Leonardo&Firenze
Firenze e Milano nel segno di Leonardo da Vinci.
Tra le tante mostre in corso o in arrivo per celebrare i cinquecento anni dalla morte di Leonardo, avvenuta ad Amboise, in Francia, il 2 maggio 1519, ce n’è una particolarmente raffinata, intelligente e nuova.Si intitola “Leonardo da Vinci e Firenze. Fogli scelti dal Codice Atlantico” (Firenze, Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, sino al 24 giugno, ottimo il catalogo Giunti).
Una mostra che, attraverso il genio da Vinci, unisce Firenze e Milano, come era già avvenuto allora. Sì, perché i preziosi dodici fogli in mostra appartengono al Codice Atlantico, conservato nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, che li ha prestati alla città toscana. Dodici fogli con scritti e disegni di Leonardo, scelti tra i 1119 del Codice Atlantico, un corpus straordinario, che ha avuto già diverse edizioni.
Ma perché e come scegliere questi dodici fogli?
«Andando a cercare nelle pagine del Codice i tanti richiami a Firenze, luogo di origine dell’artista, mai veramente lasciato e mai dimenticato» dice Cristina Acidini, la curatrice della mostra, nota storica dell’arte, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. «Non è stato facile. Si è fatto un percorso mai tentato». Infatti, nei mille fogli del Codice i richiami a Firenze sono tanti, ma bisognava individuarli «in modo da trovare una strada tematica scientificamente valida e sostenibile».
Carte antiche, ingiallite, con disegni e lettere nella scrittura tipica dell’artista, brillano dietro i vetri delle bacheche e si proiettano sul pavimento della Sala in un gioco difficile e affascinante. Veri e propri labirinti, elaborati tra gli anni Settanta del Quattrocento e il 1519, ma che, a saperli interpretare, svelano pensieri e ricordi.
Ciascun foglio, diverso dagli altri per formato, contenuto, segno grafico, cronologia, ha però un suo motivo “fiorentino”. Nella bottega del Verrocchio, il giovanissimo Leonardo, aveva imparato non solo le tecniche della pittura, ma anche quelle della scultura e della lavorazione dei metalli. Aveva visto da vicino la palla di rame dorato montata nel 1471 da Verrocchio sopra la lanterna della cupola di Santa Maria del Fiore del Brunelleschi. Uno dei fogli giovanili esposti riguarda proprio il duomo di Santa Maria del Fiore con la cupola, la lanterna, le “macchine” del cantiere.
Un altro foglio, interessante, si accanisce contro il Botticelli, che viene accusato di “mancanza di prospettiva”. Leonardo infatti non lesinava critiche al collega di sette anni più grande. Fatto che mette in evidenza le diverse concezioni pittoriche dei due grandi artisti, entrambi allievi del Verrocchio, rivali e diversi. Leonardo più razionale, Botticelli più visionario.
Il genio toscano, a Milano, faceva da tramite tra la corte di Ludovico il Moro e Firenze per i motivi più vari. In un foglio c’è un ricordo, secondo cui gli viene chiesto, nella città lombarda, di procurare un testo sul governo di Firenze, scritto forse da fra’ Girolamo Savonarola, che l’artista conosceva di persona.
Un altro foglio rivela che nel 1503 Leonardo deposita a Firenze i suoi risparmi nel grande Spedale di Santa Maria Nuova, che nel 1504 frequenta la Compagnia di San Luca dei pittori e studia la dissezione dei cadaveri.
Altri fogli raccontano gli studi sull’idrografia fiorentina e la valle dell’Arno, i progetti per la deviazione del fiume tramite un “canale” che ne regolarizzasse il corso tortuoso: un’impresa faraonica, che i mercanti fiorentini non furono in grado di sostenere.
In altre carte ci sono le “istruzioni” per la pittura della Battaglia di Anghiari, finita subito male. Altri ancora segnano le tappe della sua vita con continui richiami a Firenze.
In chiusura c’è un dipinto, uno solo, intenso ed enigmatico come la Gioconda. Raffigura il Busto del Redentore, proviene dalla Pinacoteca Ambrosiana, ma non è di Leonardo. È firmato dall’allievo preferito, Gian Giacomo Caprotti detto Salaino o Salaì, il terribile ragazzo riccioluto, amato dall’artista, motivo di pena e piacere per lui.
Quale il legame con Firenze?
Tutto da scoprire, visto che il giovane assistente aveva seguito l’artista a Firenze nel soggiorno dei primi anni del Cinquecento. È l’invito intrigante che la mostra fa agli studiosi. Vedremo.
Maurizia Tazartes
La mostra
Leonardo da Vinci e Firenze Fogli scelti dal Codice Atlantico Firenze Palazzo Vecchio,
Sala dei Gigli
29 marzo – 24 giugno 2019
Promossa dal Comune di Firenze
Organizzazione e coordinamento
MUS.E
Main Sponsor
ENGIE
Orari
Dal 29 al 31 marzo 2019 - h 9.00-19.00.
Dal 1 aprile al 24 giugno 2019 tutti i giorni h.9.00-23.00, eccetto il giovedì h. 9.00-14.00.