distribuito su tutte le maggiori piattaforme digitali, anticipa la pubblicazione, prevista per il prossimo 25 maggio su etichetta La Stanza Nascosta Records, del concept album Ultimo D’Annunzio, quinto lavoro in studio del cantautore.
Non si tratta di “adattamenti in musica” delle poesie dannunziane, ma di inediti che puntano a restituire un ritratto per frammenti, complesso e volutamente provocatorio, di un personaggio tra i più rappresentativi dei conflitti brucianti del primo Novecento: poesia e guerra, spirito libertario e superomismo, romanticismo e compulsione sessuale, anticonformismo e rituali di massa, destra e sinistra- racconta Alfredo Marasti.
La Stanza Della Musica traduce in forma canzone le suggestioni della musica da camera; la ritmica serrata di basso e batteria amplifica i saliscendi emozionali di un’esistenza- quella di Luisa Baccara- sospesa tra dolore e speranza, restituite con vis poetica (“E guardo allontanarsi tra il damasco e il pianto la mia età, così leggera”).
Marasti affonda la penna nelle pieghe dell'animo femminile, con grande sensibilità di analisi introspettiva; e lo fa con misura, sobrietà e puntuale ritegno, regalandoci un brano stilisticamente immune da qualsiasi sbavatura, dalla forte risonanza emotiva.
Link al video:
“La Stanza della Musica”- spiega Alfredo Marasti- è la prima grande sala allegorica che si incontra nella Prioria, subito dopo la “Stanza del Mascheraio”: di fatto era il regno della pianista Luisa Baccara, compagna di Gabriele per tutto il ventennio trascorso al Vittoriale; nelle tante lettere che si scambiavano lui affettuosamente la chiamava Smikrà, («piccola», in greco), firmandosi a sua volta con il soprannome Ariel.
Il brano adotta il punto di vista di lei, raccontando un Gabriele crudele e, spentasi ormai la passione, insofferente nei confonti di Luisa: pur mantenendola nel lusso e riservandole un certo affetto benevolente e posato, la rimpiazza ben presto con numerose “badesse di passaggio”, comunicando con lei tramite lettere e biglietti più che a voce, nonostante vivano nello stesso edificio e a pochi metri di distanza.
Luisa si trova così a vivere una vita da principessa: numerosi sono i concerti da lei tenuti proprio nella Stanza della Musica, al cospetto di ospiti illustri, accompagnandosi con il quartetto d'archi del Vittoriale (il brano stesso si sostiene su una linea di piano e di archi). Al contempo è una vita intrisa di malinconia e depressione; Smikrà si intestardisce a voler riaccendere la fiamma con Gabriele, che sentendosi assediato la respinge. A questo si unisce, per lei, la tortura di udire chiaramente ciò che accade, notte dopo notte, nella Stanza della Leda, dove Gabriele riceve le amanti.
La parte centrale del brano, con la voce femminile di Rebecca Cinquina («E scusami per quella sera») allude all'episodio rimasto celebre come “volo dell'Arcangelo”: Luisa, in una crisi di gelosia – probabilmente perché Gabriele ci stava provando con Jolanda Baccara, sua sorella – pare l'abbia spinto giù dalla finestra de “La Stanza della Musica”, provocandogli una frattura craniale. Da lì anche l'atteggiamento freddo con cui lui la terrà con sé, ma spesso evitandola.
Nonostante innumerevoli sfoghi e rotture, Luisa non compie mai il passo di abbandonarlo (nessuno, in fondo, la costringe a rimanere): ogni volta si ricompone e ritenta, sempre inutilmente, di resuscitare ciò che in passato c'è stato fra loro.
Cantautore, regista, scrittore e insegnante- già vincitore, nel 2006, con La luna e il ladro, del Premio Fabrizio De André nella categoria Miglior Interprete e, nel 2013, di Musicultura XXIV Ed. nella sezione Miglior testo con Canzone per Mario, dedicata allo scomparso Mario Monicelli- Marasti tiene alta la bandiera della canzone d'autore nostrana, muovendosi a cavallo fra tradizione e sperimentazione, con il guizzo autentico del cantastorie moderno.
Tiziana Latorre